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Autore: Angelofire    16/07/2007    2 recensioni
Un piccola storia a capitoli su i pensieri e i sentimenti tra due personaggi veramente stupendi. ntd.Questa storia è stata creata come una one-shot, ma poi ho deciso di trasformarla in una storia a capitoli per renderla più apetitosa.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I don’t care

 

Capitolo 1

 

Le lacrime scendevano ormai rade dagli occhi vitrei di Ninphadora. Tutto era più languido e sfumato, visto attraverso le ciglia bagnate. Non era più in grado di stare con la gente, ogni singolo movimento, ogni singolo sguardo le portavano alla mente Sirius. Il suo ego non fu del tutto conscio di ciò che aveva perduto sino a quando Moody  non venne da lei, quel maledetto giorno. La voce dell’Auror era piatta e forte, il dolore non si sentiva attraverso le sue parole ma soltanto dal suo occhio buono, che trasmetteva infelicità e compassione nel proferire quell’unica parola, che avrebbe accompagnato, come un incubo, la vita della donna:”morto”.

Non fu giusto e “non lo è nemmeno ora” si disse fra sé asciugandosi gli occhi con la manica. In quel ultimo periodo Ninphadora si lasciò andare, trascurandosi persino nel vestire. Il colore dei suoi capelli rimase in tinta con gli abiti che indossava giorno dopo giorno, di un grigiore intenso, simile al cielo che inondava Grimmault Place.

Decise finalmente di alzarsi dalle scale logore del pianerottolo, scendendo in modo pacato e lento senza nessuna voglia di vivere. Dovevano lasciare quel luogo il prima possibile, dopo l’attacco al Ministero, il Quartier Generale si era fatto meta di frequenti pellegrinaggi, da parte dei Mangiamorte, sempre più vicini alla casa dei Black. Silente gli aveva informati il giorno prima, con un triste sorriso stampato in volto.

“ Sono rammaricato di riferirvi che in Quartier Generale dell’Ordine della Fenice, dovrà essere trasferito in un luogo più sicuro, al fine di proteggere la vostra vita.Con questo vorrei ….”

“ Palle” pensò Ninphadora “ Lui ha voluto che ciò accadesse, ha lasciato che Harry venisse soggiogato da Voldemort e-e” per l’ennesima volta le lacrime sgorgarono indifferenti. Silente si interruppe e osservò la donna, accompagnato, dopo qualche istante, dagli altri membri dell’ordine.

“ Non guardatemi in quel modo!” urlò con voce rauca, voltandosi  per poi uscire dalla porta con foga.

Da allora nessuno le rivolse più la parola in modo diretto, qualche “ciao” faceva capolino tra le strade scure di Hogsmeade, quando i conoscenti la incrociavano, ma niente più. Tutti i membri dell’ordine poco alla volta lasciarono la casa dei Black, lentamente come una processione, consci del fantasma di Toncks che vagava depresso in quelle stanze.

La sera si avvicinava repentina, ma la voglia di uscire da quelle mura si faceva sempre più fine nella ragazza. Lasciare quel luogo voleva dire, per lei, abbandonare Sirius, anche se per lui quella casa non valeva nulla. Scendendo le scale le venne in mente la stanza con l’arazzo dei Black. Così, colta da una irrefrenabile curiosità ripercorse i propri passi e si avvicinò alla sala circolare. Era buia e spoglia come il resto della casa, colma di ragnatele e topi. Voltandosi Ninphadora si accorse dell’arazzo appeso sul muro. Gli si avvicinò lentamente, come in quei film di terza visione dove i personaggi camminano a rallenty accompagnati da una melodia triste e malinconica.

“Toncks” interruppe una voce.

   
 
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