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Autore: Clodie Swan    27/12/2012    3 recensioni
"Da molto tempo non affrontavamo un giorno doloroso come questo. Sapevamo che presto sarebbe arrivato. La parentesi felice di questi pochi anni non poteva durare per sempre. Non per noi. Siamo destinati a lottare, a compiere sacrifici, a soffrire pur di proteggere i nostri cari da ogni pericolo. Perfino da noi stessi. Perché noi non siamo persone normali. Siamo creature oscure e letali. Siamo dei vampiri."
Sono passati diversi anni dagli eventi di Breaking Dawn. I Cullen devono difendere il figlio di Renesmee e di Jacob Black dalle mire dei Volturi. La loro strada finirà per incrociarsi con quella di un giovane quanto affascinante cacciatore di vampiri.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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L'insolito trio appena formatosi, il detective, il vampiro ed il licantropo, non ci misero molto a trovare la casa di Laura. Samuel bussò più volte e finalmente una signora bruna sulla sessantina aprì la porta. La prima cosa che notò fu lo sguardo vuoto della donna, in contrasto con il suo sorriso affabile. "Sono il detective Freeman, signora.”disse mostrando il distintivo. “Potrei farle qualche domanda?
"Prego si accomodi.”disse la signora con una voce gentile ma meccanica. Si avviò verso il salotto dando loro le spalle.”Caro, abbiamo visite.”annunciò introducendo i suoi ospiti.
Samuel entrò perplesso, seguito dai due ragazzi. Edward sembrava sbalordito mentre Jacob fiutava l'aria. Nel soggiorno c'era un uomo con i capelli brizzolati seduto di fronte alla televisione. Non si mosse di un millimetro quando loro tre si avvicinarono.
"Qui c'è qualcosa di strano.” notò Samuel preoccupato.
"Le loro menti sono come ottenebrate.” disse Edward.
"Sento puzza di vampiro. C'è ancora la traccia.” intervenne Jacob.
Edward annuì. “E l'odore di Louis. Lo riconosco.” spiegò rivolto verso Samuel.

"Quanto tempo fa è stato qui?” chiese Samuel colpito.
"Due giorni fa al massimo.” rispose Edward chiedendo conferma a Jacob con uno sguardo. L'altro annuì.
La donna nel frattempo aveva preso posto accanto al marito sul divano, sempre con quel sorriso innaturale e si mise a fissare le immagini del notiziario. Samuel si avvicinò a loro con apprensione.
"Signori, vi chiedo scusa per il disturbo, ma sto cercando Laura Polidori. E' vostra figlia?”
"Laura!”disse la signora felice. “Sì, è la nostra bambina. Il mio angelo.”
Lo sguardo della donna si spostò su una fotografia sopra il caminetto che ritraeva una bella ragazza bruna, sui vent'anni con gli occhi chiari ed un viso dolce. Edward si avvicinò poi mormorò all'investigatore. “E' la ragazza della visione di Alice, per quanto il suo aspetto ora sia...molto deperito.”
Samuel guardò i genitori della ragazza e sentì nascere un'infinita pietà per loro. “Sapete dirmi dove si trova adesso Laura?”
"E' andata in un ospedale a fare delle altre analisi.” rispose il padre. “Sta tanto male, povera piccola.”
"Ah, mi dispiace molto. Per caso sapete dirmi se Laura conosce un ragazzo di nome Dillon?”continuò Samuel.
"Dillon! Che bravo giovane!”esclamò la signora Polidori illuminandosi. “E' un amico di Laura. E' venuto a trovarla ogni giorno in ospedale durante queste ultime due settimane.”
"Ah, ecco perchè ha aspettato tanto prima di partire.”osservò Edward intenerito.
"Lo dicevo io, che aveva conosciuto una donna.””disse Samuel accennando un sorriso. “Lo vedevo diverso.”
"Le ha anche regalato una coperta con disegnato sopra un lupo” aggiunse il padre di Laura. “Per farla stare calda.
"Un lupo...” ripetè Jacob assorto.
"Perchè non vai a dare un'occhiata di sopra per cercare qualche indizio.” gli propose Edward “Io e Samuel pensiamo al piano di sotto.”
Jacob in un attimo sparì per le scale.
"Qual'è il nome dell'ospedale in cui era ricoverata vostra figlia?”chiese Samuel rivolto ai padroni di casa mentre Edward perlustrava il salotto.
Fu Edward a rispondere al posto loro “Il London Royal Hospital. Qui c'è una cartella clinica.” Samuel vide che stava studiando con attenzione le analisi di Laura con un'ansia crescente sul volto
“A quanto pare questa ragazza è gravemente malata. Ad uno stadio terminale.”disse Edward quando abbe finito di sfogliare i documenti.
"Nei sei sicuro?” chiese Samuel sorpreso. Pensò al dolore dei genitori e a quello di Dillon, che doveva esserle sicuramente affezionato.
"Ho tre lauree in medicina.” gli spiegò Edward con un sorriso sghembo.
"Però..." osservò Samuel perplesso. Per quanto l'idea di un vampiro medico fosse inquietante, decise di concentrarsi sulla ragazza. “Credi che questi...Volturi sarebbero capaci di rapire una ragazza malata?” chiese Samuel a voce bassa.
"Farebbero anche di peggio.”rispose Edward furente. “Non si fermano di fronte a niente pur di ottenere i loro scopi. E adesso vogliono Dillon.”
"Secondo te cosa hanno fatto a questi due poveretti? Li hanno ipnotizzati o qualcosa del genere?”
"Probabile.” osservò Edward “Per nascondere il rapimento di Laura ed impedire loro di dare l'allarme. Forse uccidendoli avrebbero attirato troppo l'attenzione.”
Samuel fece per rispondere quando la sua attenzione si spostò sullo schermo televisivo. “
Una giovane donna è stata uccisa brutalmente” riportava l'annunciatore “Il corpo di Kathleen Stevens, infermiera al London Royal Hospital, è stato trovato questa mattina nel suo appartamento, con la gola recisa. Non sono ancora chiare le dinamiche dell'omicidio.”
"E' l'ospedale di Laura.” notò Edward.
"La conoscevate?” chiese Samuel ai signori Polidori.
"Era una delle infermiere al piano di mia figlia. La riconosco.” rispose la madre con voce spenta. “Poverina.”
"La morte dell'infermiera forse è collegata al rapimento.”disse Samuel prendendo da parte Edward. “Dobbiamo andare lì, mi sembra che qui non troveremo altro.”
In quel momento Jacob scese le scale con una coperta blu ripiegata, tra le mani.
"Trovato nulla?” chiese Edward fissando l'oggetto incuriosito.
"Niente. Solo disordine, cassetti aperti, vestiti sparsi, come se fosse dovuta andarsene all'improvviso. E poi ho trovato questa.” Spiegò la coperta rivelando l'immagine di un lupo che ululava alla luna.
"Sembri tu” scherzò Edward tornando subito serio. “Deve essere la coperta che Dillon ha regalato a Laura. Sento il suo odore sopra.”
"Ti dispiace se la porto via?” chiese Jacob mentre la piegava di nuovo.
"Perché? Cosa vuoi farci?”chiese Edward stupito.
"Non lo so perché.” rispose il giovane con tono malinconico. “Vorrei solo portarla con me.”
"Va bene, andiamo.”gli disse Edward alzando le spalle.
"Cosa ne sarà di queste due persone? Li lasciamo sotto ipnosi?”chiese Samuel.
"Potrei farli visitare da mio padre” propose Edward “Ma se li risvegliassimo ora in qualche modo, capirebbero che Laura è scomparsa. Prima riportiamogli la figlia.”
"Samuel annuì. “E se non ci riusciamo?”
"Ci dobbiamo riuscire.” ripose deciso il vampiro. “Dobbiamo trovare Dillon e Laura.”

