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Autore: Claudia    14/07/2007    7 recensioni
Dopo il proprio matrimonio con l'ultimo discendente dei Malfoy, Ginevra Weasley abbandona i propri affetti ed i propri cari per vivere la sua vita a fianco del consorte. Completamente emarginata dalla propria famiglia, Ginevra conduce una nuova esistenza tanto che la povertà così rinomata dei suo familiari è ormai un lontano ricordo. Tuttavia, il presente è pronto a portare alla luce vecchi ricordi dimenticati e molto spesso, tutt'altro che belli. [Capitoli revisionati]
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Ginny Weasley, Hermione Granger | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo VIII

Capitolo VIII

La Bestia che gridò Amore al mondo - parte b (il passato che ritorna III)

 

 

La stanza era talmente buia che a stento riusciva a vedere i lineamenti della persona che aveva di fronte. Non che gli importasse molto, in fondo. Sentì delle braccia circondargli il collo, mentre delle labbra avide avevano iniziato a giocare con le sue. Si soffermò a pensare perché in un momento simile, non provasse alcun tipo di trasporto, non un'emozione, non un coinvolgimento. In fondo, quel genere di cose si erano in due a farle. La ragazza si staccò da lui per respirare, il respiro affannato gli stava dando fastidio. Afferrò quelle braccia femminili, ma lei non sembrò demordere e gli fu nuovamente addosso. Fu sul punto di gridarle contro qualcosa, ma la porta spalancata dell'aula riscosse i loro nervi.

"Scusate." Farfugliò Ginny, osservando Malfoy ed una Serpeverde semi sdraiati sopra alla scrivania. Richiuse con un gesto meccanico l'anta della porta e rimase per qualche secondo inebetita, immobile ed in piedi. Una moto di stizza l'avvolse, non tanto per la scena a cui aveva assisitito, ma per il modo in cui lei veniva messa al corrente delle vicessitudini sessuali di Malfoy. Appena sentì un rumore provenire dalla stanza, decise di andarsene più in fretta che poteva. Sentiva le guance ancora in fiamme e si ostinò a non capirne il motivo.

Quando fu abbastanza lontana, rallentò il passo, voltandosi per guardare che nessuno l'avesse seguita. E con suo grande orrore vide Malfoy a pochi metri da lei. Come se attraversata da una scarica elettrica, Ginny fece un passo indietro e fece per andarsene. Malfoy l'afferrò violentemente per un braccio e con il suo usuale tono apatico, le chiese di seguirlo. Ginny si liberò della presa e continuò a camminare nella sua direzione.

"Ti ho detto di venire con me!"

"Non ne vedo il motivo, Malfoy." Disse Ginny sprezzante. Davvero, non capiva il perché dovesse seguirlo. Non le interessava minimamente sapere delle sue prestazioni. Malfoy non rispose, ma il suo movimento brusco non ammise repliche e trascinò Ginny dentro ad un aula nelle vicinanze.

Ginny vide la sua unica via d'uscita chiudersi dietro alle spalle di Malfoy.

Rafforzò la presa sui libri che stava tenendo tra le braccia, mentre un'aria palesemente contrariata stava aleggiando sul suo volto. La stanza non era molto buia, le tende alle finestre erano leggermente scostate, ma quella situazione decisamente non era di suo gradimento.

"Cos'hai di così urgente da dirmi, Malfoy?" Domandò gelidamente Ginny, per niente a suo agio.

Il ragazzo si avvicinò pericolosamente a lei e, per istinto, Ginny arretrò un poco, sbattendo la schiena contro una libreria.

"Non devi dire assolutamente niente di ciò che hai visto oggi." Disse secco, puntandola come un serpente. Ginny alzò un sopracciglio, infastidita.

"E quando mai ti fai degli scrupoli su queste cose?" Domandò Ginny, "non fai forse a gara a chi si spupazza più ragazze?" Concluse, facendo una smorfia.

Malfoy non le rispose, ma con mossa improvvisa puntellò le braccia contro la libreria all'altezza del volto della Grifondoro. Ginny, spaventata da quel gesto e da quella posizione quanto mai imbarazzante, aderì completamente agli scaffali, mentre i libri le premevano contro la schiena.

"E cosa mi dici di te? Sei tornata con il tuo Kyle "manine sante" per caso?" Malfoy stirò le labbra in un ghigno sprezzante. Ginny lo guardò stupita, comprendendo che il ragazzo aveva assistito alla loro conversazione nei sotterranei. Con tanto di libri in mano, Ginny premette sul petto di Malfoy per allontanarlo da lei.

"Non sono cose che ti riguardano!" Rispose, concentrando la sua attenzione sulle mani.

Malfoy rimase nella sua posizione, senza mostrare alcuna intenzione di spostarsi.

