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Autore: sheneedsharold    29/12/2012    2 recensioni
'mi prenderò cura di te.' disse accarezzandomi.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‘faccio la doccia’ dissi a mia madre.

Salì le scale trascinando il corpo, ormai debole. Era diventato ormai un rito, chiusi la porta e tirai fuori la lametta dai pantaloni. Avevo una migliore amica ed era lei, lei era sempre e costantemente lì per me. Con me. Chiusi gli occhi, sospirai e iniziai a ripensare agli insulti ricevuti a scuola. ‘sei troppo grassa e brutta per sederti al tavolo con noi, adesso sparisci’ avrei voluto sparire, per loro. Avrei voluto far quel favore, sparire per sempre dalla vita di tutti, ma soprattutto dalla loro. Mi tolsi i vestiti e rimasi in intimo. Iniziai a guardare il mio orribile corpo, schifata. Non avevo mai visto qualcosa di tanto orribile. Mi voltai e aprì l’acqua. Non volevo di certo destare sospetto. Nessuno poteva fermarmi, ero solita farlo ormai da tempo. A nessuno importava di me, a nessuno era mai caduto l’occhio sulle mie ferite. Indossavo sempre lunghi pantaloni, anche di estate e felpe pesanti nonostante avessi la voglia di vestirmi leggera. Iniziai a passare quella lametta sul braccio, sul punto che sapevo facesse male. prima piano, poi forte. Ero quasi soddisfatta di me per una volta. Vedo quel sangue scorrere, cadere sul pavimento e dappertutto. Vedevo tutto quel sangue uscire dal braccio. Sembravi quasi che tutti si scaricasse da lì. Era un modo di sfogarmi e lo amavo. Ero indipendente da quella lametta. Era un’abitudine ormai, qualcosa dalla quale non puoi fermarti. Qualcosa che ti prende e non puoi più farne a meno. Pensavo che sarei riuscita a fermarmi, ma da quel pomeriggio di un anno prima, la situazione peggiorò e ogni giorno tornata a casa da scuola i tagli divenivano sempre più profondi. Non riuscivo a smettere, ero ormai troppo dentro per uscirne. Parti dalle braccia, poi sulle cosce che odiavo tanto e andai a finire nei punti più nascosti, per esempio dietro il collo. Non riuscivo nemmeno a smettere di tagliarmi. Perché pensavo che farmi del male fosse giusto. Non ce la facevo. Ormai era piacevole, il mio corpo aveva sopportato di tutto. Non avevo più autocontrollo, quei tagli erano sempre di più e un giorno il sangue non si sarebbe fermato ma io andai avanti. Intanto le lacrime, a un tratto iniziarono a scendere quando vidi il nome ‘Louis’ scritto in penna sulla parte alta del braccio. Ecco, si lui era il mio migliore amico. Era la persona che amavo di più al mondo. Era il migliore per me, e lui era l’unico capace di farmi sorridere. Di farmi sentire bene. dimenticavo i tagli, la lametta e il resto solo grazie a lui, mi faceva sentire in un altro mondo. Con lui non dovevo usare maschere. Quella mattina mi disse ‘tu sei speciale. Questo lo sai vero?’ mentre scriveva il suo nome sulla parte alta del braccio, poiché nascosi le braccia con la felpa. Ero una merda e basta, avevo mentito a louis, pensava che io avessi smesso di ficcarmi le dita in gola e vomitare. E lui non sapeva del fatto che io fossi autolesionista. A lui avevo sempre nascosto quella parte di me, quella parte oscura. Quel mio piccolo e segreto mondo. Non avrei mai voluto confessarglielo. Allora, spinsi la lametta più forte contro il mio corpo, ormai pieno di ferite. Urlava pietà. Ma io spinsi forte senza dar conto alla vocina interiore che mi urlava di smetterla. Mi lasciai andare e cadetti per terra, stetti lì per poco. Sentì bussare.

“Janet?” sentì la voce dolce di Louis.

“Si?” dissi cercando di sembrare il meno depressa possibile mentre cercavo di pulire per terra.

Ma la porta si aprì e vidi Louis.

“C-che succede?” disse.

“Che stavi facendo? Janet, merda.” Continuò.

Io rimasi zitta col volto abbassato. Si piegò in ginocchio e mi girò le braccia tutte rosse. Mi prudevano un sacco. In una maniera assurda.

“Perché non me l’hai detto? Perché l’hai fatto?” continuò accarezzandomi le braccia.

“Io … avrei dovuto dirtelo. Davvero scusa, sono una merda.” Dissi in lacrime.

“Quei bastardi la fuori dovrebbero farsi una vita, ecco. Tu non sei una merda. Ho sentito come ti hanno insultata oggi, ero con Josh e mi ha portato via ma avrei preso tutti a botte e tu Janet, tu sei bellissima per ciò che sei.”

Nessuno mi aveva mai detto ‘sei bellissima’.

“No, erri. Non è vero.”

“Tu hai bisogno di me. Io mi prenderò cura di te.” Disse abbracciandomi e accarezzandomi i capelli con dolcezza.

TU NON MERITI QUESTO,
NESSUNO MERITA QUESTA CATTIVERIA.
TU SEI BELLISSIMA DAVVERO.
TU SEI SPECIALE RAGAZZA.
TU MERITI TUTTO IL BENE DEL MONDO.
TU MERITI UNA VITA SERENA.
TU MERITI UNA VITA GIOISA.
TU MERITI QUESTO E ALTRO.
TU SEI BELLA DENTRO E FUORI.
TU SEI BELLA ANCHE CON GLI OCCHIALI.
TU SEI BELLA ANCHE CON L’APPARECCHIO.
TU SEI BELLA ANCHE CON UN CHILO IN PIU’.
TU SEI BELLA STRUCCATA.
TU SEI BELLA ANCHE SE NON VESTI FIRMATA.
TU SEI SPECIALE, COME TUTTI.
TU SEI UN ESSERE MERAVIGLIOSO.
E IO,
IO MI PRENDERO’ CURA DI TE'.

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Hei ragazze, volevo dirvi soltanto una cosa: siete bellissime.
Spero vi piaccia, purtroppo è una cosa diffusa l’autolesionismo ed è solo colpa della società. Sorridete sempre. Vi amo. #alwaysstaystrong
  
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