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Autore: weasleywalrus93    28/12/2012    2 recensioni
Cosa può succedere se la Liverpool del 1958 e la Liverpool a noi contemporanea venissero a contatto tramite due ragazzi? Di uno il mondo conosce il suo nome, la sua vita e i suoi ideali. Dell'altra invece il mondo non fa nemmeno caso, mettendola in disparte e oscurando ciò che potrebbe offrire al mondo. Ma dall'esterno non si può sapere quanto una persona, anche la più famosa, può venire influenzata da qualcuno che il mondo nemmeno vede.
(mia primissima FF... mi sono letteralmente buttata a scrivere)
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Lennon , Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I want her everywhere
And if she's beside me i know i need never care
But to love her is to meet her everywhere
Knowing that love is to share
Each one believing that love never dies
Watching her eyes and hoping I'm always there.
{Here, there and everywhere}

 
Liverpool, 13/14 Novembre 1958.
 
Fu un attimo. Trattenni il respiro. L'aveva detto davvero. Non l'avevo sognato. Lentamente mi voltai verso di lui. Mi sentivo osservata, studiata, trapassata dai suoi occhi color nocciola.
 
-Davvero?-
 
-Assolutamente-
 
-Non... Non so cosa dire-
 
-Lo so che t'ho preso alla sprovvista ma mi sembrava giusto dirtelo-
 
-Hai fatto bene... Credo-
 
-Volevo dirtelo da un po', seriamente... Sapevo che la nostra non era solo amicizia.. Anche per te lo era, no?-
 
Mi guardava come se fosse in stato confusionale. Aprì la bocca più d'una volta cercando di parlare, ma non ci riuscì.
 
-Ho capito benissimo-
 
Si alzò bruscamente e uscì con passi pesanti dall'enorme stanza, lasciandomi la da sola. Quando realizzai la cosa, mi alzai in fretta e mi precipitai fuori. Era già in cima alle scale. Quando arrivai in cima vidi che il corridoio era vuoto. C'era una sola porta aperta sulla destra. Era li, mentre guardava fuori.
 
-Sai per un po’ c'avevo creduto...-
 
-John, io...-
 
-Finalmente pensavo di aver conosciuto qualcuno di diverso, con interessi seri, che si prendesse le proprie responsabilità e avesse la testa a posto... Ma si vede che non è così...-
 
Non capivo perché dovessi contenere la rabbia. Alla fine era un rifiuto. Ne avevo ricevuti tanti e di ben peggiori nella mia vita. Eppure questo era quello che faceva più male.
 
-Per un attimo avevo creduto che ti interessavo anch'io...-
 
-Se ti riferisci a qualche sera fa... Era l'alcool a parlare...-
 
-Sisi sempre le solite scuse...-
 
-Le solite scuse? Quando mai ho cercato di scusarmi e di giustificarmi con te?-
 
-Hai fatto tutto da sola-
 
-Ti sei bevuto il cervello?-
 
-Cazzo ancora non l'hai capito che mi piaci?-
 
Quest'ultima frase mi fece irrigidire al centro della stanza. Mi guardava come se avesse perso le staffe. Definitivamente. A grandi passi si avvicinò a me, mi prese il viso tra le mani e mi baciò con forza. Non tentai nemmeno di respingerlo. Mi fece piegare le ginocchia come due stecche di metallo sul braciere ardente. Cercai in tutti i modi di non lasciarmi sopraffare dalla debolezza. Con rabbia si staccò da me, mi fissò ancora negli occhi, ma non riuscivo a sostenere quel contatto visivo. Appena abbassai lo sguardo, si allontanò completamente.
 
-Se proprio lo vuoi sapere, mi piaci da un casino di tempo. Mi piace quel tuo essere saccente, maniacale, perfezionista, a volte egocentrico, a volte convinto di poter cambiare il mondo con la sola forza del pensiero, il tuo sapermi tenere testa, la tua spontaneità, la voglia e la dedizioni con cui fai le cose, anche quelle che ti piacciono meno... Tutte cose che a me mancano-
 
Quella sua indifferenza mi dava sui nervi. La odiavo veramente quando si chiudeva in se stessa e non reagiva alle cose. La rendeva invisibile e facilmente sottomettibile.
 
Tenevo lo sguardo basso. Vedevo i suoi piedi che camminavano avanti e indietro per la stanza. Ogni tanto cercavo di alzare lo sguardo, ma ogni volta coglievo la sua delusione. Avrei voluto rispondergli, ma non trovavo le parole adatte. E anche se le avessi trovate, mi mancava il coraggio per dirgliele. Si fermò davanti a me. Mi alzò il viso con le mani, costringendomi a guardarlo in faccia.
 
