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Autore: Turo    31/12/2012    4 recensioni
Tutto è iniziato quando mia madre aveva sedici anni, ad un ballo della scuola. Era ubriaca e non ragionava più, così incontrò mio padre – ubriaco anche lui- e lo fecero senza protezioni. Così arrivai io. Mio padre era disperato, mia madre pure. Lui voleva abortire, ma lei decise di tenermi. Ecco perché la amo, anche per questo.
Così, nove mesi dopo, nacqui io, lo schifo di figlia- come diceva mio padre ogni volta che mi vedeva. E adesso lui se la prendeva con me, per ogni cosa.
Ma un giorno mia madre decise che al compimento dei miei diciotto anni, mi avrebbe mandata via da qui, da mio cugino Niall, a Londra.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ehi, Hel..” mi sentii scuotere delicatamente da qualcuno. Aprii a fatica gli occhi e vidi Niall che sorrideva.
“Ehi” risposi stroppicciandomi gli occhi.
“Eri così stanca che ti sei addormentata in una posizione piuttosto scomoda” rise aiutandomi ad alzarmi.
“No, non era scomoda” sentii un dolore alla schiena “ok, lo era”constatai toccando dove faceva male.
“I ragazzi ti stanno aspettando giù, non vedono l’ora di conoscerti” disse eccitato.
“Oh, certo, i ragazzi” risposi “vado un attimo al bagno? Posso?” chiesi.
“Hel, fa come se fossi a casa tua, tranquilla. Ti aspetto giù” concluse chiudendosi la porta.
Mi avviai verso il bagno, e appena entrata, mi guardai allo specchio. I segni sulla faccia non erano più quasi visibili – per fortuna- ma solo guardando le mie gambe o la mia schiena, si poteva capire perfettamente tutto. Quindi sarei rimasta vestita così, i pantaloncini corti non sarebbero stati mai indossati da me, come per tutte le altre estati d’altronde.
Cercai di aprire il rubinetto arrugginito , ma non ne voleva sapere di aprirsi, così tirai con tutta la mia forza- che equivaleva a quella di un bradipo- e tirai, fino a che l’acqua non schizzò su tutta la mia maglietta. Non riuscì a trattenere una piccola risata davanti a quella scena, così mi levai la maglia per cambiarla, ma appena rividi quei segni viola sulla mia pelle chiara, il sorriso sparì, e tornò il solito muso lungo. Però non potevo presentarmi ai ragazzi in questo stato, mi avrebbero etichettata come una noiosa. Ma alla fine che importa? Sono stata diciotto anni senza uno straccio di amico, qualche mese in più cosa può significare? Niente. Rientrai in camera per prendere la felpa preferita di Sam, che regalò a me  qualche giorno prima della mia partenza, dovendole promettere che l’avrei messa e avrei pensato a lei. Mi mancava Sam, molto. Infilai la testa dentro, e la adagiai sul mio corpo. Era larga, così da non farmi male sui lividi.
Dopo essermi data un’ultima occhiata allo specchio, uscii nel corridoio e scesi le scale. Un parlottare proveniva da una porta socchiusa, così mi avvicinai e la aprii timidamente. Niall era in compagnia di altri quattro ragazzi impegnati a ridere e a scherzare, lanciandosi il cibo in faccia. Un ragazzo castano si accorse della mia presenza, e mi sorrise.
“Ehi ciao” disse.
Tutti cessarono di fare quello che stavano facendo per puntare gli occhi contro di me. Mi sentivo andare a fuoco. Non ero mai stata così osservata, ero abituata agli occhi azzurrini di Sam, a quelli marroni di mia madre, o.. a quegli altri occhi, quelli cattivi di mio padre.
Prima che potessi salutare, Niall si fiondò contro di me, mettendomi un braccio intorno al collo e stringendomi. Gemetti. Lui si accorse e allentò la presa, scusandosi.
“Allora ragazzi, lei è Hel, mia cugina”
“Ciao Hel” urlò un ragazzo dagli occhi azzurri “Io sono Louis” disse stringendomi la mano e abbracciandomi.
