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Autore: ValentinaDC    29/12/2012    2 recensioni
La ragazza sorrise a trentadue denti, fiera di quello che stava per affermare “Tutti sono disposti a scendere a compromessi con il diavolo per vincere" disse. "E io sono il compromesso della Dalton, o il diavolo in persona.." Alzò un sopracciglio e fece spallucce, come se la cosa non le pesasse affatto.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Sebastian Smythe, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Chapter three.
-Sweet nothing-


 
 
 
 
Qualche giorno dopo le provinciali un timido sole iniziò a far capolino dalle nuvole. 
Il vento che soffiava impetuoso era ancora freddo, e ricordava a chiunque di essere nel pieno dell'inverno, nonostante il cielo sereno. 
Blaine, abbastanza per caso aveva scoperto, quanto amasse camminare per strada, con la musica a tutto volume nelle orecchie. 
Durante uno dei pomeriggi in cui si trovava a trascorrere in completa solitudine, nella sua camera, a comporre musica al piano sorseggiando caffè, a leggere, o a giocare a uno dei tanti giochi di ruolo online, si rese conto che molto probabilmente il motivo per cui continuava ad essere così giù di morale, era proprio il fatto che la sua routine da single era terribilmente deprimente. 
Più che un diciassettenne, si sentiva come un compositore ottantenne, diventato ormai pazzo e schizofrenico. 
Così prese l'ipod, si mise le cuffie nelle orecchie e uscì da quella casa, tentando di lasciarsi quella pesantezza d'animo alle spalle, e con sua grande sorpresa ci riuscì. 

Il sole che gli scaldava il viso e quella musica piacevole, gli fecero sentire l'eco di ciò che aveva identificato come l'amore per la vita, che in passato lo aveva accompagnato ogni giorno. 
E forse, si disse, era anche grazie alle sedute con Amanda, che stavano funzionando alla grande, se si sentiva un po' più leggero. 

Canticchiava qualche motivetto e sorrideva a dei passanti a caso, supplicando il cielo, di non far finire quell'immotivata felicità tanto presto. 

Girare senza una meta lo aiutava a prendere atto delle proprie emozioni, tentando un approccio diverso, con quelle che spesso negli ultimi tempi, assomigliavano a delle bombe ad orologeria pronte a scoppiare e a devastarlo internamente. 

Ma quel pomeriggio in realtà una meta la aveva e quando arrivò davanti al maestoso cancello della Dalton, sorrise, togliendosi le cuffiette dalle orecchie. 

La cosa che in quel momento lo rassicurava di quelle mura, era forse il fatto che l'intero edificio, il personale e il corpo studentesco, sembravano non essere soggetti ai cambiamenti. 

Semplicemente tutta l'accademia rimaneva lì, anno dopo anno, con le sue regole ferree. 
Nessuna modifica poteva essere apportata lì dentro. 
Anche il minimo dettaglio risultava qualcosa di scolpito nella loro tradizione. 

Si ricordò di quella volta che gli Usignoli avevano gridato allo scandalo, solamente perchè lui aveva proposto di cambiare il colore del bordino della giacca, e rise. 

Mentre varcava l'ingresso, riconobbe i primi visi familiari, e sorrise cordialmente in segno di saluto. 

In realtà gli piacevano i cambiamenti. 
Gli davano la stessa scarica elettrica dell'odore del caffè la mattina, eppure, a volte era confortante, tornare in quelle mura, centenarie. Si sentiva come Harry Potter, che tornava a Hogwarts dopo l'estate. 

“ANDERSOOON!!!!!!!!” si sentì chiamare alle spalle, e poi qualcuno gli saltò sulla schiena attaccandosi a lui a mo di koala. “Sei sempre più basso Blaine!” Rise. “Non cresci mai?” 

“Oh, taci Jeff!” Sbuffò divertito. 

“A cosa dobbiamo questo onore, Blaine Warbler?” domandò. 

“In realtà cercavo Charlotte, volevo ringraziarla per avermi aiutato con una cosa, l'altro giorno..” Rispose Blaine grattandosi una guancia. 

Jeff alzò gli occhi al cielo pensieroso, e controllò l'orologio. “Oggi è venerdì?” 

L'ex Warbler annuì. 

“Allora forse fai ancora in tempo, prima che lei e Sebastian diano inizio al loro week-end a base alcolica..” 

