Ok, sono in ritardassimo, ma giuro: il capitolo sembrava non voler
finire più! D:
Ho visto i personaggi nella mia testa così nitidamente che non
volevo più smetterla di aggiungere particolari e incasinare situazioni! ( Eh-
eh! )
Quindi, in augurio a tutti voi, in tanto vi ringrazio per seguirmi
sempre, vi chiedo perdono per i miei madornali ritardi [( di tutti i tipi ) anche
mentali ] e spero che il capitolo sia di vostro gradimento.
Inserirò tutti in questa prova e ripeto: tutti.
Quindi non uccidetemi se qualcuno degli OC sarà OOC! :D
Auguri di buone feste – o quelle che rimangono! –
vi voglio bene! ♥
Capitolo 7:
Chi di Box Ferisce...
Nives e Luke avevano festeggiato la loro vittoria su Kaname e i
suoi in modo molto altezzoso, con tanto di certificati commemorativi e
fotografie dei risultati, portando l’intera Night Class a guardare la cosa con
occhi leggermente annoiati.
Ma in fondo non aveva importanza, visto che per i due riuscire a
battere un sistema politico radicato da millenni, era stato un passo abbastanza
clamoroso.
Adesso, dopo cinque giorni da quella domenica, si sarebbero
ripresi i giochi, e già molti pensavano ai disastri che sarebbero successi.
-“Nives-sama, le ho portato la colazione.”- disse Luke rivolto al
legno davanti a sé, mentre la vampira annuiva come se il ragazzo potesse
vederla.
E in effetti, non appena lei finì di abbassare la testa, quello
entrò dentro in modo leggero, portando un vassoio con un bicchiere
elegantissimo e un pacchetto di compresse ematiche al di sopra, decorato con
delle rose rosse.
Nives aggrottò le sopracciglia e – non appena scorse con gli occhi
la figura del ragazzo – arrossì in modo evidente.
-“Nive...”-
-“Luke ti ordino di uscire da questa stanza! Subito!”- quasi urlò,
bloccando il regolare chiacchiericcio della Night Class.
Luke strabuzzò gli occhi eterocromatici e annuì, socchiudendoli,
sentendo qualcosa in fondo al proprio animo sgretolarsi.
“Nives-sama, continuava
a pensare solo al suo nome, Nives-sama...”
Non l’avrebbe sopportato. Non di certo.
Oramai lei era l’unica cosa per la quale valesse la pena vivere e
se anche lei l’avrebbe abbandonato, sarebbe stato inutile continuare.
******
Kaito sbuffò infastidito all’indirizzo di Sergeij: era pericoloso
il maneggio di tutte quelle armi da taglio e quello sembrava gioire e
rinvigorire come un ragazzino.
Poi a Kaito venne in mente Lien e s’imbambolò come uno stoccafisso
a guardare il vuoto.
In mente solo il candido sorriso – raro – che le aveva solcato il
viso nel vederlo in gonnella e poi, quei capelli... i capelli così corti che le
lasciavano scoperta la nuca sottile, elegante e sensuale, l’avevano attirato
dalla prima volta, come per i capelli: potevano delle ciocche di capelli
contrastare con l’incarnato niveo e renderlo ancora più bello del normale? No.
Forse. Con Lien... Si, cazzo.
Anche il corpo era semplice e pura poesia, decisamente, ma quei
capelli erano stati fatti per tentare il Vampire Hunter ad accarezzarli o farli
scorrere sulle dita come la cosa più delicata del mondo.
-“Pivello rimettiti al lavoro!”- commentò Yagari dandogli una
spallata leggera e lui scosse la testa, ringhiando a se stesso.
Oramai erano due settimane che guardava la vampira con interesse e
se la ritrovava dappertutto, anche quando tornava da qualche ronda notturna, la
vedeva intenta a disegnare con il capo chino sul blocco da disegno oppure con
lo sguardo perso nel vuoto a sfiorare argomenti a lui ignoti...
Il cuore del rosso si strinse dolorosamente nel constatare che non
sapeva nulla di lei, nemmeno il motivo per la quale indossava sempre delle sciarpe al collo.
Buffo che lui si facesse delle domande del genere, ma la cosa era
degenerata molto in quel periodo, arrivando addirittura a spiarla ogni tanto durante
le lezioni del progetto di scambio o anche mentre lui era intento a fare
lezione nella sua classe di notte.
Si morse il labbro inferiore e continuò a spostare le cataste di
armi bianche dagli scatoloni agli appositi ganci.
In quel preciso istante gli parve di vedere Lien mentre il sole si
rifletteva su una lama e lo accecava, invece, era solo Emma con la sua solita
aria menefreghista e pipa in bocca.
