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Autore: boreal lele    30/12/2012    1 recensioni
Salve a tutti popolo di EFP!
SI AVVISANO COLORO CHE SEGUIVANO LA FIC CHE ESSA RIMARRà IN SOSPENSIONE FINO A NUOVO RITROVAMENTO DELLA PASSIONE PER ESSA DELLO SCRITTORE.
Spero che ciò che ho scritto fino ad adesso sia di vostro gradimento, vi auguro buona lettura!
Estratto:
... Solo in quel momento avvertì una fitta di dolore alla spalla destra. Un dolore lancinante che fece scomparire ogni cosa intorno a lui. E sentì una voce familiare chiamarlo, o , per essere più precisi, insultarlo...
(i personaggi sono un po' OOC, vi chiedo perdono)
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Cameron, Dawn, Mike, Scott, Zoey
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Le cronache dei mercenari

-21
I ribelli di Forte Antico

Aprire gli occhi gli risultò terribilmente faticoso. Da quanto tempo stava dormendo? Non riusciva a ricordare nulla di ciò che era accaduto nei momenti antecedenti alla sua perdita di sensi, se non l’ultima cosa che aveva visto, o meglio, l’ultima persona che aveva visto. Dawn. Dawn con il volto sporco di sangue, i  capelli scarmigliati, il terrore negli occhi e una spada insanguinata stretta in pugno. Si, almeno quello se lo ricordava perfettamente. Ma cosa era successo esattamente invece no. Ammiccò alla luce di una torcia. Si trovava in una piccola stanza scavata nella roccia. L’unica fonte di luce presente era del tutto insufficiente a illuminare l’intera stanza. Il suo corpo era rigido, qualcosa lo bloccava all’altezza del busto. Accanto a lui due donne stavano discutendo animatamente. La prima era alta e dai capelli rossi, con occhi verdi come l’erba d’estate. L’altra era bassa e dai capelli color biondo platinato, avvolta in un mantello di lana grezza grigio. Scott tentò di chiamarle ma la voce gli morì in gola. Non riusciva nemmeno a capire le loro parole. Nello sforzo di cercar di distinguerle, Scott ebbe un capogiro. Le due voci si confusero, si amalgamarono e infine si dissolsero. Scott perse di nuovo i sensi.
La puzza di fumo fu la prima cosa che tornò a sentire dopo il suo nuovo risveglio. Il corpo ora non era più rigido come la prima volta che aveva riacquistato conoscenza, ma in compenso ora gli formicolava in maniera incredibile. Aprire gli occhi fu più facile del precedente tentativo. Squadrò l’ambiente nel quale si trovava. Trovò la stessa piccola stanza con la stessa luce fioca a rischiararla. Alla sua destra trovò Dawn, addormentata su una sedia accanto al giaciglio dove era seduto. Provò a scuoterla per svegliarla, ma una mano lo bloccò prima che potesse toccarla. Si voltò di scatto, chiedendosi chi fosse stato a fermarlo, e davanti si trovò il viso grasso e bonario dell’oste della locanda del villaggio appena fuori dalla capitale degli Elfi Madyr. L’uomo sorrideva allegramente, premendosi l’indice sulle labbra con un’espressione complice.
-Sono due settimane che lei veglia su di te quasi senza sosta. Ha dormito solo due volte, e tutte e due le volte ha avuto degli incubi spaventosi. Lasciala riposare per un po’, in fondo se lo merita.- Gli bisbigliò all’orecchio. I ricordi tornarono di colpo. La biblioteca, la locanda, il combattimento, il tizio che lo stava per accoppare, Dawn che lo salvava … Scott annuì, sollevato dal fatto che anche lei stesse bene. Si voltò di nuovo verso la sua figura minuta, verso i suoi capelli color biondo pallido, e sentì un inspiegabile moto di affetto nel guardarla. Represse a forza la tentazione di stringerla a sé, dandosi dello stupido per quell’istinto da perfetto idiota.
-Dormo da tanto tempo?- Domandò a bassa voce all’oste per distrarsi da pensieri sgraditi. Lui sorrise di nuovo, ridacchiando sommessamente.
