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Autore: _Renegade_    27/12/2012    3 recensioni
Questa storia parla della 11° edizione degli Hunger Games, e di come la protagonista affronti la difficile situazione dei distretti nei primi anni dopo i Giorni Bui e la "novità" di questi giochi. Ha le idee chiare su cosa fare del suo futuro. Ma non sempre le cose vanno come previsto...
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Mi sveglio verso le 7 ed anche se sono ancora assonnata mi devo alzare. La giornata di ieri è stata faticosa, e soprattutto frustrante a causa dei molteplici errori miei e non miei, ma comunque a danno mio; oggi inizia l'addestramento che durerà per 4 giorni; per ora so solo che ci sono esercizi obbligatori  per tutti ed altri a scelta e discrezione di ogni tributo. Mi metto la tuta nera e rossa che ho trovato nell'armadio e che è stata preparata apposta per i giorni di addestramento.
Vado verso la sala da pranzo per la colazione che è mi attende già su di un tavolo stracolmo di cibo.  Altro che tessere! Con tutta questa roba i figli della guerra non avrebbero problemi per il resto della vita! 
- Buongiorno cara, l'addestramento inizia alle 9, fatti trovare pronta... - mi informa Floria con un sorrisetto stampato in faccia. Mi guardo intorno ma non vedo altri oltre me e Floria, è strano che credevo che la crew di stilisti e collaboratori vari stessero sempre con i tributi fino all'entrata nell'arena. Non vedo neanche Joseph nella sala.
- Dove sono tutti? Non scendiamo insieme per l'addestramento? - Lo chiedo come fosse una semplice domanda ma questa storia non mi piace, non voglio essere più svantaggiata di quanto non lo sia già solo perché la mia crew di aiutanti è composta di fannulloni!
- Ehm.... beh, Joseph era un po' preoccupato per oggi... e... beh sai sente la mancanza di casa... - Floria evita il mio sguardo, cosa mi nasconde? Accidenti a lei! Continua a parlare ma la sua voce si riduce ad un sussurro: 
-...beh sono tutti con Joseph, per consolarlo poverino! Pensa di non potercela fare.
E meno male che lo sa! E' un cadavere ambulante ormai! Zittisco i miei pensieri, perché un chiacchericcio arriva dalla stanza di Joseph; la porta si apre ed escono tutti : il capo stilista (che ho scoperto chiamarsi Lirio ), gli uomini-arcobaleno e Joseph. Quest'ultimo ha uno sguardo triste ma non tanto quanto al solito. 
Mi da sui nervi  il fatto che stiano tutti attaccati a quella mammoletta senza futuro, perché accidenti non si preoccupano di chi ha una possibilità di vittoria?
Mi passano a fianco apparentemente senza vedermi e si siedono su un divanetto che si trova dietro al tavolo della colazione; continuano a chiaccherare animatamente per molto tempo e riescono anche a strappare un paio di sorrisi forzati al ragazzo. In breve vengo a sapere che Joseph ha una sorella (probabilmente la ragazza che piangeva alla mietitura), non è molto bravo negli sport e gli piace leggere; un sfigato in pratica, e senza neanche un po' di fortuna considerata la sua situazione. I suoi genitori presero parte alla ribellione nei giorni bui, ovviamente ora sono morti e lui e la sorella vivono con gli zii e il cugino.
Anche lui è un figlio della guerra. Ma la sua morte è NECESSARIA, come quella degli altri 22 tributi. E poi ci sarà la pace. E' giusto.
 
Sono le 9 meno 10 finalmente la smettono con le ciance e ci accompagnano nell'ascensore che ci porterà nei sotterranei dove si terrà l'addestramento. Augurano buona fortuna a Joseph, solo Floria mi prende in considerazione. Ora mi rendo conto che Floria era rimasta in sala da pranzo per la colazione solo per me... avrebbe preferito aiutare Joseph, ma non poteva lasciare sola me. 
