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Autore: Jonasmakemesing    28/12/2012    5 recensioni
Mi lego a qualcuno e poi lo ferisco, mi ferisco, ci ferisco.
Mi lego e non so cosa è giusto fare, combino guai, distruggo tutto, sempre.
Sono incapace, non so amare, non come vorrei almeno.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1 CHAPTER
I MusicBlastsBoys sono una band pop/rock emergente. Stavano andando forte quest'anno, finchè James, il batterista ha lasciato il gruppo. Il motivo è stata una lite col cantante solista, Joseph; almeno così dicono i giornali. Ho sentito da alcune ragazzine in metro che i due membri del gruppo erano grandi amici, la lite deve essere stata davvero tremenda e su qualcosa di terribile, per rovinare un amicizia e per mettere James in condizione di andarsene. Questo è sempre quello che ho sentito dalle fan . Sinceraente poco mi importa. Sono venuta a New York solo per il lavoro. Spero che sia la volta buona. Non mi lascio prendere da queste storie , niente coinvolgimenti personali. Voglio solo fare soldi. Ero sprecata a Grand Prairie, decisamente. Sicuramente qui avrò più fortuna con la musica, con la vita. Non voglio altro. Sono così audace, così spregiudicata. Posso farcela. La metro si è fermata, sono arrivata a destinazione. Scendo , tocco l'asfalto con le scarpe , non mi guardo intorno, non alzo gli occhi, non voglio vedere nulla, nessuna distrazione. Corro dritta al palazzo grigio dove mi aspettano soldi e fama. Salgo le scale pacatamente, ho tutto il tempo di gustarmi la scalata al successo. Sorrido un po', quanto sono stupida a fantasticare così in grande. -Dana questi ti sbattono fuori a calci. Si sente lontano un kilometro che puzzi di poveraccia.- Tra un pensiero e l'altro mi rirovo davanti alla porta , eccomi in studio , entro con noncuranza, con prepotenza, come fosse casa mia. Tutti mi stanno fissando ma io dico solo -Quando comincio?- Un ragazzo con i capelli scuri , in felpa e jeans si volta verso di me e sorridendo maliziosamente mi provoca -Non ci servono groupie- Gli altri ridono con lui. Mi sento leggermente in soggezione, spero non si noti, contrabbatto subito. -Sono Den, la nuova batterista- Slenzio totale. Il tipo di prima mi guarda corrucciato. Viene verso di me. -Ci deve essere stato un errore. Noi non vogliamo una batterista!- un po' di disprezzo nella voce. Comincio ad arrabbiarmi e non poco. Questi coglioni mi stanno prendendo in giro, non mi piace. Voglio che capiscano chi hanno davanti. -Hei, fate poco gli stronzi. Mi avete mandato una mail. Mi avete pregato di venire qui.- Vado a passo sicuro verso un biondino seduto alla finestra, sta fumando. Prendo con facilità la sigaretta che ha tra le mani. La stringo tra due dita e la porto alla bocca, il vecchio proprietario mi sta fissando a bocca aperta, non riesce a parlare. Mi siedo di fianco a lui accavallando le mie gambe snelle. Faccio un tiro. Alito fuori la nuvola di fumo. Poi , con calma, riprendo. -..non me ne andrò di qui fin quando non mi saranno date spiegazioni.- Quello abbastanza alto, con i capelli scuri, quel coglione che poco fa mi aveva presa in giro , sta venendo verso di me. Mi porge la mano. La guardo per un po', decido di non muovermi. Si arrende. -Seguimi.- mi dice. Entriamo nella stanza affianco. Lui si siede dietro una scrivania, mi fa cenno col capo di sedermi. Mi accomodo e alzo i piedi difronte alla sua faccia, li incrocio sul legno. Mi guarda perplesso, poi comincia. -James, il nostro batterista, il mio migliore amico, ci ha lasciati. Da un giorno all'altro mi sono ritrovato con mille cose da fare. Da solo. Il disco che non andava in porto, il morale dei ragazzi sotto i piedi. Le spese. L'etichetta che premeva. Cominciavo a pensare che la nostra carriera sarebbe stata stroncata lì, sul nascere. A poco meno di un anno dal nostro esordio. Me la sono vista brutta.- Non mi aveva guardata nemmeno un attimo. Si era, invece, alzato e continuava aparlare guardando fuori dalla finestra, pioveva. -L'unica soluzione era trovare un sostituto. Non poteva continuare così. Ero depresso.- Si gira finalmente verso di me. Mi guarda negli occhi. -Un sostituto batterista, non un amico. Sia chiaro- Abbozza un sorriso malinconico. -Ho organizzato un contest, su internet, il modo più veloce, ho pensato. In pochi giorni sono arrivati così tanti demo. Solo uno mi ha colpito.- Torna dietro la scrivania, sempre in piedi e mi porge la mano, come a ricordarsi che non si è ancora presentato. -Sono Joseph. E tu sei..