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Autore: MaxT    26/12/2012    2 recensioni
Una Elyon esuberante e sorprendente torna a cercare le sue vecchie amiche, che si troveranno presto coinvolte in avvenimenti più grandi di loro. Che spaventosa profezia ha pronunciato la Luce di Meridian? Vera è…vera? Dove sono andate le gocce astrali delle W.I.T.C.H.? E’ una storia dove i personaggi assumono diversi ruoli contrastanti, si muovono nel segreto e nell’invisibilità, e le loro motivazioni autentiche si delineano a mano a mano che la storia si avvicina alla conclusione. Note: qualcuno potrebbe considerare OOC Elyon e le gocce astrali. Da parte mia, penso che siano una evoluzione plausibile dei personaggi visti nel fumetto. Aggiornamento: I primi sei capitoli sono stati riscritti nell'ottobre 2008.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le profezie di Meridian'
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Ad personam
 
Cara Scarlettheart, grazie per la recensione, anche da cellulare è ben gradita. 
In effetti, la furia è durata poco, si sono rapidamente rese conto che si era trattato di un incidente non voluto, certo che se fossero arrivate a destinazione poteva andare a finire molto male. A parte questo, più che per vendicare qualcosa le Nemesis sono nate per proteggere il trono e la faccia di Vera. La squadra di Kandrakar per ora aspetterà a partire, visto che per le WITCH l'accerchiamento è finito. Magari andrà a finire che quei guerrieri gli faranno più comodo in casa. 
Un ringraziamento anche a Hera85 per le sue numerose e gradite recensioni ai primi capitoli.
 
Cosa stanno facendo Elyon e Caleb? Eccolo spiegato in questa puntata!
 
Buona lettura
MaxT

 