Io e Joseph siamo soli nell'ascensore e anche se dobbiamo scendere solo pochi piani ho il tempo di chiedergli:
- Allora... li hai proprio conquistati... gli stilisti... -
- Beh si, è gente mondana, basta fare un po' di pettegolezzi. Tu invece non sai più da che parte girarti vero? -
Mi irrigidisco. Come fa ad averlo capito? Mi sento avvampare, per l'imbarazzo e la rabbia di essere così semplice da capire persino per uno sconosciuto.  Ma anche fosse, non era lui il ragazzo timido e piagnucolone? Beh se lo era ora non lo è più, la sua voce è ferma e sicura.
- Anche fosse? -
- No niente, buona fortuna, ne avrai bisogno... anche solo per oggi. Ci vediamo a fine giornata ragazzina. -
Detto ciò esce dall'ascensore che si è appena aperto sul salone dell'addestramento prima che io possa ribattere o obiettare quel suo "ragazzina". Mi affretto ad uscire anche io cercando di non fare vedere agli altri tributi, che sono già tutti qui, il rossore delle mie guance.
Siamo vestiti tutti nello stesso modo; gli addestratori invece hanno tute di colore diverso da noi in base a che tipo di addestramento svolgono: rosse per quelli che spiegano tecniche di lotta, con armi o senza; verdi per quelli che insegnano la sopravvivenza e così via.
Noto con piacere che tutti gli addestratori hanno dei volti normali rispetto a tutti i mostri che ho visto fino ad ora; niente facce animali, niente volti deformati e colorati; il massimo che vedo è un tatuaggio che raffigura un'animale che sembra un gatto selvatico, sul bicipite di un'omaccione vestito di rosso.
Un'uomo vestito di nero ci fa disporre a semicerchio per poterci vedere tutti in volto. Mentre mi muovo di lato vedo che circa 2 metri sopra di noi, su un soppalco ci sono molte persone che fisicamente sono come gli addestratori ma meno sobri, come la gente che ho visto finora, ma molto meno agghindati; una via di mezzo in pratica.
Devono essere gli strateghi perché ci osservano con interesse, tra un bicchiere e boccone intendo, perché anche li sopra è pieno di cibo, e di avox che li servono mentre loro se ne stanno spaparanzati a rimpinzarsi su grosse poltrone.
L'uomo vestito di nero comincia il suo discorso, la sua voce è incredibilmente profonda mette quasi spavento.
- Bene tributi. Per i prossimi 4 giorni ci ritroveremo qui. Il compito mio e dei miei colleghi è di prepararvi ed aiutarvi il più possibile. Vi sottoporremo ad esercizi obbligatori, ogni mattina, nel pomeriggio potete svolgere le attività che preferite tra quelle proposte. Solo poche regole dovete rispettare: niente lotte tra di voi; potete discutere le vostre alleanze, ma non durante gli esercizi obbligatori. Ci sono domande?
Nessuno risponde e a questo punto ci indirizza in un'angolo della sala dove cominciamo con gli esercizi obbligatori. Nella prima parte della mattinata sono solo esercizi fisici, poi metodi di caccia e tecniche di sopravvivenza. Durante queste poche ore scopro alcune delle qualità dei miei avversari, molti sono, come ho già detto dei morti che camminano, scheletri senza forza, perché nonostante tutto il cibo che ci forniscono qui non è possibile che sopravvivano al bagno di sangue. 
In pratica capisco che: Caius e la sua compagna dell' 1 sono forti, ma hanno entrambi una pessima mira; nel caso di lui penso sceglierà una spada o una lancia se ne avrà la possibilità; Joseph resta nella media, cerca di non farsi notare, come al solito si comporta da femminuccia e quando l'addestratore gli punta una spada alla gola piomba a terra come un sacco di patate; la ragazza del 3 è intelligente, ma l'intelligenza non basta in questo tipo di giochi. Marius e Iris (quelli del 4) si fanno notare, sono bravi nella lotta, agili e scaltri; non c'è dubbio che resisteranno fino all'ultimo; inoltre conoscevano già alcune tecniche di caccia e pesca, ma era prevedibile visto che il 4 è il distretto della pesca. Quelli del 7 sono minacciosi quando stupidi, ma ho il timore che entreranno nell'alleanza per la loro forza, ma se va tutto come previsto sarà la stessa alleanza ad ammazzarli. Quelli del 10 sono molto veloci, ma una volta presi sarà una passeggiata.
