28/12/2012
13 recensioniAl Washington Navy Yard.
«Squadra, cosa abbiamo?» Gibbs si diresse verso la sua scrivania, appoggiandoci sopra il caffè.
«Marine morto, capo. 35 anni, congedato tre mesi fa e tornato nel nostro paese solamente la settimana scorsa.» disse Tony, avvicinandosi allo schermo con il telecomando in mano.
«Non aveva famiglia» l’agente David si alzò dalla sedia e si unì al gruppo «e neanche una compagna, da quello che sappiamo. Abbiamo l’indirizzo dell’abitazione».
«Ho recuperato i suoi tabulati telefonici e sto scaricando il conto corrente bancario in questo momento. Tra due minuti potrò dirvi di più.» McGee parlò dalla sua postazione, le dita che scorrevano veloci sulla tastiera.
Jethro riprese il caffè e si incamminò verso l’ascensore.
«Capo, dove sta andando?» chiese il pivello.
«Da Ducky, Timothy. Dove credi che stia andando?»
«Ma capo, non abbiamo ancora il corpo»
L’agente alzò un sopracciglio «Continua, McGee!»
«Sì, non è arrivato, in questo momento si trova ancora a New York e..»
«Avvisami quando arriva». Si girò dalla parte opposta e andò verso l’ufficio di Vance.
Al 12esimo distretto di New York.
«Uomo bianco, 35 anni, single. Non abbiamo nient’altro». Esposito attaccò la foto della vittima sulla lavagna esponendo alla detective incaricata quel poco che fin’ora sapeva sul caso.
«Va bene, dimmi quando il corpo arriva, intanto chiamo Castle».
«Ma il caso non è stato affidato all’NCIS? L’uomo ucciso era un marine.» Ryan arrivò con una tazza di caffè in mano.
«Cosa? A me non è stato detto niente!»
Espo e Ryan alzarono le spalle contemporaneamente. Kate si alzò dalla scrivania e si diresse verso l’ufficio della Gates.
«Io e Castle all’NCIS? No no, non se ne parla».
Lo sguardo del direttore la fulminò e Beckett rimpianse di aver scelto questo lavoro.
«Si da il caso che qui, chi comanda, sono io» la Gates si alzò dalla sedia e porse alla sua migliore detective quattro biglietti aerei per Washington. «Verranno anche Ryan ed Esposito. Mi aspetto da voi la massima collaborazione. E stai attenta allo scrittore, di lui mi fido poco».
Kate fece segno di assenso con la testa e uscì dalla stanza.
«Pronto, Kate?»
«Ti piacerebbe andare a Washington?»
«E’ una domanda trabocchetto, vero?»
«Per niente, prepara le valigie che ci tocca partire».
Detto questo Kate riattaccò il telefono e si appoggiò con la testa sulla braccia incrociate sopra la scrivania.
«Tutto bene?» Ryan si sedette lì sopra accanto ai documenti di un vecchio caso e le porse una tazza di caffè che aveva appena fatto.
«No, per niente.» prese la tazza e bevve un sorso. «Non riesco a capire che mi succede. È tutto così strano.»
«Allora cambiare aria ti farà bene. Conosco il locale migliore del Maryland, prometto che ti ci porto».
Sorrise alla donna, che ricambiò.
«»Grazie, Kevin si alzò e lo baciò sulla guancia.
Il detective Ryan era il suo migliore amico, le riempiva il cuore vedere quello che faceva per lei. Le voleva bene, avrebbe fatto di tutto per vederla felice, e ci riusciva sempre.
Lui le fece l’occhiolino e se ne andò alla sua scrivania, portando con se quei documenti per archiviarli.
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Note: E’ la prima volta che scrivo una crossover, quindi è ancora una cosa un po’ sperimentale.
Spero comunque che vi piaccia, ditemi che ne pensate. :)
Un bacione
-M