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Autore: Alexandra_ph    25/12/2012    1 recensioni
Pubblico questa FF natalizia scritta nel 2007 sotto il mio nick, ma è firmata CATE e ALEX.
Abbiamo provato ad immaginarci cosa potessero desiderare Harm e Mac come regalo di Natale... e la risposta sta nel titolo della FF (o quasi...)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Appartamento di Mac

 

“… ed è per questo che vi chiedo  un verdetto di piena assoluzione”.

Non andava. Da ormai due ore camminava avanti e indietro nel suo salotto ripetendo e variando la sua arringa finale, senza mai trovarla realmente convincente. Oltre alla sua frustrazione nella vita sentimentale, ci mancava solo quella lavorativa.

Si ributtò sul divano e riprese in mano tutti gli appunti sparsi sul tavolino davanti a lei. Riesaminò quelli presi durante il processo: era senza dubbio innocente, ma non riusciva a trovare qualcosa da usare come vero colpo di grazia nell’arringa. Prese in mano anche i fogli degli appunti di Harm, nella speranza che il suo intuitivo collega le fornisse la soluzione al suo problema.

“Certo che Harm ha veramente una pessima calligrafia” pensò mentre con difficoltà scorreva i fogli riempiti di geroglifici.

“E anche in questo niente…” sospirò sconsolata poggiando di lato l’ennesimo foglio “Avanti il prossimo… allora… Hai mai pensato a come sarebbe se…” la frase le morì sulle labbra e un brivido la percorse.

Per un lungo attimo non capì. La calligrafia era quella di Harm, la frase era quella che da giorni la stava tormentando… possibile che Harm fosse rimasto sconvolto da quella serata quanto lei? E che anche Harm si fosse ritrovato a scrivere le sue fantasie a ruota libera? Sorrise mordendosi il labbro inferiore ed iniziò a leggere…

 

 

 

“Hai mai pensato a come sarebbe tra di noi? Tra noi due… se facessimo l’amore?”

Riuscire a far crollare le barriere che proteggono i nostri cuori… Concedersi l’uno all’altra senza limiti, senza riserve, senza aver paura di dare e di ricevere, senza aver paura di esporci…

Bellissimo. Sarebbe bellissimo.

Sfiorerei la sua pelle con le mie mani, accarezzandole il volto, le palpebre, le labbra… indugerei sul loro contorno, prima con le dita, poi con la mia bocca, fino a farle schiudere per me, per il bacio che attendo di darle da troppo tempo.

La via d’accesso al suo impenetrabile cuore.

Un bacio lungo, appassionato. Una dolce danza, vecchia come il mondo.

E le mie mani scivolerebbero lentamente sul suo corpo, toccando ogni centimetro della sua pelle, che scoprirei lentamente sollevandole la maglia, pregustando il momento in cui ripercorrerei lo stesso tragitto con le mie labbra…

 

 

 

Rilesse ogni singolo passaggio almeno due volte, provando un improvviso calore e senso di eccitamento immaginando quelle adorabili mani finalmente sul suo corpo. Senza pensare al fatto che, adesso, aveva la prova che anche lui la vedeva sotto luce diversa.

Come trasportata da una forza incontrollabile rilesse nuovamente il tutto, senza riuscire a togliersi il sorriso stampato sulla faccia.

Ma, improvvisamente, quel calore che le parole di Harm erano riuscite a creare scomparve, lasciando al suo posto un gelo che le penetrò fin nelle ossa.

Era stata talmente rapita da quelle parole che… non si era accorta… ma, possibile che…

Si alzò velocemente dal divano e corse verso la sua borsa di lavoro. La aprì e afferrò il famoso blocco di fogli azzurri che da qualche giorno stava nel prima soffietto. Lo aprì velocemente e iniziò a leggere prima il suo foglio, poi  quello di Harm, poi passò nuovamente gli occhi sul foglio azzurro per ritrovare una precisa corrispondenza con le parole scritte da lui…

Per un lungo istante rimase a fissare quelle frasi tanto simili, incapace di dare una spiegazione razionale o forse cercando di scacciare l’unica spiegazione razionale esistente. E quando ne prese coscienza si sentì quasi soffocare.

Ricollegò velocemente i fatti… La sera sul divano mentre scriveva, il blocco poggiato sul tavolo accanto al dossier Wintrop, Harm in ufficio che chiede i documenti, lui che rientra due ore dopo, con uno strano sguardo e che si abbassa vicino alla sua borsa con la scusa di una penna caduta a terra e infine le strane allusioni di quel giorno su lei che le nascondeva qualcosa.

Tutto filava purtroppo e la conclusione era solo una: doveva aver messo inavvertitamente il blocco in mezzo ai documenti del caso, li aveva dati ad Harm e lui aveva letto la sua fantasia prima di riporla, non visto, nella ventiquattrore.

La prima reazione fu di imbarazzo più completo. Aveva appena scoperto di aver involontariamente confessato al suo partner, collega e miglior amico, di avere il preciso desiderio di saltargli addosso. Non sarebbe più riuscita a guardarlo negli occhi, a stare sola in uno spazio stretto con lui, adesso che sapeva che anche lui sapeva…

Non riusciva più a fare un pensiero coerente. Immagini di Harm mentre leggeva il suo scritto la stavano tormentando: il suo viso indignato, divertito, distaccato, eccitato… Non riusciva ad immaginare cosa avesse potuto pensare lui.

Si mise una mano sul volto e si maledisse interiormente per aver ceduto alla tentazione di mettere nero su bianco quelle cose, rischiando di rovinare per sempre il loro rapporto.

Che penserà adesso Harm di me?

Abbassò gli occhi su quei fogli e all’improvviso capì che la risposta a tutte quelle domande era proprio tra le sue mani. Riprese il foglio di Harm e lo lesse nuovamente.

C’erano solo due possibili risposte: o si stava divertendo a giocare con i suoi sentimenti (e non era certamente da Harm), o anche lui era interessato a portare il loro rapporto verso un nuovo livello. Il sorriso le si stampò nuovamente sul volto.

E adesso? Cosa avrebbe dovuto fare? Chiamarlo e dirgli che i suoi appunti l’avevano MOLTO ispirata e non per l’arringa? Presentarsi a casa sua con i fogli nella mano sinistra e una bottiglia di champagne nella destra?

Sicuramente erano due ipotesi allettanti ma non sarebbe stata in grado di ricevere un rifiuto se avesse scoperto che l’intento di Harm era stato solo quello di  giocare.

Doveva tastare ancora un po’  il terreno… Del resto lui le aveva mentito… non le aveva detto d’aver letto le sue fantasie.

Doveva capire più chiaramente le sue reali intenzioni. E per farlo sarebbe stata al suo gioco e avrebbe risposto con la sua stessa carta.

In fondo, in due si può giocare meglio!

Se le cose fossero andate come sperava, il marinaio Wintrop avrebbe ricevuto sicuramente un’anonima raccomandazione per passaggio di grado.

Prese il suo blocco e ricominciò a scrivere con una nuova spinta e un nuovo obiettivo: farlo suo!

E come per magia, le parole iniziarono a sgorgare.

 

  
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