Le sopracciglia di Blaine arrivarono quasi all'attaccatura dei capelli. “Cosa?” 

Jeff fece spallucce. “E la cosa brutta è che non ci invitano mai..” disse sconsolato. 

“Ah..” Mormorò Blaine sempre più basito. 

“Andiamo, ti accompagno all'appartamento di Charlotte, nel residence. L'hanno messa in una casetta da sola, mentre noi dobbiamo stare in quattro in un cavolo di buco!” disse il biondo, aggiustandosi la frangetta. 

“Jeff, gli appartamenti sono tutti della stessa grandezza, solo che voi siete in quattro e lei è da sola..” Gli fece notare Blaine con tono canzonatorio. 

Quello parve ricevere quell'informazione, come se gli fosse appena stato svelato il mistero della vita. “Sei sempre stato tu quello intelligente..” 



L'appartamento di Charlotte era all'ultimo piano di uno dei palazzi riservati solo agli studenti della Dalton. L'edificio era moderno, con un ingresso minimale che assomigliava ad uno di quegli hotel lussuosi ed eleganti. 
Jeff e Blaine si avvicinarono ad un uomo che sedeva dietro al pc di un bancone. 
“Buonasera Gregory, la signorina Phillips è già tornata?” domandò il biondo. 

Quello annuì. “Vuoi che la chiamo e la faccio scendere? O sali tu?” 

“Saliamo noi, grazie.” Sorrise avviandosi verso l'ascensore, seguito da Blaine. 

Quando le porte dell'ascensore si chiusero Jeff guardò Blaine appoggiarsi alla parete, e sospirare con le mani in tasca. 

“Esattamente, perchè stai cercando Charlotte? Voglio dire, qui tutti pendono dalle sue labbra, ma tu non sei un etero adolescente con gli ormoni impazziti, che è costretto a frequentare una scuola privata maschile.” Rise. 

Blaine sorrise leggermente. “L'altro giorno alle provinciali quando non volevo esibirmi è riuscita a convincermi a salire sul palco, solamente che mancavano due minuti all'entrata in scena e sono dovuto scappare senza ringraziarla. Non era tenuta a fare quello che ha fatto, eppure è stata gentile..” 

Jeff gonfiò le guance “Sì, bè Char può sembrare una pazza a volte, ed è davvero ostinata ed insopportabile quando ci si mette, però sai, tu sei stato fortunato, perchè se non fosse stata sicura di vincere, non ti avrebbe aiutato neanche se fossi stato in punto di morte steso sul pavimento, in una pozza di sangue.” 

In quel momento le porte dell'ascensore si aprirono e una musica invase la cabina. 
“Ultima porta sulla sinistra.” Fece strada Jeff nel corridoio deserto. 

Man mano che i due si avvicinavano alla porta dell'appartamento della ragazza, la musica cresceva di volume. 
“Ci faranno entrare?” Rise Jeff mentre bussava in maniera prepotente, in modo da sovrastare il rumore. 
La musica si abbassò improvvisamente e dei passi leggeri si fecero sempre più vicini. 
“Thad non mi importa se ti dispiace, ti ho già detto che dopo l'ultima volta che mi hai vomitato sul tappeto persiano, non avresti più potuto partecipare al mio week-end alcolico, e non mi importa nemmeno se gli altri Warblers ti hanno lasciato da solo, ma del resto chi è causa del suo mal pianga se stesso, no?” Rise. 
“Ehm, Charlotte, non sono Thad, sono Jeff, e con me c'è anche Blaine.” 

Ci fu un secondo di silenzio. 

“Non mi prendere per il culo!” Sputò la ragazza. 

“Charlotte davvero, sono Blaine..” Disse l'ex Usignolo. 

Subito dopo quelle parole si sentì un urletto e poi un “oddiooo!!” acutissimo, poi altro silenzio, ed infine un “È stato 'Bastian ad urlare! ” mentre la porta finalmente si aprì. 

Comparve la snella figura di Charlotte, con i capelli biondissimi arruffati, gli occhi azzurri che puntavano in direzione di Blaine ed un sorriso smagliante. 
Solo quando se la trovò di fronte, Blaine constatò che erano alti uguali, ma sicuramente lei non veniva presa in giro per la statura. 
Portava una felpa rossa con cappuccio della Dalton e dei pantaloncini cortissimi, nonostante fosse inverno. 

