4: Il
passato che non muore
“Cammino
per un sentiero
oscuro,
Dormo con gli angeli
chiamo il passato per aiutarmi”
Dormo con gli angeli
chiamo il passato per aiutarmi”
Nightwish
- Nemo
Si faceva ormai notte, il sole
era calato, il cielo era ormai scuro. Il
vento gelido iniziava a soffiare più forte, era tagliente
come una lama. E lei, da sola, aveva paura. Stava rannicchiata sotto ad
un albero, in preda al terrore. Piangeva, singhiozzava, implorando che
qualcuno la venisse a salvare. Sua madre, suo padre, oppure…
-Fratello…fratello…- sembrava che pregasse, tanto era flebile la sua voce -Salvami fratello…-
All’improvviso un rumore la fece sobbalzare. Si guardò attorno, spaventata: non vi era modo di scappare. Si portò la testa tra le mani, chiuse i suoi grandi occhioni neri.
Pensò: -Se devo morire…almeno, prima…fate in modo di potergli chiedere scusa…-
Irrigidì il corpo, in preda al panico. Dei passi si avvicinavano verso di lei. Nonostante avesse gli occhi chiusi, continuavano a scenderle lunghe lacrime dai suoi bellissimi occhi.
-Fratello…- sibilò -Salvami…-
I passi che aveva sentito si fermarono davanti a lei. Non osò aprire gli occhi, non osò muoversi. Pensava che sarebbe morta. Eppure, all’improvviso, sentì un abbraccio stringerla forte, delle braccia calde e grandi la stavano cingendo. Aprì gli occhi, alzò leggermente lo sguardo.
-Sorellina…mi hai fatto preoccupare…-
-Fra…fratello…-
Le sue lacrime non accennarono a smettere, anzi, aumentarono. Quegli occhi azzurri le davano così sicurezza…che non poté che scoppiare in singhiozzi disperati, stringendosi forte al petto di quel ragazzo.
-Fratello…fratello ho avuto tanta paura…!- il ragazzo le carezzò la testa con fare gentile -Oh, Feren…-
-Smettila…non mi toccare!- si alzò, sudando. I suoi occhi erano rossi, come avesse pianto. Ma lei, ormai, non aveva più lacrime da versare. Non per suo fratello. -Che…che schifo…-
Feren si alzò, ormai. Seppure fosse notte, lei si sentiva in ansia, come fosse ormai pieno giorno. Guardò i suoi abiti, piegati alla buona, ai piedi del letto. Scosse la testa.
-È solo…un altro incubo…- si sedette, lasciando che le gambe penzolassero accanto ai lembi delle lenzuola, ormai quasi del tutto in terra. Sorrise, irritata…i suoi piedi non toccavano terra. Così si sporse, ancora, finché i suoi piedi non sentirono il freddo del pavimento.
-Io…dovrei…essere grata di sentire ancora la vita, scorrere dentro di me…-
I suoi lunghi capelli castani le si pararono davanti agli occhi, disordinatamente, costringendola a soffiarvi sopra.
-Non posso…non posso rimanere qui…-
Si decise che fosse giunto il momento, ormai, di andarsene anche da lì. Si vestì in fretta e furia, prese le sue cose, si legò due ciocche di capelli davanti in trecce che le sfioravano delicatamente le guance. Guardò la stanza, ripensò al passato. E, per un attimo, sul suo volto apparve un’espressione triste. Allungò la mano nella tasca che aveva in fondo allo zaino, i soldi di quell’uomo bruciavano.
Eppure…
Uscita dalla finestra, che restò quindi aperta, non si voltò a guardare indietro. E non si pentì, almeno quella volta, di aver lasciato i soldi di quell’uomo sul comodino, insieme ad un biglietto con su scritto “Perdonatemi”.
Camminò a lungo, non sapeva quanto. Ma non era stanca, o meglio…aveva camminato così a lungo da non avere la forza di esserlo. Così, trovata una piccola oasi dopo tanto camminare sopra la sabbia scottante del deserto, non le spiacque di fermarsi.
L’acqua era così fresca e aveva un sapore così buono! Dallo zaino recuperò un blocco di ferro e, senza fare fatica, lo trasmutò immediatamente in una piccola borraccia. Non dovette tracciare il cerchio alchemico, non ne aveva bisogno. Lei, infatti…
D’un tratto, mentre riempiva la borraccia, fu attirata da qualcosa davanti a lei. Non se n’era accorta prima, però…
Quello davanti a lei era veramente un ragazzo? E la stava fissando.
Beh…realmente la stava fissando da un po’, l’aveva addirittura vista effettuare quella trasmutazione con così tanta facilità…che le aveva sorriso. Non ne era sicura, ma avrebbe giurato che avesse gli occhi verdi…
Feren lo guardò con la sua solita faccia monotematica e, alla fine, finì ciò che stava facendo, si alzò, e si rimise in viaggio. Il ragazzo, da parte sua, scrollò le spalle e si alzò a sua volta, preparandosi ad andare.
Feren non se ne accorse, eppure sul suo volto comparve, dopo tanti anni, un meraviglioso sorriso…
Ringraziamenti:
Havoc_fan: Grazie del commento positivo ^^
The_Dark_Side: Grazie, troppo buona
Romance: Amore...che dire, senza te questa storia non esisterebbe. Ti Amo!!!
