Questa tranche è la versione alternativa delle cinque precedenti, quelle sui cinque sensi: le ho scritte per sbaglio, però ho deciso di pubblicarle lo stesso xD
Inoltre, QUI potete trovare la nuova versione di Luce e Buio, riveduta, riscritta e con molte aggiunte all'originale; se vi va, fateci un salto :)
Per chi mi voglia seguire anche su Facebook, QUI trovate il mio profilo e QUI la mia pagina delle storie.
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Alla prossima!!
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The Big Damn Table
The Chronicles of Diana
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036.
Olfatto
L'odore della polvere da sparo mi brucia gli occhi, facendoli lacrimare: la pistola che stringo convulsamente fra le dita trema, sento le lacrime rigarmi le guance, vedo gli occhi di Dan sgranare quando l'uomo che lo aveva aggredito cade a terra, morto.
L'ho ucciso io.
Io, io, io ho ucciso quell'uomo per salvare la vita di Dan.
Sono stata io.
Che mostro è quello in grado di uccidere?
...Perché non provo rimorso?
Lascio
cadere l'arma sulla sabbia, mentre l'odore acre dello sparo brucia
quella ragazzina di dodici anni che cessa, in questo momento, di
esistere.
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037.
Udito
-Goodnite, sweetie.- sussurro,
accarezzando i
capelli neri e soffici di mia figlia, sorridendo nel vederla stringere
teneramente la manina attorno al suo cagnolino di peluche, grande
quanto lei.
Sta mettendo su i denti da latte, la
mia Lyl. Fa
fatica ad addormentarsi, in questi giorni, tanto che arrivo a perdere
la voce
per cantarle la ninnananna che a lei tanto piace pur di calmarla.
Sospiro, tirando indietro i capelli e
legandoli in
una coda disordinata: fa caldo, questa sera, sebbene sia soltanto
marzo. Mi
alzo cautamente dalla poltroncina in camera di Lylith, uscendone per
poi dirigermi
nel mio adorato, piccolo salottino privato, accanto al Salone.
Seduto al pianoforte, le dita immobili
sulla
tastiera silenziosa, c'è mio marito.
-Dorme.- gli comunico, lasciandomi cadere sul divanetto poco distante dal suo strumento, esausta. Fare la madre è più difficile di quanto possa sembrare, anche per me – forse, soprattutto per me.
Ma, lo avverto anche da qui, Blaise
sorride,
divertito.
-Sei una brava mamma, Di.-
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038.
Tatto
Vorrei lasciarmi cadere qui, nel fango melmoso che una volta era il giardino di Hogwarts: vorrei non alzarmi più, lasciarmi soffocare dal tocco viscido di una terra bagnata dalle lacrime del cielo.
Voldemort, questa notte, ha vinto.
Per la seconda, dannatissima volta, mi
ha portato
via tutto ciò che ero riuscita a costruire: si è
portato via il mio Blaise.
Vorrei crollare, piangere, sentire la
pioggia che
ticchetta sulle mie guance scavate: ma non lo faccio, costringendomi
invece a
seguire Draco all'interno del castello.
Ma Blaise, Blaise è
ancora là, perso nel buio.
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040.
Vista.
L'agonia
peggiore di tutte è vederlo tutti i giorni.
In
Sala Grande, durante le lezioni di Antiche Rune, Pozioni, Difesa, Cura
delle
Creature Magiche: sembra che il destino abbia voluto fare in modo che
io fossi
costantemente in sua presenza, senza mai poterlo toccare.
Io
l'ho sempre detto che il destino è uno stronzo.
Blaise... Blaise sta giocherellando distrattamente con la piuma d'oca, negli occhi lo sguardo assente di chi non riesce a concentrarsi: vorrei dirgli di non perdersi fra i pensieri, di riportare gli occhi sul compito in classe, ma non posso.
Non
posso fare nulla se non guardarlo di nascosto, ignorando le malelingue
che
osservano i miei movimenti con un sorriso cattivo sulle labbra.
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039.
Gusto
Il sapore della tequila è
l'unico ricordo veramente
nitido che ho di Scott: è stato lui, anni fa, a farmi
assaggiare questo liquore
dall'aroma tanto intenso da sapere quasi interamente di alcool puro.
Bevevamo insieme, ci ubriacavamo come
due allegri
ragazzi che non sapevano di essere già morti da allora.
Ora però Scott non
c'è più.
C'è Alex, al mio fianco,
che mi osserva mentre
ingollo un bicchiere dopo l'altro, una bottiglia dopo l'altra: una
delle tante,
troppe scocciature dell'essere “me” è
quella di non riuscire facilmente ad
ubriacarsi.
Ma, alla fine, ci riesco: ed
è quando il mondo
diventa nero e confuso, solo in quel momento, che io riesco a trovare
un attimo
di pace.