PROFEZIE
 



Riassunto delle puntate precedenti
 
Dopo un incontro misterioso con la Luce di Meridian, Vera ha convinto le Gocce a sostituirsi a Elyon a Meridian, impersonando la regina e le guardiane. La controfigura di Elyon e le finte guardiane esiliano Miriadel e Alborn, mentre Caleb sfugge alla cattura; pur avendo assunto il potere, si rendono conto di non essere convincenti, e inventano la storia che le guardiane sono a palazzo per proteggere la Luce di Meridian da un complotto.
A Heatherfield, Elyon spiega che quella che si sta realizzando è una sua profezia, che prevede che la tirannia duri un anno, che a Meridian dura diciotto mesi. Elyon è decisa a non tentare niente prima di questa scadenza.
Il nuovo piano di Vera prende rapidamente forma, basandosi sull'ambiguità del termine di un anno: prima simuleranno che Elyon diventi sempre più tirannica, screditandola, poi Vera la spodesterà dopo un anno terrestre di dodici mesi, facendo finire apparentemente la tirannia e realizzare la profezia; poi, dopo aver guadagnato il consenso della gente, si prepareranno per affrontare Elyon e le Guardiane al loro ritorno dopo diciotto mesi, un anno di Meridian.
Vera crea venti copie di Wanda, dette Nemesis, che avranno l'incarico di impersonare le guardiane e di sorvegliare la città restando invisibili o sotto falsa identità, o con l'aspetto di aquile.
Come dal piano di Vera, le false Guardiane imprigionano Galgheitha e altri personaggi importanti, che potrebbero rendersi conto che la sempre più tirannica Regina e le Guardiane sono state impersonate da controfigure; la principessa Vera fa la parte della buona, facendo fuggire questi prigionieri dalla città.
Infine, si arriva allo scadere dei dodici mesi dall'arrivo delle Gocce e da quello che a molti appare come l'inizio della tirannia. La montatura arriva al suo culmine: Vera parla in consiglio criticando Elyon, poi affronta le false guardiane e infine la falsa Elyon, sconfiggendoli tutti e venendo proclamata Regina.
Informata da Caleb, la vera Elyon decide di proseguire col piano iniziale, aspettando altri sei mesi per intervenire; inoltre preannuncia alle guardiane che intende farlo da sola. Queste, preoccupate, si chiedono se dovranno intervenire in qualche modo per aiutarla.
Nel frattempo Vera fa sperimentare nuove armi segrete, come fruste capaci di iniettare narcotici e sistemi per materializzare armi pesanti in vista del confronto finale.
Cinque mesi dopo, la situazione precipita improvvisamente per un casuale ma burrascoso incontro di Taranee con le gocce a Midgale. L'Oracolo acconsente a chiudere la muraglia per precauzione e ne fa dare preavviso a Elyon, che però decide di dover assolutamente parlare con Vera al più presto.
Elyon, quindi, decide di teletrasportarsi immediatamente nel suo mondo. Preoccupato per la sua sorte, L'Oracolo convoca immediatamente le Guardiane, inviandole a recuperarla. Queste intervengono in tempo per sottrarla a due Nemesis che stavano cercando di catturarla. Ma nel trasportarla a Kandrakar, inaspettatamente trascinano con loro una delle due, Dora.
A Kandrakar, Elyon viene costretta a rivelare che il colpo di stato di Vera era stato frutto di un loro accordo per far realizzare la profezia della tirannide nel modo meno dannoso possibile. Vera aveva assunto una pozione per dimenticare questo accordo, ma la sua memoria sarà ripristinata pronunciando in sua presenza una frase concordata, che comunica a Dora che viene rimandata a Meridian come messaggera.
Dora ritorna e ripristina i ricordi di Vera, aggiungendo che Elyon vuole parlarle, ma riferisce anche che a Kandrakar sia lei che la ex-regina sono state minacciate.
Quando Elyon viene condotta al cospetto di Vera, questa rifiuta di tirarsi in disparte e ammettere pubblicamente la montatura, tuttavia mantiene la promessa di riportarla a casa, libera, in attesa del confronto finale.
Elyon scopre tragicamente di aver portato con sè la Corona di luce fasulla. Informato, l'Oracolo disapprova il suo piano di creare delle Nemesis a lei fedeli, e impone di concordare un piano con le Guardiane. Endarno, sfiducioso, incarica Orube di preparare una seconda squadra d'intervento.
Elyon sostiene il piano di Cornelia di usare il Potere della Terra per aprire una galleria nei muri e sorprendere Vera; in realtà non ha rinunciato al suo piano segreto di sorprendere la rivale creando tre Nemesis a lei fedeli, più una sosia di sè senza poteri da far catturare. 
Arrivato il grande giorno, Le WITCH e Elyon si teletrasportano alla periferia di Meridian, ma questa le lascia brevemente per iniziare il suo piano. Riesce a infiltrare le tre Nemesis a lei fedeli, che trasmettono a Vera di avere catturato Elyon, in realtà la sosia. Nel frattempo però, credendosi abbandonate, le WITCH si dirigono verso la città senza aspettare l'amica, che tornando indietro si scopre rimasta sola. 
Le false Nemesis con la loro prigioniera riescono a passare i pur severissimi controlli e arrivare al cospetto di Vera. Questa, leggendo dalla mente della prigioniera un piano fittizio cui era impreparata, decide di far distribuire ai soldati di guardia al palazzo una nuova arma non letale, gli 'anticorpi'. Nel frattempo le WITCH sono costrette ad entrare nel sotterraneo per sfuggire ai soldati in superficie.
Qui vengono localizzate dal sistema di sorveglianza ma riescono a sfuggire alle Nemesis; iniziano a scavare una galleria verso il palazzo, ma una crisi di claustrofobia di Hay Lin le costringe a rinunciare, e sono costrette a risalire in superficie.
Qui le loro tracce vengono notate dai militari, ma Caleb, travestito da soldato, riesce a depistare le ricerche. Poco dopo, però, una bomba ad anticorpi lanciata a caso da un'aquila colpisce Taranee, avvolgendola e rivelandola agli avversari.
Le WITCH si asserragliano in una casa per ripulire Taranee dagli anticorpi che le bloccano i poteri, ma l'operazione è lunga e vengono assediatenella casa dai soldati. Il vento provocato da Hay Lin fa schiantare una delle aquile; in collera per questo, Vera fa preparare le Nemesis per un assalto che rischia di essere sanguinoso, ma Theresion per impedirlo manipola la barriera e fa disperdere il gruppo d'assalto, e viene imprigionata. Le tre Nemesis di Elyon cercano di approfittare per aggredire Vera, ma falliscono e vengono catturate. Ora Vera ha perso la maggior parte delle sue guerriere, e nel frattempo le WITCH sono sfuggite all'assedio con un tunnel.
Nel frattempo, Elyon è riuscita a sostituirsi a Irenior incontrata nei sotterranei, ma anche lei viene investita dagli anticorpi appena uscita in strada. I militari, ingannati sulla sua identità, l'accompagnano a palazzo perchè si possa ripulire.

