Fumetti/Cartoni europei > Monster Allergy
Segui la storia  |       
Autore: f9v5    31/12/2012    1 recensioni
Le prime avventure di Elena e Zick.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elena Patata, Un po' tutti, Zick Barrymore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
TRA FANTASMI E MOSTRI SGHIGNAZZANTI
(cda: Zick ed Elena discutono seduti sulle scale di villa Barrymore. I nonni fantasma li osservano dalla finestra e sorridono





-Hey aspetta.-
Mai come ora Elena era stata ferma e decisa. Il ringraziare quel ragazzo era solo una scusa, sarebbe stata in grado di cavarsela anche da sola in quella rissa, in fondo si era trovata in situazioni anche peggiori.
Il motivo per cui voleva parlargli era tutt’altro:i mostri.
Quand’era piccola i suoi genitori le raccontavano molte storie sui mostri ed Elena era rimasta talmente affascinata da quel mondo, fantastico quanto immaginario, che aveva sempre coltivato il sogno di poterli vedere, anche solo per una volta.
Poi erano arrivate Patty e Matty che le avevano parlato della “capacità” di Zick e nel suo cervello si era impresso a caratteri cubitali quest’imperativo: conoscerlo ad ogni costo!
L’esserle venuto in aiuto rappresentava per lei l’occasione perfetta di avviare un discorso con lui e, quant’era vero che esisteva, l’avrebbe sfruttata.
-Che vuoi?- mugugnò Zick, seccato per essere stato distratto dai suoi pensieri, ma in realtà era solo un modo di nascondere la sua sorpresa: nessuno, di solito, voleva parlare con lui, perché tutti lo reputavano un pazzo, quindi non sapeva come comportarsi con qualcuno che gli rivolgeva la parola spontaneamente.
-Volevo ringraziarti per prima. Cosa ti ha spinto ad aiutarmi?-
Neanche lui sapeva cosa rispondere, aveva agito d’istinto.
Sì affrettò a inventarsi una scusa -Eravate in tre contro una. Mi sembrava scorretto e sono intervenuto.-
-Capisco. Bè…piacere. Mi chiamo Elena Patata e sono la tua nuova vicina.- sì presentò la ragazza porgendogli la mano.
Leggermente titubante, cosa che notò anche lei, ricambiò il gesto e la presentazione        -Ezechiele Zick.-
-Ezechiele?!-
-E’ il mio vero nome,ma ormai chiamarmi per cognome è diventata un’abitudine per tutti, anche per me e devo dire che mi piace di più. Ezechiele mi sembra un nome da vecchio.-
Elena sentiva che non era ancora il momento per la fatidica domanda, o avrebbe pensato che gli interessava solo quello: il conoscere Ezechiele, anzi, Zick, le importava davvero. Decise quindi di girarci un po’ su -Mi è parso di notare che non sei ben visto a scuola. Ho ragione?-
-Sì, infatti.-
-E non ti rende neanche un po’ triste il fatto che nessuno ti voglia per amico, o che gli altri ti prendano in giro per il tuo… aspetto?!-in effetti ora aveva notato un particolare che prima non era stata in grado di vedere, forse per la fretta: il ragazzo di fronte a lei aveva delle strane occhiaie violette attorno agli occhi che lo facevano sembrare una sorta di…zombie; in quel momento capì il perché del soprannome “cadaverino”.
-Un pochino, ma credimi, ho sopportato di peggio. Comunque non capiresti.-
Elena sì sentì punta nell’orgoglio: anche lei sapeva cosa volesse dire essere presi in giro per il proprio aspetto, altrimenti nella sua vecchia scuola non sarebbe diventata famosa come rissaiola, ma decise di lasciar stare.
-Perché lo chiami “Dedevid”?- prima di passare all’argomento mostri, Elena volle togliersi qualche curiosità minore
-Ti riferisci al biondo vero?-
-Già lui.-
-Se non balbettasse lo chiamerei solo David.-
In effetti, si trovò a riflettere Elena, aveva un senso la cosa.
