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Autore: Lady Grace    28/12/2012    0 recensioni
[...] il babbo annuncia che da lì in poi saremmo sempre stati scortati da guardie del corpo. E fin qui, vi chiederete, cosa c’è di strano? Ed io vi dico niente: con qualcuno che avrebbe vegliato su di me ventiquattro ore su ventiquattro, avrei potuto liberare la mente e non temere alcun tipo di pericolo o minaccia. E sarebbe anche stato così, se solo la guardia del corpo a me capitata non fosse stata il prototipo del sex symbol Hollywoodiano.
Genere: Avventura, Parodia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Come piume al vento.
Capitolo I.




Madisen Whatley ridacchia, poggiandosi allo schienale della sedia.  
  «Non è divertente!» la rimprovero.
  «Per me sì.» dice semplicemente, iniziando a scrivere sul quaderno.
Il Professor Collins si gira, guardandoci in cagnesco.
  «Signorina Rogers, vorrebbe essere lei la fortunata interrogata di oggi?» Fortunata? Ma stiamo scherzando? Ieri non  ho neanche potuto fisicamente aprire il libro di matematica, troppo impegnata a darmi della stupida. Scuoto il capo.
  «Allora veda di tacere.» mi intima, prima di tornare a scarabocchiare sulla lavagna.
Madisen mi guarda e ride. Mi mordo il labbro – sono masochista, sì – e trattengo tutto quello che le vorrei urlare in faccia. Da quando ci siamo sedute qui, alla prima ora, lei continua a beffarsi di me per la figuraccia di ieri che ho fatto con Cruz McCree. Come darle tutti i torti? Rido. Inevitabilmente scoppio in una fragorosa risata. Mad mi guarda, finendo per fare la stessa cosa e catturando nuovamente l’attenzione del prof.
 «Venga pure Rogers, questo posto vuoto alla cattedra è tutto suo.»
Me la sono cercata, lo devo ammettere. Sbuffo, cercando di contenermi. Faccio come da lui ordinatomi  e cammino fino a trovarmi esattamente al suo fianco. Cyril Cooper, un mio buon amico, mi fa un cenno con la testa dall’altra parte della cattedra. Evidentemente i fortunati oggi saranno due. 
 «Bene, Rogers, inizi lei a descrivermi il concetto di integrale indefinito.» Si, anche io le voglio bene professore…
 Guardo Cyril spaesata, non ho idea di quello che devo rispondere e conto in una maniera spudorata sul suo aiuto. Fingi di stare male, mi dico. Un attacco cardiaco, stenditi a terra e fai finta di stare per morire. Vivienne, questa è la tua ultima occasione.
  «Rogers lo sa?»
Sì Rogers, lo sa? No che non lo so, altrimenti avrei risposto, no? Sbuffo, arrendendomi all’evidenza che tra meno di cinque secondi il Prof. Collins mi darà un’indesiderata F.
  «Rogers, quante volte dovrò ripeterle che bisogna studiare? Ora, io non so se in questi giorni sia capitato qualcosa di così importante da impedirle di aprire il libro, ma le consiglio di rimettersi in carreggiata se non vuole essere bocciata. Le ricordo che quest’anno lei ha anche l’esame.»
Mi fisso i piedi ed annuisco. Lo so che ha ragione. Il prof. Collins ha più che ragione.
 «Se nella prossima verifica lei raggiungerà un voto più alto della C, potremo evitare un’interrogazione. Altrimenti sarò costretto a risentirla.»
Annuisco nuovamente e vado al posto.  Cyril, neanche dopo dieci minuti, torna a sedersi difronte a me, dopo aver preso il mio stesso voto.
Mad mi guarda, ma stavolta non c’è nessun accenno ad un sorriso sulla sua bocca. Mi sillaba un “mi dispiace”. Alzo le spalle.
  «Non è colpa tua.»
