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Autore: vilya    17/07/2004    0 recensioni
Marie Wolf racconta la sua storia al tempo della scuola, come ha scoperto di essere una strega, come ha conosciuto i suoi amici. I suoi amici la credevano morta dopo la morte di Lily e James. Cosa l’ha riportata di nuovo a Londra dopo un lungo tempo di lontananza? Forse per proteggere l’uomo che ancora abita nel suo cuore!
Genere: Romantico, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. Capitolo

 

Diagon Alley

 

… e alla prima volta che vedeva il paese frequentato da maghi e streghe

 “Diagon Alley è un paesino per niente male e pieno di cose strane” aveva pensato la prima volta che ci era andata… 

 

Quando riapparvero Marie vide che erano in un piccolo cortiletto, spoglio e dimenticato.

“Ora si va a comprare il tuo corredo scolastico, piccola!”

Marie non poteva credere alle sue orecchie, o per meglio dire ai suoi occhi. Erano in un cortiletto, buio, piccolo, malconcio e maleodorante, come diavolo avrebbero fatto a comprare il suo “corredo scolastico?”

Il Professor Ockman aveva sfoderato di nuovo la sua bacchetta, ed ora lo stava battendo su alcuni escoriati mattoni del fatiscente muro. Improvvisamente si formò un piccolo buco, proprio sull’ultimo mattone che l’uomo aveva toccato. Il buco si fece via via più grande, fino a diventare un piccolo arco, che passarono. Una volta dall’altra parte, Marie restò letteralmente con gli occhi sgranati in un’espressione sgomenta e meravigliata al tempo stesso.

La ragazzina, ancor prima di rivolgere curiosamente lo sguardo attorno, ebbe l’impulso di girarsi indietro… Il fatiscente muro di quel piccolo cortile, si era prima ricomposto e poi era del tutto sparito, inghiottito magicamente dalla strada che ora stavano percorrendo e che si snodava tra mille vetrine e strani negozi, proprio davanti ai suoi occhi.

“Benvenuta a Diagon Alley! Qui troverai le penne d’oca e l’inchiostro e dì là tutte le cianfrusaglie per fare le stregonerie”

La ragazza, era ammaliata, stregata, conquistata! Non riusciva a proferir parola, avanzava traballante al fianco di Ruben, che la strattonava in continuazione per non farla risucchiare fra le decine e decine di persone che affollavano l’ angusta stradina. C’erano personaggi di ogni tipo. Donne giovani e bellissime, vestite in modi alquanto insoliti, brandivano scope lucide e coloratissime. Donne anziane, dall’aspetto spaventoso, uomini che le passavano accanto con aria frettolosa, abbigliati con lunghissimi mantelli neri e alti capelli a cilindro. E… ragazzini, gruppi di innumerevoli e rumorosi ragazzini, che si fermavano ad ogni vetrina, brandendo in mano strani gelati e caramelle. Ridevano e correvano come pazzi, incuranti del caos terribile intorno a loro. Mentre guardava quella strana gente le venne in mente che si era dimenticata di chiedere alla madre i soldi per comprare il necessario per comprare quello che le serviva – accidenti che sbadata e adesso che faccio- pensò e poi disse:

“Mi scusi professor Ockman credo di avere un problema!” l’uomo la guardò e chiese: 

“che problema piccola?”

“non ho chiesto alla mamma i soldi, lo so che sono sbadata me l’hanno sempre detto tutti, soprattutto mia sorella, ma io non sono riuscita mai a cambiare e anche ques….” Il professore la interruppe dicendo

“non ti preoccupare Marie i tuoi soldi sono là, alla Gringott la banca dei maghi”

la ragazza alzò gli occhi e si accorse di essere davanti a un’enorme edificio, dove campeggiava a grandi e maestose lettere dorate la scritta “ GRINGOTT BANK” ma non riusciva comunque a capire come poteva avere dei soldi in quella banca, il professore come se avesse capito i suoi pensieri disse

“ la tua bisnonna prima di morire ha lasciato una lettera a Silente in cui scriveva che i suoi beni ed i suoi soldi sarebbero andati agli eredi che sarebbero stati streghe e maghi e visto che tu sei l’erede che è strega puoi usufruire di tutto quello che ti ha lasciato” per Marie era strano sentire parlare della sua bisnonna anche perché non l’aveva mai conosciuta, l’unica cosa che la madre le aveva detto di lei che le assomigliava. Andarono nella banca e prelevò il denaro sufficiente per il necessario per la scuola e qualche soldo in più per quando sarebbe stata alla scuola.

“ora direi che possiamo cominciare a prendere l’occorrente per il tuo primo anno a Hogwarts” e detto questo cominciarono a girare per i negozi di Diagon Alley

Non ne poteva più! Se qualcuno le avesse chiesto in quanti e quali negozi aveva messo piede in quel pomeriggio, non avrebbe sicuramente saputo rispondere.

