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Autore: IllyElric    26/12/2012    2 recensioni
Sakura Haruno è una giovane ispettrice di polizia. Ama il suo lavoro e ama essere al servizio degli altri, ma ama soprattutto le sue amiche, compagne di innumerevoli avventure.
Soprannominata "la donna di ghiaccio" perché dopo la rottura col suo ex non si lascia corteggiare da nessuno, ma ci sarà qualcuno che non mollerà finché non ci riuscirà.
Ma quale segreto celano i suoi occhi e gli occhi del bel dottore? Perchè qualcuno le sta segretamente dando la caccia? In quale mistero è coinvolta la protagonista?
Dal capitolo 3: "Non resistere Sakura, non giocare col fuoco, potresti bruciarti. E sai bene chi verrebbe a medicare le tue bruciature."
Dal capitolo 12: "Sasuke, ti dichiaro in arresto per l'omicidio del Raikage."
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Nessun contesto
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Non si aspettava quelle parole dalla ragazza, troppo dure per una persona sensibile e dolce come lei, troppo pesanti e troppo taglienti, lui stesso si era spaventato nell’ascoltarle.
-No Sakura, non lo farai.-
Ma sembrava parlare a vanvera, Sakura era ormai determinata a farlo e ad adempiere alla sua sete di vendetta che aveva oppresso con gli anni, era come se in quel momento tutta la sua carriera fosse andata in fumo, lei voleva solo uccidere coloro che avevano tolto senza pietà la vita dei suoi genitori. Continuava a fissare un punto oltre Sasuke e sul volto aveva stampato un sorriso enigmatico, aveva l’aria di una folle che ha perso il lume della ragione.
Il suo respiro si fece sempre più pesante, più calmo e lento fino a quando non si addormentò; Sasuke l’adagiò sul letto rimboccandole le coperte, si avvicinò al comodino per spegnere la lampada ma si soffermò su una fotografia che aveva però il vetro rotto: una donna dai capelli lunghi di uno strano color salmone e gli occhi smeraldini e un uomo barbuto dai capelli brizzolati, tenevano per mano una buffa bambina con delle codine e dei capelli di un rosa pastello molto strano, sorrideva felice, era Sakura, e quello era un sorriso sincero e carico d’amore.
La famiglia Haruno era al completo in quella foto.
Qualcosa però non quadrava, Sakura non gli aveva detto il motivo dell’assassinio dei suoi genitori, chi era in realtà Sakura? Il padre doveva essere sicuramente un pezzo forte dal cognome rispettabile, peccato che il clan Haruno non l’aveva mai sentito nominare. Avrebbe indagato ma senza l’aiuto di Itachi, era una faccenda personale e non avrebbe messo in mezzo nessun altro.
Spostò per l’ultima volta lo sguardo sulla figura addormentata che riposava come un angelo, almeno nei sogni non avrebbe avuto incubi, o almeno lo sperava, dopo il trauma subito quello stesso giorno.
Vide l’orario sull’orologio che aveva al polso, segnava le 18:37, doveva tornare a casa, ma prima avrebbe fatto una cosa.
 
-Fratellino, che ci fai qui? Come sta Sakura?-
-Sta bene, piuttosto che ci fai tu qui, hai intenzione di passare le ferie dietro quella scrivania?-
-Ho delle ultime scartoffie da firmare e poi sarò libero. Stai andando da papà?-
-No.-
-Capisco, allora se aspetti ci andiamo insieme.-
Decise di sedersi e attendere che il fratello finisse di compilare gli ultimi documenti; sapeva perfettamente quale sarebbe stata la sua prossima mossa, conosceva troppo bene Itachi…
-Sasuke, vado a consegnare questi fogli al mio superiore e poi andiamo.-
Itachi si alzò dalla sedia è uscì dallo studio, Sasuke attese che i passi del fratello si facessero sempre più lontani e poi in gran fretta raggiunse la sedia dove qualche minuto priva vi era seduto l’altro; si girò e cominciò ad aprire i vari cassetti che contenevano le pratiche con le relative informazioni di tutti gli abitanti di Tokio. Cominciò a scorrere con le dita tutte le cartelline e fece più attenzione alla lettera H.