 
 
 
 
Capitolo 81

 Serpenti d'acqua
 

 
 
Meridian, all’interno del palazzo
 
“Grazie, capitano”. Quella che sembra Lady Irenior si congeda mestamente, agitando la mano sporca di poltiglia biancastra verso l’ufficiale che ha garantito per lei alle sentinelle.
“Riguardatevi, Lady Irenior!”, la saluta lui dall’ingresso del palazzo esibendosi in un impeccabile saluto militare, prima che i pesanti portoni gli vengano nuovamente sprangati davanti e i più sofisticati allarmi vengano riattivati a prevenire ogni accesso indesiderato.
Elyon, girato l’angolo del corridoio che porta dal grande atrio fino alla torre nordest, cammina intimorita in quel palazzo ch’è stato suo, cercando d’immaginare come reagirebbe Irenior agli sguardi curiosi di soldati e servitori che incrocia nel corridoio. Sisì, dovrebbe dire qualcosa tipo: “Beh? Vi state divertendo?”.
A queste parole, i servitori accennano un inchino di scusa e continuano il loro lavoro, mentre i soldati s’irrigidiscono più contegnosi.
Con un sospiro, Elyon arriva fin alla scalinata della torre dove si trovano gli alloggi delle persone di riguardo. Ricorda di aver visto assieme Irene e Carol, un mese prima, in una camera tre piani sotto l’appartamento reale. Coraggio Ellie, sbuffa esausta, sono solo altri nove piani…
 
 
Meridian, sala operativa delle Nemesis
 
“Tre nuove Nemesis create da Elyon!”, esclama Vera incredula dopo aver letto la memoria alle tre guerriere narcotizzate e sedute, legate strettamente alle sedie all’interno di bolle trasparenti accanto a quella che sembra la loro creatrice.  La indica: “ E quel che è peggio, ragazze, è che questa qui non è affatto lei, ma una misera controfigura inerte senza alcun’ombra di potere!”. La guarda con disprezzo. “Non avrei mai creduto che mia sorella sarebbe arrivata a tanto! Creare un fantoccio vivente di sé solo per ingannarci!”.
“Ma…”, resta stupita Wanda, “E quella vera…”.
“Libera! Ancora in giro a tramare!”.
“O fulmini! Potrebbe essere ovunque!”, tuona Wanda, guardando con sospetto perfino le sue stesse compagne.
“Non proprio ovunque”, obietta Venti un po’ risentita per l’occhiata di sospetto, “Il palazzo è sempre avvolto dal firewall, non la lascerebbe teletrasportare dentro”. 
Vera ci riflette un attimo, poi: “Wanda, controlla se nella memoria del firewall c’è qualche registrazione dell’ingresso di Elyon durante i momenti in cui quella traditrice là - e indica Theresion - l’ha sabotato!”.
“Va bene. Ma… la password?”.
Vera si guarda attorno, scruta sospettosa le sue prigioniere inebetite, poi la trasmette a Wanda col pensiero.
“Ricevuta!”, le conferma questa con il pollice in alto, e si concentra nel contatto con l’interfaccia telepatica del firewall.
Vera, nel frattempo, chiude gli occhi, tende le braccia davanti a sé, e brandeggia in un lento giro d’orizzonte. 
Durante il suo lungo gesto, più di una delle sue pretoriane si materializza nel suo stallo, facendo domande incredule a cui le altre rispondono con cenni di tacere.
Nel silenzio carico d’attesa la goccia di Elyon, sempre con gli occhi socchiusi, porta lentamente la mano ai bottoni dei suoi pantaloni da montagna.
 
