Serie TV > JAG
Segui la storia  |       
Autore: Alexandra_ph    25/12/2012    1 recensioni
Pubblico questa FF natalizia scritta nel 2007 sotto il mio nick, ma è firmata CATE e ALEX.
Abbiamo provato ad immaginarci cosa potessero desiderare Harm e Mac come regalo di Natale... e la risposta sta nel titolo della FF (o quasi...)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Appartamento di Mac

 


Ansiosa, tormentata, agitata, stressata.

Depressa e insoddisfatta.

Sì: ora poteva aggiungere anche depressa e insoddisfatta alla lista.

E dannatamente più frustrata di prima.

Sapeva che sarebbe andata a finire così! Sapeva che se avesse fatto quello che Sturgis le chiedeva, il suo cuore avrebbe finito per soffrirne ancora di più. Eppure lui lo sapeva bene cosa provava per il suo amico, glielo aveva erroneamente confessato mesi prima. Ma nonostante questo aveva chiamato lei e non Harriett, non Jennifer, non qualsiasi altro collega. Aveva chiamato proprio lei e lei non aveva saputo dire di no.

E ora si trovava in uno stato di pieno delirio mentale ed ormonale.

I fatti della sera precedente tornavano prepotentemente a tormentarla ogni volta che la sua mente non era occupata in altro: Harm ubriaco, il suo strano atteggiamento causato dal troppo alcool, quel ballo (che era stato più un lento barcollio) stretta a lui, le sue mani che lo spogliavano dagli indumenti, la doccia e quella domanda “innocentemente” posta da Harm, in uno stato che sembrava quasi di sobrietà:

“Non hai mai pensato a come sarebbe? Tra noi due… se facessimo l’amore?”. Da quando lo conosceva ci aveva pensato almeno un miliardo di volte! Inizialmente era stata una curiosità puramente fisica: il Comandante era veramente un gran bell’uomo ed era umanamente impossibile non provare l’inarrestabile voglia di saltargli addosso e provare del buon sesso! Poi quella curiosità esclusivamente fisica era diventata ben altro: si erano aggiunti la stima, l’amicizia, i sentimenti, l’amore…

Si sentiva male nell’ammetterlo così spudoratamente, ma spesso, quando era con Mic, si era chiesta come sarebbe stato con Harm. Ed ogni volta si dava un’inspiegabile risposta: MERAVIGLIOSO.

Non si spiegava perché, ma aveva sempre avuto la certezza che fare l’amore con Harm sarebbe stato un viaggio in paradiso.

Non sapeva cosa e se avrebbe risposto  a quella domanda, se Harm non si fosse addormentato. Avrebbe potuto mentire spudoratamente dicendogli che non le era mai passato per la mente, ma non ci avrebbe creduto nessuno, a Sidney si era praticamente buttata tra le sue braccia con quella dichiarazione sul ferry. Avrebbe potuto rispondergli con la verità, ovvero che ci pensava da sempre ma che le loro vite non avevano mai permesso che niente accadesse.

Oppure avrebbe potuto proporgli di dare un senso reale a tutte quelle fantasie che per anni l’avevano ossessionata, se soltanto lui fosse stato sobrio e se lei fosse stata sicura che non era a causa di Renèe che si era ridotto in quello stato.

E per realizzarle tutte quante, una notte di certo non sarebbe bastata!

L’unica cosa sicura era che quella mattina, alle prima luci dell’alba, lei si era svegliata nel suo letto, con un suo braccio intorno alla vita, il suo caldo corpo premuto sulla sua schiena ed il suo respiro che le sfiorava il collo.

E in quell’istante si era sentita bene.

Aveva indugiato in quello stato per qualche minuto, prima che la dura realtà la colpisse come una doccia fredda: Harm, nel sonno, certamente pensava di abbracciare Renèe o chissà quale altra donna rimorchiata al bar. E così, a malincuore si era sciolta da quell’abbraccio che non le spettava, riuscendo a svincolarsi dal suo braccio senza svegliarlo.

Si era silenziosamente preparata ad uscire non senza prima essersi fermata a contemplare la figura addormentata di Harm e non senza aver fatto scorrere lo sguardo sul suo fisico lasciato scoperto dal lenzuolo ormai sceso fino alla vita.

In ufficio era stata una vera tortura: si era rintanata nel suo con le tendine abbassate per paura di vederlo e arrossire come una sedicenne, e ogni volta che doveva uscire controllava bene che il bel Comandante non fosse nei paraggi.

Era riuscita nel suo intento fino a fine giornata quando, stanca del lavoro e delle emozioni, si era lentamente avviata verso l’ascensore. Stava aspettando che si aprissero le porte, quando aveva sentito la sua voce.

“Ehi Marine, eccoti finalmente!”.

Anche senza guardarlo poteva ben immaginare il suo sorriso stampato sul volto. Mantenendo lo sguardo sull’ascensore, aveva risposto al suo saluto:

“Ciao Harm”.

Respira Mac, respira! Puoi farcela. E’ solo un tuo collega. E’ solo Harm. E’ solo l’uomo al quale ti sei svegliata abbracciata stamattina. E’ solo l’uomo che sogni da una vita.