“Prego, entrate! E Jeff,” Si voltò verso l'Usignolo cambiando espressione “ringrazia che c'è Blaine perchè altrimenti rimanevi fuori!” Fece. 

Jeff iniziò a saltare sul posto e a battere le mani, mentre Blaine continuava a chiedersi il perchè di tanto entusiasmo. 

L'appartamento di Charlotte era ben arredato, con due grandi divani di pelle beige, posti davanti ad un plasma da minimo sessanta pollici. Il pavimento di parquet chiaro, si estendeva per tutta la superficie della casa, e in quella che doveva essere la zona soggiorno c'erano persino un caminetto e un pianoforte. Sulla sinistra c'erano due porte chiuse, camera da letto e bagno probabilmente, e sulla destra l'ampia isola della cucina, con delle sedie disposte al lato opposto del piano cottura. 

Da una delle due porte sulla sinistra emerse Sebastian che si stava tamponando i capelli con un asciugamano. “Cosa avrebbe fatto 'Bastian? Ohw Blaine..” Si bloccò in mezzo alla stanza, sorpreso. “Cosa ci fai qui?” 

Jeff agitò una mano per farsi notare.. “Ci sarei anche io comunque...” 

“Un lemon drop ragazzi?” propose Charlotte che intanto aveva tirato fuori da un cassetto un shaker per cocktail. 

Sebastian e Jeff annuirono immediatamente, mentre Blaine parve rifletterci su. 
“C'mon Blaine Warbler, don't be shy..!” Sorrise la ragazza incitandolo. 

L'ultima volta che aveva bevuto in presenza di Sebastian, erano allo Scandals e si erano strusciati tutto il tempo mentre ballavano. A quei tempi stava ancora con Kurt, e quello aveva dato il via ad una delle loro prime furiose litigate. L'alcol non gli faceva bene, non aveva mai retto più di una birra, e in quel momento gli stavano offrendo un lemon drop, che era di gran lunga più forte. 
L 'ottantenne che ormai aveva dimora stabile in lui si oppose strenuamente a quell'offerta, ma dopo qualche secondo si disse, che probabilmente, se dalla rottura con Kurt poteva trarci qualcosa di buono, era proprio il fatto di poter sperimentare, facendo cose totalmente irresponsabili, senza aver paura di ferire qualcuno, o che qualcuno lo giudicasse. Era libero, e per la prima volta, non stava considerando la situazione in maniera negativa. 

Accettò l'offerta e Charlotte sorrise soddisfatta, iniziando ad armeggiare con delle bottiglie. 

“Allora Anderson, cosa ti ha portato alla mia umile dimora?” Domandò la raggazza dopo qualche minuto. 

Blaine si ricordò solo in quel momento di essere lì per una ragione, talmente era preso dalla discussione che aveva intavolato, con Sebastian e Jeff, su quali dei due gruppi canori, Warblers e New Direction, fosse stato effettivamente il migliore alle provinciali, conclusesi con un pareggio. 
“Fondamentalmente, il motivo per cui sono qui, non era battibeccare con questi due, ma ringraziarti per l'altro giorno Charlotte. Sono scappato senza dirti una parola, quando in realtà ti devo davvero tanto.” Disse con una vera e propria espressione di gratitudine. 

E Charlotte, parve essere colta completamente impreparata da quelle parole, perchè aprì e chiuse più volte la bocca, tentando di parlare, ma non ne uscì alcun suono, e quando abbassò lo sguardo ridendo, e pronunciando un “Grazie..” a mezza voce, tutti i presenti, si accorsero che era vistosamente arrossita. 

“Cuuuuucciolaaaaa!!!” Urlò Sebastian, che come risposta ricevette un limone dritto in fronte. 
“Taci 'Bastian!” Mormorò la ragazza assottigliando gli occhi. 

Blaine potè notare che tra i due c'era un'enorme intesa. Il che gli suonò totalmente alienante, se considerando il fatto che fino a pochi secondi prima, credeva che Sebastian non fosse in grado di affezionarsi a nessun essere umano, figurarsi una ragazza. 

E invece erano lì a bisticciare come una coppia sposata da quarant'anni. 