 

L'ispezione nell'appartamento di Kathleen non portò nuove prove. Edward potè solo constatare che Louis era stato lì e che probabilmente si era servito dell'infermiera per arrivare a Laura.

Credo che dovremmo andare a Roma e proseguire le ricerche da lì.”concluse Samuel rassegnato quando tornarono in strada.

Chiamo un attimo i miei per avere notizie.”disse Edward allontanandosi dai suoi compagni e componendo il numero di Carlisle. Suo padre rispose al primo squillo.

Pronto, sono io. Avete qualche novità? No, nemmeno noi. La ragazza è un amica di Dillon ed è stata rapita da Louis. Quello che dobbiamo scoprire e dove l'abbiano portata. Lì troveremo anche Dillon.”

Alice ha provato a visualizzare ancora Aro, ma non riesce a vedere dove si trovi.”rispose Carlisle dall'altra parte. “Sappiamo solo che non è Volterra.”

Continuate a cercare.”insisté Edward “Provate a vedere se Dillon ha lasciato qualcosa nella sua stanza che possa condurci a lui.”

Tra poco avremo il test del DNA.”aggiunse Carlisle “Dì a Jacob che lo chiamerò appena sarà pronto.”

Edward trasalì. Non si era reso conto di come fosse passato in fretta il tempo. “Preparatevi a partire, nel frattempo.”disse a suo padre “Dobbiamo andare in Italia.” Chiuse la chiamata pensieroso, sospirando nervosamente. “Dillon dove sei?”