-Cazzo. Rispondi almeno-
 
La sua risposta fu... un bacio. Diverso dal mio di prima. Era più dolce, morbido, sensuale e senza rancore. Non sapevo perché lo stesse facendo, ma qualsiasi fosse il motivo mi abbandonai lo stesso a quello stordimento tipico dell'erba che avevo provato in modo diverso solo in un altro momento della mia vita. E ora si stava ripetendo.
 
Le sue mani mi afferrarono le spalle, per poi scendere lentamente, accarezzandomi la schiena, fino ad arrivare ai miei fianchi. Mi strinse a sé. Un brivido mi attraversò la schiena. La sua lingua era riuscita a catturare la mia in una danza interminabile. Le mie mani erano sul suo petto. Scesero lentamente fino all'orlo dei jeans. Spinte dall'istinto, cominciarono a sfilare la sua camicia e la canottiera dai jeans. Fu una sensazione piacevolissima nascondere le mani sotto la sua canottiera, accarezzando per la prima volta il suo addome nudo.
 
-Hey hey. Sai cosa stai facendo? Ne sei... sicura?-
 
Mi prese completamente alla sprovvista. Non che la situazione mi dispiacesse, ma l'idea che fosse solo per farlo mi mandava in bestia. Fece spallucce. Dal suo sguardo capii tutto. Mi venne spontaneo ridere. Rise pure lei prima di baciarmi nuovamente.
 
Le sue mani risalirono la mia schiena, si insinuarono sotto la giacca e la fecero scivolare lungo le mie braccia. Qualcosa dentro di me si accese, riscaldandomi. Non percepii il freddo quando fece scivolare anche il maglione, dopo che gli avevo sfilato il giubbotto da Teddy boy che indossava.
 
Sembrava tutto irreale. Eppure eravamo li. E non lo stavo sognando. Mi passò le braccia attorno al collo, mentre le mie mani scivolavano sotto la sua camicia e sentii il suo addome e la sua schiena sotto la maglietta. Le sue mani massaggiavano i miei capelli.
 
Prese a sbottonarmi la camicia. Sentii appena le sue nocche sul mio petto. Una scossa elettrica mi invase. Armeggiava con la cravatta. Non riusciva a sciogliere il nodo. Spazientito, la fece salire su per il collo, costringendomi a separarmi da lui. Una volta tolta, me la mise davanti agli occhi, la guardò un attimo con aria divertita e poi la buttò via. Mi strappò un sorriso che condivise, prima di baciarmi ancora.
 
Feci scivolare la camicia lungo le braccia. Non erano ruvide per via del freddo. Le accarezzai piano, cercando di fissare un ricordo in modo da non dimenticare mai. Cominciò a sbottonarmi la camicia. La spinsi verso il muro di fronte.
 
Camminai indietro fin quando le assi di legno della parete non mi bloccarono la via. Nascose le mani sotto la maglietta e la sfilò in fretta. Una volta che la testa uscì dal collo della maglietta, si fiondò vorace sul mio collo nudo. Ciò contribuì all'aumento di temperatura del corpo. Il respiro diventava sempre più affannato.
 
Era una goduria accarezzare la sua schiena nuda e assaporare il suo collo e le sue spalle. Le mani arrivarono fino al suo fondo schiena. Lo afferrai con le mani aperte e lo sollevai di poco. Le sue gambe si attorcigliarono alla mia vita. Mi avvicinai ancora di più a lei, con l'intento di bloccarla alla parete per non far si che scivolasse. Tornai in fretta alla sua bocca. Era umida. Mi tolse la camicia.
 
Dopo avermi regalato un'altra scarica di adrenalina, una mano risalì in fretta la schiena, afferrò l'elastico che teneva i capelli raccolti in una coda alta e lo tirò via. I capelli non si sciolsero subito per via della parete dietro. Riprese a esplorare il mio collo avidamente. Piegai la testa di lato, mentre mi aggrappavo con le mani alle sue spalle, e i capelli ricaddero di lato. Le sue dita si persero subito tra di essi.
 
Le mie mani accarezzarono forme che non avrei mai immaginato potesse avere. Una mano persa completamente tra i suoi capelli, l'altra che continuava a esplorare il suo corpo. Piegò la testa all'indietro, abbandonandosi completamente ai movimenti della mia mano. La mia bocca continuava a esplorare insaziabile il suo corpo, scendendo sempre di più, fino ad arrivare all'incavo tra i suoi seni.
 