 
Meridian, torre nordest
 
Irenior esita, davanti alla scelta di tre porte. Qual’era la camera in cui aveva visto assieme Irenior e Carol? Quella a destra, le pare. Strano, è chiusa, ma la chiave è fuori…
La apre ed entra. 
 
Dentro la camera, nota subito Carol profondamente addormentata su uno dei due letti. 
Farebbe bene a svegliarla? E’ stata una delle sue migliori amiche, ma questo è successo prima che la rimandasse a Meridian. Anche se il fatto che sia stata chiusa a chiave da fuori, e forse narcotizzata, è una forte indicazione in questo senso. 
Dà un’occhiata verso la piazza, ben visibile dalla finestra. Gli spaventosi carri armati sono svaniti. Non le erano del tutto sconosciuti: anche nella vetrinetta di suo padre a Heatherfield ce n’era uno molto simile, ma era fatto di plastichina, mentre questi erano certamente materializzati dai fotoni. Evidentemente Vera è riuscita a completare con pieno successo le ricerche che stava abbozzando prima dell’inizio di questa storia. Ma l’incognita maggiore è:  facevano parte di una messinscena, o era davvero disposta a usarli? 
Osserva l’orologio sul muro: non sono passate neanche tre ore da quando hanno lasciato Heatherfield. Cavolo, se si fosse spiegata meglio con le WITCH, ora sarebbero tutte sottoterra al sicuro a un buon chilometro da lì intente a scavare una galleria nel cuore della roccia, sorbendosi le battute di Irma e tranquillizzando le fobie di Hay Lin.
 
Apre la porta del bagnetto e osserva gli asciugamani. Le sembrano pochi per due persone, per gli standard del palazzo: forse quella camera è l’alloggio della sola Carol. Però non le sembra il caso di andare a tentoni nelle altre stanze: se sbagliasse ancora e la scoprissero, come potrebbe giustificarlo?
Comincia a far correre l’acqua calda, benedicendo le comodità del suo palazzo: nella maggior parte delle case di Meridian si deve andare a pompare l’acqua dalla fontana, che quando va bene è in cucina,  e riscaldarla con la pentola o le pietre roventi.
Prova ad insaponarsi le mani e passarle sotto il getto d’acqua, ma le sembra che non funzioni gran che. Ma cosa ci vorrà per liberarsi di questa roba? Qualche solvente, forse? Magari Carol ha dell’acetone per le unghie…
 