-“Potresti aiutarmi invece che guardare e fumare, Emma!”- ringhiò
contro la bionda e lei alzò le spalle, continuando a tirare dalla pipa come se
nulla fosse.
-“Io sono una povera ragazza indifesa, Takamiya!”-
-“Fottiti Kreutzer!”-
La bionda rise.-“Sicuro, e quando lo farò vedrò di godere come una
pazza e pensare a te che non troverai mai nessuna!”- ridacchiò lei e al rosso
sembrarono lanciargli un secchio d’acqua gelata addosso.
Non rispose per risparmiare un po’ d’orgoglio però la bionda
continuò.
-“Ti piace, mh?”- insinuando riferimenti espliciti alla cinesina.
-“Emma...”- ringhiò l’Hunter e lei fece cadere la testa di lato,
incuriosita.-“Sparisci.”- finì e la bionda alzò le spalle riprendendo in bocca
la pipa, passeggiando come se nulla fosse, mentre Kaito se ne andava con in
mano il pacco gigante dei fioretti, rosso in viso.
Non appena la bionda girò l’angolo dell’edificio, il corpo della
ragazza cominciò ad illuminarsi fino a brillare in modo accecante.
Quando tutto il bagliore scomparve, al posto di Emma rimase solo
una Lien imbarazzata.
In fondo era nata nell’anno del serpente, lei.
*****
Elias aveva trovato un angolino tutto per sé dietro uno dei
tantissimi alberi della Cross e avrebbe pagato oro pur di potervi rimanere per
altre cinque ore, visto la ripresa dei giochi.
Rabbrividì ripesando al tutù rosa e pensò istintivamente a
Sinne...
Quanto gli mancava in quel momento.
Avrebbe voluto ascoltarla parlare mentre la sua voce lo cullava
leggero e perdersi nei suoi occhi, per poi prenderla in giro per giustificare
lo sguardo serio e profondo che gli lanciava ogni volta.
Sinne. Ogni tanto lo
sospirava ma scuoteva il capo per non cedere alla tentazione di scappare da
quella gabbia di matti e tornare in Norvegia da lei.
Socchiuse gli occhi sul punto di addormentarsi e... per tutto
l’edificio risuonò il suono di una tromba, amplificata da casse giganti,
portate a livelli di volume inumani.
-“Ma porca..”- borbottò lo stesso, passandosi una mano fra i
capelli per risistemare il codino.
Era il tempo di riprendere quelle gare assurde.
*****
Questa volta la cosa avvenne in modo civile e tutti, ma proprio tutti, si erano riuniti davanti alla
commissione formata esclusivamente da Sergej dentro il palazzetto sportivo.
L’uomo dagli occhi eterocromatici e dalla prestanza fisica non
indifferente, si esibì in un sorriso bello e genuino che contagiò interiormente
Emma e altre ragazze del gruppo.
Poi parlò con lentezza e calma, come a soppesare le reazioni dei
più.-“Buongiorno ragazzi, spero che questo breve intervallo dai giochi sia
stato speso bene per lo studio e il recupero delle attività didattiche.”-
Si batté le mani fra di loro, emozionato e continuò.-“Oggi ci
saranno gli incontri di Box, ragazzi...”-
Le ragazze pensarono di essere state escluse e i ragazzi
fremettero in attesa;
Soprattutto Park e Gabriele, che speravano di potersi scontrare in
un modo o nell’altro.
Emma rise.-“Chi devo trucidare?”- fu il suo commento rivolto verso
i ragazzi e - in effetti - la ragazza aveva un corpo ben muscoloso e prestante,
formoso, ma pur sempre muscoloso sopra la media delle ragazze comuni e delle
vampire – che rimanevano fortissime in ogni caso.
-“Emma non truciderai nessuno dei ragazzi – parlò nuovamente
Sergej – sarai messa a lottare contro le ragazze per le eliminatorie, poi, per
gli ultimi incontri sarete smistati e costretti a confrontarvi in base al
peso.”-
Nello stesso momento Yuuki e Tsukiko e Rosalie indietreggiarono,
mentre le altre divenivano pallide – salvo eccezioni come Lien, Anastasija,
Ruka, Rima, Ashley e Lynette.
-“Q-Questo...significa...”- gemette Yuuki in preda a delle
convulsioni che la rendevano leggermente più passabile del normale.
-“Che...ohcristosanto!”- disse in modo troppo veloce per poter
essere compreso Rosalie.
-“Dovremo pesarci?!”- finì Tsukiko, ultima della fila, mentre un
corridoio le sii apriva davanti e le ragazze si esibivano in delle espressioni
cariche di terrore rivolte verso Sergej.