-Te l’ho detto, ragazzo, dormi da due settimane. Sinceramente trovo ancora incredibile dormire per così tanto tempo, ma evidentemente voi draghi siete più propensi a queste cose rispetto ad umani, nani ed elfi.- Scott rise a sua volta sommessamente annuendo, bloccandosi una volta realizzato ciò che l’oste aveva appena detto.
-Che cosa intendi per “voi draghi”?- Il rosso deglutì sonoramente, mentre l’oste si apprestava a rispondere.
-Oh, lo sai benissimo cosa intendo, è del tutto inutile fingere.- L’oste ridacchiò di nuovo. Scott, al contrario, divenne ancor più teso. Si tirò su mettendosi a sedere, appoggiando la schiena al muro. Dal petto al braccio destro, fin sulla spalla era completamente bendato.
-Te l’ ha raccontato Dawn? Solo lei lo sapeva chi sono in realtà.- La sua voce si era fatta più alta. L’oste si premette nuovamente l’indice sulle labbra.
-Ragazzo, sono venuto a sapere del tuo segreto fin dal momento in cui tu hai messo piede nella mia locanda. La principessa non mi ha rivelato nulla.-
-Sai tutto dunque?- Più che una domanda, quella di Scott fu un’affermazione.
-Più o meno tutto ciò che c’è da sapere.-
-Come fai? Non è poss… - Il rosso si interruppe, colto da un pensiero improvviso.
-Tu sei uno dei due guardiani che ha abbandonato la Biblioteca Perduta, vero?- Chiese tranquillizzandosi immediatamente.
-Owen il Possente al tuo sevizio, ser. Come sai chi sono?- Questa volta fu il turno di Scott di ghignare.
-Anche io ho i miei segreti. Ma tu non dovresti sapere come sono venuto a saperlo, dato che sei onnisciente?-
-Tutte le visioni riguardanti la Biblioteca Perduta mi sono state negate quando me ne sono andato con la mia compagna. Inoltre il mio potere diminuisce sempre più a ogni millennio che passa.- Sussurrò cupamente.
-Ma certo, la donna con i capelli rossi. Avrei dovuto capirlo subito. Izzy Tre Volti, sbaglio?-
-No, non sbagli. Ma perché indugiamo ancora? Lasciamo riposare la principessa. inoltre ti devo far conoscere delle persone importanti che necessitano di vederti e di conoscerti. Abbiamo bisogno di tipi come te, da queste parti.- Scott si rimise in piedi con estrema facilità, nonostante le fasciature, rimanendo perplesso sulla loro utilità effettiva. L’ex guardiano estrasse un pugnale e con un unico, fulmineo colpo le recise.
-Queste non servono più, la tua guarigione è completa ormai.- Commentò tranquillo davanti ad un Scott spiazzato dalla velocità dell’uomo. Se quel pugnale fosse stato diretto al suo cuore, Scott non avrebbe avuto nemmeno il tempo di accorgersene. Uscirono dalla stanza di soppiatto, facendo attenzione a non svegliare Dawn.
-Dovevo essere ferito in modo molto lieve per essere già guarito.- Constatò Scott una volta fuori, togliendosi le bende recise di dosso, rimanendo a torso nudo. L’ex guardiano ridacchiò per l’ennesima volta.
-Ti sbagli, quando ti abbiamo portato al nostro rifugio eri messo in condizioni piuttosto gravi, ma devi sapere che è proprio per questo che voi draghi dormite così tanto. Il “lungo sonno”, chiamavano questo periodo i nani. È un lasso di tempo durante il quale i draghi ricaricano i loro poteri e il loro corpo completamente. Il sonno può durare fino ad un anno intero se le ferite sono estremamente gravi. Notevolmente minore è la sua durata quando invece le ferite più lievi, come nel tuo caso con la rottura della spalla e di altre ossa circostanti. Quando invece le ferite sono solo dei tagli superficiali, non cadete nemmeno nel “lungo sonno”, ma semplicemente rimarginate il livido in pochissimo tempo.- Scott annuì pensando a tutte le sue ferite da battaglia: effettivamente nessuna di esse era durata più di un paio di giorni. E lui che nemmeno se ne era mai accorto!