  «Ma di un infermiere sexy, vero?» domanda. E si pente immediatamente di quanto detto, perché la guardo con il cipiglio alzato mentre si porta una mano sulla bocca. E non avrebbe mai dovuto nominarlo, perché Cruz McCree è la fonte di tutti i miei problemi. E se questa è la situazione che si crea dopo neanche un giorno che lo conosco, non vedo l’ora di vedere cosa accadrà tra un mese. Finirò in un mare di guai, me lo sento.
  «Bene, quindi aprite il libro a pag- il prof non fa in tempo a finire la frase che la campanella suona, dando il via libera ad una mandria di alunni impazziti di precipitarsi fuori dalla classe, -Ok, come non detto. Arrivederci.»
   «Allora Viv, ieri Madisen mi ha raccontato della tua… gaff con un certo Cruz McCree.» dice una ragazza dalla pelle ambrata entrando in aula. Lei è Lila, una delle mie migliori amiche. È di origine egizia e questo ben si riflette sulla sua carnagione. E ciò è sicuramente una delle cose che amo di più di lei: questo marroncino chiarissimo unito a degli occhioni color miele e dei lunghi capelli neri sono la cosa più bella del mondo. Dopo Cruz McCree ovviamente. Mad invece è una tipica bellezza: bionda con gli occhi verdi. L’unico suo difetto, se vogliamo chiamarlo così, è che è alquanto magra. Ha le curve, sì, ma qualche kilo in più non le rovinerebbe la linea. Dietro alla mora c’è un’altra ragazza, Chyler, l’ultima arrivata del gruppo. Lei è incredibilmente timida e la cosa è solo uno svantaggio. Ha due pupille nere ed i capelli di un biondo chiaro. Inoltre, anche se non ha la pancia piatta o i fianchi stretti, è bella. E lo è ancora di più perché sorride sempre. Semplicemente è troppo riservata e richiede molto tempo prima di aprirsi a qualcuno. Ed infine io… io ho due occhi celesti, una folta chioma castana e l’unico mio pensiero al momento è Cruz McCree e di quanto sia grosso e muscoloso e-
  «Viv! Hey! Stai ancora pensando al tuo bellimbusto?» scuoto la testa.
  «Eh? No, no! Diciamo però che qualcuno dovrebbe iniziare a farsi i fatti propri,» butto lì, vedendo Madisen ridersela con l’egiziana.
  «Io lo voglio vedere ‘sto gran pezzo di figo!» afferma Lila, abbracciandomi.
  «Io non ho mai detto che lo fosse!» mi difendo. Mad strabuzza gli occhi.
  «Viv, quante volte me lo hai ripetuto ieri al telefono?»
  «Io non ho mai detto niente del genere, lo posso giurare!» tutte e tre mi guardano scettiche.
  «Ok, e se anche l’avessi fatto?» insomma, Cruz McCree è un bel pezzo d’uomo, se solo lo potessero essere nella mia situazione capirebbero il mio punto di vista.
  «Allora voglio vederlo anche io!» inzia Lila.
  «Non ve lo farò mai incontrare, altrimenti me lo potreste rubare.» mi fa il verso Madisen. Lila la guarda lei, poi me ed infine scoppia in una cristallina risata.
  «Oddio mio Rogers, tu sei andata!»
Le fissò leggermente infastidita.
  «Non c’è nulla di male ad ammettere che hai preso una grossa cotta per un uomo di cui sai a malapena il nome.» dice Chyler, sorridendo. Nah, con lei non posso prendermela.
  «Aspetta, aspetta, aspetta. Di chi si è presa una cotta la mia donna?» esordisce Jared Mattson, nonché il mio fidanzato, avvicinandosi a me. Lo dicevo che Cruz McCree mi avrebbe cacciato in grandi, grandissimi guai.
  «No, stavamo discutendo perché Lila ha preso una sbandata per un uomo che conosce da neanche un giorno.» spiega Chyler, sorridendo. Le altre due ridono ed in un attimo le fulmino con gli occhi. Mad ghigna diabolica, massaggiando una spalla alla mora.