Quello non capì e nemmeno gli altri – visto che
-“Si?”- chiese il castano, mentre le ragazze si lasciavano andare
alla disperazione più nera.
Quando Yagari, Kaien e Peter poggiarono la bilancia
dell’infermeria – quella in ferro con i parametri per l’altezza – fu l’inferno.
La prima – sfigata – del gruppo a mettere piede sulla bilancia fu
proprio Rima, mentre Kaien se ne stava tranquillo con in mano una cartellina,
pronto a prendere nota.
La ragazza mise il primo piede e poi il secondo – compiendo un
passetto leggero e aggraziato – mentre il bilanciere compiva il proprio lavoro.
Rima non aveva problemi di linea ma da quando aveva cominciato a
nutrire Shiki – secoli addietro – si era spesso dovuta limitare con i dolci,
quindi...
Il bilanciere segnò 40kg e lei alzò le spalle, sollevata.
Ashley fu la seconda, che fece la cosa con gli occhi chiusi: 90kg.
-“COSA?!”- urlò la ragazza e tutti risero divertiti.
Ashley si girò di scatto e vide la punta del piede di Peter sulla
superficie, mentre lo stesso tratteneva le risate a stento.
-“Tu...”- tremò di rabbia la castana.-“Dì le tue ultime
preghiere!”-
Appena Peter scese dal piatto, la bilancia segnò 40 kg e il biondo
prese a correre, tallonato da una Shezca infuriata, ridendo a crepapelle.
-“Non trovate che quei due stiano bene insieme?”- sussurrò
Tsukiko, mentre Rosalie e Cristine annuivano, assorte.
Lynette arrossì, trovando imbarazzante il tutto – visto che Kaien e Gabriele erano presenti – e inutile
la sfida: trattenne il fiato.
-“Relax!”- disse Idol e lei si lasciò andare, sbuffando: 41 Kg.
Gabriele inarcò un sopracciglio, basito: come potevano delle
ragazze così piccole non farsi male in degli incontri di Boxe?
In quel momento il direttore lo chiamò di parte e lui annuì,
nascondendo il sorrisino sghembo nel vedere Lynette soddisfatta della propria
linea.
-“Potresti darmi una mano con l’altra bilancia dell’infermeria?”-
lui annuì.
Quando arrivò davanti alla suddetta bilancia – identico modello di
quella precedente – la dottoressa prese a fare loro raccomandazioni su
raccomandazioni per non farsi male e le trovò inutili: alzò la bilancia come se
non pesasse nulla e la portò fuori, vicino all’altra.
Derek ridacchiò notando le aure sconcertate – gialle canarino – di
tutti e aggrottò le sopracciglia nel notare quella lilla di Lynette... che
fosse interesse per davvero?
Superato l’inciso in cui si presero i pesi delle ragazze, furono i
turni dei ragazzi, privati della parte superiore della divisa, che sorridevano
raggianti, mandando tutte leggermente in confusione: erano statuari!
Hanabusa volle pesarsi per primo e la bilancia segnò i 60 kg –
lanciando occhiatine fugaci ad Anastasija, rossa in viso, e altrettante a
Tsukiko, altrettanto rossa – continuando con la stessa soglia di peso per:
Harry, Derek, Senri e Takuma.
Quando fu Josh a farsi avanti, sia vampire che umane, ebbero
l’insano pensiero di prenderlo e portarlo lontano, così da non tornare più in
quel luogo. Dire magnifico era un eufemismo bello e buono! Era semplicemente
Magnifico: i muscoli tonici erano armoniosi sulla pelle leggermente abbronzata
del ragazzo e in quel modo – si dissero in molte – stava anche meglio che con i
vestiti addosso.
La bilancia segnò i 64 Kg.
Per Kaname i 65 kg.
Qualcosa stava per accadere, però, poiché mancavano all’appello
troppe persone, tra le qual-...
-“Eccomi qui!”- l’urletto del direttore Kaien Cross immobilizzò i
presenti.
Solo Lynette, nel vedere il fisico scolpito da anni e anni di
allenamenti dell’uomo, avvampò febbrilmente preoccupando interiormente “Golia”.
I presenti – tutti gli altri tranne Emma, Sergej, Peter e Yagari –
strabuzzarono gli occhi.
-“Non posso crederci...”- sussurrò Zero, mentre la bilancia
segnava 68 kg netti.
-“Esatto, parteciperò anche
io!”-
E chi non conosceva le passate imprese di Kaien Cross, rise
apertamente.