"Non ti lascerò mai a Malfoy," disse, cercando di imitare la voce del Tassorosso, scoppiando dopo qualche secondo a ridere. In quel momento di distrazione, Ginny si scostò da Draco e lo osservò piegarsi in due per il divertimento.

"Felice di averti fatto ridere, Malfoy. In ogni caso non sono affari tuoi." Ginny aggrottò le sopracciglia, "Inoltre non ti permettere più di origliare i discorsi degli altri," lo ammonì Ginny, molto infastidita.

"Origliare dici?" Malfoy si ricompose.

"E' impossibile non sentire con quell'idiota che parla a voce alta."

Ginny si morse la lingua. Sotto questo aspetto, doveva ammettere che Malfoy aveva ragione. Quindi come ne era a conoscenza il Serpeverde, probabilmente altri avevano assistito a quella conversazione. Sospirò rassegnata.

"Comunque sia, sta tranquillo... non voglio certo rovinare l'immagine di quella povera ragazza..." disse Ginny, pensando alla Serpeverde che aveva visto con Malfoy. "Per non parlare poi della Zleger, credo che ci rimarrebbe molto male se sapesse che il suo fidanzato flirta con le altre." Si lasciò sfuggire una punta di risentimento e sperò che Malfoy non l'avesse notata.

Il Serpeverde sorrise divertito.

"Tu sei inclusa in quelle altre?" disse con nonchalance, notando il turbamento negli occhi di Ginny.

"No, noi non abbiamo mai avuto una relazione." Disse, abbastanza sicura Ginny.

"Perché, secondo te con quella ragazzetta ho avuto una relazione? Ho fatto più cose con te Weasley." Disse con scherno Malfoy, indicando con il dito indice la porta dell'aula.

Ginny lo guardò nauseata.

"Malfoy noi non abbiamo MAI fatto NIENTE." Specificò Ginny, cercando di rimanere indifferente. Malfoy la guardò divertito, osservando quell'imbarazzo che la ragazza cercava di nascondere, ed iniziò a simulare la voce di Ginny in modo totalmente libidinoso. Il rossore di Ginny prevalse e la ragazza, al pensiero che qualcuno li sentisse, chiuse con una mano la bocca di Malfoy. Dopo qualche secondo, Malfoy allontanò la mano della ragazza.

"Che schifo, hai idea di quanti gargarismi mi debba fare oggi?"

"Allora tu smettila di fare l'idiota! Ed ora, per favore, andiamocene!" Disse preoccupata Ginny. Non voleva che i pettegolezzi avessero una solida base su cui accrescere. Non era difficile che qualcuno li vedesse.

"Hai paura che ci vedano insieme?" Domandò Malfoy, benché sapesse già la risposta.

"Esattamente." Rispose coincisa Ginny.

Malfoy alzò gli occhi al cielo.

"Va bene, ma prima devo fare una cosa."

"E sarebbe?" domandò sorpresa Ginny.

Con un gesto improvviso, Malfoy avvicinò il volto di Ginny al suo, baciandola rudemente. La ragazza, sentendo le labbra di Malfoy premute contro le sue, sollevò la mano che ancora impugnava un libro e colpì duramente la testa di Malfoy. Il ragazzo gemette per il dolore e lasciò andare la presa. Ginny si allontanò di scatto, non del tutto consapevole di ciò che aveva fatto.

"EHI mi hai fatto male!" Disse in tono infantile Malfoy.

"Id-IDIOTA!" Urlò Ginny notevolmente arrabbiata.

Una volta rimasto da solo, Malfoy si strusciò la bocca con la manica del mantello.

Trasporto, emozione e coinvolgimento, con suo grande rammarico, li provava solo con lei.

 

**

 

"ODIOSO!" urlò Ginny, mentre un' Erika molto attenta le stava prestando ascolto. Ginny era fuggita nella sua stanza, e, vista la presenza della compagna, aveva pensato di scaricare su di lei tutta la sua rabbia repressa. Erika era rimasta in silenzio, fino all'ultima esclamazione rivolta contro il Serpeverde.

"Ti sei lavata la bocca?" domandò Erika.

"Si, quattro volte, dici che sono poche?" esclamò Ginny con un espressione altrettanto seria.

"No, credo che vada bene..."

"Quel pervertito!" disse Ginny, gonfiando le guance.

Era terrorizzata al pensiero che qualcuno avesse potuto assistere al loro incontro. Mentre correva verso il dormitorio aveva come la sensazione di essere osservata da tutti gli studenti che incrociava lungo il corridoio e per tutto il tragitto non aveva fatto altro che strofinarsi la bocca con il maglione della divisa. Quel bacio l'aveva fatta notevolmente infuriare, perché la metteva allo stesso livello delle sgualdrine che Malfoy era solito frequentare. Non aveva importanza quale ragazza baciasse, bastava che fosse del sesso opposto e che, possibilmente, respirasse.

