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Autore: _PinkGirl_    15/07/2007    5 recensioni
Mi dispiace, non posso, ho promesso a Chad di giocare a Basket con lui. Devo fare la partita di Basket, al posto di andare insieme in piscina puoi venirmi a vedere. Ormai solo queste sono le parole che Troy mi pronuncia. Sempre quel maledetto Basket in mezzo [...].

Come vi avevo promesso ecco la storia completa de "L'angelo della Morte".
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gabriella Montez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: Gabriella e Ryan

Camminavo, facendo finta di nulla, nei corridoi della scuola.
Giravo a vuoto, da solo, i corridoi erano, quasi, completamente vuoti: le poche persone che c'erano erano ai loro allenamenti, prove, club...
Trovai un corridoio vuoto, del tutto, dove di solito non passava nessuno. Mi appoggiai al muro e pian piano scesi con le gambe, finchè non mi ritrovai seduto per terra. Quasi senza rendermene conto calde e grosse lacrime scorrevano nel mio volto e sembrava non volessero smettere. Provai a farle diminuire, asciugando con le mani gli occhi. Niente.
Mi arresi e le lasciai scorrere come volevano loro. Quel giorno mi sembrava che tutti volessero farmi un dispetto.
Ad un tratto i miei pensieri, e il mio silenzio, vennero bloccati da dei passi molto leggiadri. Non alzai il volto, non mi importava chi sarebbe stato a vedermi in quello stato.
<< Ryan!? >> era una ragazza.
Alzai il volto, mostrando i miei occhi rossi, e vidi Gabriella, che si era chinata di fianco a me e mi scrutava con i suoi grandi occhioni dolci. << Che succede? >> mi chiese con un tono rassicurante.
<< Tristezza >> risposi come in un sospiro, mentre lei si sedette accanto a me << tanta tristezza >>
<< Allora camminiano nello stesso binario >> Mi voltai verso lei accigliato, guardandola negli occhi << Troy >> precedette la mia domanda.
Non parlammo per qualche minuto, anche se sembrava esser passato tanto tempo, però lei bloccò, di nuovo, quel silenzio: << A cosa è dovuta tutta questa tristezza? >> poi abbassò lo guardo, arrossendo << naturalmente solo se posso saperlo e /o vuoi dirmelo >>
<< I miei si separano, probabilmente divorzieranno >>
<< Ah >> fu la semplice risposta di lei. Non la guardavo in faccia, le lacrime non c'erano più ma avevo gli occhi gonfi e rossi, e la sentivo respirare pian piano... se avessi aguzzatto l'udito avrei sentito anche il suo cuore battere << Sai, anche io ho affrontato quel momento, ero più piccola >>
<< Quanti anni avevi? >>
<< 10 anni >> sentii nella sua voce una nota di tristezza che aveva cercato di nascondere, fino a quel momento.
<< Sai cos'è la cosa più stramba? >> era più un'affermazione che una domanda, ma lei fece lo stesso segno di "no" con la testa << Che fino a ieri pensavo andasse tutto bene, i miei genitori non erano mai stati quel tipo di coppia che mostrano il loro affetto in pubblico, anzi penso di non averli mai visti neanche abbracciati dal vero, solo nello foto del matrmonio o comunque quando erano più giovani >> feci una breve pausa, sospirai ancora e guardai un punto fisso del muro davanti a me << Ormai mi ero abituato all'idea che loro erano una "coppia formale", e lo capivo visto che mio padre, di carattere, è uguale a Sharpay mentre io ho preso tutto da mia madre. Finchè, stamane, ci hanno chiesto - a me e a Sharpay -, stranamente, prima di andare a scuola di fermarci un attimo con loro. Solo mio padre ha affrontato il discorso, mentre mia madre ci guarduava con aria colpevole e di addio. Ho il sospetto che resteremo con nostro padre. E tu? >> sorrissi, anche se non avevo nessun motivo per farlo, girandomi verso di lei. Parlare con Gabriella, era facile, non sapevo perchè. << I-io cosa? >> balbettò lei, poi mi guardò << Ah... dici di Troy? >>
Annuii, mentre vedevo Gabriella arricciare nervosamente uno dei suoi boccoli mori e perfetti.
<< Sai... >> iniziò << a me Troy piace davvero. Ma, in questo periodo, lui senza rendersene conto - almeno penso e spero - sta mettendo in prima posizione il basket, in seconda c'è la famiglia, poi gli amici e infine... me >>
Mi scappò una risata beffarda, ma smisi appena il suo sguardo accusatore si puntò sul mio.
<< Perchè ridi? >>
<< Sai, se io fossi il tuo ragazzo... farei di tutto per non farti andare via, avrei troppa paura di perdere una ragazza come te. Sai non ti conosco bene, io, ma mi sei sembrata perfetta fino ad'ora. Almeno per me >> le parole venivano da sole. Avevo usato una spontaneità che non ero solita a fare, ma era vero. In Gabriella avevo sempre rispecchiato la ragazza perfetta, adatta a me: carina, no che dico, bella, brava a scuola, ottima cantante, attrice e ballerina e chissà quante sorprese ancora riservava.
Non mi ero ancora accorto che lei mi guardava con uno sguardo rapito e con la bocca, dolce e rosea come lo zucchero filato, semichiusa. Era come imbambolata.
Inarcai un sopracciglio, non sapevo davvero cosa stava succedendo. Poi lei mi disse solo una frase, sussurata al mio orecchio: << Ora compierò un grosso peccato, ma probabilmente non me ne pentirò >>
Mi prese dolcemente con le mani il viso e titubante, ma nello stesso tempo spavalda, avviccinò le sue zuccherose labbra al mio viso, che poi premette sulla mia bocca, che in quel momento era come il marmo: ferma e gelida.
Gabriella Montez stava cercando di baciarmi, aspettava solo una risposta, che presto arrivò.
  
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