Capitolo
18.
Senza
nemmeno sapere perché, mi ritrovai sui bastioni, a
contemplare la valle che si
stendeva ai piedi del Fosso: eravamo incastonati fra le montagne, in
posizione
rialzata, protetti da ampie e forti mura, ma pur sempre incastrati. La
mente
elaborò da sola un mare nero, fatto di lance e picche
oscillanti al vento, da
cui provenivano grida alte e rozze, che invocavano morte e distruzione
per noi,
uomini e donne dell’Ovest, per le nostre terre e i nostri
figli. Trassi un
profondo respiro, improvvisamente gelata al sole del primo pomeriggio. Saranno qui al calare della notte, aveva
detto Aragorn, e il sole correva inesorabile verso il tramonto. Non ce la faremo.
“
E’ disperazione quella che
sento nella tua mente? “
La voce di Giulia mi colse di sorpresa, facendomi sobbalzare, cosa che
mi
procurò l’occhiata curiosa di un paio di guardie
reali. Facendo finta di
niente, mi poggiai alle mura con le mani, adocchiando un paio di nuvole
particolarmente scure. “ Ho le
stesse
sensazioni di quando ho combattuto per la prima volta, solo
che… “ Giulia
attese in silenzio che proseguissi. Sospirai. “
Quella volta avevo così tanta rabbia in
corpo…”
“
Rabbia? “
“
Si. Ero così arrabbiata… perché
Boromir mi trattava come qualcosa da proteggere, qualcosa da salvare,
qualcosa
di indifeso, senza capire che sotto questa scorza di femmina ci sono
unghie e
denti capaci di graffiare e mordere. “
“
E perché non hai questa rabbia
adesso? “ La
domanda mi lasciò spiazzata: perché non
c’era? “ Ad essere in te,
io sarei molto arrabbiata. “ Sentii le emozioni
di Giulia crescere, forti, e insinuarsi in me come tentacoli rosso
sangue. “ Questi figli di puttana
vengono ad
uccidere tutto quello per cui hai vissuto e amato, vengono a
distruggere la tua
terra e a prendersi la tua vita e tu non sei arrabbiata? Io sono
furente! “
Percepii l’ira crescente di mia sorella, sentendo sorgere
anche in me la
scintilla della rivolta. “ Sono
furente
perché questo mondo è troppo bello per essere
mandato a puttane da un branco di
orchi puzzolenti, capitanati da uno stronzo che non ha nemmeno un
corpo! “
<<
Sono così furiosa che stanotte trafiggerò ogni
orco che mi si parerà davanti,
solo per ricordarmi che ogni orco preso sarà un bambino
risparmiato! Combatterò
fino allo stremo delle forze, finché la vita non mi
abbandonerà, finché la
spada non mi cadrà di mano! >> La voce di
Giulia mi giunse forte e chiara
non più nella mente, bensì dal cortile alle mie
spalle. Mi affacciai e la vidi,
faccia a faccia con Legolas, con una piccola folla attorno a loro. La
sentii
più arrabbiata che mai, ma cos’era quella punta di
rimpianto che sentivo in
fondo? << Potranno anche essere un milione, ma non mi
nasconderò dietro
la disperazione, mi rifiuto di farlo! E dovresti rifiutarti anche tu!
>>
Continuò mia sorella, gesticolando e alzando sempre di
più il tono di voce.
Legolas le prese con delicatezza le mani, ma lei lo respinse in malo
modo,
spingendolo lontano da lei. << Dovresti rifiutarti di
cedere, dovresti
combattere con me, e invece ti lasci andare alla paura! Non ti voglio
attorno a
me! Va via! >>
Legolas la
guardava, ferito. Le disse qualche parola in elfico, ma Giulia
girò sui tacchi
nonostante i richiami di lui. “ Giulia! “ La
chiamai nella mente,
incrociando lo sguardo dell’elfo. Scesi i gradini,
avvicinandomi mentre la
folla si disperdeva. << Che è successo
stavolta? >> Chiesi, mentre
Legolas aveva ancora lo sguardo fisso sulla schiena di Giulia sempre
più
lontana. << Quell’essere ribelle.
