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Autore: Alexandra_ph    26/12/2012    1 recensioni
Pubblico questa FF natalizia scritta nel 2007 sotto il mio nick, ma è firmata CATE e ALEX.
Abbiamo provato ad immaginarci cosa potessero desiderare Harm e Mac come regalo di Natale... e la risposta sta nel titolo della FF (o quasi...)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Casa Roberts

 

Ansiosa. Tormentata. Agitata.

Stressata…

Da quando Tiner le aveva comunicato che Harm era su un F-14, la giornata (già di per sé stressante tra parti e visite inaspettate) era diventata un incubo. Anche quella volta, non si sa come, era riuscito ad infilarsi nell’abitacolo di un Tomcat e adesso stava sorvolando l’Oceano. Sperava solo che non dovesse farci nuovamente un tuffo.

Quella mattina si era alzata radiosa, allegra, raggiante: per la prima volta nella sua vita, il Natale si prospettava felice. Quella sera, a casa Roberts, avrebbe rivisto Harm e, dopo quello scambio di fantasie che c’era stato tra loro, sperava che il dopo cena sarebbe stato altrettanto gradevole. Per questo, prima di vestirsi dopo un rilassante bagno, aveva passato almeno una mezz’ora davanti al suo cassetto di biancheria intima. Victoria’s Secret aveva guadagnato una fortuna con lei! Nero o rosso? Il primo era sempre il suo preferito e sperava che lo sarebbe stato anche per un certo Comandante; il secondo… beh, il secondo era un chiaro riferimento al biglietto che era sul suo comodino accanto alle ali d’oro. Alla fine decise che il non dare per scontato niente fosse la tattica migliore, del resto ancora non sapeva le reali intenzioni di Harm. Optò quindi per un elegante (ma molto sexy, per ogni evenienza) nero.

E adesso si trovava nel soggiorno di casa Roberts, a cercare di condividere con gli altri ospiti lo spirito Natalizio. Ma, per quanto si sforzasse, il pensiero di Harm in volo non la lasciava neanche un minuto. E quando si rese conto di aver controllato la porta d’ingresso ben tre volte nell’ultimo minuto, capì che stava per impazzire. A quell’ora doveva già essere atterrato, perché non si era fatto sentire? I cori di Natale in sottofondo la risvegliarono da quello stato di trance: Meredith si era messa al pianoforte e gli invitati la stavano seguendo. Erano tutti talmente impegnati che nessuno si sarebbe reso conto della sua assenza. Prese il cellulare e compose speranzosa il numero di casa di Harm. Speranza che svanì non appena sentì la segreteria telefonica risponderle.

“Ehi non ci sei ancora eh? Noi siamo tutti da Bud… manchi solo tu… Ma non siamo ancora a tavola, mi auguro… che arrivi qui in tempo. Spero non ci siano problemi…”

Perché non riusciva a far tacere quella vocina nella sua testa che le faceva sempre aspettare il peggio dalla vita? Perché il suo spirito pessimista doveva sempre influenzarla in tutto? Perché non riusciva solo a tenere a bada i suoi nervi fino a godersi a pieno il momento in cui Harm avrebbe varcato la soglia di casa, col solito strafottente sorriso di colui che fa sembrare un volo su Tomcat una passeggiata nel parco? Era follemente innamorata di lui, ecco il motivo. Innamorata del pilota, dell’avvocato, del maniaco della precisione, del collega, dell’amico… di Harm.

Il flusso di pensieri fu interrotto dalla voce di Harriet che la chiamava per la cena.

Si sedette, dando un triste e preoccupato sguardo al posto vuoto di fronte a lei mentre Bud si era alzato e stava iniziando, con grandi difficoltà, il suo discorso. Era veramente un uomo eccezionale. Non era da tutti essersi rialzato a testa alta dopo tutto ciò che gli era successo in quell’anno.