“Io Liam” disse il ragazzo di prima, facendo la stessa cosa del primo, di cui ovviamente avevo già scordato il nome.
“Io Harry” mi sorrise un ragazzo riccio, baciandomi due volte sulle guance.
“E io Zayn” commentò un moro con il ciuffo, salutandomi con la mano.
“Zayn, l’ospitalità non fa a caso tuo” lo rimproverò Niall.
Tutti risero, cercai di farlo anche io.
“Bene, vuoi qualcosa per colazione? Abbiamo di tutto” domandò il ricciolino.
“No, grazie, sono a posto” risposi.
“Ma come, guardati, sei magrissima” continuò.
“Ho già mangiato” mentii.
“Ah” rispose deluso.
“Bhe, è stato un piacere Hel, io ora devo uscire” venne a ri-abbracciarmi Louis.
“Con chi esci?” domandò Zayn sorseggiando una tazza di the, ma si scottò la lingua e la tazza si rovesciò sul tavolo. Lui borbottò qualcosa- da quello che capii era una bestemmia- scatenando le risate di tutti i presenti.
“Comunque, esco con Hannah” disse Louis ridendo “Ciao belli, e ciao bella” mi sorrise uscendo.
“Un po’ più caldo il the la prossima volta?” ironizzò Zayn guardando Harry.
“Sai che non sono sempre stato un cuoco” rispose in sua difesa.
“Sai che ci vuole a fare un the” sbottò alzandosi dalla sedia e andando in camera.
“Scusali, sono fatti così. Non ti avremo sicuramente dato una buona impressione di noi” disse mortificato Liam.
“No, assolutamente, tranquilli” sorrisi.
“Veramente, uno è uscito, l’altro è incazzato, scusaci davvero” continuò Harry.
“Non vi preoccupate” sorrisi di nuovo.
“Bene, adesso che abbiamo tutti la coscienza a posto” scherzò Niall “Liam, tu che sei il suo migliore amico, va a vedere Zayn, tu Harry, sparecchia, io arrivo subito” esclamò uscendo dalla stanza.
Harry iniziò a prendere i piatti e a metterli nella lavastoviglie.
Hel, dio mio, fa qualcosa, aiutalo. Così mi avvicinai alla tavola e iniziai a prendere i bicchieri e a sciacquarli.
“Nonono, assolutamente no, metti giù. Non facciamo lavorare gli ospiti” mi sgridò Harry.
“Tanto non sarò ospite per molto” risposi.
“Bhe ma ora lo sei” si avvicinò a me e mi prese i bicchieri dalle mani.
“No, davvero” insistei prendendo le brioches dal tavolo.”Anche perché non so che fare”
“Mmh. Va bene, una mano serve sempre, soprattutto se è da una ragazza bella com.. “cercò di dire.
Io abbassai la testa per nascondere il rossore sulle mie guance, nessuno mi aveva fatto mai un complimento, così ero a disagio. Fu interrotto da Zayn che mi diede una lieve pacca sulla spalla. Inarcai la schiena dal dolore.
“Oddio scusa” si affrettò a dire “ti ho fatto male?” chiese.
“No e che li.. Ho sbattuto contro un mobile qualche giorno fa” risposi.
“Ah, bhe, volevo dirti, scusa per essere stato brusco prima, non è un bel periodo” ammise.
“Tranquillo, capita” lo rassicurai. Dovresti sapere io che periodo ho passato.
“Rifacciamo da capo. Io sono Zayn, piacere” sorrise.
Mi soffermai sul suo sorriso, era luminoso, denti perfetti.
“Hel, piacere mio” gli strinsi la mano e sorrisi di rimando.
“Vi va di guardare un bel film tutti insieme?” domandò Harry “e comunque, Zayn, sei un gentiluomo, mi hai interrotto.” Sbuffò.
“Oh scusi, mister simpatia, e comunque, vediamoci sto film” rispose.
“Niall?” domandai.