"Non credevo che fosse un cascamorto fino a questo punto," disse Erika a Ginny ,"ma dimmi, era così anche quando stavate insieme?"

Ginny guardò l'amica e sospirò.

"Non lo so, ma non credo. A me sembrava normale..."

"Insomma, si è scatenato dopo?"

"Cosa vuoi che ne sappia?!" ribattè Ginny con tono alterato. Parlare della sua passata relazione con Malfoy le dava fastidio.

"Adesso cosa farai?" domandò ad un tratto Erika.

Ginny guardò l'amica alzando un sopracciglio.

"Che vuoi che faccia? Farò finta di niente."

"Uhm, e ci riuscirai?" disse Erika, alquanto dubbiosa.

Ginny lanciò un'occhiata inferocita alla ragazza.

"Ma da che parte stai? Vuoi forse deprimermi ancora di più?"

Erika emise una risatina divertita. Adorava mettere in difficoltà l'amica.

"Affatto," disse poi ,"so solo che non sei il tipo da rimanere indifferente a un bacio."

"Non se il bacio è di Malfoy." E con quelle parole fece il gesto di sputare.

"E' ora di cena, sua Altezza se la sente di mangiare?" disse in tono canzonatorio la Grifondoro.

Ginny arricciò il naso e, precedendo Erika, scese nella sala comune.

**

 

"Ron." Il giovane Weasley si voltò e vide la sorella in piedi dietro di lui.

"Ginny, vai a cena?" la ragazza annuì, osservando che il fratello era completamente solo.

"Ma dove sono Harry ed Hermione? No ti prego, non dirmelo." disse vedendo l'espressione imbarazzata del ragazzo.

Ginny sospirò, pensando a quanto fossero diventati appicicosi i suoi due migliori amici. Provò pena per la solitudine del fratello e quindi lo invitò ad andare a cena insieme a lei, invito che il ragazzo accettò di buon grado.

Quando passarono oltre il dipinto della Signora Grassa, l'espressione di Ron si fece più cupa. Alla fine, prese a balbettare, assumendo un tono di voce preoccupato.

"Ginny, dimmi, sono vere le voci di te e Malfoy?"

La ragazza si voltò a guardare il fratello, vicina al ridere come una pazza. Quando negò con veemenza, l'espressione sul volto di Ron si rilassò notevolmente.

"Meglio così. Sai bene che se mamma e papà lo venissero a sapere succederebbe un casino."

"Non dare la colpa ai nostri genitori, anche te pianteresti un casino non indifferente. L'hai già fatto no?" disse Ginny, ricordando il fratello un anno prima.

La conversazione sembrò cessare con le parole di Ginny, ma la ragazza non potè impedirsi di alzare gli occhi al cielo. Se perfino suo fratello, che solitamente non dava mai peso alle chiacchiere di corridoio, si impensieriva alla presunta relazione tra lei ed il Serpeverde, non osò pensare alle opinioni degli altri studenti. In qualche modo avrebbe dovuto smentire le dicerie. Non sapeva come, ma ne andava della sua sanità mentale.

Quando entrarono nella Sala, Ginny incontrò gli occhi di Kyle, e gli rivolse un breve cenno della mano che il ragazzo ricambiò. Prese posto al tavolo dei Griffondoro e con sua grande sorpresa vide Hermione ed Harry.

"Come mai siete a cena?" domandò Ginny sinceramente sorpresa.

Sia Harry che Hermione arrossirono.

"Saltare sempre i pasti non è molto salutare." disse Hermione. Ginny sorrise, era una risposta tipica della ragazza. Peccato che stavolta non le si addiceva in alcun modo. Durante la cena, Ginny si sentì molto più rilassata. Accanto a lei, i Grifondoro non facevano altro che scherzare e ridere, una compagnia che le era mancata. Erika le stava parlando allegramente e Ginny si sorprese nel constatare che la sua mente non era distratta in ben altri pensieri.

"Avete letto la Gazzatta del Profeta?" disse un Grifondoro seduto accanto ad Harry.

"Si," disse il Bambino Sopravvissuto ,"pare che i Mangiamorte abbiamo attaccato una cittadina Babbana."

"E' pazzesco come il Ministero non faccia niente." riflettè Ron.

"Non essere stupido Ron," disse Hermione, riprendendo il ragazzo ,"Il Ministero avrà di certo provveduto. Ma non vengono di certo a svelarti i loro piani."

"Uhao, mi hai illuminato Hermione," disse sarcastico il ragazzo, beccandosi una linguaccia dall'amica.

"Pare che tra le fila dei Mangiamorte abbiano riconosciuto Lucius Malfoy." Nel sentire il nome del padre di Draco, Ginny ebbe un lieve sussultò che passò inosservato.

"Non capisco come faccia Malfoy ad andarsene tranquillo per la scuola. Io mi sotterrerei dalla vergogna." disse un Grifondoro.