>> Borbottò, sospirando piano.
<< Sei già stata nell’armeria?
>> Chiese, fissandomi con gli
incredibili occhi cangianti, così intensi da far male.
<< No…perché?
>>
<<
In quella stanza, la gente di Rohan è in fila per avere
un’arma e una
protezione. >> Incrociò le braccia sul petto.
<< Vedrai ragazzini
che puzzano ancora di latte e vecchi piegati
dall’età, ma non un solo uomo
abile a combattere questa dannata battaglia! Aragorn è
dell’opinione che
riusciremo a superare la notte, bene o male, ma io ho molta
più esperienza
sulle spalle e ti posso assicurare che non uno di quella fila
vedrà l’alba di
domani, e noi con loro. >> Sospirò ancora,
rassegnato. << Questa è
la nostra fine. >> Annuii, capendo solo allora veemenza
con cui Giulia
aveva ribadito le sue posizioni. Sorrisi, dando una pacca sulla schiena
dell’elfo, che sussultò di sopresa.
<< Stai in campana, Legolas
Verdefoglia. >> Gli dissi, << Mia sorella
non è arrabbiata con te
ma col mondo intero, in particolare con l’esercito di Uruk
Hai che si avvicina
alle nostre porte! Rammenti quando io e lei abbiamo litigato ad Edoras?
>> Aspettai che lui annuisse, mentre iniziava a capire.
<< Ecco,
con te è stata la stessa cosa. >>
<<
E’ irritata dalla mia paura? >>
<<
Si, perché è lei stessa terrorizzata.
>> Strinsi i pugni, determinata.
<< Dobbiamo trasformare questa paura in rabbia,
nutrircene a sazietà,
fino a scoppiare di odio. >> Gli afferrai il braccio,
scuotendolo piano.
<< Quei figli di puttana vengono ad uccidere la nostra
gente, a distruggere
la nostra terra, a toglierci un futuro! Per tutti i Valar, non
starò a guardare
con le mani in mano questo scempio, e nemmeno tu dovresti.
>> Lo lasciai
andare, fissando la pavimentazione, conscia che attorno a noi una
grande folla
si muoveva, frenetica, sentendo più che mai cara la vita. La
vita...pensai a
quello che forse c’era stato nel mio ventre fino quella
mattina, a quanto avevo
pensato al futuro, a quanto mi aveva detto Boromir. Pensai a lui, a
Matilde, a
Giulia, a Faramir, a Frodo e Sam… mi costrinsi a sorridere.
<< Magari
invece la scampiamo. >> Dissi, sorprendo Legolas.
<< Magari, un
qualche intervento divino ci salverà. Che ne so, magari una
pioggia di fulmini…
>> Legolas sorrise piano, passandomi un braccio attorno
alle spalle.
<< Tu e tua sorella vi assomigliate parecchio, e non solo
fisicamente.
>> Feci spallucce, indicandogli con un cenno del capo di
andare a cercare
Giulia. << Avrà bisogno di parlarti
civilmente, e di essere consolata. Ti
consiglio di andare, adesso che la rabbia è
sbollita… >> Mi svincolai
dalla sua presa e Legolas mi sorprese con un inchino. <<
Sei più saggia
di quanto credi. >> Disse solo, per poi avviarsi fra la
folla. Onorata da
tale complimento, chiusi la mente ai singhiozzi di Giulia e mi avviai
all’armeria.