 
Ci fermiamo per il pranzo, degli avox ci portano dei carrelli pieni di vivande da cui possiamo attingere a nostro piacimento. Momento ideale per formare un'alleanza. Marius e Iris stanno già parlando tra loro guardandosi intorno. Mi avvicino titubante, non so se devo fare io il primo passo. Iris mi  vede e mi squadra dalla testa ai piedi poi come se niente fosse torna a parlare con Marius. Prendo tutto il mio coraggio e mi schiarisco la voce, Marius e Iris si voltano, e con sguardo annoiato, attendono che io parli.
- Allora... chi facciamo entrare nella squadra? 
Non mi tremava la voce, ma suonava comunque poco convincente. E' lei che mi risponde
- Scusa? Quale squadra?
- ...Beh... l'alleanza, hai capito dai, i favoriti. Voi lo siete chiaramente, di solito gli altri sono quelli dell'1 e del 2, ma in questo caso il mio compagno è un'incapace e quelli dell'1 possono servire solo fino ad un certo punto. La domanda ora è... chi altri scegliamo oltre me e voi...?
Marius scoppia in una risata fragorosa e cristallina . Ride... di ME!
- Ehi frena ragazzina, non così in fretta. Cosa ti fa pensare di essere già nei favoriti? NOI decidiamo chi è nell'alleanza. Devi dimostrare di avere le qualità.
Cosa? Io sono ovviamente tra i favoriti! Ma bene, vogliono una dimostrazione?  E io gli darò una dimostrazione. 
- Bene, aspettate e vedrete! 
- Ti avverto non è facile stupirmi, ragazzina.
Mi trattengo dal saltargli addosso per spaccargli il suo bel faccino e torno a mangiare. 
Nel pomeriggio do il meglio di me. Scopro più volte altri tributi, quelli con delle possibilità intendo, a fissarmi. L'alleanza comincia a delinearsi, so di aver sbagliato a dare per scontata la mia posizione, e cerco in ogni modo di rimediare. Faccio gli esercizi in cui so di essere brava; corro, corro moltissimo, perché sono veloce e resistente; combatto, ma evito i coltelli, non sono il mio forte. Poi costruisco un po' di trappole; è vitale in alcuni casi sapersi procurare il cibo.
A fine giornata sono esausta. E non ho altre informazioni sui miei avversari, ero troppo concentrata per notare qualsiasi cosa. Mia fa male ogni parte del corpo, e so che domani sarà anche peggio.
Veniamo congedati e mi ritrovo nell'ascensore con i i tributi dell'1, del 3 del 4 e Joseph.
Spero vivamente che Iris e Marius mi dicano qualcosa, mi lancino uno sguardo, qualsiasi cosa per sapere se sono dentro o no.  Ma mi ignorano completamente. Come se non esistessi. Ma  non mi scoraggio, ho ancora 3 giorni per stupirli, devo solo capire come...
 
La cena passa silenziosa, ed è meglio così, non ho proprio la forza di discutere con nessuno.
Joseph non sembra stanco, non ho visto che esercizi ha fatto, ma è stata comunque una giornata stressante chiunque sarebbe come minimo assonnato; eppure lui ha lo stesso sguardo di sempre, pieno di tristezza e dolore, e la sua voce è quasi sofferente quando dice:
- Scusate, mi ritiro nella mia stanza, sono molto stanco.
Non riesco a capire che fine abbia fatto il ragazzo spavaldo dell'ascensore?
Con tutte questi dubbi e piani  per domani aggiunti alla stanchezza, sia fisica che mentale, finisco con l'addormentarmi appena tocco il cuscino.
   
 
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