******
Sergej, poco avvezzo a tutto quel parlare, sospirò pesantemente
riportando la marmaglia all’ordine, notando sulla cartellina con i pesi di
tutti gli individui le varie divisioni.
-“Allora, le persone che io chiamerò, faranno parte dei pesi
“coccinella”...”- fu interrotto da Josh, il quale mostrava un sorriso
sbeffeggiante a Rachel che arrossiva violentemente, trattenuta da Allison nel
picchiare il rosso.
-“Esistono i pesi coccinella?”-
Sergej scosse la testa.-“No, ma siccome Rima, Ashley, Lynette,
Ruka Allison e Yuuki non arrivano
nemmeno a 50 kg, quindi nemmeno ai pesi “mosca” abbiamo creato un’altra fazione
per loro.”-
Le ragazze interessate arrossirono e Sergej continuò la divisione.
-“Pesi mosca: Cristine, Rosette, Tsukiko, Marianna, Helene e Lien.
Pesi leggeri: Rachel, Nives, Anastasija, Daisy e Rosalie. Pesi Medi: Emma.”-
Sospirò e prese la lista dei ragazzi, tutti più o meno della
stessa categoria.
-“Pesi superleggeri e pesi welter: Hanabusa, Harry, Derek, Senri,
Takuma, Josh, Kaien e Kaname. Pesi medi: Park, Gabriele, Zero, Peter, Yagari, Kain,
Luke e Kaito. Pesi mediomassimi: Elias e me.”-
In quella gara fu chiaro
che avrebbero partecipato tutti.
*****
Le regole erano state spiegate in modo più o meno dettagliate: due
alla volta si sarebbero sfidati sul ring per un massimo di tre minuti o quando
uno dei due avversari si sarebbe arreso oppure ancora, quelli che venivano
buttati fuori dal ring. Ovviamente si teneva conto delle varie fazioni in cui
erano stati divisi e le prime a sfidarsi furono Rima e Ashley da un lato e
Hanabusa ed Harry dall’altro, in due ring appositamente montati per l’occasione,
muniti di tutto il necessario per questo sport a partire dai guantoni.
-“Mi raccomando sappiate moderarvi – disse Sergej ai vampiri –
ricordate che state lottando contro umani. Iniziate!”-
Harry e Hanabusa iniziarono subito con affondi precisi e letali,
mentre Rima, non interessata alla cosa, si limitava a scarsi affondi che erano
sempre decisamente troppo precisi per Ashley, che cercava di rimontare,
sostenuta silenziosamente da Derek e molto più fragorosamente da Peter.
-“Forza! Attenta! Ah! Evitalo!”-
E Peter stava vicino al ring, “consigliando” Ashley... la portò al
punto di irritarsi e rimontare, pensando di avercelo davanti, poiché afferrò la
bionda e la scaraventò fuori dal ring in un impeto di rabbia, portandolaalla
vittoria.
Harry era preciso e si muoveva con agilità anticipando le mosse
del biondo e incuriosendo Hanabusa, che si sentiva il gatto della situazione. Harry anticipò le mosse di Hanabusa per alcuni minuti e affondò,
deciso: prese il biondo in pieno stomaco e poi lo stese con un pugno in pieno
viso, tramortendolo. Anastasija e Tsukiko rimasero gelate, mentre Carotina era sempre
propensa a dirsi contro la violenza. -“Sei forte...”- ammise Hanabusa e il ragazzo dagli occhi verdi
rimase alquanto sbigottito dal tono ilare con cui lo diceva. Harry subì una serie concatenata di colpi che lo costrinsero alla
difesa e successivamente – persa la concentrazione – finì a terra, riuscendo a
schivare in tempo un calcio. Harry allora afferrò il biondo per una caviglia e
lo gettò a terra, sovrastandolo per caricare una sequela di pugni ben assestati
alle protezioni del viso, per stordirlo. Il gong suonò, decretando la vittoria di Harry, che – seppure,
ammaccato dolorante, sudato e stordito – si lasciò andare ad un gesto euforico
prima di capitolare sul ring, sotto le amorevoli cure di Rosalie,
preoccupatissima. -“Avresti potuto batterlo!”- sussurrò Anastasija ad Hanabusa.-“Era
sfinito.”- Quello scosse la testa poggiandosi completamente sulla ragazza
anche se non era necessario.-“Avrei dovuto competere contro Kaname-sama o Kain,
e la cosa non mi andava proprio.”- ammise e la ragazza annuì, sostenendolo,
mentre Tsukiko teneva il broncio ma lo vezzeggiava con le più amorevoli delle
cure. Il secondo turno fu fra Lynette e Ruka per le ragazze e fra Derek
e Senri da un lato. Lynette non provava particolarmente piacevole o piacente quella
vampira, eppure non poteva non notare il ghigno con la quale era osservata. “Patetico” si disse “ non le ha insegnato nessuno che non bisogna