Percorsero un paio di corridoi leggermente pendenti verso l’alto, scavati nella roccia come la stanza nella quale si trovavano in precedenza, arrivando davanti ad un mastodontico portone di quercia, con pesanti cardini in acciaio nero e borchie rinforzate.
-Dove ci troviamo esattamente?- Chiese il rosso. L’ex guardiano batté con forza contro il legno scuro del portone. Questo si aprì immediatamente, lasciando che i raggi di luce inondassero il corridoio. Scott rimase visibilmente stupito di ciò che trovò davanti: un accampamento innevato nascosto in una vallata, protetto su tre lati da alte montagne, e sull’ultimo, quello dell’entrata della vallata, da spesse mura in pietra. Era popolato da miglia di guerrieri di quasi ogni razza, per la maggior parte intenti ad addestrarsi nei vari metodi di combattimento.
-Benvenuto a Forte Antico, ragazzo, Quartier Generale della Resistenza. Qui sono congiunte le forze di tutti i ribelli che si sono opposti alla forza devastatrice degli uomini dell’Ovest.- Scott non proferì parola, contemplando con lo sguardo quello spettacolo. Un fiocco di neve si depositò sulla sua guancia, sciogliendosi al contatto della pelle. L’intero accampamento era ricoperto di un finissima coltre bianca.
-L’inverno è in anticipo quest’anno.- Constatò con noncuranza l’ex guardiano, incamminandosi verso una delle prime tende del capo, più alta e spaziosa rispetto alle altre.
-Hai freddo? Vuoi un mantello per coprirti?- Domandò al rosso accennando al fatto che lui fosse a torso nudo. Scott scosse la testa.
-No, io non ho mai freddo.-
Nella tenda trovarono la donna dai capelli rossi e gli occhi verdi che Scott aveva visto anche nella locanda. Lei corse da Owen, avvinghiandosi a lui in un bacio appassionato.
-Com’è andata la missione, tesoro?- Chiese senza accorgersi del rosso alle spalle dell’uomo. L’ex guardiano rispose con calore al bacio.
-Abbiamo scoperto che la maggior parte della guarnigione di uomini dell’Ovest che occupa la capitale degli elfi sta per andarsene. Lo scopo di tale missione non siamo riusciti a scoprirlo, ma suppongo che stiano andando a cercare di nuovo la principessa Dawn. Fortunatamente lei è qui con noi al sicuro.- Poi l’uomo si voltò, prendendo sottobraccio Scott, sorridendo contento.
-Prima di venire da te ho controllato la stanza del ragazzo, e l’ho trovato sveglio, così l’ho portato qui. Come avevi previsto è già guarito totalmente.- Lei sorrise a sua volta all’indirizzo del rosso, abbracciandolo sotto lo sguardo confuso del drago.
- Ah! Ti sei svegliato, finalmente, bell’addormentato!- Diede sfogo ad una risata apparentemente insensata, saltellando sul posto. I suoi occhi verdi, visti da vicino, diedero a Scott il presentimento che la donna fosse vagamente folle.
-Sai cosa, Izzy? Il ragazzo sapeva già come ci chiamiamo, e sapeva anche chi siamo e cosa abbiamo fatto. Per un momento ho temuto che fosse Noah sotto mentite spoglie.- A Scott tornò in mente la promessa fatta al guardiano.
- A proposito del vostro amico, mi ha detto che vi sta ancora aspettando, nonostante tutto questo tempo. Ha bisogno di voi, ha bisogno dei suoi compagni.- Entrambi si incupirono immediatamente, chinando il capo.
-Torneremo da lui solo quando avremo finito la nostra missione su questa terra.-
-E che missione dovete portare a termine? Non me ne ha parlato.-
- Probabilmente non te ne ha parlato perché non l’approva. Per lui dovremmo rimanere rintanati laggiù, abbandonando il mondo a sé stesso, disinteressandoci di tutto ciò che avviene qua sopra, dimenticandoci di essere appartenuti a nostra volta ad esso, un tempo.- Borbottò Owen.
-Ma che missione è?- Insistette Scott. Entrambi gli ex-guardiani ammiccarono tra loro con aria complice.