Charlotte si mosse da dietro il bancone della cucina, con due bicchieri rossi in mano, porgendone uno a Jeff e uno a Blaine. “Scusate ragazzi, ma mi questi cocktail mi sono usciti poco lemon e molto drop, avevo finito la limonata..” Rise, andando a recuperare anche gli altri due bicchieri. “Brindiamo aaaa.... uhmmm..” Si portò l'indice sul mento. “Brindiamo ai vincitori indiscussi delle provinciali..” Disse voltandosi verso Blaine con aria di sfida. “Gli Usignoli ovviamente!” Finì la frase e Blaine partì a protestare, dicendo che non era giusto brindare in quel modo, perchè lui era in minoranza. 


Tre o quattro lemon drop dopo, anche quelli molto drop e poco lemon, la musica si era fatta più alta, Charlotte era in piedi su di un tavolino a cantare a squarcia gola, Jeff ballava, o per lo meno, si agitava come un forsennato, Sebastian fissava con aria incazzata l'iphone di Charlotte che continuava a squillare, e Blaine, in stato semicomatoso, si era abbandonato su di una poltrona. 

Il ragazzo, sentendosi improvvisamente le palpebre pesanti per un giramento di testa più forte, chiuse gli occhi e si ritrovò in camera propria. 

Gli mancò il fiato e provò con tutte le sue forze ad aprire per e chiudere gli occhi per tornare nella casa dove si trovava meno di due secondi prima, ma fu inutile. 



So I put my faith in somthing unknown 
I'm living on such sweet nothing 
But I'm tryng to hope with nothing to hold 
I'm living on such sweet nothing 
And it's hard to learn 
And it's hard to love 
When you're giving me such sweet nothing. 



Si trovò catapultato in un'altra realtà, 
che sembrava così... 
vera. 

Si chiese se ciò che si trovava davanti corrispondeva solamente ad un sogno un po' più vivido oppure, se era quello che si era trovato ad affrontare nei mesi precedenti, tutto solamente frutto della sua immaginazione. 

Blaine era nel letto della sua camera, sepolto sotto lo strato di coperte, quando sentì qualcosa, o meglio, qualcuno, strusciarsi contro la sua schiena. 
A quel punto, prese coscienza di sé, e capì che effettivamente, qualcuno lo stava stringendo, accoccolato contro la propria schiena. 
Quando un odore troppo familiare lo colpì, non volle crederci, e respirò a pieni polmoni, per riempirsene le membra. 
Quasi aveva paura a riprendere a respirare. Temeva che quell'odore, fosse stato solo frutto della sua immaginazione, ma quando intervenne prorompente, l'urgenza di rifornimento di ossigeno, Blaine rimase compiaciuto dal fatto che quella fragranza era ancora lì e lo stava avvolgendo. 
Si girò nell'abbraccio, e quando vide quella candida figura dagli occhi azzurri un po' assonnati, che lo fissava con un mezzo sorriso, rimase totalmente paralizzato. 

“Che ci fai qui Kurt?” Provò a domandare, ma il ragazzo gli parò l'indice davanti le labbra in segno di fare silenzio, e lo allontanò solo per avvicinare le proprie di labbra e strappargli un bacio che tutto aveva , tranne l'essere casto. 

E a Blaine si fermò il cuore, quando sentì la lingua di Kurt lambirgli le labbra, e quel sapore. 
Aveva di nuovo il sapore di Kurt in bocca. 

Sentì il nodo che aveva nel petto sciogliersi. E tutto il casino che era la sua vita, fu sistemato in un millesimo di secondo, perchè sì, per qualche strano motivo, Kurt era di nuovo lì tra le sue braccia. 

Gli posò le mani sui fianchi e lo avvicinò a sé, affondando le dita con forza nella pelle dell'altro, come se non volesse farlo scivolare via, di nuovo. 
Si sarebbe aggrappato al suo corpo con tutta la forza che aveva. 

Kurt rise. “Amore, mi fai male così!” squittì cristallino. 

Quella voce. 
Gli era mancata da morire. 

Blaine allentò la presa lievemente. “Mi giuri che non scappi se ti lascio andare?” fece. 

Kurt aggrottò le sopracciglia. “Perchè dovrei scappare?” 
Blaine che intanto si era preso un attimo per osservare ogni millimetro del viso di Kurt, si soffermò sulle sue labbra, lasciandosi sfuggire un “Lascia stare..” e coprì la distanza che li separava, baciandolo con tutta la passione di cui era capace. 