  «Allora vi dispiace se rubo la mia ragazza per un po’?» tutte annuiscono, uscendo dalla classe.
  «Vengo da te oggi?» domanda, iniziando a baciarmi il collo. No, no, no. Nessuno mette piede nella casa di Vivienne Rogers e Cruz McCree. Nessuno.
  «No, la mamma ha ospiti.» mento, allontanandomi un po’. Posso le mani fra la sua cresta bionda e perdendomi nelle sue iridi celesti. Stiamo insieme da più o meno un anno, ma le cose fra noi inizialmente non sono andate come sperato. Si avvicina pericolosamente al mio viso, catturandomi le labbra. Mi spinge delicatamente verso la parete dell’aula, lasciandomi intuire chiaramente i suoi intenti. No, non mi farò prendere da nessuno su una parete. A meno che questo qualcuno non sia Cruz McCree. Oddio, ma cosa sto pensado!
Lo fermo immediatamente. Non che io sia così pudica da non volerlo fare in classe, ma non mi sembra corretto nei confronti di Jared farlo con lui mentre penso ad un altro. Il cui nome, specifico, non  è Cruz McCree.
  «Tutto bene?» mi chiede dolce, tornando a baciarmi il collo.
  «Sì. Sai cosa, oggi non riesco neanche a venire da te. Quindi mi sa che l’appuntamento  salta.» Jared annuisce, abbracciandomi. Perché devi essere tutto così difficile? E prima che io possa pensare ad altro, suona nuovamente la campanella.
  «Cos’hai ora?» domanda per poi baciarmi.
  «Inglese.» rispondo, per poi vederlo guardarmi allusivo.
  «Agli un quarto.» mi prega.
  «No Jay, oggi non posso uscire. Non voglio rischiare di perdermi troppa spiegazione.»
  «Tanto so che verrai.» scuoto la testa.
  «Non oggi. Davvero Jared, non posso chiedere di andare in bagno e stare fuori per quaranta minuti! Se ne accorgeranno prima o poi!»
  «Non saranno proprio quaranta! Faremo più velocemente stavolta, giuro.»
  «No io…» tento di dirgli prima di vederlo uscire frettolosamente dalla classe.
  «Agli un quarto nei bagni del terzo piano. A dopo.» mi manda un bacio prima di sparire tra la folla.
Scorgo Lila però entrare di corsa guardandomi e ghignando.
  «Cosa vuoi?» le domando stizzita.
  «Solo sapere com’è andare a letto con uno quando si ha in testa Cruz McCree.»
  «Lila Mixon sparisci immediatamente dalla mia vista prima che ti cambi tutti i connotati.»
  «Sai, è un peccato, soprattutto perché lei non ha una guardia tipo Cruz McCree a difenderla.» dice Madisen superadomi. Prima però si ferma e mi dà un bacio sulla guancia.
Fingo di non averla sentita e mi scanso.
  «Vi odio, tutte e due.» e le furbette se la ridono. Ma mentre una si dilegua, l’altra si va a sedere al suo banco. Mi giro e la fisso con aria arrabbiata.
  «Signorina Rogers, vada a sedersi.» mi riprende la Professoressa Craven facendo il suo ingresso in aula. Si accomoda alla cattedra mentre raggiungo Mad, la quale sta ancora spudoratamente ridendo di me.
  «Oh Viv quanto bene ti voglio!» se ne esce abbracciandomi.
  «Sei una traditrice!» la accuso, ghignando a mia volta. Sebbene sembri il contrario, non mi importa molto del fatto che lei lo abbia detto alle altre, o che mi stiano continuamente prendendo in giro. Alla fine posso farle pestare da Cruz McCree. Rido al solo pensiero della scena.
  «Va bene ragazzi, adesso prendete il libro e leggiamo il sonetto a pagina 205. Chi è così cortese da offrirsi di leggere?» come al solito tutta la classe fissa la secchiona di turno, Isabel Apple, la quale si accinge ad interpretare il brano. Dopo circa dieci minuti alzo la mano, chiedendo alla Professoressa di andare in bagno.
