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Autore: DumbledoreFan    16/07/2007    2 recensioni
“Un momento…se non ho cugini, questo vuol dire che io…” mi fermai un attimo, e fissai intensamente gli occhi smeraldini di Potter. “Che io sono l’ultima discendente diretta della famiglia Black…” continuai in un soffio. Il ragazzo annuì con il capo. Tornai a osservare il cerchiatto bruciacchiato dove doveva esserci la figura di mio padre. Sotto il suo nome c’era una targhetta vuota, e subito dopo una linea con un cerchietto e un’altra targhetta vuota, con l’eventuale posto per altre. Ci passai le dita sopra. Lì avrei dovuto esserci io. “Non credi che sia venuto il momento di aggiungere un nome lì?” mi fece inaspettatamente il moro.
La dinastia Black è conclusa perchè i due fratelli sono entrambi morti. Ma ne siamo proprio così sicuri?? Leggete e scoprirete che qualcuno aveva un segreto di cui nemmeno lui era a conoscenza...
Genere: Malinconico, Mistero, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Serpeverde
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!! Bene, eccomi con il secondo capitolo della mia FF! Qui verrà chiarita la storia di Siria, e ci sarà un dibattito molto acceso con Harry! Oddio, mi sento così in colpa a trattarlo male, il mio povero pasticcino! Va beh, la smetto!! Spero che anche questo chap vi piaccia!Buona lettura!

“Siria Black?!” chiese confuso Harry, guardandomi stralunato.
“Che significa?” continuò perplesso.
“Certo, tanto fenomeno, salvatore del Mondo Magico, ma perspicacia zero!” esclamai pungente. Il moro mi fulminò con lo sguardo.
“Credo che questo non sia il posto adatto per parlarne…” s’intormise Silente, tirando fuori la bacchetta. Con un tocco leggiadro fece sparire tutti i nostri bagagli.
“Dove li ha mandati?” chiesi prontamente.
“Non si preoccupi, li raggiungeremo subito…nessuno dei due sa materializzarsi, giusto?? No, infatti…allora avvicinatevi e tenetevi stretti a me…” spiegò il vecchio. Un po’ titubante mi avvicinai e gli cinsi il braccio. Potter fece lo stesso dall’altra parte. Aspettai qualche attimo, poi sentii uno strappo allo stomaco, e ebbi la sensazione di non respirare. Entrai in una specie di vortice. Dopo alcuni istanti il vortice svanì e un’ondata di aria fresca m’invase i polmoni. Aprii gli occhi che avevo chiuso in precedenza, e mi ritrovai in una stradina buia con alcune case cupe. Alzai lo sguardo sul cartello che diceva il nome della via.
“E’ questa Grimmuild Place?” chiesi stranita. Cercai il numero 12, ma all’inizio non lo scorsi. Poi, tra il numero 11 e il numero 13 si fece spazio un’altra casa, molto più vecchia, cupa e tetra. Sulla porta di legno massiccio c’era una targa arrugginita con impresso il numero 12.
“Sì, esattamente…” rispose Silente. Ci avvicinammo all’ingresso, e il vecchio aprì la porta, facendoci entrare. L’ingresso era stretto e scuro, quasi inqiuietante. Su una parete c’era una tenda che copriva una parte del muro. L’uomo dalla barba argentea ci fece strada e ci condusse in un ampio salotto con un grande camino. Mi guardai intorno curiosa. Quella era la casa dei miei avi, dell’Antichissima Casata dei Black. Potter si buttò poco delicatamente su una poltrona.
“Allora, che ci facciamo qui?” chiese voglioso di chiarimenti. Mi misi a sedere su un divano di pelle nera, Silente si sedette accanto a me.
“Mi sa che c’è qualcuno che ha una storia da raccontare…” disse guardandomi intensamente.
“Considerando che quella di Potter e del suo sfregio la conoscono tutti, suppongo che sia la mia…” risposi sarcastica.
“Come ti ho già detto, il mio nome è Siria Black, e se fossi un po’ più perspicace avresti già capito che…” feci un attimo di pausa, guardando fissa il moro dagli occhi smeralndini, che era notevolmente perplesso.
“Che io sono la figlia di Sirius Black”
Il silenzio calò immediatamente nella stanza. Potter mi guardò con tanto d’occhi, e si aprì in un’espressione completamente sbigottita. Cominciò a boccheggiare, balbettando frasi incomprensibili. Sbuffai sonoramente mentre mi buttavo all’indietro con la schiena.