- Non mi da il tempo materiale di rispondere. -..sei carina, ma non sei il batterista che cerchiamo.- Tolgo i piedi dalla scrivania, uno per volta, la sigaretta che avevo usato, di scena, era finita nel cestino già da qualche minuto. Lo guardo. -Quindi tu sei Joseph, in persona. Mi hai mandato tu quella mail ed ora dici che non ti servo.- Si butta indietro a sedersi e ad alta voce comincia a parlare, più a se stesso che a me. -Cavolo, io non ti ho inviato nulla. Abbiamo scelto un ragazzo. Non avrei mai preso una come te.- Eccolo. L'ha sentita. La paura. La paura della semplicità, dell'inesperienza. Sono fottuta. Mi ha scoperto. Però un po' mi urta questa maledetta frase. -Una come me, come?- Mi alzo in piedi repentina. -Sei una ragazza,cazzo.- Mi urla in faccia di rimando. Rido. Non posso credere che ci siano ancora questi maschilisti del cazzo. Lo provoco. -Che c'è?! Ti fanno schifo le ragazze? Sei gay per caso?- Mi prende per il braccio e mi trascina fuori dalla porta. -Non dire cazzate ragazzina! Quelli come me puoi solo che sognarteli di notte.- Mi agito, mi divincolo, sfuggo dalla presa. -Non sono una ragazzina, sono Dan.- Si ferma e mi fissa. I nostri visi sono ad un palmo di distanza. -Non puoi essere Dan. Sei una ..- -Sono una ragazza si. Ma sono io. Quella che ti ha colpito è la mia musica.- Si allontana, porta le mani alla testa. -Non puoi essere tu, stai fingendo. Cosa vuoi da me eh..? Una foto, un autografo, vuoi essere seguita su twitter?- Parla da solo. -Il mio nome è Dana. Ma tutti fin da piccola mi hanno sempre chiamato Dan. Una sorta di abbreviazione, non che il mio nome sia lungo..ma ho pensato di utilizzarlo come "nome d'arte" ecco..- Ne rido. -Se non mi credi..- tiro fuori le bacchette dai jeans, sicura -.. posso darti una dimostrazione subito.Dov'è la batteria?- Sono seduta allo sgabellino, ho impugnato le bacchette e una scarica di adrenalina mi ha pervaso. E' partita dalle dita e si è diffusa su per le braccia, è arrivata dovunque. Comincio a suonare. A caso. Scarico la mia energia su quei piatti. La mia rabbia. Alla faccia di chi dice che non sono abbastanza brava. Lui è lì. Sulla soglia della porta. E' appoggiato leggermente con la spalla al legno. I piedi incorciati. Mi guarda fisso , in viso. Non è riuscito a seguire le mie mani, troppo veloci per il suo sguardo pacato. Fingo che non esista. Mi concentro su quello che sto facendo e basta. Non lo so cosa sto facendo. Mi fermo di scatto, il respiro affannato. Lo lascio a metà. Pensava sarei andata avanti per ore. Ne sono capace. Ora voglio solo alzarmi lenta dal mio sgabellino. Voglio camminare a passo felpato, sicura, verso di lui. Spingerlo completamente contro il muro e , magari, dopo averlo lievemente illuso, andare via senza guardarlo. Rido del mio pensiero cattivo, anche un po' stupido. Non faccio nulla. Fisso il pavimento, sempre in silenzio. Va via nervoso , non mi dice niente. E' inevitabile.. non può non aver notato il mio talento. Ritorna dopo una ventina di minuti. Sta guardandosi intorno. Poi dice -.. sei brava e non c'è dubbio. Ma io credevo che Dan fosse un ragazzo e non è molto corretto fingere di essere qualcun altro.- -Io non ho finto proprio niente. Quello è il mio nome. Ma poi non capisco che cazzo di problema hai.- Si è accorto che sono nervosa, si avvicina e ridendo mi sfotte -siamo una boyband.. non ci servono ragazze..- Questo m'ha stufata. E' così strafottente e stupido. Se non fosse per i soldi non ci lavorerei mai con uno così. Ma questa è un'occasione. Devo provarci. -Quello che so è che hai bisogno di me. O me o puoi andare a cantare in qualche squallido bar di periferia..non hai altre opzioni.- Era vero , non ne aveva. Lo aveva detto lui prima, in ufficio. Il mio troppo sapere, il mio troppo parlare, la sicurezza, l'avevano innervosito, stava per sbraitare. Andò via senza dire una parola. Poco dopo il biondino, Darren, era venuto a cercarmi. -Joe ha detto di dirti che.. possiamo provare. Non gli piaci ma..- Non gli faccio terminare la frase. Gli salto al collo e lo stringo, euforica. Sono dentro. -Scusami per la tua sigaretta..-gli dico sorridendo.

NOTE DELL'AUTRICE:
 
Spero che questo primo capitolo vi abbia "detto qualcosa", vi abbia fatto entrare un po' nell'atmosfera e sentirvi più vicino alla protagonista femminile, Dana, quella che per ora abbiamo conosciuto un pochino meglio. Chissà cosa succederà ora che è entrata nella band , speriamo che Joseph non la cacci via a calci ahahha! RECENSITE <3xo

 
  
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