cantar vittoria prima del tempo?” E a guardare quell’incontro femminile fra tutti Gabriele e Kain
erano in due fuochi. Il primo – visto che la bionda aveva uno strano ascendente su di
lui – era in attesa di vedere come se la sarebbe cavata e in caso di pericolo
intervenire, mentre il secondo sperava che la ragazza si contenesse e non
facesse del male all’umana, in memoria del vecchio amore che nutriva per la
nobile. Il direttore inspiegabilmente aveva assunto un cipiglio serio e
preoccupato nel vedere la biondina sul ring, sentendo una sensazione strana in
petto. Dall’altro lato – a guardare lo scontro dei ragazzi – Helene,
Ashley, Peter, Emma e Yagari erano curiosi di vedere come sarebbe andata a
finire. Questa volta le ragazze cominciarono prime e subito in vantaggio
si portò Ruka, pur essendo Lynette molto veloce e agile, visti gli allenamenti
da Hunter a cui era sottoposta. Lynette schivò, parò, evitò, contrattaccò, ma quello che notarono
in molti, fu la calma con cui affrontava la cosa, infastidendo Ruka, mentre si
muoveva sul ring. Al ghigno della castana, la biondina rise fragorosamente, trovando
in lei uno scarsissimo livello di lotta. Lei ed Eric si allenavano per ore, passando dalle armi bianche
agli scontri fisici e quello lì non arrivava nemmeno ad un decimo di potenza –
della sua e di Eric – di quelli che faceva normalmente, poiché i loro erano
privi di protezioni. Lynette si fermò al centro del ring e Ruka le fu addosso, sicura
di poterla mettere al tappeto. Kaien si sporse verso il ring preoccupato, così come tutti i
presenti e Gabriele. Ruka non sapeva che in lei scorresse il sangue di Eric Flyer così
come una piccola percentuale del suo potere. Sorrise. Appena si sentì afferrare per il braccio sinistro, il tempo
rallentò drasticamente e quando tornò al suo lento e inesorabile corso, Ruka
era fuori dal ring, dolorante e infuriata. I presenti immersi staici in
un’espressione basita. Derek e Senri cominciarono solo dopo lo scontro delle ragazze,
incuriositi dai risultati, e il biondo mormorò qualcosa che fece sorridere
leggermente il rosso, poiché Derek – divertito – aveva notato lo stupore
generale. Senri invece restava calmo, in una statica espressione devota a
non si sa bene cosa. Improvvisamente pensò ad Helene, così dal nulla, e si trovò a
cercarla di nascosto in mezzo al pubblico: non c’era. Logico... anzi, tipico, visto che a lei piaceva stare sola. Ed in fondo la trovava interessante, molto, visto che con lei doveva faticare molto per capire un
suo pensiero o una sua espressione. Improvvisamente trovò irritante la figura del biondo davanti a sé:
lui aveva il dannatissimo dono di vedere le vere emozioni altrui in ogni minima
sfaccettatura. Pensò che per lui le persone fossero dei libri aperti e non si
meravigliò quando Derek sorrise affabile, leggendo anche le emozioni provenienti
dal vampiro. Che potesse vedere il colore dell’irritazione, della gelosia,
della determinazione e curiosità? Si calmò e si ferì l’indice. Il suo sangue formò una frusta spessa e la scagliò sul biondo,
immobilizzandolo. Strinse. Per ogni movimento astruso di Derek, le spire
andavano via via a restringersi fino a farlo gemere di dolore. Quando fu sicuro di averlo tramortito abbastanza lasciò la presa e
Derek ricadde al suolo, mentre il gong della fine gli riempiva le orecchie e si
limitava a guardarsi intorno. Sorrise interiormente nel vedere la rossa sdraiata su un ramo
vicino ai ring a battergli le mani. I ragazzi annunciati per il terzo incontro furono Takuma e Josh,
mentre per le ragazze Allison e Yuuki. Josh sorrise trovando buffa la situazione: lottare contro l’ex di
sua sorella non era cosa da nulla. Non di certo e poi, in quel momento di
letale distacco dalla piccola e affascinante Rachel, poteva benissimo sentire i
suoi pensieri circa un ipotetico avvicinamento non necessario a Kaito Takamiya da
parte della corvina, e questo lo rendeva abbastanza nervoso. Takuma invece era tranquillo, certo anche pr lui era abbastanza
strano lottare contro il fratello di Alice, ma ehi! In passato era capitato ma
la situazione era totalmente diversa. Sospirarono in sincrono. Si guardarono negli occhi e Josh commentò -“Senza rancori,