"Che ci vuoi fare, probabilmente anche lui finita la scuola seguirà le orme del padre." disse un secondo Grifondoro.

"Quel bastardo," Ginny osservò gli occhi di Harry che venivano attraversati da una scarica di odio.

"Allora diventerete Auror?" domandò Ginny a bruciapelo.

Harry annuì con convinzione. Sconfiggere Voldermort e vendicare i proprio genitori erano azioni più che lecite. Hermione e Ron annuirono anch'essi, così come i Griffondoro che avevano potuto sentire la sua domanda. Ginny sorrise. Era destino che i Griffondoro andassero a riempire le fila degli Auror, mentre i Serpeverde si schieravano dalla parte dell'Oscuro Signore divenendo Mangiamorte.

"E tu piccola Ginny?" le domandò Harry. Il tono fraterno che aveva usato la fece sorridere.

"Non lo so. In fondo a me manca ancora un anno. Avrò molto tempo per pensarci. Ma sono felice per te Harry... se Tu-sai-chi tarderà lo scontro finale avrai la possibilità di batterti e nessuno metterà in dubbio le tue capacità."

Ginny sorrise ed Harry ricambiò quel gesto d'affetto.

Davvero, Harry si meritava più di tutti la sua vendetta. E anche se la morte di Voldermort non avrebbe portato indietro i suoi genitori, poteva comunque essere un gesto gratificante sconfiggere il Signore Oscuro.

"Mi sa che sentirò la vostra mancanza..." disse Ginny, fingendosi triste.

"Ti verremo a fare visita!" disse Hermione.

"Mhm, però non portatevi dietro 'sto qui!" disse Ginny, indicando il fratello.

Sotto lo sguardo contrariato di Ron, i Grifondoro si misero a ridere.

Quando i suoi amici tornarono a parlare di tutt'altre cose, la mente di Ginny tornò ai Mangiamorte. Ed inevitabilmente a Draco. Non doveva essere semplice vivere sapendo di essere odiati per ciò che eri e per ciò che saresti diventato. Lei per prima disprezzava i Mangiamorte e le loro famiglie. Esattamente come i Malfoy disprezzavano i Babbani. Ognuno ereditava la linea di pensiero dalle proprie famiglie e veniva educato secondo gli ideali di ciascun genitore... perché appena nati nessuno poteva scegliersi la famiglia che più gradiva. E questo le sembrò molto triste. Un figlio che non voleva seguire le orme dei propri padri, cosa faceva? Ginny sbuffò, scuotendo la testa. Una domanda stupida. Semplicemente non poteva esistere quel figlio. Lei stessa si sarebbe odiata passando dalla parte avversa.

**

 

"Ginny, stai bene? Sei rimasta silenziosa alla fine della serata." Hermione le si fece accanto mentre tornavano al loro dormitorio.

"No, in effetti mi gira un po' la testa..." disse Ginny. Era vero, il pavimento aveva iniziato a muoversi sotto ai suoi piedi.

"Non avresti dovuto bere quella... quella cosa!" disse Hermione con un tono di rimprovero.

"Granita Mille Gusti, Hermione. Mi dispiaceva rifutare la cortesia di Kyle."

Infatti durante la cena, Kyle le aveva offerto quella bevanda. Si era sorpresa della sua strana gentilezza e, pensando che fosse un modo per farsi perdonare, aveva accettato di buon grado la bevanda che le era stata offerta. Ginny si fermò ed Hermione fece lo stesso.

"Hermione vai pure, penso che andrò in infermeria da Madama Chips."

"Ti accompagno."

"Scherzi? Harry non me lo perdonerebbe mai." disse con poca forza Ginny.

L'amica con fare riluttante annuì e lasciò Ginny nel corridoio. La rossa Weasley prese a camminare nella direzione opposta, tenendosi molto vicina alle pareti. Si, si sentiva decisamente male. Il giramento di testa aumentò notevolmente e si pentì di aver rifiutato l'offerta di Hermione.

"Ginny, cosa ci fai sempre qui?" La ragazza guardò nella direzione della voce e vide Kyle in piedi e da solo.

"V-vado in infermeria," disse con poca veemenza. Sentì il ragazzo avvicinarsi a lei, ma per qualche strana ragione, ebbe come l'impulso di scappare. Azione impossibile in quel momento. Sentì la testa diventarle sempre più pesante e il sudore ghiacciarle addosso.

"Vuoi che t'accompagni?" Nel sentire quella domanda, Ginny si ritrasse.

"N-No, ce la posso fare..." rispose poco convinta. Ridusse gli occhi in due fessure e cercò di mettere a fuoco la direzione da prendere. Sentì una mano afferrarle una spalla, ma non ebbe la forza necessaria per divincolarsi.

"Kyle... las-lasciami stare." farfugliò, procedendo di qualche passo. Udì la risposta nitida del ragazzo.