“Che…che cosaaaaaaaa?” riuscì finalmente ad esclamare (quasi urlare).
“Cos’è, sei anche sordo ora, oltre che sfregiato?!”
Il ragazzo rimase ancora un altro po’ attonito, poi scosse il capo e disse.
“Non è possibile…non è possibile…Sirius mi avrebbe parlato di te, e sicuramente avrebbe fatto di tutto per starti vicino…”
“Tutte e tre le tue affermazione, sono errate…possibile è possibilissimo, la prova del fatto ti siede davanti (purtruppo)…mio padre non avrebbe mai potuto parlarti di me, e scommetto che non avrebbe assolutamente fatto di tutto per starmi vicino, anzi…”
“Perché non avrebbe potuto parlarmi di te?”
“Molto semplice…” risposi, prendendo coraggio, ma soprattutto, cercando di controllare l’istinto di rabbia incontrollabile che mi persuadeva ogni volta che parlavo di mio padre.
“Lui non sapeva della mia esistenza”
“Come non sapeva della tua esistenza??”
“No, Potter…lui non sapeva di me” ripetei calma, respirando a fondo.
“E perché, scusa?” mi chiese sempre più sconcertato.
Mi alzai in piedi e gli voltai le spalle. Mi avvicinai alla finestra che dava sul vicolo tetro, dove una lugubre nebbiolina ormai familiare aleggiava nell’aria. Sentii gli occhi bruciare, ma non potevo permettermi di piangere. Ero stufa, stufa di dover star male per quell’uomo orribile di cui portavo il nome, e non solo. Tutti questi anni passati a chiedermi chi fosse mio padre, per poi, stanca di porre domande e non avere mai risposta, ritrovarmi davanti alla crudele verità.
“Mia madre non gli ha detto nulla della sua gravidanza nata da una notte con lui, alla fine del loro settimo anno a Hogwarts. Mia mamma era follemente innamorata di Sirius. Per questo, gli ultimi giorni di scuola, non rifiutò le sue avances. Ma il giorno dopo, lui la liquidò con un “Scusa, ma sei stata una delle tante”. Ma mia madre era talmente innamorata di lui, che per lei quella notte bastò. Anche se l’aveva usata solo perché era in astinenza, ed era la prima ragazza che gli era capitata a tiro, per lei andava bene così, e quella notte fu il momento più bello della sua vita. L’amore è una cosa orribile. Ti fa perdere la cosa più importante per ognuno di noi: la dignità. E un uomo o una donna senza dignità, non valgono niente, e fa bene la gente a usarli, se lo meritano. Le ucciderei tutte, le persone senza dignità, senza orgoglio. E anche le persone innamorate. Illuse, patetiche, pietose. Mio padre era una persona orribile, traditore del sangue puro, un Grifondoro mischiato a tutta la feccia, e ha fatto una cosa orripilante, per questo alla notizia che era morto, non ho fatto nemmeno una piega. Anzi, forse mi sono rallegrata. Ma la peggiore è stata mia mamma, che si è lasciata usare come fosse stata una bambolina. E non si è ribellata minimamente, anzi, lo ha anche ringraziato della stupenda notte passata insieme. Mi vergogno di essere figlia loro” questo fiume di parole fuoriuscì dalla mia bocca come veleno dalla bocca di un serpente. Senza che io riuscissi a vederlo, Silente mi guardò quasi spaventato. Sentii Potter alzarsi dalla poltrona.
“Le tue parole sono terrificanti, lo sai?”
Mi voltai interrogativa verso il ragazzo, che mi guardava con un misto di rabbia, paura, e incredulità.
“Una ragazza di 16 anni non può essere così cattiva…tu non puoi essere la figlia di Sirius. Lui non era così. Era una persona fantastica, mi voleva bene come nessuno me ne ha mai voluto, e sono certo che se avesse saputo di avere una figlia, sarebbe venuto in capo al mondo per trovarti!”
Mi avvicinai con sguardo astioso al moro. Lo fissai per qualche istante.
“Sei un illuso, Potter. Sei un illuso perché ti sei fermato alle apparenze con mio padre, e anche tu sai com’era quando andava a scuola. Sei un illuso perché credi in tutti quegli stupidi principi che ci rifilano per farci crescere buoni, come l’amore e l’amicizia, ma non sanno che nella vita i buoni non ci guadagnano mai, che non siamo in una storia, e che nella realtà, non è sempre il bene che vince! Sei un illuso perché credi di aver avuto la vita più brutta del mondo, perché credi di aver sofferto solo tu e che tutti devono compatire il povero bambino-che-purtroppo-è-sopravvissuto!!Sei un illuso perché credi di essere il salvatore del mondo magico, l’unico su cui la gente deve fare affidamento, l’unico che riuscirà a sconfiggere l’Oscuro Signore! Beh, sai che ti dico? Io odio gli illusi!” gli sputai addosso iraconda. Ci scambiammo ancora qualche sguardo di fuoco, prima che Silente s’intromise.
