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Autore: LondonEye    28/12/2012    1 recensioni
frammenti della vita (non sempre) felice di Rachel e Quinn e dei loro bambini. Raccolta di shot puramente fluff in pieno stile Faberry perchè amo troppo queste due insieme e non posso fare a meno di scrivere su di loro
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry, Un po' tutti | Coppie: Quinn/Rachel
Note: AU, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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eccomi con un'altra shot :) per la prima volta da qualche tempo a questa parte mi sento parecchio ispirata quindi penso che questa raccolta avrà parecchi capitoli, se tutto va bene. Intanto godetevi questo qui...torniamo indietro nel tempo, voglio raccontarvi qualcosa di più sulla vita di Quinn e Rachel quando andavano ancora al liceo :) Diciamo che è un prequel rispetto alle altre shot in quanto qui le nostre protagoniste ancora non stanno insieme. Un po' meno fluff e più introspettiva del solito...ce ne saranno poche di shot così in questa raccolta quindi godetevela :) Anche la prossima shot sarà ambientata nel passato credo ma poi si torna nel futuro...tanti mini Fabray/Berry pestiferi in arrivo *-* Ringrazio chi a letto e messo nelle seguite la raccolta, se mi lasciate una recensione ne sarei più che felice :) A presto!

 

 

L'ora di spagnolo era la più inutile che fosse mai esistita al McKinley High.

Per tutti e 60 i minuti di lezione gli studenti non facevano altro che parlottare fra loro e ridacchiare di nascosto, il tutto sotto gli occhi del professor Schuester che faceva ben poco per farsi rispettare.

"Ragazzi, andate a pagina cuarenta y cinco" disse ad alta voce il professore, per cercare di sovrastare il chiacchiericcio insistente proveniente dagli studenti svogliatamente seduti davanti a lui.

Le uniche persone che sembravano prestare attenzione erano una moretta al primo banco e una biondina al secondo, entrambe silenziose e intente ad ascoltare il professore senza farsi coinvolgere dal casino intorno a loro.

Rachel Berry e Quinn Fabray. L'una l'opposto dell'altra eppure così simili.

Rachel era la classica sfigata, la ragazza con tanti sogni e speranze ma nessuno che le dava veramente retta. Era iscritta ad ogni gruppo e corso possibile e immaginabile della scuola, il tutto per ottenere crediti ed essere ammessa un giorno alla NYADA, l'accademia di New York in cui sognava di studiare sin da bambina.

Quinn era la perfetta capo cheerleader bionda fidanzata con il quaterback della squadra di football...il cliché di ogni singola scuola superiore americana. All'apparenza poteva sembrare una ragazza superficiale ma Quinn era estremamente più profonda di come tutti la volevano far apparire. Veniva da un passato difficile (una gravidanza non voluta a 16 anni sfociata in un padre che si rifiuta di vedere la figlia e in una bambina data in adozione fra mille dubbi e incertezze) ma sembrava aver trovato lentamente la forza per rialzarsi. Era la prima in tutti i corsi e non infrangeva mai le regole mentre era a scuola. Per molti poteva sembrare un modo per cercare di dimostrare agli altri quanto valeva ma per Quinn era più un modo per dimostrare a se stessa queste cose. La sua insicurezza era forse l'unica cosa superiore alla sua bellezza e Quinn lo sapeva bene. Aveva bisogno di certezze e di prove costanti e concrete di quanto fosse capace, del fatto che non era solo un bel visino su un bel corpo, e andare bene a scuola era l'unico modo che aveva per averle.

Entrambe le ragazze erano estremamente sole.

Le due si erano a stento rivolte la parola nel corso di quei tre anni di scuola e nonostante fossero insieme nel glee club non avevano mai oltrepassato il confine del rapporto fra due semplici conoscenti.

Non che entrambe non lo avessero voluto.

Rachel era sempre stata attratta dalla figura angelica di quella biondina tanto silenziosa e all'apparenza fredda e Quinn aveva sempre ammirato la costanza e la forza interiore di Rachel, che andava avanti sempre e comunque credendo con ogni fibra del proprio corpo in se stessa e nel suo incredibile talento.

Quando Rachel aveva visto entrare per la prima volta quella figura perfetta nell'aula del glee non poteva credere ai suoi occhi: che ci faceva la ragazza più popolare della scuola nel covo degli sfigati?