amico.”- quasi rassegnato, lanciandosi in uno scontro senza freni. Marianna e Rachel trattennero il fiato quando i due furono
abbastanza vicini. Daisy aveva guardato con distacco tutti gli incontri –
specialmente quello di Ruka – ed era rimasta perfettamente calma dopo che Kain
era corso in aiuto della nobile, sorbendosi una sfuriata degna di Ruka per
seguirla poi. Aveva fissato la cosa per alcuni secondi, ma non aveva mosso un
dito e nello stesso momento Kaname le si era avvicinato cercando di parlarle. Lei fissò Allison e Yuuki in uno scontro dove il destino della
piccola Cross era già segnato – vista la prestanza atletica della ragazza dalla
perenne coda – e ascoltò con vano interesse ciò che ciarlava il suo simile. -“Se desideri potrei chiedere il permesso alla famiglia Akastuki
per...”- Daisy lo guardò con cipiglio capendo. -“No”- sussurrò. -“Non lo
trascinerei lontano da casa per capriccio, Kaname.”- Quello si mise a ridacchiare.-“La famiglia potrebbe dirmi no,
Isy”- Stavolta rise lei, decisa.-“A te? Con il sistema gerarchico che
avete in questo paese? Avanti Kaname! Sarò vecchia quasi quanto te, ma la mia
mente ragiona lucidamente!”- Daisy tornò a guardare lo scontro e un sorriso gli
spuntò in viso. -“Yuuki ha perso.”- Kaname parve non capire in un primo momento cosa c’entrasse quella
frase con il discorso che avevano intavolato. L’illuminazione gli venne dopo,
quando Yuuki fu sbalzata fuori dal ring e le andò incontro. Allison parve non essere nemmeno stanca e Daisy lo notò, poiché
vide con la coda degli occhi Park guardarla con un’espressione intensa e carica
di curiosità. Ridacchiò.-“Ti piace?”- disse poi avvicinandoglisi e lui arrossì
senza sapere che dire. -“E’ forte.”- si limitò a rispondere mentre Allison scendeva dal
ring con aria elegante e andava a parlottare con Lynette. Tutti si girarono a guardare come se la stessero cavando i due
vampiri e rimasero con il fiato sospeso, quando videro che entrambi si reggevano
in piedi a fatica e ansimavano. Caricarono entrambi un pugno e lo scagliarono, colpendosi in
sincrono uno sulla guancia destra e l’altro sulla sinistra. Rimasero fermi in quella posizione statica per alcuni secondi, poi
caddero entrambi nello stesso momento al suolo decretando un’assoluta parità. A scontrarsi per le ragazze nel quarto turno furono Cristine e
Rosette. A scontrarsi – invece – per i ragazzi furono... Kaien e Kaname.
Tutti avevano fatto una faccia stralunata e i seguaci del Purosangue
avevano protestato. Yuuki non era stata da meno andandosi a lamentare con Sergej,
ritrovandosi la lama dell’arma di Emma puntata alla gola, cancellando ogni
posizione dal viso impaurito della mora. -“Avanti! Che sarà mai!”- commentò Harry e in cambio ricevette
sguardi astiosi dai nobili. La sfida fra Cristine e Rosette non fu tanto per la gara in sé, ma
per competersi gli sguardi di Zero. La ragazza dagli occhi verdi e i capelli corvini, deterrente dei
poteri della natura, provò un moto di stizza immenso strofinandosi gli occhi
assonnati: stava dormendo e Cristine l’aveva svegliata senza parole tranquille
e di conforto. -“Vecchia”- sussurrò e Cristine inarcò un sopracciglio, senza
commentare alla provocazione. La sua espressione divenne scorbutica e le sue parole taglienti e
scortesi. Cristine invece rimase rilassata mentre la frangetta si muoveva al
ritmo del vento scoprendo ogni tanto gli occhi ambrati. Il vento si fece più grosso e la terra cominciò a tremare
leggermente, quasi a sottolineare l’una i poteri dell’altra. Cristine si portò in avanti ma Rosette con una mossa decisa anche
se priva di tecnica, l’agguantò per un braccio e lo torse indietro, gettandola
contro il pavimento del ring. Cris emise un gemito strozzato e con la mano libera gli fece
perdere l’equilibrio scrollandosela di dosso per assestare una sequela precisa
e agguerrita. Improvvisamente il volto di Rosette – per Cristine – divenne
quello di un’oca e l’afferrò rischiando di gettarla giù dal ring. Rosette si tenne dalle corde nel momento in cui venne lasciata
andare e con la forza del suo peso – rientrando nel ring senza toccare terra –
usò le corde come fionda per assestare un calcio preciso nello stomaco della
rivale. Zero sudò freddo: e se entrambe si sarebbero arrabbiate con lui...