-Anche questo, purtroppo per te, è un segreto.- Ridacchiarono. Scott sbuffò, stufo di tutta quell’aria di mistero che aleggiava intorno ai due ex-guardiani.
-Dov’è la principessa Dawn?- Cambiò discorso Izzy, cercandola con lo sguardo.
-L’abbiamo lasciata nella camera di Scott. Si era addormentata, e dopo tutto quello che ha passato non ho avuto cuore di svegliarla.- Rispose Owen.
-Un bel tipetto quell’elfa, lo sai, ragazzo? Per essere così giovane è una gran testa dura. Nonostante io in questi ultimi tempi abbia costantemente cercato di farla riposare o di farla uscire per un po’, lei non ha voluto sentire ragioni. Ha voluto assolutamente rimanerti accanto per tutto il tempo. Alcune volte ho persino alzato la voce, ma nulla l’ha smossa. Credo che tu ti fossi addirittura svegliato, una volta, mentre litigavamo.- Scott annuì, tornando con la memoria al suo primo risveglio. La donna si sedette su una delle tante sedie accanto al tavolo al centro della tenda, facendo cenno ai suoi due compagni di imitarla.
Vestiva come un maschio, notò Scott, fatta eccezione per la generosa scollatura della camicia bianca che aveva indosso, che lasciava ben poco spazio all’immaginazione. Oltre ad essa portava un paio di stivali in pelle conciata e tinta di verde, dei pantaloni di lana, anch’essi tinti del medesimo colore, stretti in vita da un cinturone al quale era assicurato un pugnale da caccia. Doveva essere appena tornata da un allenamento, dati i parecchi lividi leggeri che la ricoprivano e dal suo sudore. Non era stupito dell’amore che Owen provava per lei. Era innegabilmente una bella donna.
In quel momento entrò nella tenda anche Dawn, con un’aria preoccupata. Tirò il fiato quando vide Scott, quindi corse ad abbracciarlo.
-Sei sveglio! Scott, avevo paura che tu fossi condannato a dormire per sempre!- Urlò con le lacrime agli occhi.
-Perché mi dovete abbracciare tutti? Non sono mica morto!- Sbuffò il rosso, fingendosi stizzito. In realtà era contento anche lui, doveva ammetterlo. Non sapeva, però, esattamente per cosa lo era di più, se  per il fatto di essere ancora vivo o se per l’aver rivisto Dawn.
-Abbiamo cercato di dirle che era normale il tuo dormire, ma lei non ha voluto darci ascolto.- Sbuffò Owen.
-Perché non torni a riposare, principessa? Adesso puoi farlo, Scott sta bene.- Propose Izzy. Dawn chinò il capo.
-Ho avuto un altro incubo. Si stanno facendo sempre più frequenti, ormai. Non ce la faccio più.- Mormorò l’elfa esasperata.
-Te l’abbiamo già spiegato cosa sta succedendo: i tuoi poteri si stanno risvegliando. È normale che tu abbia quelle visioni: siccome non le puoi controllare da sveglia, allora si sfogano di notte. Rappresentano le ombre di ciò che è stato e ciò che potrebbe avvenire. Anche noi abbiamo avuto i tuoi stessi problemi, un tempo, ma dopo un po’ ci si abitua, imparando a controllarle.- Tentò debolmente di tranquillizzarla Owen.
-Ma io non le voglio! Sono solo un tormento, non voglio dar loro ascolto! Mi svegliano di notte, mi fanno sentire male e mi stordiscono! Io non le voglio! Non ho chiesto di averle!- La ragazza si rannicchiò su sé stessa singhiozzando. Izzy la raggiunse, prendendola per un braccio con delicatezza.
-Vieni, ti accompagno nella tua tenda.- La donna si voltò verso Owen.
-Gli altri stanno per arrivare. Aspettateli qui, sarò di ritorno tra non molto.-
-Povera ragazza, non vorrei essere nei suoi panni.- Commentò Owen mentre le due si allontanavano insieme. Scott preferì cambiare discorso. Chissà perché gli faceva male parlare delle sofferenze della principessa.