E chiuse gli occhi, quando percepì qualcosa sfuggirgli dall'angolo delle ciglia, e rigargli il viso, fino a bagnare il cuscino, dove erano sofficemente appoggiate le teste di entrambi. 

Kurt sentì la propria guancia, bagnarsi a contatto con quella del fidanzato, ma non disse nulla, stringendolo solo più forte e passandogli la mano tra i capelli arruffati, catturando un riccio e arrotolandoselo attorno al dito. 

“Mi dispiace che le cose stiano andando in questo modo” disse Kurt all'improvviso. “Davvero, è stato così stupido da parte nostra sottovalutare la situazione. Mentire a noi stessi e aver fatto finta che le cose non sarebbero cambiate, ci ha rovinati. Avremo dovuto discuterne, e piangerci sopra, avremo dovuto dire di aver entrambi paura, ed essere spaventati dalla situazione, ma avremmo dovuto farlo insieme. Non so perchè ho finto per tutto quel tempo. Alcune settimane dopo la mia assunzione a Vouge, avevo capito che tutto stava cambiando, che il nostro rapporto stava cambiando, eppure ho continuato a negare la cosa. Quando tu mi hai detto di essere stato con un altro, ne sono rimasto sconvolto sì, ma in quel momento ho capito che era stata soprattutto colpa mia, Blaine, perchè ho continuato a fingere che tutto fosse come quando io e te eravamo a Lima, e potevamo vederci tutti i giorni, quando invece negli ultimi tempi, a malapena riuscivamo a parlarci al telefono una volta al giorno. Dio Blaine, la paura di perderti mi ha così paralizzato, da impedirmi anche di fare qualunque sforzo per evitare che succedesse. E alla fine eccoci qui.. ci siamo persi.” 

Blaine sollevò lo sguardo e osservò i grandi occhi azzurri di Kurt diventare sempre più lucidi. E ascoltò la sua voce, da tranquilla e pacata, trasformarsi in un sussurro tremolante. Come una candelina che si consuma e finisce con lo spegnersi. 

Tutto quello che uscì dalla sua bocca, erano le esatte parole che aveva pensato durante quei mesi di assenza. Ad eccezione dell'ultima parte forse, perchè sapeva che quel tradimento era stato solamente colpa di una propria debolezza. 

“Ti amo da morire Kurt, e mi manchi. Vorrei solo avere una fottuta macchina del tempo e riportarci indietro, vorrei cancellare tutti i nostri errori, vorrei aver preso quell'aereo per venire da te e stringerti, non per confessarti di essere stato con un altro. Mi chiedo ogni giorno perchè, ho aspettato tutto quel tempo per venire da te. È stato così semplice salire su quell'aereo, avrei potuto farlo tutte le volte che mi mancavi. Avrei potuto parlarti della mia insicurezza sul fatto che le nostre vite sembravano essere così lontane e distanti in quel momento, da non sembrare nemmeno far parte l'una dell'altra e invece, ho fatto la scelta peggiore.” 

Kurt annuì lentamente, strusciando la punta del naso contro quella di Blaine. “Sei l'amore della mia vita..” sussurrò, trascinandosi il fidanzato sopra di sé, e prendendogli il labbro inferiore tra i denti, tirandolo. “Ho voglia di essere di nuovo una cosa sola con te, fammi ricordare perchè ho la certezza che tu sarai sempre la mia anima gemella.” Gli soffiò sulle labbra. 

A quelle parole Blaine sentì il sangue concentrarsi verso l'inguine, e spinse con forza il bacino, contro quello di Kurt, mentre si scambiavano, non uno di quei baci che il principe e la principessa si danno in una favola, nel momento della riconciliazione, ma un bacio disperato, scoordinato, pieno di frustrazione e dolore, pieno di amore, lacrime e notti insonni, un bacio pieno di distanza, di sentimenti repressi, di scuse, pieno di “mi dispiace”, di “ti amo come non amerò mai nessun'altro”. E c'erano labbra che succhiavano pelle, e lingue che assaporavano ogni centimetro, e denti che mordevano per lasciare segni che non sarebbero spariti tanto presto. 
Segni che volevano imporre l'appartenenza dell'uno sull'altro. 

E ben presto i vestiti di entrambi vennero tolti, andandosi a perdere in quel groviglio di corpi e coperte. 

