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Autore: Hyrim    29/12/2012    2 recensioni
Una raccolta di molte CreepyPasta conosciute, rielaborate una per una e ripopolate da i personaggi di Hetalia. Fossi in voi non le leggerei da soli... o al buio.
Attenzione: qualunque suono percepiate restate calmi, non urlate ma soprattutto NON guardate... dietro di voi!
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Permetterle di uscire da sola era stato un gesto davvero gentile da parte del fratellone Svizzera, anche se la giovane sapeva che aveva ricevuto questa rara autorizzazione solo grazie al fatto che la persona che aveva deciso di andare a trovare era Ungheria. 
Il fratellone Svizzera non si fidava mai di nessuno. Era proprio quello il motivo per cui spesso non le permetteva di uscire da sola, nonostante si fidasse ciecamente di lei.
Da non troppo tempo era entrato in buoni rapporti con la giovane Ungherese. Stessa cosa era stata per Lili, alla quale non risultava così complicato stringere nuove amicizie, al contrario del fratello maggiore.
Quella stessa sera, Liechtenstein stava tornando proprio da casa di Ungheria, ma sul suo viso non appariva la stessa espressione felice che aveva accompagnato la giovane durante tutto il viaggio d’andata. 
La ragione del dubbio, e di quell’accenno di sconforto presenti sul sottile viso erano ben chiari: non aveva trovato Ungheria quel giorno, e non sapeva capacitarsi del motivo. 
Aveva chiesto a tutti, in lungo e in largo, ma nessuno sembrava averla vista nelle ultime ore.
Prima di rinunciare definitivamente alle ricerche, aveva deciso di passare un’ultima volta davanti casa dell’Ungherese, sperando in qualche novità.
Arrivò, bussò educatamente alla porta.
Nulla.
Liechtenstein sospirò di nuovo, arrendendosi definitivamente. Non ci sarebbe stato verso di vederla quel giorno.
Fu proprio in quel momento che un rumore la portò a voltarsi nuovamente, giusto in tempo per vedere la porta che si richiudeva cigolando, così come si era aperta.
La ragazza restò per qualche momento spiazzata. Era davvero sicura che non ci fosse nessuno in casa. 
In effetti non aveva visto nessuno… chiudere la porta.
Abbassò di poco lo sguardo… e soltanto allora le vide.
Vide un mucchio di foto Polaroid all’angolo della strada, lì esattamente davanti alla porta. 
Dovevano essere state lasciate scivolare lì fuori dal piccolo spiraglio che era stato aperto prima.
 In tutto ce n’erano venti, tenute insieme da una banda elastica. La ragazzina le raccolse e cominciò a sfogliarle mentre camminava. Magari qualcuna di esse avrebbe potuto dirle dove si era andata a cacciare Ungheria… o almeno fornirle un lieve indizio.
La prima foto mostrava una figura spettrale, pallida, della quale si potevano distinguere meglio soltanto i lunghi capelli castani.… una figura femminile che si intuiva appena su un fondale totalmente scuro, tanto lontano dalla macchina fotografica che non si riusciva a distinguere alcun dettaglio.
Che fosse davvero la persona che stava cercando??
 La ragazza mise la foto dietro le altre e guardò la seconda. 
Si trattava dello stessa ragazza, ora un po’ più vicina. 
Continuò a guardare le foto, una dopo l’altra, e vide che in ognuna, colei che ormai era chiaro essere l’Ungherese era sempre più vicina e i dettagli andavano nel farsi sempre più distinti.
Girando l’ultimo angolo prima di arrivare a casa, la ragazzina notò che lo sguardo della ragazza nella foto sembrava sempre fisso su di lei, anche se muoveva la Polaroid da un lato all’altro con la mano. 
La cosa la spaventò un po’, ma continuò a guardare le altre foto. 
Una volta arrivata alla penultima, Ungheria era talmente vicina all’obiettivo che il suo volto copriva l’intera inquadratura. Aveva l’espressione più terrificante che Liechtenstein avesse mai visto. Camminando sul vialetto di casa, girò l’ultima foto. Questa volta, invece di un’immagine, c’era solo una scritta: “Sono qui vicino a te.”
Scosso improvvisamente da un forte grido terrorizzato appena fuori la porta di casa, Svizzera si precipitò fuori impugnando il fucile che portava sempre con se a portata di mano.
Aveva riconosciuto la voce della sorellina nell’urlo di terrore di poco prima.
Non appena fuori dalla porta, il fratello maggiore corse nel vialetto pronto ad affrontare chissà quale pericolo pur di proteggere Liechtenstein…
Ma non trovò nulla.
 
Beh, a pensarci bene forse nulla non è il termine più adatto da utilizzare, perché qualcosa trovò…
Trovò una pila di fotografie Polaroid a terra.
Non aveva idea di cosa raffigurassero, né di come fossero arrivate lì. 
La loro presenza non spiegava affatto l’urlo che quasi non lo aveva fatto cadere dalla sedia dello studio poco prima.
Nei dintorni non c’era assolutamente nessuno, così le prese.
Erano circa venti fotografie. Si soffermò sulla prima.
Raffigurava una piccola sagoma femminile dai capelli biondi, in lontananza.
A guardarla così poteva benissimo passare per la sorellina.
 
... Ma era troppo lontana per poter distinguere i dettagli.




  
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