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Autore: Rubysage    08/07/2003    1 recensioni
Guardati le spalle, Legolas! Tuo fratello ti odia e cercherà di distruggerti anche a costo di risvegliare il Male che dorme! Vecchi e nuovi amici si schiereranno al tuo fianco e ti accompagneranno in quest'ultima, terribile avventura...azione, dramma, colpi di scena e il giusto pizzico di sentimento per una storia FINALMENTE CONCLUSA dopo 17 anni!
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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6

6. Sangue su sangue

 

 

 

 

...deceit and betrayal’s bitter fruit

it’s hard to swallow,

come time to pay

that taste on your tongue

don’t easily slip away...

 

                        Bruce Springsteen, “Lonesome day”

 

 

 

Legolas e Aragorn cavalcarono per un giorno e una notte senza mai fermarsi. Il cavallo dell’elfo schiumava dalla fatica, ma sembrava avere le ali ai piedi, e correva tanto veloce, spronato com’era dal suo cavaliere, che Aragorn stesso faticava a stargli dietro. La scorta di Bosco Atro, nel frattempo, li seguiva a breve distanza.

Quando finalmente giunsero al confine del Bosco Atro, Legolas fermò di colpo il suo cavallo e tenne alta la testa, annusando l’aria e tendendo le orecchie per captare ogni minimo rumore.

- Cos’hai sentito ? - domandò Aragorn affiancandolo.

- Fuoco... - rispose l’elfo senza voltarsi - Fuoco e legna bruciata...piante abbattute... -

I due si fecero strada tra gli alberi fino a quando il bosco si aprì, lasciandoli alla piena vista di Dol Guldur.

- Per Ilùvatar... - esclamò Legolas spalancando gli occhi nel vedere ciò che stava accadendo.

Molti elfi carpentieri stavano terminando di erigere un’enorme e larghissima palizzata attorno alle pendici del monte, una sorta di provvisoria muraglia ottenuta dagli alberi che circondavano Dol Guldur, ormai ridotti a ceppi bruciati e senza vita. I carpentieri lavoravano senza sosta, tenuti costantemente sotto controllo dagli stessi soldati del Bosco Atro. Sulla cima della montagna la fortezza che era appartenuta a Sauron sembrava essere tornata all’antico splendore, e sulla sua torre sventolava una bandiera nera che portava uno stemma sconosciuto : una corona grigia a tre punte, ognuna delle quali portava una pietra bianca.

- Chi...chi può essere l’artefice di tutto questo ? - disse Aragorn. Legolas tacque, ma dentro di sé conosceva la risposta a quella domanda. Ed essa non si fece attendere.

- Ben arrivato, mio caro fratello ! -

Legolas e Aragorn alzarono la testa e videro Eredhil che passeggiava nell’alto corridoio che si trovava dietro la palizzata.

Legolas scese da cavallo e gli andò incontro, gli occhi pieni di rabbia e paura.

- Ti piace la mia nuova fortezza, Legolas ? Queste mura di legno sono solo temporanee, verranno presto sostituite da pietra robusta. Sarà un’opera grandiosa... -

- Cos’hai fatto, Eredhil ? ! - esplose Legolas - Hai violato il divieto e ora stai costringendo con le armi il nostro popolo a costruirti un castello là dove nessuno avrebbe mai dovuto mettere piede ! Come risponderai di tutto questo, ora ? ! -

- Rispondere ? - disse Eredhil ghignando - Io non devo più rispondere di nulla a nessuno. Ho solo fatto quello che avrei dovuto fare molto tempo fa...prendere ciò che mi spettava. Sei arrivato tardi, Legolas. O forse troppo presto...del resto aveva ragione Anìrwen a dire che non avresti dovuto andare a Minas Tirith ; ma non avrebbe fatto alcuna differenza, con te o senza di te avrei comunque ottenuto ciò che volevo. Guardati intorno, fratello... - Eredhil stese il braccio descrivendo un semicerchio davanti a sé. - Tutto ciò che vedi mi appartiene. Ti chiederai certamente come sono riuscito ad ottenerlo ; diciamo solo che ho un alleato molto potente...ed estremamente persuasivo. -

Detto questo, Eredhil prese la corona ferrea e se la mise sul capo.

- Che cosa... ? - disse Aragorn, confuso.