“Uhm.. E’ da Nando’s.. Aveva bisogno di prendere del pollo per pranzo” rise Liam entrando in cucina.
“Ah, fantastico” sussurrai. Ora ero in casa con tre sconosciuti, e Niall era la mia unica ancora di salvezza, ma era a comprarsi il pollo. Fantastico.
“Bene” mi prese sottobraccio Liam “Niall mi ha detto che se non c’è lui, mi prendo cura di te io” sorrise.
Eh no, ho diciotto anni cribbio, non cinque.
“Va bene” cercai di essere convinta.
“Vi piace Sognando Beckham?” chiese Zayn buttandosi sul divano.
“Si” risposi. Era uno dei pochi film che vidi con mia madre, e quindi lo amavo.
“Oh bene” disse Liam facendomi segno di sedersi tra lui ed Harry.
“Hel, posso chiederti una cosa?” mi guardò Zayn.
“Certamente”
“Ti sei fatta la doccia stamattina?”
“No, perché?”
“Era tutto bagnato in bagno”
Mi misi una mano sulla bocca per trattenere la risata, poi però scoppiai. Era davvero strano ridere -può sembrare una cosa stupida provare una bella sensazione mentre si ride- ma per me era così.
Rise anche Zayn, nonostante non stesse capendo il motivo.
“E che” risi “Ho provato ad aprire il rubinetto ma.. è esploso” feci un lungo respiro.
“Oddio” disse Harry “il rubinetto malvagio ha colpito ancora” si grattò la testa.
“Zayn, sta iniziando il film” lo rimproverò Liam con dolcezza “guardalo”.
*
“Heeeeeel, vieni” urlò Niall dal piano di sotto.
“Un attimo, arrivo” risposi infilandomi le ciabatte.
Dopo aver visto il film avevamo deciso di andare ognuno nella propria camera a farsi i fatti propri, anche se a me la compagnia di quei ragazzi non dispiaceva affatto.
Controllai l’ora sulla piccola sveglia accanto alla lampada, e notai che era arrivata già la mezza. Uscii dalla camera e osservai il corridoio buio. Iniziai a cercare la luce, quando qualcuno mi posò una benda sugli occhi e la strinse.
“Oddio, che succede” chiesi.
“Tranquilla. Vieni con me” mi rassicurò una voce. Pareva quella di Zayn. Mi accompagnò giù dalle scale aiutandomi ad non inciampare nei gradini, poi si fermò, accese la luce, e andò via.
“Puoi toglierla” mi consigliò.
Slegai quello straccio profumato dalla testa e lo levai.
“SORPRESAAAAAA!” urlarono tutti e cinque in coro.
Davanti a me era stato allestito un tavolo con una tovaglia bianca e rossa, e sopra c’era una grande torta con due candele: l’uno e l’otto. E Niall, Louis,Liam,Zayn e Harry circondavano il tavolo sorridenti.
“O mio dio” riuscì a dire. “Ragazzi, grazie mille,davvero” ripetei più volte con un sorriso stupido stampato in faccia.
“Happy Birthday to you.. “ iniziarono a cantare.
Io li guardavo imbarazzata, non sapevo che fare. Mi misi due mani davanti alla bocca per mostrare di più il mio stupore.
Insieme facevano una bella melodia. “Potreste andare ad x factor” gli dissi quando la canzone terminò.
“Come no” rise Louis.
“Abbraccioooo” urlò Niall correndo verso di me. Tutti fecero lo stesso.
Ero tra le loro braccia, mi sentivo protetta, sentivo che non avrei più provato quel male che avevo sopportato fino a un giorno prima.
“La scusa del pollo era credibile?” mi chiese Liam.
“Si” risi.
“Stringiamola di più” ordinò Harry, e tutti racchiusero l’abbraccio. Guardai Niall, preoccupato per il dolore che provavo, ma io gli sorrisi.
Quando ci sciogliemmo, ringraziai uno per uno.
“Pensavi che mi fossi dimenticato del tuo compleanno?” domandò Niall.
“Me lo ero dimenticata io, pensa un po’” risi.