 
Meridian, altra casa su Piazzale Sottocastello
 
“La situazione sembra un po’ calmata”, bisbiglia Will osservando dalle sottili finestrelle del seminterrato in cui sono emerse.  Qualche scricchiolio delle travi di legno del soffitto fa pensare che i padroni di casa siano più o meno sopra di loro.
Tra le sue mani, il Cuore di Kandrakar tira decisamente verso il palazzo che torreggia candido in cima alla rupe. “E’ là che dobbiamo arrivare”.
Taranee materializza il suo sondino a forma di teiera, puntando il mirino contro il ciglio della rupe. Più e più volte il ronzio nella gabbietta scompare e si rinnova, ma la luminescenza dell’opale che la corona non si decide a virare verso il colore che segnala via libera. “Niente di niente, ragazze! Non è possibile arrivare lì col teletrasporto”. Dopo qualche tentativo in altre direzioni, conclude: “Anzi, la strada è sbarrata anche indietro e ai lati”. 
“Almeno non ci sono più quei carri armati”, sospira Will.
“Né le aquile”, conviene Hay Lin sottovoce. 
“Proviamo ad arrivare là col tunnel”, insiste Cornelia, in piedi accanto alla sua opera ancora aperta, in caso si rendesse necessaria una nuova fuga sottoterra.
“No, ti prego”, geme Hay Lin , “Non posso farcela ancora!”.
La guardiana della Terra stringe i pugni innervosita, e si contrappone quasi fronte contro fronte ad Hay Lin, sussurrandole minacciosa:  “Maledizione! Era un piano meraviglioso, inattaccabile! E invece, è a causa tua che abbiamo dovuto affrontare pipistrelli, soldati, cani piscioni, carri armati fantasma, aquile pensanti e diavolerie bianche che scendono dal cielo!” .
“Lo so”. Hay Lin chiude gli occhi, contrita, poi si fa forza e risponde: “Allora andate voi. Io arriverò lì sostenuta dal mio elemento. Non saranno certo quattro aquile che mi faranno paura!”.
“No”, risponde Will, “Non ci divideremo”. Indica la rupe al di là del piazzale. “Usciremo restando invisibili, attraverseremo la piazza in silenzio e scaleremo la rupe”.
“E poi?”, fa Cornelia poco convinta. 
“Poi troveremo un punto nascosto sul muro del giardino. Tu ci aprirai un varco. Una volta nel giardino, la barriera contro il teletrasporto dovrebbe essere superata”. 
“Così era ai tempi di Elyon”, fa presente Taranee. “Ma mi meraviglierei che non l’avessero perfezionata, in un anno di diciotto mesi”.
“Allora proseguiremo creando, che so, un passaggio nel muro per entrare nel palazzo”.
Taranee torce il viso. “E non noterebbero questo passaggio né da dentro, né da fuori?”. 
“Ma la Corny farebbe fare il diavolo a quattro a tutti gli alberi del giardino”, dice Irma, soddisfatta della sua idea. “E io potrei… uh… Ah sì, gli faccio arrabbiare tutti i rubinetti”.
“Che piano da schifo!”, replica Taranee, “Tanto vale dire di arrivare là, tirare fuori il Cuore di Kandrakar e chiedergli di fare tutto lui”.
“Che, in effetti, è quello che abbiamo fatto più di una volta”,  risponde Will, “Ed ha sempre funzionato. Allora, andiamo!”.
“Aspetta un attimo”, dice Irma indicando una tubatura  di piombo che sale verso il piano superiore; la prende tra le mani e si concentra. “Creiamo qualche diversivo, prima di uscire. Attraverso l’acqua di questo tubo, posso raggiungere il mio elemento in tutta la città”.
Osservando dalla finestrella, Will nota che tra i soldati sulla piazza si è creato nuovamente lo scompiglio: tutti osservano impressionati una grande fontana sotto la rupe, la cui acqua ha preso a serpeggiare come impazzita. Dal piano di sopra si sentono esclamazioni di sorpresa e passi concitati.
“Ecco, possiamo andare!”, dice Irma soddisfatta di sé. “Questo attirerà tutta la loro attenzione mentre usciamo in strada”.
 