-Ma che cos’è quella cosa con cui lo minacciavi? Come hai detto che si chiama…oh sì, “occhi da spettro”-
-Ah quello…- la risposta di Zick non fu parlata, ma visiva. Si girò e si rivoltò di scatto: gli occhi si erano alzati, lasciando vedere solo il bianco della cornea, si mordeva il labbro superiore e tutto a un tratto attorno a lui era apparso una sorta di alone scuro, tipo quelli che appaiono sopra le persone depresse.
Si aspettava che Elena si spaventasse come tutti gli altri, ma la sua reazione fu “leggermente” diversa.
-Ahahahahahahahah-
Zick sì sentì a terra in quel momento: la sua “arma segreta” aveva fatto fiasco e non potè non ammettere di esserci rimasto male –Tu ridi, ma sappi che Dedevid dorme con i genitori per una settimana.-
-Scusa, non ho potuto farne a meno. Più che spaventoso mi sei sembrato…buffo.-
Mentre parlavano si accorsero di essere ormai vicini a casa di lui, quello di cui non si accorsero erano una paia di occhi che li osservavano dalla finestra.
-Bè…siamo arrivati. Ci vediamo tra qualche giorno a scuola.-
-Aspetta!-
La imbarazzava chiedere una cosa del genere, ma, in un certo senso, ne andava della sua vita
-Posso usare il tuo bagno, sai per darmi una pulita all’occhio. Avevo promesso a mia madre che non avrei fatto rissa con nessuno, quindi pensa come potrebbe reagire se mi vedesse tornare conciata così.-
-E’ una cosa che ti capita spesso?-
-Più di quanto non dovrebbe.-
-Andiamo!-
Quando entrarono, trovarono qualcuno ad accoglierli: era un gatto magro e senza pelo con gli occhi neri e la cornea gialla
-E’ il tuo gatto?-
-Si chiama Timothy ed è…-
-Fammi indovinare: senza pelo perché sei allergico al pelo dei gatti.-
-Come lo sai?-
-Chiamalo “intuito”.-
-Zick, sei tu figliolo?- a parlare stavolta era stata una donna arrivata da un’altra stanza: poteva avere massimo 35 anni, aveva lunghi capelli biondi e gli occhi castano chiaro. Greta Barrymore, la madre di Zick.
-Ciao mamma.-
-Oh…e chi è la tua amica?-
Questa domanda lo mise in imbarazzo: poteva davvero considerare Elena un’amica?
In fondo si conoscevano relativamente da poco. Al momento decise di optare per un no.
-Più che amica, direi conoscente. Comunque, si chiama Elena. Lei e la sua famiglia si sono appena trasferiti nella casa accanto-
-Piacere di conoscerla, signora.-
-Il piacere è mio e…santo cielo!Che ti è successo all’occhio?-
Stavolta fu Elena a trovarsi in imbarazzo: malgrado le risse fossero una cosa per lei comune, non ne andava affatto fiera, il problema era che non riusciva a trattenersi se provocata. Cercò dunque di inventare una scusa plausibile -Ho urtato contro una…un…-
-Un pugno?!- Greta ci aveva azzeccato in pieno.
-Puoi fare qualcosa mamma?-
-Basterebbe un modo per nasconderlo.-
Greta non prese la cosa di fretta, anzi ebbe un’idea per guadagnare tempo e trovare la soluzione migliore -Capito. Zick, perché non mostri la casa alla tua amica intanto che cerco una soluzione?-
-Conoscente mamma, conoscente.-
Zick decise di non continuare col dissenso e obbedire alla madre. Condusse Elena in soggiorno, perennemente seguiti da Timothy, che fissava la ragazza con sguardo indagatore.
Il soggiorno era ben arredato: un camino con mensola al centro, un tavolo con quattro sedie sul lato destro prima della grande finestra, sul lato sinistro vi erano un divano verde, due poltrone dello stesso colore, un tavolino su cui era poggiata una scacchiera con tutti i pezzi sopra, una mensola e una piccola libreria, tutto prima di un’altra grande finestra.
L’arredamento era semplice, ma aveva un qualcosa di tetro, dovuto molto probabilmente ai colori scuri, ma fu proprio questo ad attirare l’attenzione di Elena –Caspita, la tua casa è molto bella!-
-Dici?Secondo gli altri ricorda le case dei film Horror-
-Ed è proprio questo a renderla incredibile.-
Aveva aspettato troppo, era il momento di chiederglielo e vedere la sua reazione.