MA QUANDO ARRIVA QUESTO ASCENSORE?

Il silenzio si era fatto imbarazzante e la situazione non era migliorata una volta entrati nello stretto spazio dell’ascensore.

“Mac… senti… io…”

La voce stentata e insicura di Harm aveva rotto finalmente il silenzio “io volevo ringraziarti di quello che hai fatto per me ieri sera, sei stata veramente un angelo”

“Di niente Harm, lo avresti fatto anche tu per me, i buoni amici servono a questo, no?” aveva detto con un sorriso, trovando finalmente la forza di guardarlo negli occhi.

Tragico errore: non appena i loro sguardi si erano incrociati e il suo sorriso si era formato, la domanda che le aveva rivolto la sera prima era tornata a  tormentarla.

Per fortuna il viaggio era durato poco e, fianco a fianco, si erano diretti alle rispettive auto. Harm aveva aperto la portiera ed era entrato nel suo SUV mettendo in moto e abbassando il finestrino:

“Tu hai fatto molto di più di quanto avrebbe fatto una buona amica. E visto che ci sono vorrei anche scusarmi del mio comportamento, qualsiasi cosa abbia fatto o detto, spero di non averti offesa…”

Offesa? Scusati più che altro dello stato mentale in cui mi hai ridotta!

“Non preoccuparti Harm. Mi spiace solo che tu stia soffrendo così tanto per Renèe… per il resto… qualsiasi cosa tu abbia fatto o detto… so che non la intendevi seriamente…”

Lo sguardo di Harm era diventato serio; aveva innescato la retromarcia per uscire dal parcheggio e con un filo di voce aveva aggiunto, mentre la macchina era già in movimento:

“Renèe? Renèe non c’entra proprio niente, e nonostante tutto, per ogni cosa fatta o detta, ero nel pieno delle mie facoltà mentali Mac…”.

E l’aveva lasciata lì, davanti alla sua macchina, con quella pesante affermazione tra loro.

Tipico di Harm! Fare un passo e correre via, buttare un sasso per smuovere le acque e poi ritrarre subito la mano.

Ah, uomini! Non li avrebbe mai capiti veramente e in special modo lui. Con un sospiro che le servì a riprendere il controllo di sé, si accomodò sul divano, prese il blocco di fogli azzurri che giaceva sul tavolino davanti a sé e decise di concentrarsi sul lavoro. Forse le sarebbe servito.

“Bene Mac, forza, il caso Wintrop!”

Iniziò a scrivere un paio di appunti e riflessioni che le erano venuti in mente durante la giornata, un paio di domande da porre al testimone ma soprattutto qualche osservazione da fare sulla strategia difensiva di Harm.

Almeno queste erano le sue intenzioni. In realtà, quando si rese conto di aver scritto soprappensiero, tra le domande da porre al testimone, “Hai mai pensato a come sarebbe tra noi?”, capì che era una battaglia persa.

Strappò con rabbia il foglio e lo accartocciò gettandolo nel camino davanti a lei.

Sorrise di sé, mentre distrattamente iniziava a scarabocchiare sul foglio successivo. Non poteva andare avanti così, questo era sicuro. E l’unico modo per riuscire a superare questa cosa, sarebbe stato vivere fino in fondo quella fantasia… si ma come? Sicuramente non nella realtà, il bel Comandante era off limits. Guardò la punta della penna mentre scorreva senza meta e senza senso sul foglio e sorrise tra sé. Strappò anche quel foglio scarabocchiato e iniziò quello seguente con la solita famosa frase, lasciando che il resto delle parole seguisse a ruota, senza pensare o riflettere su quello che stava scrivendo.

 

 

“Hai mai pensato a come sarebbe tra di noi? Tra noi due… se facessimo l’amore?”

Riuscire a far crollare le barriere che proteggono i nostri cuori… Concedersi l’uno all’altra senza limiti, senza riserve, senza aver paura di dare e di ricevere, senza aver paura di esporci…

Permettere alle mie mani di fare quel viaggio che da sempre sognano, lasciare le mie dita accarezzare il tuo volto, le tue palpebre, le tue labbra… percorrere il loro contorno lentamente fino a farle schiudere in un sospiro di piacere e fremente attesa. Attesa brevissima, colmata immediatamente dalle mie labbra, desiderose di assaggiarti, e riprendere immediatamente quel percorso, mordicchiando e tracciando il loro contorno, con la punta della mia lingua, di quelle labbra che non ho ancora smesso di fissare e desiderare.

E le tue labbra si sottometterebbero al mio volere, schiudendosi per me, dandomi accesso alla tua bocca e con essa, alla prima barriera che porta sino  al tuo impenetrabile cuore.

 

 

Lo squillo del telefono la risvegliò dal suo stato di trance.

“Colonnello MacKenzie… ciao Chloe! No che non mi disturbi, mi hai solo presa alla sprovvista, ero con la testa tra le nuvole…”

Guardò quelle poche righe sul foglio, sorrise di sé stessa ed appoggiò il blocco nuovamente sul tavolino. Di adolescenti ne bastava una, e in quel momento quel ruolo spettava a Chloe.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > JAG / Vai alla pagina dell'autore: Alexandra_ph