 
Meridian, bagno di Carol
 
“Cieli turchini!”, esclama sorpresa Elyon quando l’acqua del rubinetto prende a serpeggiare a mezz’aria, per poi ricadere inondando di schizzi tutto il bagnetto.
Dalla camera proviene la voce di Carol, mugolante dal sonno. “Mmmh… chi è?”.
Elyon si sporge per rassicurarla. “Tutto a posto, cara, sono Irenior”.
“Mmh… Non, non sei Irenior. Sei Ellie”.
Lei agghiaccia. Non riesce a capire neppure se l’altra stia parlano sul serio. “Pe.. perché dici questo?”.
“Perché Irenior mi chiama sempre Biondona”. Per un attimo riprende a dormicchiare, poi torna a chiedere: “Perché stai usando il mio bagno?”.
“Ehm…”. Irenior cerca una scusa convincente. “Perché… perché il mio si è intasato”.
“Brava, intasa anche il mio”, e torna ad addormentarsi.
L’altra si siede su una cassapanca quasi con le lacrime agli occhi, osservando l’acqua del rubinetto che danza per il bagno mentre lei è ancora tutta impiastricciata e senz’ombra di alcun potere.
 
 
Meridian, altra casa su piazzale Sottocastello
 
Nel retrobottega della sua rinomata calzoleria, il signor Grypar continua a pensare che la mattina non è iniziata bene. Non vuole assolutamente saperne niente, lui, di lotta tra regine e di aliene cattive dagli osceni costumi variopinti. Quando lo svegliano male al mattino, non riesce neanche a concentrarsi sul suo lavoro. Con quel chiasso di fuori, poi! Questa mattina ha già sbagliato il taglio di una coppia di pezzi di cuoio. 
Prima il vento, che per qualche minuto ha ululato da far paura. Poi, suo figliolo Laknir che era venuto a strillare che c’erano cinque mostri meccanici in mezzo al piazzale. Lascia che ci stiano, gli ha detto, se non puoi farci niente è meglio ignorarli. 
Poi sua figlia Lokel che era entrata spaventata gridando: papà, l’acqua della fontana sta danzando nell’acquaio. E lui: lasciala danzare, prima o poi si stancherà.
Ora sente una porta aprirsi cigolando e richiudersi con un piccolo tonfo alle sue spalle. Ma perché dovrebbe voltarsi? Perché farsi domande? Non è tanto più sicuro pensare che sia stato solo il vento?
 
 
Meridian, piazzale sottocastello
 
‘Finora tutto bene’, trasmette Will camminando con prudenza alla testa del gruppo, diretta alla rupe sulla sinistra nel punto in cui sembra più facile da scalare. Camminano in un silenzio ovattato in cui si sentono solo i loro passi prudenti sul selciato, grazie al potere di Hay Lin di controllare le vibrazioni dell’aria.
I soldati sono distratti dal folle spettacolo della fontana, il cui getto si erge come un fascio di serpenti danzanti, a momenti ipnotici, a momenti minacciosi.
‘Non è una meraviglia?’, trasmette Irma sorridendo orgogliosa della sua opera.
‘Si, sì’, le risponde distrattamente Cornelia, preoccupata piuttosto per le sue belle unghie. La scalata non si presenta proprio come una passeggiata, anche se l’aiuto della Guardiana dell’Aria dovrebbe significare che almeno non corre il rischio di schiantarsi a terra se perdesse la presa.
La Guardiana della Terra che si schianta a terra… meglio che Irma non la senta, o questo sarà il leitmotiv della giornata!
 