lui... che fine avrebbe fatto?! Rosette con la stessa tecnica stile “fionda” cercò di assestare un
altro calcio, ma questa volta Cristine fu furba: l’afferrò per una caviglia e
con la velocità la lanciò fuori dal ring, questa volta, riuscendoci. Kaien e Kaname si guardarono per alcuni secondi in viso, tentati
di uccidersi a vicenda, o almeno, così parve al Sanguepuro, che ripensò
improvvisamente alla gonnella rosa, al trucco, al tutù e alla parrucca, per non
parlare delle altre torture precedenti. Perché no? I giochi erano stati organizzati per una convivenza pacifica e unitaria dove i ragazzi avrebbero
imparato a contare gli uni sugli altri. -“Perfetto.”- commentò, osservando i visi di tutti i ragazzi,
concordi con lui, senza distinzione fra umano o vampiro. Anche le ragazze parteciparono all’occhiata Kaien sudò freddo vedendo il modo in cui i suoi ragazzi guardavano
Kaname e poi lui e quasi pianse di gioia e pentimento insieme. Gioia perché notò la totale coesione delle razze e pentimento perché
capì che Kaname l’avrebbe ucciso, caricato dalla forza di spirito dei presenti.
Yagari, Peter e Sergej s’aggregarono all’occhiata comune e Kaien
sbarrò gli occhi. –“Traditori!”– gemette e quelli risero. Quando finì la gara fra i due, l’esito fu schiacciante: vinse
Kaname. E non perché Kaien non si fosse difeso, sia ben chiaro, fu solo la
carica omicida del vampiro carica di quella dei presenti, centuplicandola, che
l’aveva pietrificato e spaventato contro ogni regola. Fu portato in infermeria pieno di contusioni e Lynette lo seguì,
leggermente preoccupata che potesse morire da un momento all’altro. Tutti in quel momento si sentirono liberi da un peso e
ringraziarono Kaname con espressione confortata. Quando continuarono le gare Sergej sembrò irritato. -“Mancano ancora cinque incontri femminili e quattro maschili.”- Borbottò infatti, cancellando dalla cartellina i nomi di quelli
che avevano perso. –“Tocca a Tsukiko Hiou e Marianna Castoldi.”- lei e la
diretta interessata si guardarono in viso. -“Chi sei?”- chiese Tsukiko e tutti caddero al suolo ricordando
troppo tardi che gli ultimi arrivati erano stati presentati alla rinfusa cinque
giorni prima. Marianna non si indispettì per nulla salendo sul ring in modo
sinuoso mentre indossava le protezioni e la coda di cavallo si muoveva
leggermente ad ogni suo passo. Matura. Tsukiko alzò le spalle indifferente e si fece una veloce coda di
cavallo mentre i capelli lunghi si muovevano velocemente, visto che la sua
camminata era briosa, allegra e pimpante. Si mise le protezioni e cadde sui
suoi piedi, facendo fare un “Pff” accennato al gelido Kiryuu. Senri alzò gli occhi al cielo guardando la sorellastra e scosse il
capo. Il gong iniziò dopo un secondo e Marianna si trovò a difendersi
dai colpi veloci e assestati di Tsukiko. I presenti sgranarono gli occhi nel vedere tanta verve e
concentrazione da parte di Tsukiko. Marianna ringhiò, infastidita e l’afferrò per i fianchi,
gettandola con forza al suolo. Tsukiko non fece una piega. Marianna aspettò che
si rialzasse e riprese a caricare pugni, alle volte evitati, altre no. Ad un
certo punto – dove aveva messo in seria difficoltà la siciliana - Tsukiko tirò un calcio in fallo, sbagliando le
proporzioni e dando così alla rossa di afferrarle la caviglia sottile e
sbatterla di forza contro il suolo. Tsukiko gemette di dolore e provò a rialzarsi, ce la fece dopo due
tentativi e tornò alla carica accecata dalla furia. Marianna sorrise e fece lo sgambetto alla corvina, che volò
letteralmente fuori dal ring decretando la sua sconfitta. -“Peccato.”- commentò Hanabusa, mentre andava a complimentarsi con
la corvina.-“Sei stata fantastica!”- esultò e Tsukiko arrossì, ringraziando
mentalmente Marianna. Sergej chiamò i prossimi nomi e il mondo parve fermarsi. -“Park Ma-Huo, contro Gabriele Lopez.”- Gli occhi verdi, attenti e calcolatori di Gabriele incrociarono
quelli scuri ma vispi e decisi di Park. Si studiarono per alcuni secondi. Allison pensò istintivamente – senza sapere nemmeno lei il perché
