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Autore: Alexandra_ph    25/12/2012    1 recensioni
Pubblico questa FF natalizia scritta nel 2007 sotto il mio nick, ma è firmata CATE e ALEX.
Abbiamo provato ad immaginarci cosa potessero desiderare Harm e Mac come regalo di Natale... e la risposta sta nel titolo della FF (o quasi...)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Uffici del Jag

 

Scrollandosi dalle spalle la neve che non si era ancora sciolta durante il tragitto in ascensore, il Comandante Rabb entrò negli uffici del Jag allegro e sorridente.

“Comandante! Ben rientrato” si sentì apostrofare dalla voce divertita e al tempo stesso lievemente ironica dell’Ammiraglio Chegwidden.

“Signore…” rispose Harm, salutandolo.

“Tutto bene il viaggio?”

“Certo Signore! Ho raccolto tutte le informazioni che ci servivano e sono pronto a formulare i capi d’accusa.”.

“Bene. Comandante, la trovo particolarmente allegro, oggi. Qualche motivo speciale?”

“Nossignore… “

“La neve, allora? O è l’avvicinarsi del Natale? So che il 23 e il 24 dicembre lei sarà sulla Coral Sea ad accompagnare l’Ammiraglio Boone… potrà provare a farsi un volo…”

“Non ne sapevo niente, Signore”.

“Glielo sto dicendo ora”.

“Sissignore, grazie Signore”.

“Aspetti a ringraziarmi, Comandante. Se non dovesse tornare in tempo per la cena dai Roberts, Harriett potrebbe sbranarla…”. E detto questo l’Ammiraglio scomparve nel suo ufficio, lasciandolo senza parole.

Scosse la testa con un sorriso divertito e stava per dirigersi a sua volta verso il proprio ufficio quando fu fermato da Sturgis.

“Harm, hai già saputo?”

“Sì, me lo ha appena detto l’Ammiraglio”

“Ci sarai, allora?”

“Ovvio che sì… perché, vieni anche tu? L’Ammiraglio non me lo ha detto”.

“Beh, certo… Bud e Harriett hanno invitato anche me…”

“Oh, ti riferivi alla cena di Natale a casa Roberts?”.

“Sì, perché? Tu a cosa pensavi?”

“Ah, lascia stare… ero soprappensiero. Comunque sì, ci sarò… sempre che riesca a tornare in tempo…”

“In tempo?”

“Sì… sarò sulla Coral Sea ad accompagnare l’Ammiraglio Boone che deve tenere  una conferenza… dovrò discutere anch’io di qualcosa…“.

“Sai che se non arriverai in tempo…” lo interruppe il Comandante Turner.

“… Harriett potrebbe sbranarmi. Sì, me lo ha già ricordato l’Ammiraglio.”.

“Mhm… a dire il vero io stavo pensando ad altro”.

“Ah… e a cosa?”

“Lascia stare… pensavo ad alta voce. Ci vediamo…” e con quella frase sibillina, chiuse la conversazione e girò sui tacchi.

“Sturgis…” si ritrovò a dire Harm, ma senza ottenere risposta. Il suo amico se n’era andato.

A quanto pareva quella mattina non era l’unico strano. Allegro, forse. Ma non certamente l’unico strano!

Allontanò il pensiero di Sturgis e tornò a concentrarsi sull’unica cosa che gli importava di quella giornata: rivedere Mac.

Decise di passare prima in ufficio per lasciare il cappotto e la cartella, ma quella mattina il suo ufficio sembrava essere diventato una destinazione irraggiungibile.

Fu fermato da Tiner che gli disse che Mac era dovuta uscire per interrogare dei testimoni e quasi certamente sarebbe rimasta fuori per tutta la giornata; il Colonnello lo aveva pregato di consegnargli un fascicolo, dicendo che lui sapeva di cosa si trattava.

“Sì, Tiner… il dossier del caso a cui stiamo lavorando io e il Colonnello. Grazie”.

Prese dalle mani del sottufficiale Tiner il plico che gli stava porgendo e, con un aria decisamente meno allegra di qualche minuto prima, finalmente riuscì a varcare la soglia del suo ufficio.

Posò sulla scrivania il fascicolo e la cartella da lavoro; dopodiché si levò il cappotto e chiuse la porta.

Tutto il buonumore se n’era andato quando aveva saputo che non avrebbe rivisto Mac per un altro giorno ancora: voleva guardarla negli occhi per capire se aveva letto il suo biglietto.

Pazienza, avrebbe dovuto attendere l’indomani.

Decise di mettersi al lavoro e per prima cosa preparò il documento con la formulazione delle imputazioni a carico del tenente Grant, l’accusato del nuovo caso che stava seguendo con Mac.

Quando ebbe terminato ne fece due copie, una da consegnare all’Ammiraglio, l’altra da conservare nel dossier. Trascrisse e stampò infine una relazione sull’esito del suo colloquio con i testimoni che aveva ascoltato mentre era via, per aggiungere anche quella al fascicolo che gli aveva fatto avere Mac.

Aprì la cartelletta per sistemare i documenti e ciò che vide in cima ai fogli lo fece sorridere e gli fece ritrovare immediatamente il buon umore che aveva perso prima.

Un altro foglio azzurro, con la calligrafia di Mac.

 

 

Sentire le tue mani su di me, possessive e al tempo stesso dolcissime. Le mani di un uomo non sono mai state tanto calde sul mio corpo, ma nessun altro uomo può essere paragonato a te. E capisco che non sono le tue mani ad essere calde, ma è il tuo tocco ad incendiarmi.

Assaporare l’attesa di ogni centimetro percorso dalle tue dita e tremare quando le tue mani si posano sui miei seni, chiudendo gli occhi per godere di quell’appagante sensazione.

Riaprire gli occhi e incrociare il tuo sguardo cupo, bramoso, eccitato e innamorarsi ancora di più del tuo sorriso fiero e sicuro.

Attirarti a me prepotentemente, per impossessarmi delle tue labbra in un bacio quasi violento che nasce dalla rabbia nel sentirmi tanto impotente e arrendevole tra le tue braccia.

Esplorare il tuo corpo e sorridere a mia volta sulle tue labbra nel sentirti trattenere il fiato ad ogni mio tocco…

 

 

Fino a quel momento, nonostante non rimpiangesse l’idea che aveva avuto, temeva un po’ la reazione di Mac: avrebbe potuto prendersela nello scoprire che lui aveva letto le sue fantasie e perdere così la sua amicizia.

Ma le parole scritte su quel foglio stavano ad indicare che aveva capito il suo intento e questo, da una donna come Mac, poteva significare una cosa sola: era pronta, finalmente, a portare il loro rapporto ad un nuovo livello.

Ed era anche decisa a proseguire con lui in quel “gioco”.

Sollevò il foglietto scritto da lei e quando vide cosa c’era sotto, sorrise.

Oh sì! Eccome se aveva voglia di continuare con lui quell’avventura!

Sotto il foglio azzurro vergato con la sua calligrafia, Harm ne trovò un altro, intonso.

Lasciato lì apposta per lui.

 

 

  
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