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Autore: Stateira    11/07/2007    16 recensioni
Draco compie vent'anni. E ha un'idea precisa sul regalo che vuole ricevere.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Dai

PREMESSA: Una dedica speciale per la mia dott. Ing.,  una delle persone più speciali che questo mondo abbia mai conosciuto.

Auguri Fanny, e ricordati che vent’anni si compiono una volta sola nella vita!

Ti voglio un mondo di bene stellina mia!!!

 

 

 

 

BIRTHDAY’S REQUEST

 

 

 

- Dai. –

- No. –

 

Draco Malfoy incrociò le braccia sul petto con aria contrariata.

 

- Ho detto dai! – esclamò, assolutamente scandalizzato dall’incomprensibile recalcitranza del suo interlocutore.

 

- E io ho detto no. –

- Harry te lo chiedo per favore! –

- No! No, no, no, no, e poi no. Ah, Draco? –

- ? –

- No! –

 

Harry arretrò di un passo, ma non rinunciò a mantenere lo sguardo ben saldo su quello di Draco.

Qualsiasi tipo di sfida fra di loro si giocava innanzitutto con gli occhi, e non serviva nemmeno ricordare che Draco era dannatamente bravo a fargli perdere la cognizione dello spazio e del tempo soltanto guardandolo in quel suo modo strano e intenso, quello aveva sempre riservato solo ed esclusivamente a lui. Chissà se per amore o per crudeltà.

 

Draco in effetti ci provò ad usare il suo sporco trucchetto, ed Harry riconobbe le sfumature dell’impazienza, del fastidio, della curiosità e della cocciutaggine colorare le sue iridi grigio azzurre e renderlo partecipe di cosa si stesse muovendo sotto la superficie dei suoi occhi.

 

Draco era davvero bello. Bello, punto, nient’altro da dire.

 

Era per questo che con lui era stato così tanto diverso dalle sue cotte di ragazzino, era per questo che Draco aveva fatto centro, con un colpo secco e preciso, con un sorriso di troppo che gli aveva fatto girare la testa come una sorsata di Whisky Incendiario.

Ed era per questo, soprattutto, che era ancora lì, a riempirgli la casa con il suono metallico e strascicato della sua voce, dopo tre anni. E lui non ne era ancora stanco. Non ne sarebbe mai, mai e poi mai stato stanco.

 

- Ma è il mio compleanno! –

- Infatti. Il tuo compleanno, Draco, non la Giornata Nazionale delle Richieste Irragionevoli. –

- Ma ho vent’anni! Guarda che vent’anni si compiono una volta sola nella vita! –

- Ma non mi dire, e io che speravo di replicare l’anno prossimo. –

- E’ solo questione di tempo prima che io cominci a riempirmi di rughe, che la barba mi diventi ispida, i capelli bianchi e il corpo tutto molliccio. Sarò morto prima che tu te ne renda conto, e tu resterai solo, con l’amara consapevolezza di avermi negato un regalo innocente, quando ancora ero giovane e piacente! –

- Sopravvivrò all’opprimente senso di colpa. –

- Dio, sei proprio senza cuore, lo sai? –

 

Harry strabuzzò gli occhi e quasi si soffocò con la sua stessa saliva. – Ma senti da che pulpito! – sbraitò indicando Draco come se fosse stato la personificazione del demonio.

 

Draco giocò la carta del risentimento, e distolse lo sguardo per andare a ficcarlo da qualche parte in alto, verso uno dei tanti vecchi candelabri che illuminavano la casa di Grimmauld Place con la loro luce tremula e calda allo stesso tempo.

 

- Almeno IO chiedo un regalo che sia anche un’opera di bene, Potter! IO non mi incaponisco sull’ultimo modello di scopa! –

- Oh sì, saresti stato un perfetto Grifondoro, TU! Piccolo vigliacco, te la regaleranno i tuoi amici la scopa! –

 

Draco sollevò un sopracciglio, sdegnoso. – Ma io non l’ho chiesto. – fu l’innocente replica. – Quello che ho chiesto l’ho chiesto a te, e lo pretendo. Avanti, non rientra nei tuoi geni di eroe di tutte le costellazioni compiere azioni di pietà? –

- LEI non ha bisogno di pietà, e meno che meno della tua. Sta benissimo dov’è! –

- Non ci credo. E’ sotto la giurisdizione della Granger, Potter, non può stare benissimo dov’è. –

- Hermione se la cava più che bene, te lo posso assicurare. –

- Io me la caverei meglio. –

- Ma è mai possibile che tu sia così orrendamente ostinato? –

 

Draco sollevò l’angolino sinistro della bocca in un ghigno delizioso. Oh sì, era possibile, era possibile eccome.

 

Harry incrociò a lungo il suo sguardo, deciso e così vivo di un entusiasmo tutto suo, contenuto eppure tangibile; e nei suoi occhi vide riflessa l’immagine di sé stesso che, lentamente, inevitabilmente, capitolava.

 

- Proverò a parlare con Hermione. –

- … E? –

- … E ad informarmi sulle pratiche per l’adozione. –

- … E lo farai? –

- Domani? –

- Errore, Potter. Lo farai adesso! –

 

Harry diede un gemito sconfitto e si avviò ciondolando più che mai verso la cucina. Se non altro, si era guadagnato il diritto di andare a tirarsi su il morale con un sorsetto di Burrobirra, prima di uscire ed affrontare tempeste e cataclismi per fare la gioia del suo compagno.

 

- Draco, non è davvero una buona idea adottare Fanny. –

- Naturalmente lo è, Harry. Una fenice in casa è quanto di più utile si possa immaginare. –

- Quanto di più ricercato ed aristocratico, vorrai dire. –

 

Il sorriso di Draco si allargò a dismisura, brillando di quella luce maliziosa e furbetta di chi viene colto in flagrante a fare qualcosa di cui non si vergogna per niente.

 

Harry, nonostante tutto, ricambiò stancamente il sorriso, perché per quanto cercasse di fare finta che non fosse così, che si trattasse soltanto di un incubo allucinante, sapeva benissimo che era precisamente di quel sorriso sveglio e magnetico che si era innamorato come un fesso. Draco aveva il potere di rigirarsi l’eroe del mondo magico sulla punta delle dita come fosse nulla, ed Harry non faceva mistero di starci da dio, fra le mani affusolate del suo biondissimo, testardissimo, splendido compagno.

 

- E mentre vai, ricordati di passare a Diagon Alley. Le servirà un trespolo, no? Sai, stavo giusto pensando che potremmo spostare il tuo pollo nel ripostiglio dove hai buttato il ritratto della madre del tuo padrino, così Fanny avrà la soffitta tutta per sé. –

 

Harry si portò le dita alle tempie, come se fosse stato colto da un improvviso quanto feroce mal di testa.

 

- Edvige impazzirà. –

  
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