"Mi piace cantare" fu la semplice risposta della bionda alla domanda non espressa della mora, che a quanto pare aveva detto molto più con un semplice sguardo sconvolto che con mille parole.

Qualche tempo dopo quell'evento si scoprì che Quinn era incinta e Rachel vide la ragazza letteralmente cadere in frantumi davanti ai suoi occhi mentre tutta la popolarità, la famiglia e il corpo le venivano strappati dalle mani. Aveva più volte cercato di avvicinarsi a lei, di offrirsi come sua amica, ma quest'ultima aveva sempre rifiutato.

"Una Fabray non ha bisogno dell'aiuto degli altri".

Questo si ripeteva Quinn ogni sera, mentre andava a dormire in un letto non suo, in una casa non sua, stringendo le braccia intorno a quella pancia sporgente che sperava ogni giorno potesse scomparire come per magia.

Dopo la nascita della bambina Quinn tornò quella di una volta, o almeno così pareva.

A Rachel non sfuggivano gli sguardi tristi e persi nel vuoto che sempre più spesso comparivano sul suo volto perfetto. Non le sfuggivano i sospiri e le ore passate in un angolo dell'aula del glee a leggere o a pensare, lo sguardo fisso contro il muro.

Anche se non la conosceva per niente, Rachel ci teneva a lei. Avrebbe fatto di tutto per farla sorridere di nuovo almeno una volta. Un sorriso vero, che le raggiungeva anche gli occhi. Non un sorriso finto e freddo come quelli che si concedeva ogni giorno.

La campanella della fine dell'ora suonò e tutti i ragazzi uscirono in fretta e furia dall'aula, seguiti dal professor Schuester. Le uniche a prendersela comoda furono Quinn e Rachel.

La mora guardò come la bionda riponeva con cura il suo quaderno nella borsa e come chiudeva accuratamente quest'ultima e se la posizionava in spalla controllando che non stropicciasse la spallina del vestito bianco che indossava.

Quinn dal canto suo sembrò non accorgersi di essere rimasta sola con Rachel, finché quest'ultima non le rivolse la parola.

"Hey".

La bionda sobbalzò al suono della sua voce.

"Cosa c'è?" disse, sulla difensiva.

Rachel notò il tono freddo e lontano della bionda, quasi spaventato.
"Andiamo insieme al glee oggi?" rispose infine in tono dolce, come per volerla calmare e farle capire che non era ostile. Lei era un'amica.

Quinn abbassò lo sguardo e si limitò ad annuire, iniziando ad uscire lentamente dall'aula.

"Noi due non parliamo spesso ma mi piacerebbe essere tua amica" le disse Rachel, accelerando il

 passo per raggiungerla e camminare fianco a fianco con lei.

La bionda non rispose e Rachel continuò a parlare:
"Sai, telefonate a notte fonda, uscite in pizzeria, scambio di pettegolezzi...questo genere di cose qui".

"Perché mi stai parlando Rachel?" le chiese Quinn, ignorando la sensazione di profondo desiderio alle parole della mora. Le sarebbe piaciuto da morire avere un'amica con cui fare quelle cose.

Rachel rimase spiazzata dalla risposta della bionda.

"Io...mi sei simpatica Quinn. Siamo nel glee insieme, frequentiamo spagnolo insieme...ci tengo a te".

Rachel teneva a lei. Rachel la trovava simpatica.

Dopo mesi passati a disperarsi di essere rimasta completamente sola, senza nessuno che la amasse e che le volesse bene, nemmeno i suoi stessi genitori, ora aveva trovato una possibile amica.

"Grazie" disse semplicemente, guardando negli occhi la mora come per farle capire che intendeva veramente ringraziarla.

La mora sorrise e prese Quinn sottobraccio.

"Sono contenta che tu non mi abbia rifiutata, potremo fare un sacco di cose insieme e ci divertiremo un mondo, vedrai" disse eccitata Rachel, iniziando ad elencare il programma completo delle cose che avrebbero potuto fare nei giorni seguenti e annunciandole che quella sera avrebbero potuto messaggiare per conoscersi ancora di più.

Quinn sorrideva mentre ascoltava distrattamente il fiume di parole che usciva dalla bocca della piccola mora stretta al suo braccio e ignorava gli sguardi sorpresi degli altri studenti che mai si sarebbero aspettati di vederle a  braccetto insieme.

Forse la vita non era così nera come pensava.

Forse Rachel poteva veramente essere sua amica.

La migliore amica che avesse mai avuto.

  
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