All’improvviso il rumore della porta attirò la sua attenzione facendola voltare immediatamente ad ammirare la grande figura di Harm fare il suo ingresso in casa. Non riuscì a trattenere un sorriso e un sospiro di sollievo nel vederlo sano e salvo nella sua perfetta divisa blu (che se la fosse messa apposta?). Iniziò a squadrarlo da capo a piedi, quasi spinta dalla necessità di accertarsi che fosse tutto intero, quando un particolare attirò la sua attenzione: sulla giacca blu mancava quel distintivo che amava ed odiava al tempo stesso. Dove erano finite le sue lucenti ali d’oro? Con un gesto silenzioso cercò di colmare la sua curiosità ma Harm diede a Bud il permesso di continuare quel discorso che il suo arrivo aveva interrotto, rimandando a dopo le spiegazioni. Si sedette davanti a lei e lo sguardo e il sorriso che le rivolse la isolarono da tutto il resto del mondo: un misto tra complicità, consapevolezza e dolcezza che le fece rimpiangere il non aver organizzato una vigilia di Natale solo per loro due. Si erano esposti l’un l’altra ed entrambi ne erano consapevoli. Inoltre erano entrambi pronti ad assumersi le conseguenze delle proprie affermazioni.

Il loro sorriso, occhi negli occhi, durante il brindisi ne fu la conferma.

La cena passò tranquilla e in perfetta armonia natalizia, a parte per i pensieri di Mac che di natalizio avevano ben poco. Ma di certo Harm non l’aveva aiutata: ogni occasione era buona per passarle qualcosa e indugiare nel contatto tra le loro mani ed ogni volta che si distraeva in un’altra conversazione, era impossibile per lei non sentire il suo sguardo infiammarla.

“Hai bisogno di un passaggio Mac?” le chiese a fine serata, avvicinandosi dietro di lei, mentre era assorta a guardare la nevicata che il cielo di Washington stava regalando. Si voltò e si perse nel suo sguardo ancora una volta.

“Ti ringrazio, sono venuta con la mia macchina” rispose, intuendo un certo dispiacere sul suo volto.

Gli occhi di Mac iniziarono inconsapevolmente a vagare sulla figura del bel Comandante che stava di fronte a lei, quasi ripercorrendo ad una ad una le fantasie che in quei giorni l’avevano tormentata: i suoi occhi, le sue labbra, la sua cravatta, le sue…

“Adesso puoi dirmi che fine hanno fatto le tue ali d’oro?” chiese risvegliandosi dal sogno ad occhi aperti.

“Ah, sì certo. Le ho regalate ad un giovane tenente che ho trovato al muro…” disse sorridendo senza dare troppe spiegazioni.

“Regala ali d’oro così facilmente, Comandante?” chiese con un malizioso sorriso sulle labbra.

Lo vide abbassarsi verso di lei e il cuore iniziò ad esploderle nel petto. Avvicinò le sue labbra al suo orecchio “Solo alle persone speciali che lo meritano” le sussurrò prima di allontanarsi a salutare tutti.

Non appena si fu ripresa dal momentaneo black-out che la sua vicinanza le aveva procurato, lo seguì nel giro di saluti prima di incamminarsi con lui verso le rispettive auto.

“Che fai domani? Qualche progetto particolare per il giorno di Natale?” chiese timidamente, con la forte speranza di trovarlo libero da impegni.

“No, niente di particolare. Mia mamma ha deciso di andare alle Bahamas con Frank…”

“Beh, se vuoi, puoi venire da me… se ti va… ci prendiamo una tazza di tè… o ci guardiamo un film… e poi hai ancora un regalo sotto il mio albero che ti aspetta no?” disse, felice di aver trovato una scusa plausibile per invitarlo a casa sua senza passare troppo da sfacciata. Beh… dopo ciò che gli aveva scritto, quale reputazione stava ancora cercando di difendere?

“Mi farebbe molto piacere Mac” le rispose prima di fermarsi davanti alla sua macchina.

“Bene… allora… a domani” disse sempre più in difficoltà ed imbarazzata come una quindicenne al primo appuntamento.

“Buon Natale Sarah” sussurrò prima di posare delicatamente le labbra sulle sue. Fu un bacio leggero, dolce, innocente, quasi come quello che si erano scambiati l’anno precedente sotto al vischio. Ma, a differenza di quello, nascondeva un carico di emozioni ed aspettative di cui entrambi erano felicemente consapevoli

“Buon Natale anche a te Harm”.

 

 

 

 

  
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