Effettivamente,
la situazione non era delle più rosee: c’erano
ragazzini che non riuscivano
nemmeno a reggere una spada e vecchi curvi che imbracciavano le armi
per la
prima volta, avvezzi solo agli aratri e alle falci. <<
Valar… >> Mormorai,
mettendomi in fila per far affilare la lama della mia spada. Sentii su
di me
molti occhi, parole sussurrate in un qualche dialetto a me sconosciuto,
ma la
cosa non mi disturbò particolarmente: in fondo, ero una
donna, e il posto
di una donna di Rohan era con la
prole, nelle Caverne sotto il Fosso. Ma
io non sono una donna di Rohan… sorrisi a
quell’affermazione, rilassandomi.
Sono una donna e basta. Lasciai che
la fila scorresse lentamente, scegliendo con cura armi e protezioni
adatte alla
propria taglia. Presi per me una cotta di maglia lunga fino a
metà coscia,
buona per proteggere l’inguine e il torace. L’
indossai sopra la camicia e
sopra di essa misi un farsetto in cuoio, reso duro dagli anni e dal
sangue
nemico. Presi anche dei para polsi della stessa foggia, fissandoli con
delle
cinghie alle braccia. Lasciai che la mia spada- la prima spada, quella
donatami
da Boromir quando lui era maestro e io allieva- venisse analizzata dai
fabbri e
affilata a dovere, per poi dirigermi fuori, all’aria, per
constatare che il
tempo stava volando.
Mentre
guardava il cielo e sentivo l’ansia insinuarsi nello stomaco,
ecco che qualcuno
mi prese per le spalle, facendomi voltare. Boromir mi guardò
dalla testa ai
piedi, toccando con mano la qualità della cotta di maglia e
il filo della
spada. Prese il farsetto e lo strattonò un paio di volte,
stringendolo meglio.
<< Niente elmo? >> Chiese, accarezzandomi
la testa. Scossi il capo.
<< Non ho più alcun bisogno di nascondermi.
>> Lui sorrise a quella
frase, invitandomi a seguirlo. Stava ispezionando assieme al Re e agli
altri le
mura, per decidere una strategia difensiva. Quando Theoden mi vide
arrivare, mi
squadrò da capo a piedi. << Non avrete mica
intenzione di combattere!
>> Esclamò, quasi offeso dalla mia visione.
Alzai il mento, punta su un
argomento a me caro. << Preferite che me ne stia nascosta
in una grotta
assieme alle altre donne? >> Domandai, scontrosa. Il Re
inarcò un
sopracciglio, perplesso. << A meno che non abbiate delle
capacità
nascoste, questo sarebbe il mio consiglio. >>
Mi
sarebbe piaciuto sputare per terra tutto il mio disprezzo, ma lui era
pur
sempre un Re e alleato di Boromir, quindi fui costretta a trattenermi.
Gli
rivolsi un sorriso a trentadue denti e, nonostante tutto, era un
sorriso
freddo.<< Sarò pure una donna, ma sono
già stata in guerra e non ho paura
di perdere la vita per ciò che amo. >> Feci un
passo avanti, la mano sull’elsa
della spada. << Grazie per il consiglio, preferisco
morire con una spada
in pugno piuttosto che nascosta dietro un sasso. >> Il
silenzio era
calato su di noi: Aragorn
e Boromir
spalancarono così tanto gli occhi che credetti gli sarebbero
usciti dalle
orbite, Gimli mi scoccò un’occhiata sorpresa e
Legolas sorrise, divertito dalla
situazione. Theoden mi guardò con aria dura ancora per un
attimo, prima di
voltarsi e proseguire con il percorso attorno le mura, superandomi
senza più
guardarmi. Quando se ne fu andato, uno ad uno i miei compagni lo
seguirono:
Legolas mi passò accanto leggero, gli occhi scintillanti di
divertimento; Aragorn
mi guardò con aria di rimprovero, ma la bocca sorrideva;
Gimli mi passò
accanto, dandomi di gomito sulla coscia. << Ben fatto
figliola! >>
Sussurrò, facendomi ridacchiare. Per ultimo, venne Boromir,
che mi scoccò un
bacio in fronte e sull’orecchio, guardandomi con gli occhi
scintillanti di
fierezza. << Brava la mia ragazza. >>
L’unica
difesa di Rohan era fatta di coraggio, sassi e pietre imponenti.