-Dimmi Owen, in questo accampamento sarete perlomeno centomila, a occhio e croce.-
-Sì- confermò Owen. -Siamo novantasettemila ottocentocinquantatre di stanza, per l’esattezza, più gli altri campi minori e le varie truppe-sentinella dislocate un po’ dappertutto. Perché me lo chiedi?-
-Beh, con un simile spiegamento di forze perché non avete ancora fatto nulla? Perlomeno avreste potuto riconquistare la capitale degli Elfi Madyr, no? L’esercito nemico è davvero così forte e numeroso da farvi ancora paura nonostante tutte le truppe che avete?-
-Il problema non sono i nemici, ragazzo, ma piuttosto i nostri stessi sha-alleati.- Si intromise una voce alle loro spalle dal forte accento dell’Ovest. Scott e Owen si voltarono verso l’entrata della tenda, trovandovi tre uomini, tutti e tre dalla carnagione scura. Quello che aveva parlato era in testa al gruppetto, un uomo slanciato e muscoloso, dai capelli neri corti e lanosi. Aveva un’arrogante aria boriosa e un portamento impettito. Era ricoperto totalmente da un’armatura blu talmente lucida che Scott avrebbe potuto tranquillamente a contare tutte le sue lentiggini anche da una certa distanza. Sopra di essa era in rilievo una folgore d’oro.
-Scott, questo è Lord Lightning, un Lord dell’Ovest nostro alleato. Colui che adesso comanda gli uomini dell’Ovest lo ha derubato delle sue terre, del suo titolo di Lord e del suo vessillo, prendendo per un breve periodo la sua stessa identità e spacciandosi per lui stesso. I suoi compagni invece sono lo stratega Beverly e il generale delle armate degli Elfi Madyr, Devon Joseph. O meglio, generale delle armate prima che gli Elfi Madyr venissero conquistati.- Li presentò Owen.
-Chiamami pure DJ, ragazzo.- Il generale gli strinse la mano con vigore, regalandogli un caloroso sorriso. Lo stratega lo imitò, senza però emettere alcun suono. I due erano parecchio diversi l’uno dall’altro. Dj, infatti, di corporatura assomigliava di più a Lord Lightningh, anche se il generale era notevolmente più alto e muscoloso, senza però avere lo stesso portamento tronfio. Beverly, al contrario, era di statura media, massiccio quanto Owen il Possente, anzi, forse di più.
-Non badare a Beverly, non ti saluta a parole perché è muto.- Scott provò subito simpatia per il generale, a differenza dello stratega. Insomma, provava un’inspiegabile sentimento odio verso di lui, del tutto privo di giustificazione. Decise semplicemente di salutare con un accenno del capo astenendosi dal rivolgergli la parola.
-Le nostre alleanze e il nostro stesso esercito hanno i piedi d’argilla. Non siamo un gruppo sha-omogeneo, come vorrebbe il Grande Lord Lightning. Ogni volta che scoppia una piccola scaramuccia tra i gruppi di ribelli, si rischia di dover far fronte a una guerra interna. Inoltre i nostri alleati sono incerti, pronti a passare al nemico al primo soffio di sha-vento.- Continuò il suo discorso Lord Lightning, ignorando bellamente i discorsi degli altri presenti.
-Lord Lightning ha ragione. Non abbiamo un unico capo che ci tenga uniti, dalla morte di Lord Enderis.- Confermò Il generale DJ.
-Ci serve un nuovo capo Scott, e
qui giungiamo al motivo per il quale tu sei qui.- Concluse Owen.
-Abbiamo bisogno dei tuoi servigi.-

Angolo Autore
Buon salve a tutti! Vi avevo promesso che sarei tornato per le vacanze di Natale e così infatti è stato! Mi scuso per l’eccessiva lunghezza del capitolo, ma quello originario, quello scritto durante la stesura delle idee, prima che lo spezzettassi, era anche più lungo … Comunque, voglio ringraziarvi ancora una volta per aver letto anche questo capitolo e avermi seguito fino a questo punto. Un saluto e un ringraziamento speciale va a kiara097 che ha recensito gli ultimi venti capitoli in un’unica fantastica recensione. Grazie! Se notate qualche errore, di qualunque tipo, vi prego di farmelo notare, in modo da poter migliorare ogni volta il mio stile. Vi ringrazio e vi auguro buone feste!
Boreal Lele

  
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