Era stravolta. Stanca, assonnata, ma irrimediabilmente felice! Ed ora, mentre era finalmente seduta, sì, doveva ammetterlo, mai in vita sua aveva provato una spossatezza più dolce, più incantevole, più appagante.

Sparpagliati in disordine sul tavolino davanti a se, un’innumerevole quantità di sacchetti e piccoli libri, nella mano stringeva un’enorme gelato alla straciatella, il suo gusto preferito, che però incredibilmente a volte cambiava aroma diventando, ora vaniglia, ora cioccolato. Era un gelato magico, le aveva spiegato il professore.

Finito il gelato il professore fece il resoconto delle cose che avevano comprato

 “allora i libri li abbiamo presi, l’uniforme, il calderone e le provette di vetro, la bilancia, mancano solo un animale e la bacchetta magica, dunque si va prima a prendere la bacchetta da Olivander e poi al Serraglio Stregato per l’animale” e detto questo si alzarono dal tavolino e si incamminarono verso il negozio di bacchette.

Si fermarono dinanzi ad una vetrina, vecchia, scura ed impolverata. Entrarono, ritrovandosi in un locale che non era certo meglio della vetrina! Si presentava buio e angusto ed era permeato dall’inconfondibile odore della muffa. Una voce alle sue spalle la fece sussultare.

“o ma chi abbiamo qui, se non mi sbaglio tu devi essere la nipote di Margaret White?”

Marie prima di rispondere rivolse uno sguardo al professore per capire se la persona nominata era la bisnonna e l’uomo visto lo sguardo della ragazza rispose al posto suo “in verità è la figlia di suo nipote”

“ah! Comunque era una grande strega Margaret, ma veniamo a noi vediamo di trovare una bella bacchetta per la signorina”

Marie si guardò attorno e vide ripiani e scaffali impolverati. Erano stracolmi di piccole scatole rettangolari di ogni materiale e misura. Solo quando Olivander si decise a darsi da fare, con le suddette scatole, Merie comprese cosa vi era custodito dentro.

Da una di loro, estrasse un oggetto lungo, appuntito ed estremamente elegante… Una bacchetta magica, senza dubbio! la porse a Marie ed un po’ incerta, lei la prese fra le dita e rimase lì, immobile, con la sottile asta fra le mani.

L’uomo la guardò accigliato

“Beh, ragazzina, prova a muoverla, non senti niente?”

Marie voleva sprofondare. Doveva forse già sapere come ci si comportava con una bacchetta in mano? Probabilmente sì… e il pensiero, la depresse all’istante. Facendosi coraggio, la mosse debolmente, dal basso verso l’alto, e improvvisamente il rumore di uno schiocco secco, invase la stanza. La vetrina di una piccola teca, alle spalle del bancone esplose, lanciando frammenti di vetro ovunque. Guardò con aria spaventata l’uomo. Ma questo, con suo grande stupore, non le prestava la benché minima attenzione. Era piuttosto occupata a pensare. Con il viso corrugato in una strana espressione, osservava la bacchetta e parlava tra se e se

“Umhmm… No. Platano e piume di Ippogrifo,. Non va bene. Prova questa. Nove pollici e mezzo, elastica, elegante, femminile… Legno di salice e peli di unicorno ed alcune gocce di acqua di mare”

Sfilò via dalle mani, della sempre più confusa Marie, la bacchetta e gliene porse svelto un’altra. Lei l’afferrò titubante. Che cosa sarebbe successo, stavolta?

Si fece forza, e strinse con vigore le piccole dita sull’impugnatura fredda e solida dell’asticella che le porgeva Olivander. Questa divenne improvvisamente calda e malleabile sotto il suo tocco, quasi fluida fra le sue mani. Una misteriosa e corroborante energia parve sprigionarsi dal sottile pezzo di legno. Le percorse il braccio, le spalle, la mente il cuore… Marie la mosse, piegando con grazia il polso, una movenza che nessuno le aveva mai insegnato. Che non aveva mai visto fare, ma che indubbiamente era celata nei meandri della sua mente. Dalla punta della bacchetta si diffusero tutt’intorno, una cascata di piccole stelline dorate. Fluttuavano leggere nella stanza per poi disperdersi misteriosamente, proprio come si erano formate.

L’uomo contemplava la scena con fredda lucidità, mentre un sorriso sornione gli increspava le labbra sottili. Si diresse quindi alla cassa, dietro al bancone, mise nelle mani di Marie la malconcia scatola di cartone della bacchetta, attese che la ragazza pagasse, e finalmente osservò i due avvicinarsi all’uscita del negozio.

Marie e il professor Ockman si avviarono a fare il loro ultimo acquisto al Serraglio Stregato dove la ragazza comprò una splendida civetta bianca.

Era pomeriggio inoltrato quando tornarono, Marie andò ad appoggiare le sue cose in camera mentre il professor Ockman parlava alla madre

“come c’era scritto nella lettera l’espresso per Hogwarts partirà il 1° settembre alle 11 precise dalla stazione di King’s Cross al binario 9 ¾ e mi raccomando la puntualità” detto questo scomparì con un POFF.

 

  
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