- Per tutti i Valar ! ! - esclamò Legolas - Quella è la corona di Morgoth ! ! Come puoi averla tu ? ! -

- Mi ha semplicemente chiamato, fratello. Era destino che giungesse nelle mie mani, così com’era destino che trovassi il Silmaril...ed ora, grazie a questa corona e a quello che essa contiene, tutto quello che era tuo è finalmente diventato mio. Il momento del mio riscatto è giunto. Oh, dimenticavo...ho ancora qualcosa che ti appartiene... - Eredhil fece un cenno con la mano e, accanto a lui, apparve un soldato che sorreggeva per le spalle una figura femminile.

- Anìrwen ! ! - gridò Legolas precipitandosi verso la palizzata - Lasciala andare, maledetto ! ! -

- Ogni tuo desiderio è un ordine, fratello. -

Eredhil voltò il capo verso il soldato che gli stava accanto, e questo sollevò il corpo della Dama scagliandolo oltre le mura di legno.

- NO ! ! - gridò disperatamente Legolas.

Ma il suo strazio non era ancora finito, poiché vide con orrore il corpo della sua sposa penzolare dalla cima della palizzata con un cappio al collo. In quel momento gli parve che il suo cuore si fosse fermato.

- A... a Elbereth Gilthoniel... - sussurrò con voce tremante, gli occhi spalancati, incredulo di fronte al terribile spettacolo che gli si presentava, mentre tendeva disperatamente le braccia come per raggiungere la moglie.

- In nome di Ilùvatar... - disse Aragorn, correndo al fianco dell’elfo - Legolas... -

- Tuo figlio ha fatto la stessa fine, fratello ! - disse Eredhil - Vuoi vedere anche lui ? -

Legolas strinse forte i pugni e gli occhi gli si riempirono di lacrime di rabbia e dolore. Incapace di distogliere lo sguardo dal corpo senza vita di Anìrwen, si morse un labbro e gridò : - Perché, cane maledetto ? ! Perché loro ? ! Perché non hai ucciso me se ero io la fonte del tuo odio e del tuo rancore ? ! -

Il malvagio sorriso scomparve dalle labbra di Eredhil. - Sarebbe stato troppo semplice, Legolas...la vendetta va gustata a poco a poco, e per ora mi basta vedere la disperazione nei tuoi occhi. Voglio vederti soffrire, una lunga e lenta agonia come quella che ho dovuto subire io per più di duemila anni ! -

- Tu...tu non sai nemmeno cosa significhi soffrire veramente... -

- Perché, tu sì ? Hai sempre avuto una vita perfetta, mentre io dovevo accontentarmi delle briciole ! ! Ma ora non resterò più indietro, nella tua ombra, fratello ! Ho un popolo da comandare, e se non mi obbedirà ci penserà l’esercito ad insegnargli la devozione ! L’attesa è stata lunga ma fruttuosa...ho potuto tramare alle tue spalle con la massima tranquillità senza che tu te ne accorgessi ! Allora dimmi, Legolas...l’Assemblea ha forse risolto il tuo dilemma riguardo ad Esgaroth ? -

Legolas non sentì nemmeno le sue parole. Tutta la sua esistenza stava lentamente crollando a pezzi, le sue certezze erano in frantumi, sbriciolate.

- L’Assemblea ? - esclamò Aragorn - Allora c’eri tu dietro a tutto ciò, maledetto ! -

- Naturale ! - rispose Eredhil - E chi altri ? Per mesi ho lavorato nell’ombra, cercando prima di convincere Garn a rompere i legami che lo univano al Bosco Atro, e invece poi l’ho portato dalla nostra parte...anzi, dalla mia parte...ormai Garn, come questi soldati, non è altro che un fantoccio nelle mie mani ! Signore di Gondor, dì pure addio ad uno dei membri dell’Alleanza...molti altri lo seguiranno, a poco a poco ! -

- Lurido verme... - disse Aragorn a denti stretti - Se solo riuscissi a capire come ha fatto a... -

- Avanti, Legolas ! - continuò Eredhil - Hai riavuto tua moglie, ora non vuoi tuo figlio ? Vieni pure a riprenderlo ! Anzi... - Il ghigno perverso sul suo volto si allargò. - Te lo manderò io stesso...un poco alla volta. Dimmi, quale pezzo preferisci avere per primo ? La testa ? Una mano ? Sono tutti pronti... -