"Non credevo che quella brodaglia avesse questo effetto, ne sono piacevolmente stupito." afferò il mento di Ginny e avvicinò il volto della ragazza al suo. Ginny, seppur consapevole delle intenzioni del ragazzo, capì che il suo corpo non avrebbe fatto resistenza.

"Ma guarda, i due piccioncini civettano perfino nel corridoio."

"Malfoy, sempre tra i piedi." disse la voce sprezzante di Kyle.

"Ohh, mi scusi, ma la scuola è di tutti."

Ginny riconobbe la voce di Malfoy, e per un momento preferì trovarsi da sola con lui, piuttosto che con Kyle. Approfittò di quell'occasione per allontanarsi un poco dal Tassorosso, mentre quest'ultimo con tono falso della voce la persuadeva a lasciarsi aiutare. Ginny fece un profondo sospiro e disse gelida.

"Vattene, mi fai schifo e non provare a toccarmi."

Malfoy emise un fischio. "A quanto pare sono capitato nel mezzo di una lite." Ginny ebbe l'impulso di strozzarlo, ma in quelle condizioni non ne era capace. Kyle sbottò una parola offensiva nei confronti della ragazza e se ne andò a grandi passi. Ginny emise un sospiro di sollievo, poi guardò verso Malfoy.

"Ma-Malfoy..." Il ragazzo, sentendo il proprio nome, tornò a guardare Ginny.

"Mi riesce insopportabile chiedertelo, ma... ho bisogno di un favore."

Malfoy osservò divertito Ginny, mentre quest'ultima appoggiava le spalle contro il muro.

"Un favore, Weasley? E chi ha detto che io te lo faccia?" disse ridendo e fece per andarsene.

"Quell'episodio di stamani... sarebbe divertente da dire in giro." Quelle parole richiamarono Draco sui suoi passi. "Credo che Rosemary lo apprezzerà moltissimo." disse, cercando un tono sufficientemente minaccioso. Sentì Malfoy sbuffare infastidito. Ginny sorrise nel sentire un braccio del Serpeverde che le cingeva la vita per sorreggerla, segno che le sua pacate minacce avevano sortito l'effetto desiderato.

**

 

"Non va affatto bene!"

Ginny non aprì gli occhi, ma riconobbe la voce di Madama Chips.

Non aveva la forza di sollevare le palpebre, quindi decise di desistere. Stava decisamente male, un forte senso di nausea aveva iniziato a torturarla, come se la testa non creasse di per sè pochi problemi.

"M-Madama..." farfugliò Ginny, sollevando un braccio.

"Stia tranquilla signorina Weasley, tra poco il professor Piton sarà qui con una pozione." disse la donna, toccando il braccio della ragazza. Ginny non fu affatto felice di sentire il nome del professore di Pozioni, ma viste le sue condizioni, decise di non mostrare il suo dissenso.

Di lì a poco, Piton entrò nella stanza seguito da una McGranitt notevolmente preoccupata.

"Cos'è successo?" domandò la professoressa di Trasfigurazione.

"E' stata drogata." rispose Madama Chips. La donna ebbe un sussulto e Ginny, che nonostante tutto continuava a rimanere sveglia, si sentì doppiamente male. "Qualcuno deve averle dato qualcosa da bere per ridurla volutamente in queste condizioni."

"Beva questa signorina Weasley." la voce pacata di Piton giunse alle orecchie di Ginny che, aiutata da Madama Chips, bevette la pozione del professore.

"Le ci voranno almeno tre giorni prima di riprendersi completamente."

"Lei, signorino Malfoy, sa forse qualcosa?"

Nel sentire il nome di Malfoy, Ginny si sorprese. Nonostante fossero trascorsi molti minuti, il Serpeverde era rimasto in infermeria. I pensieri di Ginny andarono pian piano affievolendosi, fino a quando il sonno non la colse. Notando che il respiro della ragazza si era notevolmente calmato, Madama Chips tirò le tendine attorno al letto e lasciarono riposare la ragazza, uscendo fuori dalla stanza.

"No, Weasley mi ha scongiurato di accompagnarla in infermeria. E l'ho fatto." disse, senza alcuna emozione nel tono della voce.

"Capisco." disse infine la McGranitt. "Ora può tornare nelle sue stanza, vada." ordinò la donna e Malfoy si avviò verso i sotterranei dei Serpeverde.

**

 

"Come ti senti, Ginny?"

"Male." rispose Ginny. Prima Ron e poi Hermione. Nel giro di una mattina aveva ricevuto la visita di tutti i Griffondoro. La cosa le faceva piacere, ma in quel momento il suo mal di testa atroce non le stava dando tregua. Per sua fortuna, pensò, almeno la nausea era un poco passata. Madama Chips l'aveva visitata quella stessa mattina: aveva la febbre molto alta e per quella non c'era Pozione che tenesse, quindi Ginny doveva pazientemente attendere che gli anti-febbrili da lei inghiottiti facessero il loro lavoro. Si meravigliò di quanto Madama Chips contasse su quei medicinali Babbani.

