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Autore: Synacky_    29/12/2012    1 recensioni
Ciao a tutti ^.-!!
Vorrei riproporvi una mia storia pubblicata in precedenza. Questa volta sarà più dettagliata e descritta e molti aspetti cambieranno. Spero sia di vostro gradimento ecco a voi la trama.
Re Riccardo ventuno anni fa diede alla luce una bambina degli occhi smeraldo. La principessa Ada. Lei divenne presto un'abile soldato. Di classe e dal carattere freddo e distaccato, vedrà la sua vita capovolta quando suo padre le farà un'annuncio:
Dal prologo:
"-Dovrò andare in Palestina, questi giorni… visto che dopo la morte di Roberto di Sable è un po’ in confusione. Sarò scortato come tu ben sai… ma vorrei un soldato abbastanza capace. Perciò verrai con me. Domande?- "
Buona lettura ^.-!! Recensite in tanti ^^
Genere: Azione, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Malik Al-Sayf , Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Principessa dei miei stivali'
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Che cosa sto facendo? … che cosa ho fatto?  Accovacciata nel buio di una stanza, stava Ada con la testa fra le gambe e gli occhi umidi. Aveva combinato un bel macello con quella lettera… aveva combinato una disgrazia andando ad Acri! Ma cosa gli era saltato in mente?! L’avrebbero trovata subito e suo padre non ci avrebbe pensato due volte a strapparle la sua vita e darla a Francesco. Che bel guaio. In più non aveva nessun aiuto. Altair andava quasi ogni notte ad Acri, a far baldoria con Maria. Sorrise, eppure pensava che dopo quell’abbraccio l’avrebbe aiutata, invece la figura di Ada si era dissolta nella nebbia.
Sono la principessa accidenti! Non ho bisogno dell’aiuto di nessuno, andrò ad Acri e prenderò la risposta… al costo di essere scoperta!Aprì gli occhi di scatto, aprì le finestre e si preparò con l’armatura da guerriero. Si mise un lungo mantello nero e vi si coprì il capo e tutto il corpo, niente velo, del resto non era araba. Aprì la porta della sua stanza e lasciò sulla sua scrivania una lettera. Scese le scale del grande palazzo e dopo essere arrivata fuori si confuse tra l’immensa folla del mercato.
All’uscita del villaggio prese un cavallo e veloce lo fece galoppare verso Acri. Diceva addio in quel momento a Masyaf, avrebbe risolto la questione… o almeno sperava.
 
Si svegliò nel buio della sua stanza. Anche quella notte aveva viaggiato parecchio per arrivare prima dell’alba a Masyaf. Era stanco e non aveva nessuna voglia di alzarsi. Pensava alle notti con Maria, erano belle certo, ma quando si chiedeva cosa provava per lei era il vuoto in persona, non si sapeva dare una risposta sincera. Si alzò e dopo essersi sciacquato la faccia, si vesti e andò a svegliare ‘la principessina’. Già doveva farsi perdonare, si sentiva di averla trascurata, insomma, era un periodo difficile per lei, non che gli interessasse qualcosa.
Bussò alla porta più volte, ma nessuna risposta. Sbuffò, era stata viziata con l’ozio. Aprì la porta e non vi trovò nessuno, solo vestiti sparsi. Per un attimo il tempo si fermò. Le armi erano sparite e con esse l’armatura. Si mise le mani in testa. Theodore l’avrebbe sicuramente ucciso! Poi vide una lettera.
 

Hai trovato la lettera giusto? Dopo aver capito che me ne sono andata, è giusto che tu ti chieda il perché, almeno per spiegarlo a Theodore. L’altra notte ad Acri, lasciai una lettera in cui ponevo le mie condizioni a mio padre e alla Famiglia ‘Di Acri’.  So che con questa mossa mi son fatta scoprire e ho combinato un bel disastro, ma ero parecchio sconvolta. Dopo che ho visto te e Maria, ho capito che non potevo più permettere di ostacolare la vostra vita (so che è strano, ma anche io ho un cuore, anche se piccolo). Dovevo risolvermela da sola. Quindi con queste parole rompo il sigillo del nostro patto, tu e Malik siete liberi da ogni responsabilità. Se va tutto bene potremo anche rivederci chissà… se va tutto male… Addio Altair e … anche se non te lo saresti mai aspettato da una come me… Grazie.

Cordiali saluti

                     Vostra, Ada Elisabetta Sofia Cuor di Leone

 


Altair strinse la lettera tra le mani. Era stata altro che stupida… era stata una deficiente in piena regola! Respirò profondamente, doveva calmarsi, ora era tornato tutto come prima giusto? Allora perché non riusciva a staccarsi dalla testa le sue risate, le sue parole sul femminismo, quella lettera? Si mise le mani in testa, doveva smetterla, ora a lui non interessava più. Decise di andare da Theodore e dirli quanto aveva letto e congedarsi.
 