Riafferrò i miei fianchi e piano mi fece scivolare, costringendomi ad abbandonare la mia stretta sulla sua vita. Lasciai andare la testa in avanti. Un attimo dopo la dovetti rialzare perchè aveva ripreso a baciarmi. Le mie mani tornarono in fretta tra i suoi capelli. Erano come una droga. Scivolavano morbidi tra le dita. Mi allontanò dal muro e, senza separarci, mi fece fare mezzo giro.
 
La spinsi verso il grande letto che troneggiava al centro della stanza. Sempre senza separarci, la feci sedere e subito dopo le bloccai le gambe mentre mi inginocchiavo sopra di lei. Agitandosi di poco, si tolse le scarpe e si sistemò in modo da essere alla mia altezza. Afferrai le sue braccia e le strinsi forte. Infilò le mani sotto la mia canottiera e la sfilò velocemente.
 
Avevo caldo. Il suo addome nudo si poggiò sul mio, aumentando esponenzialmente la dose di calore che mi attraversava il corpo. Mi spinse all'indietro fino a quando non mi ritrovai bloccata tra il materasso e il suo corpo. Le sue mani mi sfiorarono i seni. Un'altra scarica di adrenalina.
 
Ricominciai la mia discesa verso il basso, riassaporando nuovamente il suo collo e lo sterno. Le slacciai velocemente il gancetto del reggiseno e feci scivolare le bretelle lungo le braccia. Lo presi con i denti e lo spostai di poco. La mia testa si abbandonò del tutto nell'incavo tra i suoi seni, mentre il suo profumo mi stordiva. Inarcò leggermente la schiena mentre afferrava i miei capelli.
 
L'eccitazione cresceva. Mi morsi il labbro e tirai di poco i suoi capelli mentre assaporava ogni centimetro della mia pelle nuda. Giocò appena con i miei capezzoli prima di scendere ancora. Lasciò il mio seno umido quando stuzzicò con i denti il mio ombelico.
 
Era una sensazione strana. Era come non far parte più di questo pianeta, essere catapultati in un mondo parallelo dove esistevamo solo noi. Le lenzuola si attorcigliarono e si stropicciarono sotto di noi e senza che lo volessimo cominciarono a nasconderci. I suoi pantaloni lasciavano molta più pelle nuda, che assaggiai scrupolosamente.
 
Era arrivato quasi al mio inguine. La sua bocca mi raggiunse in fretta, catturando la mia. Le sue mani cominciarono ad armeggiare con la chiusura dei miei jeans. Una volta aperti, li fece scivolare lungo le mie gambe. Con due dita mi accarezzò la gamba, facendola piegare e arrivando fino all'interno coscia per risalire fino all'inguine. Tutto ciò non fece altro che far aumentare la mia eccitazione.
 
Respiravamo a fatica. Mi separai da lei un attimo per riprendere fiato. Eravamo entrambi sudati. Una mano risalì tutto il suo fianco, fino a impossessarsi di uno dei seni, imprigionandolo; l'altra si insinuò tra i suoi slip. La stoffa era umida. La sfiorai appena. Si morse le labbra, socchiudendo gli occhi. Appena la penetrai con due dita, gemette rumorosamente.
 
Un piacere inaspettato. Subito tappò la mia bocca con un altro bacio umido. La sua mano che massaggiava il mio seno. La mia schiena che si inarcava sempre di più. Uscì da me. Riacquistai il controllo di me stessa. Le mie mani scesero subito all'altezza dei suoi jeans, glieli slacciarono velocemente e li fecero scivolare lungo le gambe, liberandolo anche delle scarpe.
 
Le sfilai subito l'ultimo indumento che ancora indossava. Giocò un po con l'elastico dei miei boxer e poi fece scivolare anche quelli. Sfiorò delicatamente la mia erezione, facendomi eccitare ancora di più. La guardai per un attimo. Ansimante fece un cenno con la testa e mi guidò tra le sue gambe. Cercando di farle il meno male possibile, entrai dentro di lei.
 
Un'esplosione di piacere. Volevo urlare, ma mi mancava il fiato. Inarcai ancora di più la schiena, spingendo il busto verso il suo. Appena il suo petto sentì su di se il mio seno nudo, entrò ancora di più dentro di me. Stringevo le sue spalle. Le unghia si conficcarono nella carne e si inumidirono. Scesero piano, graffiandogli al schiena, fin quando le mie mani non si poggiarono sul suo fondo schiena coperto dal lenzuolo sottile.
 