"Madama Chips mi ha detto che ti hanno drogata!"

"Non esagerare, Hermione..." disse Ginny con tono flebile.

"Ma... mi hanno detto così!"

"Hermione," disse Ginny con la voce un poco roca, "... non urlare..." e con una mano si strofinò la fronte.

"Scusa..." disse sinceramente dispiaciuta la ragazza.

Sapeva benissimo che Hermione aveva ragione. E sapeva anche chi fosse il colpevole. I suoi occhi si strinsero pensando a Kyle McGraw e alla sua maledetta bevanda. Era chiaro, anche dalle parole che le aveva detto quella sera, che era sua intenzione ridurla in quello stato. Provò un moto di odio puro e desiderò averlo davanti per ucciderlo. Hermione, notando le mani dell'amica che stringevano con forza la coperta, sembrò comprendere i pensieri di Ginny.

"Non mi dire che è stato K-"

Una mano di Ginny schiaffeggiò il braccio dell'amica, mentre Hermione alzò un sopracciglio.

"Non hai detto nulla?" domandò, leggermente arrabbiata.

Ginny scosse stancamente la testa.

"Sei troppo buona Ginny! Maledizione, guarda come t'ha ridotto!"

Si era troppo buona. Ma il Tassorosso non l'avrebbe passata liscia. Infatti si era ripromessa che, una volta stabilitasi, sarebbe andata dalla McGranitt a raccontare tutto.

"Non ti preoccupare Hermione..."

La ragazza sospirò e guardò l'orologio che teneva al polso.

"Adesso devo andare a lezione, mi raccomando, fa la brava!"

Ginny le rivolse una smorfia ed osservò l'amica sparire oltre i vetri dell'infermeria.

**

 

Ginny comprese che era giunta l'ora del pranzo sentendo il proprio stomaco brontolare. Udendo il mormorio sommesso provenire dalla ragazza, Madama Chips sorrise ed andò nelle cucine a prelevare una razione del pranzo. Ginny le fu mentalmente grata, ma si ricredette quando vidi la minestra verdastra che la donna le aveva prepato.

"E' fatta con delle erbe medicinali."

Ginny deglutì a forza tutta la brodaglia e, terminata, pensò di stare peggio di prima. Ogni tanto la rossa Weasley lanciava occhiate alla porta dell'infermeria con la speranza che uno dei suoi amici entrasse per farle compagnia; per questo si rallegrò moltissimo quando la figura esile di Erika giunse nella stanza.

"Come sta' la nostra malata?" domandò la compagna affabile.

"Ho ancora la febbre alta." disse Ginny, visibilmente arrossata.

Erika le sorrise.

"Che avete fatto oggi di bello?" domandò Ginny, interessandosi alle lezioni che aveva saltato.

Il volto di Erika sembrò corrucciarsi, fatto che non sfuggì a Ginny.

"Qualcosa non va?"

La Griffondoro prese a grattarsi la base del collo, indecisa se parlare o meno.

"Vedi, oggi si è scatenato il finimondo..." disse Erika, titubante.

Ginny osservò stranita la ragazza, invitandola a continuare.

"Quei Tassorosso sono dei deficienti," prese a dire con foga ,"e i Corvonero li spalleggiano!"

"Aspetta, aspetta..." disse Ginny, incrociando lo sguardo ,"incominciamo da capo, ok?"

Erika fece un profondo respiro e prese una sedia per potersi sedere accanto alla compagna.

"Oggi, durante la lezione di Trasfigurazione alcuni Tassorosso hanno trasformato dei Grifondoro!"

"In cosa se è lecito saperlo?" domandò Ginny curiosa.

"Err, dunque, la lezione di oggi si intitolava Come diffidare dei porcelli Ghardeniani..."

La sonora risata di Ginny richiamò l'attenzione di Madama Chips.

Erika gonfiò le guance e disse stizzita "NON c'è niente da ridere!"

Ed alzandosi, si scostò la gonna, mostrando a Ginny una piccola molla rosa.

"Ma quella..."

"Si, hanno trasformato ME!" esclamò Erika con le lacrime agli occhi, mentre tornava a nascondere la sua coda da suino.

Dopo qualche attimo di silenzio, Ginny prese a ridere sguagliatamente di fronte all'amica e a niente valsero gli ammonimenti di Madama Chips.

"Quando sua Maestà ha finito..." disse imbronciata Erika, incrociando le braccia al petto.

"Scusa," disse Ginny asciugandosi gli occhi ,"ma non me l'aspettavo..."

"Quel che è peggio è che dopo Grifondoro e Tassorosso se le sono date di santa ragione a suon di Trasformazioni! E la McGranitt ha tolto a ciascuna casa cento punti!"