 
Meridian, sala operativa delle Nemesis
 
Vera sta contando le poche fedeli che è riuscita a recuperare con il suo giro d’orizzonte: solo Nemesis Otto, Undici e Dodici, che con Wanda, la Diciannove e la Venti fanno sei, di ventuno che erano. Tutte le altre sono completamente fuori dalla portata del suo potere.
Poi chi c’è? Paochaion è seduta in un angolo, tremebonda e quasi piangente. Carol è a nanna, ed è meglio che ci resti. E Irene… chissà dov’è, ora?
La voce di Nemesis Venti la strappa alle sue riflessioni. “Vera, c’è appena stata tutta una serie di sondaggi delle barriere!”. Indica, sulla mappa della città, una serie di puntini rossi che disegnano una specie di arco lungo il costone della scarpata.
“Interessante. Sai cosa si deduce?”.
Venti annuisce. “Che sono ancora in piazza e stanno cercando di salire  la scarpata”.
“Brava. Ora metto in guardia i soldati. Voglio subito due aquile in volo, cariche di bombe ad anticorpi”. Si concentra un attimo per contattare gli ufficiali.
‘Colonnello… Come? L’acqua della fontana è impazzita? Lasciate perdere, è tutto un diversivo! Sorvegliate con attenzione la strada e la scarpata, piuttosto! Le nemiche vogliono salire sulla rupe’.
“Pazzesco”, dice appena concluso il contatto, “Quelle là hanno fatto impazzire l’acqua di tutte le fontane della città”. Scruta la mappa appesa sulle capriate. “E chissà dov’è la vera Elyon, adesso! Chiaramente non è con loro!”.
Da un angolo della stanza, Paochaion dice con voce incerta: “Vera, forse siamo ancora in tempo per il piano dei tappeti rossi. Non sarebbe meglio cercarla e renderle subito il trono? Non voglio cadere prigioniera delle Guardiane, chissà cos’hanno in serbo per noi!”.
“Pessima idea”, la liquida rapidamente Vera.
“Adesso basta con queste vigliaccherie!”, rincara alterata Wanda. “Mi fai vergognare di te!”.
A queste parole, Paochaion scoppia a piangere. Mentre le lacrime le rigano il viso azzurrino, singhiozza: “Non è giusto… Tu ce l’hai con Will… per via di Matt… e vuoi tirare tutte noi nella tua vendetta!”.
A queste parole, il viso di Wanda diventa di tutti i colori. “Non sai cosa dici! Che se lo tenga il suo Matt, per me è già morto tre anni fa! Ma io dimostrerò a Kandrakar chi di noi due vale di più, se lei o io! Se loro o noi! E si pentiranno amaramente di averci abbandonate sulla strada!”.
Le sue parole fanno scendere un silenzio di gelo nella centrale operativa.
E’ la voce di Theresion a romperlo dall’interno della bolla in cui è confinata, incollata alla sedia da un incantesimo al cianoacrilato. “Che cosa vorresti dimostrare con una vittoria, sempre se vincessimo? Diciamo pure ‘se vinceste’, a questo punto. Che noi cinque siamo meglio di loro cinque? Che Meridian è più forte di Kandrakar? Che ventuno Wanda possono più di cinque di loro? Perché mi sembra molto, molto difficile che qualunque vittoria di quelle che hai in mente possa dimostrare che Wanda Vanderbilt è meglio di Will Vandom!”.
Vera interviene: “Cuciti la bocca, tu!”. In un attimo, la bocca di Terry sembra sparire dal viso, lasciando il posto a un’espressione d’orrore. 
Poi, rivolta a Wanda, la Grande Sorella dice: “E tu levati dalla testa certi grilli di rivincita personale! Questo è un lavoro di squadra, non una vendetta. Anzi, già che ci sei, vai fuori a farti un voletto per smaltire la tua rabbia!”.
 
 
Meridian, scarpata sopra Piazzale Sottocastello
 
Non è troppo difficile, si dice Will salendo la rupe, ma un rumore di strappo le fa soffocare una maledizione: ormai il collant a righe si è lacerato anche sotto il ginocchio sinistro. Così conciata, sarà meglio che resti invisibile fino al ritorno a casa.
Guarda dietro di sé. Cornelia si è rotta un tacco, e la sua gonna lunga continua a interporsi tra la roccia e i piedi con effetti penosi, tanto che forse rimpiange di non averla ceduta ad Hay Lin quando poteva. Irma, più rotonda e pesante delle altre, è madida di sudore e sembra sul punto di abbandonarsi lì per la stanchezza, mentre Taranee si è tirata coi piedi le sue treccione rasta più di una volta, e sta masticando confusi propositi di cambiare pettinatura. Solo Hay Lin sta svolazzando rilassata accanto a loro sorretta dal suo elemento, e le incoraggia con silenziosi sorrisi mentre si arrampicano.
 