-Haruno, Haruno...-
Trovò la cartella di Sakura Haruno, la sfogliò per leggere il nome del padre.
-Daichi Haruno, trovato!-
E prima che arrivasse il fratello infilò le due cartelline nella sua immancabile valigetta di pelle e tornò subito al suo posto sistemando qualche eventuale disordine creato dai bruschi movimenti.
Dopo qualche minuto comparve Itachi.
-Andiamo?-
Prese la sua roba e si avviò verso l’uscita del commissariato con il fratello minore che nel frattempo sorrideva furbo.
Missione compiuta.
 
-Sakura, allora?-
Dall’altro capo del telefono una voce spazientita cominciava a sbuffare irritata.
-Ino, cosa vuoi che ti dica, sono solo svenuta tutto qui, il medico dice che è solo un po’ di stress.-
-Un po’?! Solo un po’?! Sia lodato allora questo medico che ti ha anche fatto prendere delle ferie anticipate altrimenti i regali di Natale li avremmo scambiati nel tuo ufficio!-
-Andiamo, non esagerare Ino, svolgo so…-
-… solo il mio lavoro, si, lo so, ma lo svolgi fin troppo intensamente, stai rovinando la tua salute!-
Detestava quando Ino urlava, sembrava un’oca impazzita. Sbuffò anche lei.
-Comunque, hai saputo di Hinata? Alla fine è riuscita ad avere un appuntamento con quel ragazzo che le sta dando una mano con la tesi.-
Finalmente! Era davvero contenta per la sua amica, le parlava sempre bene di questo “fantomatico” Naruto ultimamente, avrebbe tanto voluto conoscerlo.
-Davvero? Sono così contenta per lei, finalmente… Oh, hanno suonato alla porta, ti richiamo più tardi Ino.-
Si salutarono e riagganciò. Scese dal lettone e corse a piedi nudi verso l’ingresso (grazie alle cure costanti di quella strana crema il piede guariva in fretta).
-Sasuke?!-
-Vestiti, stasera vieni con me.-
Riepilogando: Sasuke si presentava a casa sua senza alcun preavviso imponendole di uscire?!
-Non darmi ordini! Non ho intenzione di andare da nessuna parte, non mi sento ancora tanto…-
Si avvicinò pericolosamente al suo viso afferrandole un polso.
-Ho detto che stasera esci con me, quindi corri e va a cambiarti.-
Sakura rimase prima incantata dal suo sguardo e poi dal profumo che penetrava nelle narici inebriandole tutti i sensi, poi si ridestò dai suoi pensieri poco puri e si divincolò dalla presa ferrea del ragazzo.
-Ho detto di no!-
Sasuke sorrise maliziosamente chinando il capo, poi alzò di nuovo lo sguardo verso di lei. Si avvicinò ancora di più entrando totalmente in casa e chiudendo la porta dietro di lui.
-Corri.-
Sakura sbuffò e gli diede le spalle.
-Che rompiscatole che sei!-
Sorrise trionfante e osservò l’esile figura della ragazza che camminava e si dirigeva verso il bagno, soffermò lo sguardo sul suo fondoschiena, niente male nonostante indossasse un pigiama larghissimo.
Girovagò per il soggiorno in cerca di altre foto, ne trovò una buffissima che ritraeva Sakura durante una recita scolastica vestita da albero di ciliegio, accanto invece una del suo sedicesimo compleanno, era proprio una bella ragazza già dai tempi del liceo, ma in quella foto i suoi capelli erano molto più lunghi.
Ma la foto che lo colpì di più fu quella (sicuramente recente) di lei seduta sulla sabbia in riva al mare con lo sguardo rivolto verso l’orizzonte e i capelli al vento, era semplicemente meravigliosa, non si accorse nemmeno che la Sakura reale lo stava richiamando per la terza volta, si voltò e per poco non gli venne un colpo: era avvolta da un asciugamano che le arrivava a metà coscia e i capelli bagnati e scompigliati gocciolavano.