Ginny si ricompose ed osservò il volto infervorato dell'amica.

"Cento punti non sono pochi..." riflettè la rossa.

"Comunque lo stesso è successo tra Serpeverde e Corvonero. Oggi avevano insieme una lezione di Hagrid e hanno iniziato a istigarsi gli animali contro."

"Sembra che in questa scuola siano impazziti tutti," osservò Ginny, stupita nel sentire certe notizie.

"Ti sbagli Ginny, solo i Tassorosso e i Corvonero stanno andando di matto." ci tenne a specificare Erika.

Ginny rimase in silenzio, ma aveva la netta sensazione che tutta quella baraonda dipendesse in parte anche da lei. La voce di Erika la riscosse dalle sue riflessioni.

"Come amica dovrei starmene zitta, ma sono sicura che lo verresti a sapere comunque... e allora dopo mi uccideresti di sicuro."

Ginny alzò un sopracciglio, guardando Erika con uno sguardo perplesso. Osservò l'amica mentre estraeva da una tasca della gonna un biglietto accartocciato. Prima di porgerlo a Ginny, Erika controllò che Madama Chips non fosse nelle vicinanze e pregò Ginny di non leggerlo a voce alta.

"Pare che all'insaputa dei professori, i Prefetti di Tassorosso e di Corvonero vi abbiano lanciato una sfida."

Dopo aver letto quelle poche righe scarabocchiate, Ginny capì che Erika alludeva a lei e a Malfoy.

"Ma per quale ragione vogliono fare una cose del genere?" domandò Ginny, seriamente preoccupata. Erika sollevò le spalle, segno che anche lei era all'oscuro di tutto.

"Da quel che ne so," aggiunse la Griffondoro ,"pare che siano stati i Prefetti ad istigare i propri compagni."

Ginny rimase in silenzio, ed Erika ne approfittò per parlare.

"Io non vorrei dire chissà cosa, ma ho paura che questa sia una ripicca di Kyle."

Nel sentire il nome del ragazzo, Ginny alzò lo sguardo sulla ragazza.

"Ripicca?" ripetè Ginny. Erika osservò sorpresa l'amica.

"Non mi vorrai dire che non ti sei accorta dell'amore morboso che quel Tassorosso prova per te?"

Ginny arrossì, ma stavolta non per colpa della febbre.

**

Quando Erika se ne andò, Ginny tornò a leggere il foglietto che l'amica le aveva consegnato. L'indomani si sarebbe dovuta presentare all'entrata della Foresta Proibita, dove avrebbe trovato gli altri Prefetti. Si meravigliò di come la Foresta Proibita riscuotesse tanto successo e si ricordò della sua esperienza. In quel pezzo di carta non veniva minimamente accennato, ma le parve chiaro che presto avrebbe di nuovo messo piede nel luogo più proibito di tutta Hogwarts.

Vedendo Madama Chips sopraggiungere, nascorse il foglio sotto al cuscino e si infilò ben bene sotto alle coperte.

"Signorina Weasley, ho paura che la sua permanenza in infermeria verrà prolungata." disse calma la maga.

Il volto di Ginny divenne un misto tra lo sconcertato e il preoccupato.

La donna le sorrise rassicurante. "La sua febbre sembra non voler scendere, ma non si preoccupi, la rimetterò in sesto al più presto."

Ginny guardò Madama Chips che si allontanava nella stanza adiacente.

E adesso come faccio?

Per buona parte della notte, Ginny non riuscì a chiudere occhio. La febbre sembrava non volerle scendere, tanto che quel pomeriggio aveva ricevuto una visita di sua madre e Ginny aveva notato un'ombra di preoccupazione nel suo sguardo. Per il resto, sentiva il suo corpo più appesantito, mentre il sudore, freddo, le rimaneva aderente in tutto il corpo. Una sensazione che Ginny giudicò molto sgradevole. Inoltre, la preoccupazione per il giorno seguente la stava attanagliando; in quelle condizioni le era impossibile presentarsi alla sfida, ed anche eludere la sorveglianza di Madama Chips non era per niente semplice. Però, la sua mente ripensava molto spesso alle ultime righe di quel messaggio:

Se non vuoi oltremodo essere reputata una sgualdrinella, ti consiglio caldamente di presentarti.

Compresa la firma,

Kyle McGraw

Il cambiamento repentino del Tassorosso l'aveva visibilmente turbata. Sembrava che il ragazzo provasse un gusto sadico nel torturarla. Le lanciava addosso le ingiurie più offensive, la scongiurava di mettersi di nuovo con lui, l'avvelenava con chissà cosa e, dulcis in fundo, tornava a chiamarla sgualdrina senza nemmeno il coraggio di presentarsi davanti a lei. Quattro aspetti legati a Kyle che facevano scattare le sue difese immunitarie contro il Tassorosso. Non riuscendo a comprendere il comportamento del ragazzo, Ginny si alterò, impotente in tutta quella situazione. Avrebbe voluto il Tassorosso di fronte a lei per gridargli contro tutte le malignate che aveva in mente in quel preciso momento. Nemmeno con Malfoy la sua fantasia galoppava tanto.