Legolas alzò la testa verso il fratello, lanciandogli uno sguardo carico d’odio, e fece un passo avanti. - Hai avuto la tua inutile vendetta, vigliacco. - gridò con la voce tremante dal dolore - Mi volevi distrutto, finito, e mi hai portato via tutto quello che amavo di più. Hai ottenuto quello che volevi, e lasciandomi in vita potrai godere della mia disperazione. Ma non potrai difenderti da essa...perché ti dico che tutto ciò che hai conquistato spargendo il sangue del mio sangue ti si ritorcerà contro ! La tua fortezza diventerà la tua tomba...e quando la terra ti si spalancherà sotto i piedi e le fiamme del suo abisso ti inghiottiranno io sarò lì, Eredhil, e sputerò sulla mano che mi tenderai per salvarti ! ! -

Eredhil tacque per un istante, e i suoi occhi fissarono quelli del fratello.

- Vedremo chi di noi due precipiterà nell’abisso, Legolas. - disse, ed estraendo un pugnale tranciò di netto la corda che reggeva Anìrwen, lasciandola precipitare al suolo. Legolas corse verso di lei, e abbracciò il suo corpo insanguinato. Aragorn lo seguì.

- Credo che ci incontreremo di nuovo, fratello. - disse Eredhil allontanandosi. Un’aura rossastra sembrò avvolgerlo. - E forse, se ne avrò voglia, metterò fine al tuo tormento...per sempre. -

Aragorn rimase immobile a guardare Eredhil scomparire oltre le mura. Poi abbassò lo sguardo verso Legolas, che stringeva forte il corpo della sua sposa singhiozzando convulsamente, e vide il lungo taglio che le solcava la gola.

- Era già morta, Legolas. - disse posando una mano sulla spalla dell’amico - L’aveva uccisa molto prima. Non avresti...non avremmo comunque potuto salvarla. -

L’elfo lo ignorò e guardò il volto cereo della Dama, bagnandolo con le sue lacrime, e accarezzandole i lunghi capelli.

- Perdonatemi... - sussurrò baciandole la fronte per l’ultima volta - Anìrwen, Galien...perdonatemi... -

 

 

 

Legolas restò a vegliare il corpo di Anìrwen per tutta la notte, fino a quando arrivarono i cavalieri della sua scorta. Affranti, aiutarono il loro Re a seppellire la Dama, e Legolas piantò in cima al tumulo alcuni boccioli di elanor.

Aragorn non abbandonò l’elfo nemmeno per un istante, sebbene Legolas non avesse più detto una sola parola.

E per molto tempo ancora rimase lì in piedi, in silenzio, gli occhi fissi sul tumulo sotto il quale giaceva la sua sposa.

Anìrwen, mia Anìrwen...

La rivide bella e sorridente come sempre al suo fianco, e si maledisse per non averla potuta salutare il giorno della sua partenza, per dirle quanto l’amava e che sarebbe morto per lei...che avrebbe preferito essere lui al suo posto sotto quel cumulo di terra...al posto di sua moglie e del suo bambino mai nato.

E Galien...

Non aveva neppure potuto riavere il corpo del suo amato primogenito. Non aveva nulla su cui piangerlo, se non i suoi ricordi.

Così piccolo...

Strinse i pugni, tremando.

Eredhil, vigliacco, schifoso bastardo, come hai potuto...come hai potuto fare questo a mio figlio...ai miei figli...e alla loro madre...

Gli occhi gli facevano male, ma non aveva più lacrime per piangere.

Come... ?

COME HO POTUTO PERMETTERTELO ? !

Trasse un profondo respiro.

- Non mi aveva mai detto niente, Aragorn... - disse infine con voce spenta, senza voltare lo sguardo verso il Re - Credevo fosse mio fratello, e invece non lo conoscevo affatto. Per tutti questi anni ho allevato una serpe nella mia casa senza nemmeno sapere chi fosse...ed ora che l’ho scoperto è troppo tardi. -

Chiuse gli occhi, come per cacciare indietro il terribile dolore, e alzò la testa verso il cielo. - Tu non puoi immaginare quello che sento, Aragorn...perché nemmeno io lo posso concepire. E’ una sensazione che non ho mai provato prima ; un odio così profondo che mi stringe i visceri...mi sento contorcere e bruciare dentro, e non posso urlare per lenire il mio dolore... -

- Perché ? - disse piano Aragorn - Perché non puoi ? Tormentarti non servirà a nulla... -

Legolas deglutì, e voltò di scatto la testa verso l’amico, fissandolo con i suoi occhi profondi. Ma ciò che Aragorn vide in essi lo spaventò. Una rabbia muta e terribile li colmava...