-Posso farti una domanda? Ma è vero che puoi vedere i mostri?-
La domanda era stata fatta; Elena però aveva un po’ paura della risposta che avrebbe potuto ricevere: temeva che si sarebbe offeso, che l’avrebbe cacciata senza mai più rivolgerle la parola, o che avrebbe negato fino alla morte, mandando in frantumi le sue speranze, invece…
-Certamente!- Zick lo ammise senza vergogna, nella sua voce c’era anche un pizzico di vanità.
Si avvicinò ad Elena e le sussurrò all’orecchio –Qui c’è ne sono sette in tutto e sono in questa stanza: sulla mensola ci sono i bolli, tre palle volanti con l’aureola che sanno solo cantare, anzi stonare. Puoi farli scoppiare, ma dopo pochi minuti si ricompongono. Sul soffitto c’è ne sono attaccati altri due che sono fatti di gelatina:uno è Clak Ritak, di colore rosa, tranne la faccia che è bianca, l’altro è Ben Talak, suo fratello maggiore, ha anche lui la faccia bianca, ma il corpo viola. Dietro il divano c’e Snyakutz Bu, ha quattro braccia e quattro occhi, è bianco, tranne per qualche piccola macchia marrone e perde sempre i pezzi; infatti parla con la erre moscia perché gli manca un pezzo di lingua che ha perso e non ha più trovato. Seduto sulla poltrona di sinistra, infine, c’è Bombo, un mostro grasso e goffo, ha la pancia bianca, la testa e la parte posteriore del corpo rosse, tranne per qualche macchia gialla circondata da un cerchio nero e ha il brutto vizio di mangiarmi le scarpe.-
Il modo in cui le parlava era davvero convincente e lei, infatti, ci credeva, ma c’era un piccolo problema: lei non vedeva nessuno dei mostri che le aveva descritto.
Le vennero in mente solo due soluzioni: o Zick si stava inventando tutto e se era così doveva riconoscere che aveva davvero una fervida immaginazione, oppure, solo lui era in grado di vederli.
Elena però volle scartare la prima opzione; sentiva che Zick non le stava mentendo, che poteva fidarsi di lui.
Mentre osservava ogni angolo di quella stanza, il suo sguardo cadde su una fotografia che si trovava sulla mensola del camino: ritraeva un uomo dal viso allungato, occhi neri e folti capelli blu che presentava un’incredibile somiglianza con Zick; la domanda, a quel punto, le sorse spontanea -Chi è quell’uomo? Ti somiglia moltissimo!-
Dopo quella domanda, lo sguardo di Zick si rattristò di colpo, e dare quella risposta gli costò un gran dolore -Era…mio padre!-
-“Era?”-bastò poco ad Elena per capire –Vuoi dire che…-
-Sì, mio padre è morto. Sai, era un entomologo, uno studioso di insetti e capitava spesso che partisse per chissà quale posto per le sue ricerche. Una volta è partito per una spedizione in Amazzonia e non ha più fatto ritorno; avevo tre anni quando è successo!-
Zick successivamente prese un’altra foto e la mostrò ad Elena: se doveva affrontare la sofferenza del passato, tanto valeva affrontarla tutta in una volta; forse avrebbe sofferto meno.
Nella foto erano rappresentate due persone: una donna anziana con delle lunghe trecce che portava degli occhialini da vista; Thessa Grange, la nonna materna di Zick.
L’altra persona era un uomo anziano, portava anche lui degli occhiali da vista, dei lunghi baffi a V rovesciata e aveva ormai pochi capelli, segno della sua avanzata età; Theo Barrymore; il nonno materno di Zick.
-Questi invece erano i miei nonni materni; non li ho mai conosciuti, perché sono morti quando avevo solo pochi mesi. Per quanto riguarda i nonni paterni, invece, non posso dirti nulla. Non li ho mai visti, neanche in foto, pensa… che non so neanche come si chiamavano-
Quando ebbe terminato, Elena capì che cosa intendeva Zick quando le disse che non poteva comprenderlo; e aveva ragione; a differenza di lei,lui non aveva avuto la possibilità di crescere con una figura paterna che lo sostenesse durante l’infanzia, che lo aiutasse nel momento del bisogno, o anche che lo rimproverasse quando sbagliava.