“Ragazzi, adesso smettetela! Non siamo qui per litigare! Ora che la Signorina Black ti ha raccontato la sua storia, possiamo discutere di quello che c’è da discutere! Risedetevi, per favore…”
Ubbidimmo alle parole del vecchio, e ci rimettemmo a sedere.
“Quando Sirius è morto, ha lasciato in eredità questa casa a Harry, ma la Signorina Black, essendo la figlia diretta…”
“E illegittima…” precisai, ma Silente m’ignorò.
“Avrebbe lei diritto alla casa…e visto che dubito che voi due potrete mettervi mai d’accordo, stavo pensando che la soluzione migliore sarebbe stata dare la casa ad entrambi” completò poi quest’ultimo.
“Ehi, ehi, frena! Io devo dividere la casa dei miei avi, della Nobile e Antichissima Casata di Black, una delle famiglie più pure dell’Inghilterra, con il Signor Ho-Uno-Sfregio-Sulla-Fronte-E-Per-Questo-Sono-Famoso?!?! E’ uno scherzo, spero!!” esclamai indignata.
“Senti Miss Frigidezza, neanche per me è un piacere dividere la casa del mio padrino con una come te!!” ribattè Potter.
“La casa del tuo padrino? Ma se a sedic’anni se n’è andato per stare con quei Potter…”
“Ci credo, tua nonna era una befana!!”
“Non parlare così di mia nonna, era una grande donna, con l’unico difetto di aver fatto un figlio traditore!”
“Grande donna, certo, ha ripudiato tuo padre e sua cugina Andromeda dalla famiglia solo perché volevano scegliersi il proprio destino da soli!”
“Ha fatto bene, il primo era un laido e la seconda una debole!Non meritavano di essere dei Black!”
“Ah sì? Allora perché hai dato il suo nome al tuo falco?! Sei talmente inculcata di pregiudizi che non riesci nemmeno ad ammettere che tutto quello che dici sono cavolate in cui nemmeno tu credi!!”
“Basta ragazzi!!” urlò Silente, ponendo fine alla discussione fra me il moro.
“Basta con queste sciocche discussioni! La casa spetta di diritto a entrambi, quindi non vedo altra scelta!”
Ci fu un attimo di estenuante silenzio. Quell’uomo riusciva ad essere più carismatico di quanto potessi immaginare. Poi, Potter parlò.
“Scusa, Signorina-Sono-Cattiva-E-Me-Ne-Vanto, ma come fai a sapere tutte quelle cose sui Black, e sulla storia di tua madre, se vivevi in Francia?”
“Prima di tutto, il tuo sarcasmo è pessimo, e secondo, sulla famiglia Black mi sono documentata nella mia biblioteca di casa, dove c’erano esclusivamente documenti inglesi, e molte cose le ho estrapolate dalla mente di mia madre…” spiegai riluttante al ragazzo.
“Estrapolate?? Sai usare la Legilmanzia?”
“Molto meglio di quanto tu possa mai immaginare…”
“Modesta…”
“Simpatico…”
“Non ricomincerete ora, spero!” fece prontamente Silente, facendomi quasi sorridere. QUASI! L’uomo dalla barba argentea si alzò e ci scrutò intensamente per qualche istante, poi disse.
“Bene, ora io devo andare…questa casa è abbastanza sicura per proteggervi, ma manderò immediatamente delle scorte…mi raccomando, non uccidetevi in questi giorni di convivenza!”
Silente ci fece l’occhiolino. Io sbuffai.
“Ci proveremo…” fu la mia sagace risposta. L’anziano mago ci salutò  e sparì dopo un familiare “crac”. Io e Potter ci guardammo in cagnesco, scocciati da questa convivenza forzata.


Bene, se siete arrivati a leggere fino a qui, vi ringrazio!! Vi sarei immansamente grata se mi faceste sapere cose ne pensate, quindi RECENSITE PER FAVORE!
Inoltre ringrazio tanto Azusa92, Eleanor_2931 e anele87 per le recensioni!! Continuate a seguirmi!
   
 
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