– pensò di far allontanare Park da quel gigante corpulento. Tutti notarono il sorrisino di scherno crescere sul volto del
coreano e quello di sfida del siciliano. -“Tetra Pak dacci
dentro!”- gioì Emma con la pipa in bocca – poiché conosceva la storia del
ragazzo – e Park fece labbrino. -“Non sono una busta di cartone!”- urlò di rimando facendo ridere
i presenti. In molti pensarono che Gabriele l’avrebbe schiacciato in poco
tempo, vista la forza superiore ai vampiri stessi, e parlottarono fra di loro,
preoccupati. Solo Derek ed Harry rimasero tranquilli, così come Zero e Kaito. Il gong suonò anche per loro. Park si gettò senza dare il tempo a Gabriele di attaccare,
affondando ogni colpo in modo preciso e micidiale, sorprendendo tutti. Perfino lo stesso Gabriele sembrò vacillare alcuni secondi, ma poi
sorrise bieco, ricordando cosa gli avessero raccontato sul conto del ragazzino
davanti a sé: non andava sottovalutato. Park affondò utilizzando tecniche di box e tecniche che il
siciliano non aveva mai imparato in vita sua – visto che prima di essere rapito
frequentava una palestra – però con un pizzico di inventiva riuscì a stargli appresso.
Il coreano tornò alla carica e riprese la carrellata di pugni e
mosse, mentre il siciliano cercava di stargli dietro. Improvvisamente Gabriele si lasciò colpire, distraendo per un
attimo la guardia di Park: bastò un pugno ben assestato da parte del siciliano
in pieno stomaco per piegarlo in avanti e farlo cadere carponi. -“Sei bravo...”- ansimò in un rantolo Park e lui fece spallucce. -“M’allenavo, una volta.”- sussurrò, aspettando che Park fosse
nuovamente in piedi e stabile per tornare alla carica. Lo fecero insieme. Gabriele sfruttando la forza bruta che gli era stata “donata”, in
comunione con agilità e strategia, Park la tecnica, l’esperienza e la
resistenza. Alla fine del primo minuto Gabriele aveva già il fiatone, non
abituato a scontri così duraturi con i Level End, mentre Park era perfettamente
abituato scontri del genere, dove la resistenza era un’arma a doppio taglio. Infatti Park reagiva e contraccambiava i colpi, ma quando quelli
di Gabriele andavano a segno lo stordivano sempre più, vista la forza che il
moro non dimezzava mai. Gabriele si stava divertendo durante l’incontro, come non gli
capitava da anni, contenendo si sempre la forza per il 70% delle sue
potenzialità, ma almeno poteva muoversi tranquillamente, scaricandosi. Quando raggiunse il suo limite, Gabriele, non si fece nessuno
scrupolo a dichiararsi sconfitto, lasciando Park stupito. -“Contavo di terminare i tre minuti e più, con te!”- borbottò Park
e lui annuì. -“La prossima volta.”- rispose gentile e scese dal ring. Park abbozzò un sorriso e si portò la mano dietro la nuca e la
gemella su un fianco, piegandosi leggermente in avanti ridacchiando. Si grattò la nuca e saltò
giù dal ring, specchiandosi in due pozze di cielo scuro che lo scrutavano da
lontano, vispe. -“Allison!”- squittì Ashley e la padrona di quegli occhi distolse
lo sguardo. Sergej – irritato – chiese alcune ore di pausa per la conclusione
della prima gara e l’inizio della seconda, visto che erano collegate in modo
del tutto inverosimile e mancavano ancora all’appello molti incontri. Tutti accettarono di riposarsi. O almeno, tutti tranne Nives, che fremeva interiormente per
scaricare quella sensazione gradevole - e sgradevole al contempo - che le cresceva in
petto quando vedeva Luke. Josh intercettò i pensieri della vampira e inarcò un sopracciglio. Poi sorrise e prese a braccetto Rachel, architettando qualcosa di
delicato. -“Lasciami maniaco!”- sbottò Rachel e lui le tappò la bocca. -“Ho bisogno di te...”- disse semplicemente e lei annuì, fidandosi
della profondità con cui le ametiste degli occhi del rosso, brillavano nello
scrutare Luke e Nives. -“Operazione: Cupido.”- gioì
e allora Rachel sbarrò gli occhi. -“COSA?!”- Ahahah! Quanto mi diverto! :DD Tutti: *con armi in mano* è.é Me: O.O *corre a gambe levate*