Le dita di Kurt graffiavano la schiena di Blaine, ogni volta che si spingevano l'uno contro l'altro e le ossa dei loro fianchi si andavano a scontrare con forza, insieme con le loro erezioni. 
Era come se delle piccole scosse percorressero la pelle di entrambi ad ogni contatto, facendoli tremare dal piacere. 
Quando Kurt allacciò entrambe le gambe attorno ai fianchi di Blaine, entrambi ansimarono pesantemente, a quell'ulteriore pressione. 

Blaine si avvicinò all'orecchio di Kurt per stuzzicargli il lobo, picchiettandolo con la lingua. “Ti voglio così tanto..” Sussurrò facendo correre un brivido lungo la spina dorsale del fidanzato. 
“Sai che potrei venire anche solo per questo tuo modo sexy di parlare quando sei eccitato?” Rise posandogli le labbra sul collo, mentre Blaine si inumidiva le dita portandosele tra le labbra. “E se aggiungessi anche questo?” Scese con la mano a lavorargli l'apertura per prepararlo. 

Blaine adorava far gemere Kurt. 

E l'espressione che si dipingeva sul quel volto angelico pervaso dal piacere, era qualcosa di assolutamente celestiale. Kurt aveva un labbro stretto tra i denti, e gli occhi semichiusi, con le lunghe ciglia castane che tremavano quasi impercettibilmente. 
Blaine spinse ancora più a fondo le due dita, solleticando il punto prediletto di Kurt, che inarcò la schiena ansimando. “Entra..” Sibilò. 




Un battito di palpebre gli fece aprire gli occhi. 

Era immerso nel buio, ma si rese conto dopo pochi secondi di non essere più nel suo letto, ma seduto scompostamente su una poltrona di pelle. 
Qualcuno doveva averlo coperto con una calda trapunta imbottita. 

Era stato tutto frutto della sua immaginazione. 
Il sogno più dannatamente reale che si era ritrovato a fare. 
E ora era doloroso essere lì, da solo. 
Sentì il cuore attanagliato da una morsa e cominciò a singhiozzare silenziosamente. 

Kurt gli era scivolato via. 
Kurt non era più nella sua vita. 
Kurt stava ormai andando avanti mentre lui si ritrovava bloccato e spezzato. 

Blaine si sentì afferrare la mano. Non si era reso conto che Charlotte era inginocchiata davanti a lui e lo stava guardando. 
“Ti va di uscire sul terrazzo e parlarne?” gli chiese sottovoce, passandogli il pollice della mano libera sulle guance, ad asciugargli le lacrime. 

Il ragazzo tirò su con il naso e annuì lentamente. 




* * * 


NOTE DELL'AUTRICE: 

Eccoci qui con questo terzo capitolo. 
Posso dirvi la verità? LO AMO. 
Smut a parte (che sono incapace di scrivere) mi sono sentita davvero ispirata dalla canzone di Florence, e quindi è venuto fuori con molta scorrevolezza e leggerezza. 

LA PARTE DI SMUT INVECE, quella mi fa schifo, ci ho messo una settimana per scriverla ed è uscita fuori quella roba. Spero di migliorare, superando il blocco che mi fa chiudere la pagina di word ogni volta che scrivo una cosaccia. LOL 
*cucciolo di pinguino mode on * 

Parlando del cognome di Charlotte, che come avete potuto notare, è Phillips, l'ho gentilmente preso in prestito da Struck by Lightning, ed è un omaggio, ovviamente a Carson, di cui io sono follemente innamorata. 

Blaine sta migliorando, (finalmente aggiungerei) e lo vedremo presto riprendersi e tornare ad essere il ragazzo sicuro di sé, che abbiamo visto nella seconda stagione :) 

Vi lascio con una pulce nell'orecchio: 
Chissà perchè Sebastian fissava il cellulare di Charlotte squillare?? 
ZANZANZANZAAAAAAANNNN. 


Okay, detto ciò, concludo dicendo che ringrazio tutti coloro che hanno recensito, mi ha fatto un piacere immenso, e spero che avrete qualcosa da dire anche su questo terzo capitolo :) 
Ringrazio anche chi ha solo letto, perchè siete davvero tantissimi!!!! 
P.S. La canzone è Sweet Nothing di Calvin Harris feat. Florence Welch 
Love u guys <3
   
 
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