  «Signorina Rogers, è appena suonata, non poteva andarci prima?» non so cosa rispondere.
 «È così urgente? Se sì, vada.» In realtà non è urgente per niente. Jared può soddisfare i suoi bisogni da solo. Non ha realmente bisogno di me, no?
Ma come non detto mi alzo e mi dirigo fuori dall’aula. So di avere gli sia gli occhi della Prof che di Madisen addosso. Questa sostiene che non sia bello “divertirsi” durante le ore di lezione, mentre la seconda non vuole che qualcuno manchi durante la sua. Ma non ho tempo per fermarmi.
Velocemente salgo fino al terzo piano per raggiungere il bagno. Appena entro non vedo nessuno se non un ragazzino di prima uscire. Improvvisamente due braccia mi circondano. Cruz McCree mi ha finalmente trovata. Ma a mio grande (dis)piacere si tratta di Jared. Mi trascina dentro con lui e inizia a baciarmi sensuale il collo, portando entrambe le mani sotto la mia camicetta. Mi volto per catturare le sue labbra e lui repentino mi sfila il banco indumento. Continua poi con i jeans, mentre io con una lentezza disarmante mi disfo nel suo maglione. Scendo poi fino a raggiungere i pantaloni e abbasso la zip. Ma quando fa per togliermi il reggiseno, apro gli occhi.
  «Non posso Jay.» dico rivestendomi.
  «Perché?» domanda lui affannando.
  «Perché non posso, scusa.» concludo precipitandomi fuori dal bagno. Gli parlerò, solo tra un po’. Certo di ricompormi, prima di rientrare in aula.
La Craven adesso sta spiegando non so cosa e mi fissa perplessa.
  «Va tutto bene Signorina Rogers?» annuisco, evitando di parlare perché ho ancora il fiatone e mi torno a sedere accanto a Madisen. Questa mi guarda preoccupata, lasciandomi interpretare un “cos’è successo”. Scuoto la testa e sibilo un “niente”. Tutta colpa della mia coscienza… e di Cruz McCree.
 
*
 
Al suono dell’ultima campanella infilo tutti i libri velocemente nella cartella. Cruz McCree mi attende qua fuori per portarmi a casa ed io non ho intenzione di farlo aspettare.
  «Viv, mi dici cosa è successo prima?» domanda Madisen, incamminandosi fuori dall’edificio con me. Non ho voglia di risponderle. Ma le sorrido.
  «Vedi Cruz McCree da tutte le parti.» più che una domanda la sua è un’affermazione. E mi stupirei anche della sua perspicacia se non fosse la mia migliore amica. Oppure sono io che parlo così tanto di Cruz McCree a tutti che finisco per risultare ovvia.
  «Più o meno. Aggiungici un pizzico di coscienza et voilà!» spiego, aumentando il passo.
  «Vivienne Rogers, ti proibisco di andare così veloce! Guarda che Cruz ti aspetta lo stesso! È la tua guardia del corpo, non può lasciarti qui!»
  «Chi è Cruz McCree?» ecco che torna nel momento meno opportuno. Jared mi raggiunge e mi passa un braccio sopra le spalle.
  «Il mio nuovo istruttore di nuoto.» mento ancora, fissando un punto non preciso fuori dalla porta. Madisen stranamente non scherza né con Jared né con me.
  «Ehi, piccioncini, venite a pranzo con noi?» Lila si avvicina a noi con il suo solito sorriso.
Guardo Jared.
  «Oggi non posso proprio venire.» si scusa, aumentando la stretta attorno al mio collo.
  «Io nemmeno.» dico, provocando il riso di Chyler e Lila. Mad continua ad avere la sua espressione seria, fissando qualcosa oltre la porta.
  «Io allora vado. Ci sentiamo ok?- mi sussurra nell’orecchio, baciandomelo, - ci vediamo domani ragazze.» saluta educatamente le altre. Jared si allontana.