A un certo momento il piede di Will, nell’assestarsi su una roccia, smuove alcuni sassi. Li guarda cadere passando davanti al viso di Cornelia, rimbalzare su un’altra roccia, passare tra le alette di Taranee fin ad arrivare, di sasso in sasso, sul piazzale sottostante, fuori dalla sfera d’isolamento acustico creata da Hay Lin. “Oh, no!”, dicono a una sola voce. 
Alzano lo sguardo: il cielo è nuovamente segnato dal volo di tre grandi aquile. Più o meno, sopra di loro.
 
In cielo, l’aquila Wanda sta ancora rimuginando sulle parole delle sue compagne. Molto controvoglia, deve ammettere che quella traditrice di Therese ha qualche ragione: nessuna delle rivincite che sta perseguendo contro Will le sembra di piena soddisfazione, anzi, in quest’ottica, le sembrano tutte poco significative, se non meschine. Come potrebbe dimostrarle che vale almeno quanto lei? 
Un movimento al suolo attira la sua attenzione; un soldato sta indicando un punto ai piedi della rupe. Concentrandosi sui suoi pensieri, capisce che ha visto cadere un sasso. Inizia a virare per un largo giro che la porterà sulla scarpata: farà buon uso delle due bombe ad anticorpi che reca tra gli artigli.
 
All’inizio della strada che risale la rupe Caleb, confuso tra i soldati, osserva preoccupato la virata dell’aquila; non ci sono dubbi sulle sue intenzioni. Non ha scelta: deve depistare la caccia, adesso o mai più. 
“Là!”, grida, “Là ho visto muoversi dei sassi! Proprio ora!”.
“Dove?”, chiede un altro soldato alzando lo sguardo verso la direzione indicata.
“Là, proprio sopra quella grande roccia! Sono là sopra!”.
“Sono là sopra”, ripete un altro passando la parola.
Caleb alza lo sguardo al cielo, e vede con sollievo che anche l’aquila è stata ingannata: sta chiudendo la virata nella sua direzione.  
Appena un attimo prima di sorvolare il ciglio, dalle sue zampe vengono rilasciati, in rapida successione, due oggetti bianchi che scendono mulinando.
“Allontaniamoci!”. All’ordine del suo sergente, tutto il gruppo di militari scende dalla strada e si ritira di qualche metro verso l’interno della piazza.
I due oggetti si schiantano contro la parete, producendo una spettacolare cascata di scintille bianche turbinanti, tra le esclamazioni dei presenti. Dopo qualche secondo, però, subentra la delusione: i corpuscoli prendono a depositarsi come neve sulla roccia, ed è chiaro che non hanno trovato il loro bersaglio. 
“Tornate a osservare”, ordina il sergente, “E fate muovere le vostre bacchette, lazzaroni!”, dice, brandeggiando la sua nell’aria circostante alla ricerca di invisibili nemici. 
 
Appena il sottufficiale si è allontanato, il soldato accanto a Caleb prende a muovere la bacchetta stretta sempre nella stessa zona, brontolando: “Sì sì, sono proprio impaziente di trovarle, le Guardiane di Kandrakar. Se quattro anni fa non sono bastate lance e spade contro di loro, cosa potremmo fare stavolta, con bastoni senza puntale e barattolini di neve finta?”.
Caleb cerca di guardare altrove per non dimostrargli tutto il suo disprezzo: è con tali vigliacchi al suo soldo che Phobos ha tenuto la città con il pugno di ferro?
  
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