P.S: Per chi volesse parlare con me di scrittura o di manga e anime, può contattarmi all'indirizzo msn nigermessor@hotmail.it
Prossimo capitolo: Ashes and dust (fragments of a past)
-Fratello…fratello…- sembrava che pregasse, tanto era flebile la sua voce -Salvami fratello…-
All’improvviso un rumore la fece sobbalzare. Si guardò attorno, spaventata: non vi era modo di scappare. Si portò la testa tra le mani, chiuse i suoi grandi occhioni neri.
Pensò: -Se devo morire…almeno, prima…fate in modo di potergli chiedere scusa…-
Irrigidì il corpo, in preda al panico. Dei passi si avvicinavano verso di lei. Nonostante avesse gli occhi chiusi, continuavano a scenderle lunghe lacrime dai suoi bellissimi occhi.
-Fratello…- sibilò -Salvami…-
I passi che aveva sentito si fermarono davanti a lei. Non osò aprire gli occhi, non osò muoversi. Pensava che sarebbe morta. Eppure, all’improvviso, sentì un abbraccio stringerla forte, delle braccia calde e grandi la stavano cingendo. Aprì gli occhi, alzò leggermente lo sguardo.
-Sorellina…mi hai fatto preoccupare…-
-Fra…fratello…-
Le sue lacrime non accennarono a smettere, anzi, aumentarono. Quegli occhi azzurri le davano così sicurezza…che non poté che scoppiare in singhiozzi disperati, stringendosi forte al petto di quel ragazzo.
-Fratello…fratello ho avuto tanta paura…!- il ragazzo le carezzò la testa con fare gentile -Oh, Feren…-
-Smettila…non mi toccare!- si alzò, sudando. I suoi occhi erano rossi, come avesse pianto. Ma lei, ormai, non aveva più lacrime da versare. Non per suo fratello. -Che…che schifo…-
Feren si alzò, ormai. Seppure fosse notte, lei si sentiva in ansia, come fosse ormai pieno giorno. Guardò i suoi abiti, piegati alla buona, ai piedi del letto. Scosse la testa.
-È solo…un altro incubo…- si sedette, lasciando che le gambe penzolassero accanto ai lembi delle lenzuola, ormai quasi del tutto in terra. Sorrise, irritata…i suoi piedi non toccavano terra. Così si sporse, ancora, finché i suoi piedi non sentirono il freddo del pavimento.
-Io…dovrei…essere grata di sentire ancora la vita, scorrere dentro di me…-
I suoi lunghi capelli castani le si pararono davanti agli occhi, disordinatamente, costringendola a soffiarvi sopra.
-Non posso…non posso rimanere qui…-
Si decise che fosse giunto il momento, ormai, di andarsene anche da lì. Si vestì in fretta e furia, prese le sue cose, si legò due ciocche di capelli davanti in trecce che le sfioravano delicatamente le guance. Guardò la stanza, ripensò al passato. E, per un attimo, sul suo volto apparve un’espressione triste. Allungò la mano nella tasca che aveva in fondo allo zaino, i soldi di quell’uomo bruciavano.
Eppure…
Uscita dalla finestra, che restò quindi aperta, non si voltò a guardare indietro. E non si pentì, almeno quella volta, di aver lasciato i soldi di quell’uomo sul comodino, insieme ad un biglietto con su scritto “Perdonatemi”.
Camminò a lungo, non sapeva quanto. Ma non era stanca, o meglio…aveva camminato così a lungo da non avere la forza di esserlo. Così, trovata una piccola oasi dopo tanto camminare sopra la sabbia scottante del deserto, non le spiacque di fermarsi.
L’acqua era così fresca e aveva un sapore così buono! Dallo zaino recuperò un blocco di ferro e, senza fare fatica, lo trasmutò immediatamente in una piccola borraccia. Non dovette tracciare il cerchio alchemico, non ne aveva bisogno. Lei, infatti…
D’un tratto, mentre riempiva la borraccia, fu attirata da qualcosa davanti a lei. Non se n’era accorta prima, però…
Quello davanti a lei era veramente un ragazzo? E la stava fissando.
Beh…realmente la stava fissando da un po’, l’aveva addirittura vista effettuare quella trasmutazione con così tanta facilità…che le aveva sorriso. Non ne era sicura, ma avrebbe giurato che avesse gli occhi verdi…
Feren lo guardò con la sua solita faccia monotematica e, alla fine, finì ciò che stava facendo, si alzò, e si rimise in viaggio. Il ragazzo, da parte sua, scrollò le spalle e si alzò a sua volta, preparandosi ad andare.
Feren non se ne accorse, eppure sul suo volto comparve, dopo tanti anni, un meraviglioso sorriso…
Ringraziamenti:
Havoc_fan: Grazie del commento positivo ^^
The_Dark_Side: Grazie, troppo buona
Romance: Amore...che dire, senza te questa storia non esisterebbe. Ti Amo!!!
P.S: Per chi volesse parlare con me di scrittura o di manga e anime, può contattarmi all'indirizzo msn nigermessor@hotmail.it
Prossimo capitolo: Ashes and dust (fragments of a past)