  «Bhe, ora che il rompiscatole non c’è più, puoi dirmi se quel grossissimo pezzo di figo che sta camminando verso di noi è Cruz McCree? »
Cosa Cruz McCree? Cruz McCree? Dove? Quando? Perché? Cruz McCree? Oddio.
Madisen ha indovinato: Cruz McCree si sta avvicinando. Pensavo che le guardia del corpo indossassero speciali giubbotti antiproiettile, pantaloni militari ed elmetti verdi! Invece la mia guardia indossa una camicia blu aperta con sotto una canotta nera, dei jeans dal cavallo basso e un paio di Converse bianche. Se io non sapessi che lui è (il mio)  Cruz McCree, allora lo scambierei bellamente per un alunno dell’istituto.
  «Signorina Rogers, possiamo andare? Buongiorno.» mi dice Cruz McCree rivolgendo un saluto anche alle mie amiche. Lila lo fissa imbambolata, Madisen non riesce a togliergli gli occhi dal cu- posteriore, io mi perdo a contemplare cotanta bellezza e Chyler è l’unica presentabile perché il suo fidanzato, Braden Walters, arriva e se la porta via.
Non svenire Vivienne. Non svenire.
  «Signorina Rogers, possiamo andare?» ripete Cruz McCree. Ha tutti gli occhi addosso, ma nonostante ciò non mostra imbarazzo. Ma sta flirtando con Lila? Perché continua a guardarla?
  «Si, andiamo.» concludo, trascinandolo via di lì. «Vi chiamo dopo.» sillabo alle mie amiche.
Cruz McCree, quel Cruz McCree, mi apre la portiera e mi fa entrare in macchina. Sale anche lui, appoggiando il piede sull’acceleratore. O mio Dio. Sono a pochi centimetri da Cruz McCree che mi sta per scarrozzare fino a casa. O mio Dio. O mio Dio, l’ho già detto?
  «Sono le sue amiche quelle?» domanda cortese Cruz McCree riferendosi a Lila e Mad.
  «Sì. – inizio, - Ma sono fidanzate.» mi sento in dovere di aggiungere. Anche Lila Mixon.
  «E lei lo è?» no. Tutto ma non questo. Anche tu lo sei, Viv. Vorrei tappare la bocca alla mia coscienza immediatamente. Jared in questo momento non conta, ok?
  «Sì.» mi arrendo all’evidenza.
  «C’era un ragazzo biondo prima, all’uscita, che mi fissava in cagnesco. Non vorrei avesse frainteso.»
Cosa avrebbe dovuto fraintendere, scusa? E perché Jared dovrebbe fraintendere? E poi cavolo, devi essere interessato a me, non a quello che pensa Jared Mattson! Di grazia!
  «No, Jared è un tipo comprensivo.» mi affretto a spiegare.
  «Bene. Posso portarla a casa o deve andare da qualche altra parte?» domanda.
  «Per oggi possiamo andare a casa.» concludo.
Improvvisamente Cruz McCree ferma la macchina ad un lato della strada.
  «Penso sia guasta, o qualcosa del genere.» dice. E non poteva accorgersene prima?
 E mentre Cruz McCree continua a trafficare con qualcosa nel cofano dell’automobile, io non posso fare altro che contemplare nuovamente i suoi dorsali perfetti. O mio Dio. Ha due spalle gigantesche, i muscoli così accennati, oggi i suoi capelli sono ancora più selvaggi di ieri. Siamo sicuri che sia umano?
Cruz McCree alza gli occhi su di me e sorride. O mio Dio.
  «-ers mi verrebbe a dare una mano?»
Cos’ha detto?
  «Signorina Rogers mi verrebbe a dare una mano?» ripete. Certo che te la do! La mano, intendo… però ti darei anche qualcos’altro. Tutto quello che vuole Signor. McCree!
Cruz McCree continua a fissarmi. Adesso mi bacia, prego.
Cruz McCree si avvicina e sorride, «No, non voglio fungere da meccanico sexy, ok?» 

  
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