Appena arrivò davanti a lui si fermò senza parole. Il Maestro lo guardava.
-Altair devi forse dirmi qualcosa?- Altair aprì la bocca, ma da essa non proveniva alcun suono. Era come muto, non riusciva a pronunciare quelle parole ‘Mi congedo, il patto è sciolto’. Continuava a pensare a quella rompi scatole dai capelli dorati e gli occhi color smeraldo.
-Altair tutto bene?- chiese il Maestro un po’ perplesso
-Si… io mi chiedevo se lei,- si fermò davvero lo voleva? No… -Se lei mi potesse dare un permesso per Acri. Il Maestro rise
-Dopo le scapatine notturne in segreto, le vuoi anche diurne?- Altair abbassò il capo ora di Maria, gliene fregava poco e nulla.
-No signore. È per un altro motivo- disse serio alzando il volto. Il Maestro vide la sua solita determinazione e non poté far altro che accettare. Quando Altair varcò il portone fu fermato dalla voce di Theodore.
-Si lesto e sincero. Si forte e saggio. Si convincente e dolce. È l’unico modo per conquistare una come Ada… del resto è figlia della madre.- disse con gli occhi lucidi che per la prima volta Altair li notò di un verde smeraldo, proprio come quelli di Ada.
 
Scalò la torre e quando arrivò in cima vicino alla campana, notò che la sua lettera era sparita.si chinò a vedere se ce ne fossero delle altre, ma fu presa alle spalle e per poco non le veniva un infarto. Qualcuno estrasse un pugnale e dopo averle tappato la bocca, glielo puntò alla gola in modo da minacciarla. Ne sbucò un altro, dal tetto ne dedusse, che aprì una botola di legno e fece scendere Ada e il primo uomo. Scese anch’esso e richiuse la botola dietro di se.
Ada si dimenava mentre camminavano tra i vicoli bui della città. Per resistere ad una come lei erano belli grossi, uno doveva essere quasi due metri e aveva più muscoli che altro. Mentre il compare era uno e novanta e anche lui non era certo mingherlino.  
Sentì un gemito, e si voltò verso l’altro che vide giacere a terra, e subito dopo fu libera anche dal primo. Tornò a respirare e si voltò verso… Altair.
-Mi spieghi cosa ti è saltato in mente?!- disse Altair furibondo
-Sbaglio o non ti ho chiesto nulla?!- rispose lei a tono. Altair per poco non uccideva pure lei
-Ah è vero, volevi che ti lasciavo con quei due!?- Ada sbuffò
-C’è l’avrei fatta anche da sola!- Altair le si avvinò fino a sentire il suo fiato nel suo viso
-E sentiamo, cosa stavi aspettando?- Ada cercò di ricollegare il cervello e pensò su una scusa
-Volvevo vedere dove mi portavano- disse con la sua solita faccia strafottente
-Al palazzo. Delle volte non so se baciarti o ucciderti- Ada ghignò, estrasse un pugnale dalla cintura dell’assassino e uccise una guardia dietro di lui.
-Per ora cerca di rimanere vivo, assassino- disse estraendo la spade e mettendosi in posizione d’attacco vedendo arrivare delle altre guardie. Fece lo stesso l’assassino e prima di partire all’attacco disse:
-Bisogna ucciderli tutti altrimenti diranno di te a tuo padre e a Francesco e famiglia- disse cominciando a combattere sgozzando un soldato che si avventò contro di esso.
-Be almeno così potrò scendere a patti- disse Ada conficcando la sua spada nel ventre dell’avversario. Altair diede un altro colpo di grazia e rispose
-Non se ne parla, il piano rimane quello delle origini. Perciò tu torni con me a Masyaf e non si discute- disse continuando la lotta. Ada sorrise, non era poi così sola.
Le guardie aumentavano e l’affaticamento con esse.
I due lanciavano fendenti che si scontravano nell’aria. Con movimenti aggraziati, la principessa, sconfiggeva i nemici in pochi attimi. Ma pian piano la forza diminuiva, la stanchezza aumentava e la velocità calava a occhio nudo. Sembravano infiniti.  La spada risultava pesare tonnellate, e diventava difficile sollevarla da terra. Tutto era così pesante.
-Ada resisti, non possiamo lasciare che ci battano. Devi resistere e combattere per ciò in cui credi- disse l’assassino col fiatone. La ragazza rispose che era più facile a dirsi che  a farsi.
Dopo altri dieci minuti di fendenti per aria ne rimase solo uno che chiedeva pietà
-Non concedo la pietà a persone che mi possono pugnalare alle spalle dopo- sibilò Ada
-Non dirò nulla lo giuro- la pregò il soldato
-Chi mi dice che posso fidarmi? Riposa in pace- disse dandogli il colpo di grazia.
-Dobbiamo lasciare la città Ada- disse Altair prendendola per il braccio
-Non così in fretta- disse una voce uscendo allo scoperto.

 
 
 


Ciao! Scusate ancora il disastroso ritardo, ma ero davvero impegnata mi dispiace! Chi sarà la voce? Qualcuno di compromettente per il piano? O non sarà nessuno? Vi lascio sulle spine, sperando di aggiornare prima questa volta. Un grazie enorme alla mia Mary che mi segue sempre e che spero recensisca anche in questo capitolo. Spero recensiate in tanti. Un bacione grande

Vostra Ali :3 Nee-chan

  
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