Avevo il totale controllo del suo corpo. Si muoveva ritmicamente secondo i movimenti del mio corpo. Il ritmo aumentò assieme all'affanno. Le mani poggiate sulle lenzuola umide. Il piacere cresceva insieme al martellare continuo che ci rimbombava in petto. Mentre continuavo a spingere capii che avevo raggiunto l'apice. Mantenni lo stesso ritmo sostenuto ancora per qualche momento e poi mi lasciai andare del tutto sopra di lei.
 
Lo sentii uscire da me. Il suo ansimare si unì al mio, creando un respiro unico. Poggiò la sua fronte sopra la mia. Eravamo madidi di sudore. Con la mano appena tremante mi accarezzò il viso, spostando i capelli sudati. I respiri tornavano regolari, assieme al battito cardiaco. Respirai a fondo il suo profumo, prima che si lasciasse scivolare accanto a me, fissando il soffitto.
 
Fu un qualcosa di unico, irripetibile. Attesi pazientemente che il respiro tornasse del tutto regolare prima di voltarmi verso di lei. Aveva ancora il fiatone. Rimasi ipnotizzato dal muoversi irregolare del suo petto. Si voltò verso di me, poggiando la testa su un braccio, lasciando che il lenzuolo la coprisse dalla vita in giù.
 
Riuscivo a vedere qualcosa di nuovo nei suoi occhi. Era qualcosa di indescrivibile. Sorrisi quando sentii la sua mano poggiarsi sul mio fianco in alto e risalire attentamente. Con l'indice disegnò una spirale che mi avvolgeva tutto il seno. Mi morsi il labbro. Non smise mai di guardarmi negli occhi. Accarezzò la spalla e risalì il collo. Con il pollice disegnò il contorno delle mie labbra. Si avvicinò a me e mi baciò. La sua mano si poggiò nuovamente sul mio fianco, spingendomi verso di lui.
 
Mentre le nostre lingue continuavano a danzare ininterrotte si sistemò sopra di me, i capelli che ricadevano su una spalla. Con una mano afferrai la sua testa, perdendomi tra i suoi capelli. Con l'altra le disegnai il contorno delle scapole. Con la bocca cominciò ad esplorare tutto il mio collo, arrivando alle spalle.
 
Sapevo cosa si aspettasse facessi. Rialzai lo sguardo verso di lui.
 
-Va tutto bene?-
 
La voce era roca. Si mordeva continuamente il labbro.
 
-Ecco io... Non me la sento.-
 
-Fa niente-
 
-Cosa?-
 
-Ognuno ha i propri tempi. E' stato già fantastico così-
 
Non seppi far altro che sorridere. Rispose al mio sorriso e poi ci coprì entrambi con il lenzuolo. Lo baciai nuovamente, mentre le sue dita scendevano silenziose lungo la mia schiena, percorrendo la linea della colonna vertebrale.
 
-Mmm...-
 
-Cosa c'è?-
 
-Hai le fossette di Venere-
 
-E... Ti piacciono?-
 
-Mi fanno impazzire-
 
La baciai languidamente. Poggiò la testa sul mio petto mentre giocavo con i suoi capelli. Era stato... Non c'era un aggettivo che potesse descriverlo. Rimanemmo così per un po di tempo. Quando pensavo si fosse addormentata, si mosse, con la chiara intenzione di rompere quella campana di vetro che ci aveva allontanato dal mondo esterno per restare nel nostro mondo intimo, privato, solo nostro.
 
Afferrò il mio polso con la mano. Mi voltai a guardarlo. Capii subito cosa voleva dirmi. Sospirai. Mi sdraiai nuovamente accanto a lui, mentre le sue braccia stringevano i miei fianchi in modo possessivo. Sentivo il suo respiro caldo sul collo e aspettai che Morfeo mi portasse via da li.
 
 
 
Spazio autrice.
Bene dopo questo capitolo io mi rifugio nella tana di Gollum e sparisco allegramente dalla faccia della Terra! No seriamente è la prima volta che scrivo qualcosa del genere e ho paura che sia venuta fuori un’emerita schifezza. Forse molti di voi nemmeno ci faranno caso per quello che succede però boh.. non credo sia tutto sto granché XD quindi io vado a rintanarmi con il mio amico Sméagol ad occuparci del suo tessssssssssoro XD se il capitolo vi piacerà e non lo reputerete un porno di serie Z l’aggiornamento sarà lo stesso domenica *sempre su queste reti!* ringo solo perché ora puoi considerarti il signore degli anelli non puoi interrompermi mentre parlo!
  
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