In quel momento Elena si sentì maledettamente fortunata ad avere un padre che, malgrado a volte si comportasse un po’ da sciocco, le voleva bene e c’era sempre stato per lei.
-Mi dispiace, davvero- fu tutto quello che riuscì a dirgli.
In quel momento tornò Greta e, dall’aria soddisfatta che mostrava, sembrava aver trovato una soluzione al problema di Elena –Ragazzi,ho l’idea giusta. Però…servirà anche il tuo aiuto Zick- aggiunse poi , puntando il dito verso il figlio.
Zick sentì un brivido salirgli su per la schiena; aveva il brutto presentimento che di lì a poco avrebbe dovuto fare qualcosa di ridicolo e, purtroppo per lui, i suoi presentimenti si avveravano sempre.

 



DLING-DLON
Quando Julie Patata andò ad aprire la porta non riuscì a nascondere un’espressione sorpresa: c’erano sua figlia e un ragazzo con i capelli blu ed entrambi avevano la faccia pitturata: lei bianca con due macchie nere sugli occhi, lui aveva la faccia blu e qualche riga nera che dava l’impressione che avesse la faccia cucita in più parti.
-Ciao mamma. Lui è Zick!-
-Buongiorno signora.-
-Buongiorno anche a te…ma che avete fatto alle vostre facce?-
Seguendo le istruzioni di Greta, Elena diede la sua risposta -A scuola stavano distribuendo le parti per la recita di Halloween-
-Ma mancano ancora due mesi!-
Di fronte a quest’affermazione Elena si trovò spiazzata; né Greta né lei avevano pensato a cosa dire in quell’evenienza, fortuna volle che Zick lo avesse fatto -La prepariamo sempre con grande anticipo. E’ una specie di tradizione.-
Julie sembrò convinta dalla risposta di Zick, ma non lo era sulla “parte” della figlia –E tu che parte faresti Elena?-
-Il panda.-
-Ma i panda non fanno paura?-
-Questo è un panda pazzo mamma.-
-Bè…io devo andare. Ci vediamo Elena!- questo era quello che Zick diceva.
“Costringimi a truccarmi in una maniera così ridicola un’altra volta e te la faccio pagare!” questo, invece, era quello che pensava.
-Ciao Zick.-
Dopo averlo salutato,Elena rientrò in casa con la madre.
-Simpatico il tuo amico!-
-Già. all’apparenza sembra freddo e distaccato, ma in realtà e molto sensibile.-
Detto ciò, Elena si diresse in camera sua dove trovò Sfruscio, il suo grasso gatto, di colore marrone chiaro, tranne per le orecchie e la schiena, di colore marrone scuro, a sonnecchiare sul suo letto.
Si sedette accanto al suo grasso micione e cominciò ad accarezzargli la testa 
-Come hai passato la giornata Sfruscio?-
La risposta del gatto non potè che essere –Meeooww-
Elena sapeva che non avrebbe potuto risponderle diversamente, ma le piacevano quelle discussioni a senso unico -Ma in fondo che te lo chiedo a fare, sei solo un gatto e i gatti non parlano!-; in futuro si sarebbe resa conto che aveva torto su quell’ultima affermazione.




 
Zick era rientrato in casa; aveva estratto il suo spray antiallergico e lo mise in bocca premendolo due-tre volte per far passare un attacco allergico dovuto alla polvere.
Davanti a lui c’era Timothy.
-Che tipo quell’Elena, eh?-
Anche Zick, come Elena, aveva l’abitudine di parlare con il suo gatto, ma c’era una differenza.
-E’ una vipera, stalle alla larga!- Timothy poteva rispondergli.
