Fifth, you see them out with someone else.
Stava confabulando con una ragazza, in un angolo.
Una ragazza molto carina.
Effie non l’aveva mai vista prima.
La persona in questione aveva i capelli lunghi e scuri, occhi leggermente a mandorla e un fisico slanciato.
Lentamente, l’ex-accompagnatrice indietreggiò, ben attenta a non farsi vedere da nessuno.
Haymitch continuava a bisbigliare cose che lei non poteva capire all’orecchio della ragazza, che ridacchiò, per poi rispondergli.
Effie sentì il viso infiammarsi, e in pochi passi si trovò davanti alla porta.
L’aprì silenziosamente per non farsi sentire e sgusciò fuori, trovandosi nel grande giardino di Katniss e Peeta.
Si allontanò, fino a raggiungere la panchina di legno che si affacciava sulla strada.
Ci si lasciò cadere sopra, sfinita, come se avesse appena compiuto una lunga e faticosa corsa.
Suo malgrado, sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Le ricacciò indietro, e frugò nella borsetta da sera fino a trovare un fazzoletto, con il quale si tamponò con cura gli occhi, eliminando le tracce della sua tristezza senza sbavare il trucco.
Non ce la faceva.
Semplicemente non ce la faceva.
A cosa servivano stupidi romanzetti d’amore, telenovelas sdolcinate, manuali di auto-aiuto?
L’unica cosa che avrebbe potuto farla tornare felice… era Haymitch.
Sentì la rabbia aggredire di nuovo il suo cuore: come aveva osato quell’uomo penetrare nel suo cuore? Come aveva potuto renderla così dipendente da lui? Come aveva fatto a farla innamorare?
Effie prese un altro fazzoletto e si soffiò il naso.
Si ritrovò a guardare in alto, fissando le stelle che brillavano nel cielo scuro, privo di nuvole.
I puntolini se ne stavano lì, fermi. Loro non aveva problemi sentimentali.
Effiesi ritrovò a voler essere una stella.
Doveva essere bello… brillare e farsi ammirare, spiccando contro lo scenario che era il cielo, senza alcun cruccio, senza provare nulla: gioia o tristezza, odio o amore, euforia e angoscia, assolutamente nulla.
Sarebbe stato davvero perfetto essere una stella.
Lei abbassò lo sguardo, distogliendo la sua attenzione dallo spettacolo che si trovava sopra di lei. Una lacrima sfuggita al fazzoletto le uscì da un occhio, scivolandole sul naso e cadendo dalla punta, raggiungendo uno stelo d’erba, che si piegò sotto il peso della goccia d’acqua salata.
Era come se fosse stato schiacciato dal dolore, dalle brutte sensazioni che Effie provava in quell’esatto momento.
Tirò leggermente su con il naso e, incurante del trucco, si stropicciò gli occhi in un gesto infantile e rassicurante.
Poi, un pensiero che non avrebbe mai dovuto raggiungere la sua mente la colpì come un fulmine a ciel sereno.
Angoletto:
Ebbene sì, Haymitch con una ragazza
Bye,
Emma:3