In quel momento Aragorn capì che qualcosa, nel profondo dell’animo di Legolas, era cambiato per sempre.

- Tu lo credi ? - disse - Le persone che amavo più della mia vita sono morte e il mio regno è in mano ad un infame. La responsabilità di tutto questo è mia... -

- La tua unica colpa è di aver dato fiducia a chi non la meritava affatto, Legolas. - lo interruppe Aragorn.

L’elfo scosse il capo, senza togliergli lo sguardo di dosso. - Odio Eredhil per ciò che ha fatto, ma non posso evitare di odiare anche me stesso per averglielo permesso. La mia vendetta è doppia, Aragorn ; contro Eredhil e contro di me. -

Aragorn rabbrividì. - E io temo fortemente la seconda, Legolas...a cosa ti servirebbe, ormai ? Non hai bisogno di vendetta contro di te, perché non hai nessuna colpa. Solo tu hai il diritto di rivalerti sul sangue di tuo fratello, ma non potrai, se continuerai a farti del male...ricorda che Eredhil ha l’appoggio di qualcuno o qualcosa di estremamente potente, altrimenti non sarebbe mai riuscito a fare ciò che ha fatto. E per sconfiggerlo avrai bisogno di tutte le tue forze... -

Un improvviso rumore di zoccoli sul terreno lo interruppe. - Cosa... ? - disse Aragorn. Le guardie di Legolas si misero in posizione di difesa, ma tornarono tutte al loro posto quando videro di chi si trattava ; tutti i Rappresentanti erano giunti dinnanzi a Dol Guldur, e Faramir era alla loro testa.

- Spero che tu abbia una spiegazione per tutto questo, Legolas ! - esclamò Imrahil indicando il monte e ciò che lo circondava.

- Per la barba di Durin, Legolas ! Cos’è successo ? - disse Gimli scendendo dal cavallo di Arwen, seguito da Sam che era giunto fin lì in groppa al suo fedele pony Bill.

- Perdonami, mio Sire - disse Faramir - Sono stati loro ad insistere perché li portassi qui. Ho provato a farli desistere, ma... -

- Non importa, Faramir. - disse Aragorn spostando lo sguardo verso Legolas, che continuava a fissare il tumulo in silenzio ignorando i nuovi venuti - Alle spiegazioni penserò io. -

- E spero che siano convincenti, Aragorn, perché quello che vedo non mi piace affatto ! - disse Imrahil.

Mentre Aragorn spiegava l’accaduto ai Rappresentanti, Gimli si avvicinò a Legolas e si inginocchiò acanto al tumulo.

- Anìrwen... ? - disse piano.

- E Galien. - rispose Legolas senza guardare in faccia il nano - Anche se lui non è qui sotto... -

A Gimli si strinse il cuore e riuscì a malapena a trattenere le lacrime. Cercò le parole per consolare l’amico, ma appena aprì bocca fu subito bloccato da Imrahil.

- Sono addolorato per quanto è accaduto a tua moglie e a tuo figlio, Legolas - disse - Ma il dovere di un sovrano va oltre i suoi legami personali. A causa della tua sventatezza hai perso il comando del tuo regno, e l’Alleanza ha perso uno dei suoi membri più preziosi. Senza contare la defezione di Garn di Esgaroth...mi dispiace, Legolas, ma dovrai rispondere di tutto questo davanti all’Assemblea. - Alcuni dei Rappresentanti annuirono, spalleggiando Imrahil, ma Legolas non disse nulla e nemmeno si voltò verso di loro.

Aragorn si fece paonazzo dalla rabbia. - Come puoi dire una cosa del genere in un momento come questo ? ! - esclamò - Legolas ha subito un terribile tradimento, perpetrato alle sue spalle dal suo stesso fratello, colui al quale aveva affidato la guida del suo regno durante la sua assenza e che invece ha corrotto l’esercito per impadronirsi del potere ! -

Imrahil accennò un sorriso di sfida e guardò Aragorn dritto negli occhi. - Se un esercito si ribella al suo Signore significa che non è soddisfatto della sua guida. Se io fossi in Legolas, comincerei a riflettere sulle mie mancanze. Ad ogni modo ora l’equilibrio è spezzato e le nostre terre sono in pericolo per colpa sua. - Il Re di Dol Amroth risalì a cavallo, imitato dai suoi seguaci. - Appena tornato nel mio regno preparerò una mozione contro di lui, Aragorn, e la metterò al voto dei Rappresentanti. Conosco bene l’amicizia che ti unisce a Legolas, ma non puoi impedirmelo; sei il moderatore, ma non l’Assemblea. -

Detto questo, partì al galoppo e scomparve tra gli alberi.