Guardai il
cielo farsi incandescente per il tramonto, seduta sui gradini che
portavano
alla sala del trono del Fosso. Senza preavviso, Giulia si sedette al
mio
fianco. Mi sorpresi di vederla armata circa come me, con un elmo calato
in
testa e fissato sotto il mento. << Ti prego, non metterti ridere. >>
Mormorò, vedendomi già
sogghignare. << Legolas e Boromir hanno voluto a tutti i
costi che lo
mettessi. >> Annuii, approvando in pieno. Giulia
sospirò, poggiando i
gomiti sul gradino retrostante. Si guardò attorno.
<< Mi dispiace di aver
litigato con Legolas, oggi. >>
<<
Avete fatto pace? >> Chiesi, delicata. Non volevo sapere
i dettagli, mi
bastò il cenno di Giulia. << Io e
lui…siamo molto, troppo diversi, a
volte non riusciamo a comprenderci. >> Annuii,
comprensiva. << E’
difficile anche con Boromir, ma ultimamente sta migliorando. Oggi,
l’ho visto
quasi orgoglioso di me vedendomi vestita così.
>> Giulia mi sorrise, il
viso incorniciato dall’elmo. << Non quasi,
Anna: Boromir è
orgoglioso di te.
Finalmente, ha capito che deve lasciarti andare. >> Feci
spallucce,
fingendo di non essere sorpresa per quelle parole. “
Ha capito che per amarti davvero deve lasciarti libera di fare le tue
scelte, di sbagliare forse, ma di farlo con la tua testa. Ormai, sei
libera. “ Guardai
mia sorella, che mi fissava
sorridendo. << Sono certa che se passeremo la notte, ti
chiederà di
sposarlo! >>
Risi, un
suono che credevo di non udire mai più. << Oh
Valar, me ne stavo quasi
dimenticando! >> Mi alzai, sfregandomi la schiena. Giulia
si alzò con me,
accennando al ventre. << Come
va…lì? >>
<<
Va stranamente bene. >> Dissi, ricordandomi delle
spiacevoli sensazioni
di quella mattina. Mi sembravano passati secoli da allora.
<<
Effettivamente, mi sento benissimo. >> Constatai,
stupendomi. Giulia
annuì, soddisfatta. << Ti darò
un’altra pastiglia prima che inizi lo
scontro, così non sentirai niente mentre ammazzerai orchi a
tutto spiano.
>> Le posai una mano sulla spalla, sorridendole.
<< Prima, però,
abbiamo bisogno di cibo. Andiamo. >>
Ci
stavamo avviando, quando un corno lontano ci fece gelare il sangue
nelle vene. “ …sono
già qui? “ Mormorò Giulia,
voltandosi, il viso spaurito. Il corno risuonò di nuovo e
curiosamente mi fece
pensare ad un altro corno, già udito tempo fa, ma dove?
<< Non sono
orchi. >> Disse qualcuno alle mie spalle. Ci voltammo per
vedere Legolas,
più radioso che mai, tendere la mano a Giulia e invitarci a
seguirlo. <<
Sono arrivati i rinforzi. >>
D.I.F.
Curioso
che io scelga Natale per tornare a voi, ma con tutto il
pòpò di roba sul
Signore degli Anelli e Tolkien che sta girando adesso, non ho potuto
fare a
meno di tornare con un chappi si scarno, ma pur sempre un chappi. Mi
sono
sentita in dovere di scrivere, ecco tutto.
Spero che ci sia ancora qualcuno disposto a
leggere… e a dire la sua :D
besos, people, e felice anno! Che sia proficuo e che la seconda parte
de Lo
Hobbit giunga presto!