“E ora il regalo!” esclamò Harry passandomi un pacchetto.
“Ma no, ragazzi, mi avete ospitata qui, questo è il regalo. In più la festa, la torta.. Non dovevate!” dissi.
“Ma cosa dici, aprilo!” mi incoraggiò Zayn.
Scartai l’involucro dorato e ci trovai una scatola bianca.
“E’ un i-pod, so che ami ascoltare la musica, e bhe.. Il tuo era un po’ vecchio. Alle feste di famiglia ti vedevo sempre con quello, e ogni tanto lo sbattevi per farlo funzionare” rise Niall prima che potessi aprirla e ammirare un MP3 rosso.
“Vero, lo sbattevo sempre.” Risi anche io “Grazie mille ragazzi, siete stati fantastici” dissi abbracciandoli ancora una volta.
“E ora la torta!” trillò Louis. “E’ buonissima, l’ha fatta Harry, lui lavora in una pasticceria/panetteria, e si è offerto” sorrise.
“Anche se era in vacanza” aggiunse Liam.
“Oh, Harry, grazie mille, è bellissima” la guardai.
“Peccato che non sa preparare un the” scherzò Zayn.
“Ti tiro la torta in faccia se non ti stai zitto” rispose Harry prendendo un coltello per tagliarla.
“Ma l’hai fatta per trenta persone” osservò divertito Liam.
“Se avanza la mangia Niall” commentai.
“Mi vuoi fare ingrassare? Sto prendendo la linea” rise Niall.
“Fetta grande o piccola?” chiese Harry.
“Grande, non ha fatto colazione” rispose al mio posto Zayn.
“AHAHAHAHA va bene” presi il piattino e mi feci mettere un pezzo di torta da Harry.
Tutti iniziarono a mangiare e a ridere.
“Allora com’è?” chiese Harry avvicinandosi.
“Buonissima” sorrisi “Complimenti”
“Ora posso morire felice, il mio capo dice che ci metto troppo zucchero” sbuffò infilandosi la forchetta in bocca.
“No, è perfetta” lo rassicurai.
“Quindi sei in vacanza?”
“Si, quelle estive, per fortuna. Lavorare li è stancante”
“Come mai?”
“Ci sono quelle vecchiette bastarde che contestano ogni cosa che fai, e poi vogliono pure assaggiare le cose esposte per decidere se comprarle o meno, ma si può?” chiese irritato.
Scoppiai a ridere, che la torta mi andò di traverso.
“Oddio, Hel” iniziò a battermi sulla schiena.
“Tutto ok” tossii. Risi di nuovo, stavolta assicurandomi di non avere niente in bocca, e Harry mi seguì a ruota.
Una musica riempì la camera. La canzone doveva essere “A thousand years” di Christina Perri.
Niall posò il piattino sul tavolo, e si avvicinò a me e a Harry.
“Mi concedi questo ballo?” chiese inchinandosi.
“Ahaha si” risposi.
“Io ballo con Harry” esclamò Louis prendendo il riccio e iniziando a fare un ballo assurdo..
“E io con Zayn” decretò Liam.
“No, Liam. Non mi piace ballare, non so ballare” si lamentò.
“Dai, impari”
“No, odio ballare” rispose.
“Dai Zayn, guarda me, non so muovere un passo, non ti guarderà nessuno” lo rassicurai.
“E va bene, principessa Payne, andiamo a ballare” sbuffò.
E così iniziammo a “ballare” sulle note di quella splendida canzone. Per una volta mi sentivo felice, davvero.

Angolo della scrittrice.
Buonsalve c: Grazie mille a tutte le persone che hanno recensito/seguito/preferito la storia, vi amo. Non sto a commentare il capitolo dicendo tipo “Hel ha trovato quasi la felicità” perché insomma, lo avete appena letto AHAHA Ok la smetto.
Detto ciò, lasciatemi i vostri pareri, sarò ben felice di vederli e commentarli.
Un bacio. Ah e BUON ANNO A TUTTI! C:
@sheisamuggle 
  
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