Arwen, preoccupata, corse dal suo sposo e lo prese per un braccio. - Non lascerai che faccia una cosa del genere, vero Elessar...? -

Aragorn non rispose e, pensieroso, prese la mano di Arwen tra le sue. Poi si rivolse a Legolas.

- Non preoccuparti, nessuno prenderà provvedimenti contro di te, Legolas. Imrahil ha dalla sua parte molti Rappresentanti, ma anche tu ne hai altrettanti. -

- Noi non voteremo mai a tuo sfavore, Legolas. - disse Sam - Sappiamo benissimo che tu non hai nessuna colpa. E poi Imrahil dev’essere davvero senza cuore per prendere una decisione del genere in un momento come questo... -

- Imrahil ha ragione, amici. -

Tutti i presenti spalancarono gli occhi nel sentire le parole dell’elfo.

- L’equilibrio è stato infranto a causa mia, anche se non so come avrei potuto impedirlo...ed ora anche i legami all’interno della stessa alleanza sono sempre più fragili. Imrahil si sta comportando da sovrano responsabile ; anche se non capisco dove, ho sbagliato e pagherò. -

- Quel fanfarone potrà prendere tutti i provvedimenti che vorrà - sbottò Gimli - Ma vorrei vedere cos’avrebbe fatto se si fosse trovato al tuo posto ! -

Legolas sorrise amaramente. - Vi ringrazio per il vostro appoggio. Non sapete quanto sia importante per me in questo momento. Ma per ora c’è solo una cosa che posso fare. -

L’elfo si avvicinò ad Aragorn e, quando gli fu di fronte, sguainò la spada e la tenne dritta davanti a sé. Faramir portò la mano alla sua, pronto ad estrarla, mentre la piccola compagnia rimase con il fiato sospeso.

- Per la barba di Durin, cosa vuoi fare ? ! - esclamò Gimli.

Legolas non prestò attenzione agli amici che lo circondavano, e, dopo aver capovolto la spada, ne conficcò la lama nel terreno. Poi si inginocchiò.

- Ora sono un Re senza regno e un soldato senza armi. - disse - L’unica cosa che ancora possiedo è la mia vita...e la metto al tuo servizio, Signore di Gondor. Ti chiedo solo di poter combattere al tuo fianco il nemico che per causa mia ora minaccia la Terra di Mezzo. Se i miei soldati vorranno seguirmi, saranno anch’essi a tua disposizione, altrimenti saranno liberi di prendere la loro strada. -

Gli elfi della scorta di Legolas si scambiarono uno sguardo tra loro e annuirono. Poi uno di essi si avvicinò al suo Re e parlò.

- Quando giurammo di servirti a costo della nostra vita giurammo anche di non infrangere mai questa promessa. Tu ci hai sempre guidati con saggezza, e noi non ti lasceremo se non sarai tu a decidere il contrario. Siamo con te. -

Dopo queste parole, tutti i soldati si inginocchiarono chinando il capo. Legolas li guardò con gratitudine.

Aragorn, sbigottito, guardò prima Arwen, poi Faramir, Sam e Gimli, e infine posò i suoi occhi su Legolas.

- Alzati, amico. - gli disse porgendogli una mano - Anche se non mi avessi detto tutto questo, sarei sempre stato più che certo della tua fedeltà. E anche tu potrai sempre contare sul nostro appoggio. Fino a quando sarai un esule, saremo lieti di accogliere te e i tuoi fedeli guerrieri a Gondor, e lì nessuno potrà mai danneggiarti ; l’aiuto che ci potrai dare per sconfiggere questo nuovo nemico sarà estremamente prezioso. -

Legolas prese la mano di Aragorn e la strinse. - Farò tutto ciò che mi sarà possibile, Aragorn, te lo prometto. - disse. Poi alzò la testa e il Re vide che nei suoi occhi duri e freddi brillavano rancore e disperazione.

- Ma ti chiedo solo un’ultima cosa... - continuò - Quando quel verme sarà nelle nostre mani, ti prego...lascia che sia io a schiacciarlo. E’ l’ultima cosa che posso fare per Anìrwen e Galien. -

Aragorn annuì.

 

 

  
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