Al pensiero del Serpeverde, Ginny tornò a chiudere gli occhi. Probabilmente la stessa lettera era stata consegnata anche a lui, in quanto Prefetto dei Serpeverde, forse scritta con diciture diverse. E, conoscendo vagamente l'orgoglio del biondo Malfoy, era sicura che almeno lui si sarebbe presentanto.

Malfoy rappresentava un'altra incognita della sua equazione mentale. Aveva avuto modo di approfondire la conoscenza del Serpeverde l'anno precedente, quando per uno strano scherzo del destino, si erano volutamente messi insieme. Ginny era sempre stata convinta che le persone celassero sempre una seconda personalità, quella parte di loro stesse più debole e tendenzialmente più fragile, credeva a ciò come a un credo. Malfoy, invece, era stato capace di smentire perfino quel suo pensiero superfluo; perché Malfoy era esattamente come appariva: freddo, scostante e subdolo, pronto a prendersi gioco delle persone, pronto a ferirle. E benché avesse trascorso dei momenti piacevoli in sua compagnia, la freddezza del ragazzo era talmente radicata in lui, che rendeva impossibile un ulteriore avvicinamento. Inoltre, all'apice della vita di Draco Malfoy, stava il padre Lucius. Una persona degna del cognome che portava. Un fedele di Voldermort, schierato tra le fila dei Mangiamorte al suo servizio. Un uomo che aveva programmato per filo e per segno il destino del proprio unico figlio. E Ginny non aveva mai dimenticato lo sguardo maligno e freddo che le aveva rivolto il giorno in cui l'aveva vista baciarsi con Draco. Uno sguardo colmo di odio, di ira e di disprezzo. Disprezzo che nasceva nel vedere suo figlio tra le braccia di una Weasley, figlia di due Membri effettivi dell'Ordine.

Non osare avvicinarti mai più a Draco.

Aveva sentito quelle dita fredde e sottili circondarle il collo, mentre con lo sguardo aveva intravisto il Marchio che l'Oscuro Signore infliggeva sulla pelle dei propri devoti. I Malfoy non provavano pietà per le loro vittime, nessun tipo di compassione o commiserazione. Probabilmente nemmeno sapevano amare, perché l'amore si contrappone all'odio. E la vita di un Malfoy non conosce opposti.

La morte non è un gioco, Weasley. E' fredda, agghiacciante. E' sofferenza. E tu, sei davvero disposta a soffire?

No, lei non voleva soffrire. Era cresciuta senza conoscere in pieno il significato di quel sentimento, sofferenza. Non aveva mai provato un dolore o una rabbia tali da uccidere qualcuno, mentre tale rabbia e tale dolore erano presenti negli occhi di Lucius e Draco Malfoy. Lei non avrebbe mai capito le loro intenzioni, non avrebbe mai compreso i loro ideali, semplicemente perché non poteva comprenderli per natura. Lei era una Weasley, pertanto un individuo devoto alla Luce.

Se non vuoi morire, Weasley... vattene, sparisci dalla mia vita. Esseri spregevoli come te non meritano di stare con me.

E con quelle parole, si era conclusa la sua breve storia d'amore ed era iniziato il suo graduale allontamento da Malfoy. Quel giorno, in quel corridoio completamente vuoto, tra quelle parole che risuonavano fredde e taglienti, Ginny aveva intravisto le fasciature che Draco Malfoy cercava ostinatamente di coprire con i propri abiti. Ed ogni fasciatura bendava una ferita che suo padre gli aveva inferto e che lei aveva contribuito a creare. Ferite che, anche se rimarginate, avrebbero continuato a sanguinare nell'animo scostante di Malfoy. Per questo, quel giorno, non provò nè rabbia, nè dolore. Bensì sentì il suo cuore colmo di quel sentimento che solo gli esseri della Luce potevano provare: la pietà.

 

 

Dall'Autrice: vi prego di perdonarmi se non sono riuscita a rispettare le scadenze bi-settimanali, ma se avete avuto modo di leggere il mio livejournal (il cui link è reperibile nella mia pagina account) avrete sicuramente capito che è stato un periodo estremamente impegnativo per via degli esami universitari. Infatti, ho deciso di laurearmi il prossimo anno, quindi devo dare più esami che posso. E credetemi, si arriva ad utilizzare il computer solo per gli slides/lucidi delle lezioni, è deprimente. Il lj è sempre e comunque l'unico sito dove mi faccio viva costantemente :)

Vorrei ringraziare tutti coloro che sono tornati a leggere Anatema e tutti coloro che sono nuovi di questa storia. Grazie mille!

Claudia

 

  
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