-Sasuke, dove hai intenzione di portarmi?-
-Non è affar tuo.-
-Grrr, ti odio!-
Sasuke non poté non fissare quelle lunghe gambe lisce lasciate scoperte da quel telo bianco, era un bocconcino invitante, cominciò a pentirsi di volerla portare fuori anziché restare a casa e magari “coccolarsi”; quando la sua figura scomparve di nuovo lungo il corridoio si ridestò dai suoi pensieri e si sedette sul divano. Ripensò però al fascicolo che aveva letto quel pomeriggio:
“ Daichi Haruno, nato il 13/7/1960 a Tokyo…… Proprietario dell’HAT (Haruno’s Armery of Tokio), la più grande catena industriale di armi del Giappone.
Espresse più volte la volontà di lasciare tutta la sua proprietà all’unica erede avuta dalla moglie, il testamento però fu solo scritto ma mai firmato……
Socio d’affari del noto ‘A’, soprannominato ‘il Raikage’.”.
Eredità, testamento… Tutte quelle informazioni erano sicuramente legate all’omicidio dei signor Daichi e di sua moglie. Doveva capire bene il perché e soprattutto chi era stato.
Cercò di rilassarsi, ma fu inutile.
Perché quella ragazza lo attirava così tanto? Si sentiva proprio attratto da lei come una calamita; era indubbiamente bella, anzi, bellissima, aveva degli occhi meravigliosi, i più belli che avesse mai visto in tutta la sua vita.
-Sasuke?-
La ragazza in questione lo aveva appena chiamato, era voltata e gli rivolgeva le spalle.
-Potresti aiutarmi con la zip per favore?-
Si vergognò un po’ per quella proposta, ma da sola non riusciva proprio a sistemare quella dannata zip, ricordò che quel giorno al centro commerciale si fece aiutare da un passante perché la commessa era troppo intenta a civettare con un ragazzo anche più giovane di lei.
Il moro le si avvicinò, le scanso i capelli di media lunghezza sulla spalla e poggiò di nuovo le sue labbra su quella pelle candida e morbida, profumava di cioccolato, era invitante e deliziosa, l’avrebbe assaggiata volentieri, cominciò a percorrere con le dita la forma dei suoi fianchi lasciati in parte scoperti; Sakura era estasiata dal suo tocco, e come l’altra volta non riuscì a reagire anzi, chiuse gli occhi per assaporare e godere ancora meglio di quel momento, stava perdendo il controllo e lo sapeva, ma doveva contenersi, ma come poteva? Quelle dita le facevano venire la pelle d’oca, per non parlare delle sue labbra che baciavano la sua spalla, la nuca, l’orecchio destro…
-Sei bellissima.-
… un soffio, un sussurro flebile e leggero ma allo stesso tempo caldo e carico di desiderio…
-Ma adesso dobbiamo andare.-
… ancora una volta brividi di piacere causati dal quel fiato delicato che le accarezzava la pelle, sentì sul collo le labbra del moro incresparsi in un sorriso.
Le sistemò la tanto attesa zip e con un colpo secco la fece voltare guardandola negli occhi. Erano messi in risalto da una linea di matita nera e dalle folte ciglia lunghe e nere, le labbra invece erano state lasciate al naturale, quelle labbra carnose e piene che avrebbe volentieri baciato e morso.
-Sasuke…-
-Si?-
Il ragazzo si avvicinò alle sue labbra tanto che i nasi quasi si sfiorarono...
-Allontanati immediatamente, o ti faccio fuori.-
Obbedì senza obiettare ed entrambi sorrisero, complici di quel gioco di seduzione fatto solo di sguardi.
Prese la giacca e le chiavi di casa e uscirono.
-Allora, adesso mi vuoi dire dove mi porti?-
Sorrise ancora una volta.
-Lo scoprirai.-
  
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