 

Trovare la strada per il castello non fu difficile, data la sua posizione, e Dillon riuscì ad entrare nel paese in cinque minuti. Trovò perfino il semaforo verde e risparmiò altro tempo. Finalmente scoprì il nome del paese e capì dove si trovava. Non era atterrato in Toscana, ma a nord del Lazio, in una cittadina di nome Bracciano, famosa appunto per il suo castello che era spesso sede di feste ed eventi del jet set. Mentre guidava, il ragazzo calcolò che Louis avrebbe aspettato l'auto dieci minuti a partire dall'ultima chiamata. Forse qualcosa di più...con l'incognita del semaforo. Quindici minuti? Dopo quanto tempo si sarebbe insospettito e dato l'allarme? Venti minuti al massimo. Dillon si rilassò pensando che il tempo a sua disposizione era più del previsto e decise che la prima cosa da fare era avvicinarsi il più possibile con la macchina e poi proseguire a piedi per entrare senza essere visto. Non sapeva ancora come avrebbe fatto.
Le strade di Bracciano erano semi deserte, neanche ci fosse il coprifuoco, i rari passanti erano dei giovani che uscivano dai pochi locali aperti. Nessuno fece troppo caso alla mercedes nera che imboccò la strada principale fermandosi a pochi metri dal castello. Dillon parcheggiò in una stradina secondaria e recuperò lo zaino dal bagagliaio. Si cosparse accuratamente di antismell e passò in rassegna le armi da utilizzare. In pochi secondi, dopo essersi infilato due bloody silver cariche nella doppia fondina ed i due pugnali antichi nella cintura si sentì nuovamente padrone e sicuro di sé.
Si mise in una tasca due caricatori di riserva e nell'altra portò il cellulare, nel caso Louis richiamasse. Non era il caso di farlo insospettire troppo presto, in qualche modo avrebbe intercettato la chiamata. In ultimo Dillon prese un flaconcino di pillole e se lo infilò nel taschino della camicia. “Credo sia arrivato il momento di collaudarle.”
Chiuse la macchina e si avviò lentamente verso la via principale, pettinandosi i capelli con le dita, cercando di assumere un atteggiamento il più normale possibile. Non che il suo aspetto fosse nella norma: vestito di nero, con i capelli biondi, il fisico prestante, era comunque in grado di attirare l'attenzione, armato o meno.Le poche persone che andavano in giro a quell'ora gli rivolsero diverse occhiate incuriosite ma senza mostrare particolare sospetto o sorpresa. Dillon camminò spedito senza incrociare lo sguardo di nessuno, con tutti i sensi all'erta e seguendo il suo istinto. L'orologio della torre batté le nove.
Il cellulare dei due vampiri, che ormai erano diventati polvere di fata, era dotato di una buona connessione ad internet che permise a Dillon di collegarsi con il sito del castello. Interessante...c'erano un sacco di foto che gli illustrarono in breve come era strutturato l'imponente edificio che aveva di fronte. Per prima cosa doveva individuare la posizione di Laura.Respirò a fondo e pregò che la sua telepatia funzionasse anche a grandi distanze. Dopotutto, i pensieri di Laura erano i primi che aveva percepito dentro la sua mente, prima ancora di allenarsi con Edward. Dillon se ne chiese la ragione mentre chiudeva gli occhi e cercava di concentrarsi su di lei. “
Laura? Laura, riesci a sentirmi?” Dopo un istante che li sembrò eterno, sentì nella sua testa il timbro inconfondibile della voce di Laura che gli rispondeva. “Dillon?”chiese con un tono oltremodo sorpreso.

Riesci a sentirmi!”esultò Dillon trattenendo un grido di gioia. “Come stai? Cosa ti hanno fatto? E' tutta colpa mia...Ti prego, perdonami!”

Sto bene...” rispose lei. “Ma come riesci a... e dove sei adesso?”

Fuori dalle mura. A pochi metri da te.” le disse con dolcezza.

E' pericoloso.” disse Laura angosciata. “Vogliono catturati usando me come ostaggio. Devi scappare, Dillon.”

Ascolta. Ti porterò via da questo posto, Laura. Te lo prometto. Cerca solo di farmi capire dove ti trovi. Pensa mentalmente al tragitto che hai fatto quando ti hanno portato lì.” Laura sospirò e cominciò a ricordare.

Dillon si concentrò più a fondo e riuscì a visualizzare la stanza dove si trovava la ragazza. Buia, con dei mobili antichi ed una massiccia porta di legno. I ricordi di Laura per quanto confusi lo trasportarono nel lungo corridoio che aveva attraversato ad una velocità fulminea, trasportata probabilmente da un vampiro. Solo pensarci, gli fece montare la collera. Nella mente della ragazza comparve infine l'immagine di una grande sala dove, con grande meraviglia di Dillon, aveva incontrato i Volturi al completo. Cosa le avevano fatto? Quell'immagine sfumò dai pensieri di Laura lasciando il posto ad una forte preoccupazione, rivolta a lui.

Dillon, vattene.”pensava lei disperata. “E' troppo rischioso.”

Neanche morto.” si ostinò lui. “Vengo a prenderti e ti riporto a casa sana e salva. E' una promessa.”

Ci uccideranno tutti e due”pensò molto sinceramente Laura. Dillon ebbe la sensazione che stesse piangendo.

Speriamo di no! Andrà tutto bene, vedrai.” le disse cercando di usare un tono rassicurante. “Laura, ascolta...dei fare una cosa.”

Sì.”mormorò lei tra i singhiozzi.

Prega per me.


 

  
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