-Andiamo Timothy, smettila con le tue scenate di gelosia!-
-Scenate di gelosia?! Apri gli occhi Zick! Quella è una ficcanaso e ti porterà solo guai, fidati.-
Timothy, insomma, pensava che Zick avrebbe dovuto evitare Elena in ogni modo, Zick che magari sarebbero potuti diventare amici, ma, quando rientrarono in soggiorno, Zick si innervosì nel constatare che qualcun’altro aveva già una terza opinione.
-Zick ha la fidanzata, Zick ha la fidanzata…-
Chi stava facendo quest’assurda cantilena?
Ma è ovvio.
I sette mostri, che già conoscete, tranne i tre bolli; come ha detto prima Zick, loro sanno solo stonare.
Il risultato ottenuto fu uno Zick abbastanza alterato –SILENZIO!-
Aveva urlato talmente forte da far scoppiare i tre bolli e scomporre Snyakutz Bu.
-Vi credete spiritosi?! Io non ho riso; quindi sparite!-
Intimoriti dalla voce del ragazzo, i mostri scapparono dalla stanza a tempo di record.
Non lo voleva ammettere, ma Zick voleva bene a quei sette combinaguai; senza di loro la sua vita sarebbe stata estremamente noiosa, ma a volte lo facevano davvero arrabbiare, come in quel momento, ad esempio.
-Quella ragazzina è riuscita ad attirare la tua attenzione, vero?!-
-Infatti. Non sei mai stato così aperto con qualcuno.-
A chi appartenevano le due voci che avevano parlato? Zick lo sapeva benissimo.
-Uffa. Nonna, nonno, non cominciate anche voi, per favore.-
Esatto!
Zick stava parlando con i suoi nonni, Theo e Tessa, in carne ed ossa; anche se “in carne ed ossa”, in questo caso, valeva solo come modo di dire.
I due anziani erano semplicemente delle figure evanescenti, trasparenti e senza peso: insomma, erano fantasmi.
Zick più volte, durante gli anni, aveva superato brutti momenti, come la perdita del padre, grazie anche al sostegno dei suoi adorati nonni fantasma; più volte avrebbe voluto abbracciarli, ma purtroppo non era possibile.
Ma a lui bastava così; sapeva che in fatto di sostegno morale non lo avrebbero mai abbandonato e gliene era davvero grato.
In quel momento, però, più che gratitudine, provava un gran nervosismo; se, oltre ai mostri, pure i suoi nonni lo prendevano in giro, era davvero messo bene.
-Comunque…sì. Ha attirato la mia attenzione...nel senso che mi ha sorpreso il fatto che qualcuno abbia cercato di conoscermi così a fondo, non come pensate voi.- si affrettò a dire.
Tessa decise di accettare il discorso del nipote, Theo, però, gli volle lanciare un’ultima frecciatina –Tra qualche anno ne riparliamo ragazzo!- gli piaceva troppo vedere suo nipote in imbarazzo.
Zick preferì uscire dalla stanza e andare in camera sua, lanciando un ulteriore rimprovero ai mostri, nascosti dietro la porta ad origliare e sghignazzare alle sue spalle  -Smettetela di origliare, CHIARO?! Tsk…impiccioni.-
Se ne andò in camera, ignorando il fatto che mostri e nonni fantasma ancora se la stavano ridendo.
Zick, tuttavia, era felice di quella giornata, ma non voleva darlo a vedere per non compromettere la sua reputazione di insensibile.
C’era, però, qualcuno che non era felice di quella storia: Timothy, che durante il discorso nipote-nonni e i rimproveri ai mostri era rimasto in angolo ad ascoltare, non riusciva a vedere la cosa sotto una luce positiva.
-Questa faccenda è andata fin troppo oltre e non posso permettere che si aggravi maggiormente. Dovrò prendere dei rimedi drastici. Come si dice in questi casi…a mali estremi, estremi rimedi!-






Allora, che ne dite?
Ci ho messo un po’, ma sono riuscito finalmente a scrivere il terzo capitolo.
Come potete vedere(ammesso che qualcuno legga), anche questo capitolo è stato per presentare gli altri personaggi.
Dal prossimo comincerà già ad accadere qualcosa, ma niente di eccessivo, ancora.
Ci vediamo al prossimo capitolo.
Arrivederci a tutti!
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Monster Allergy / Vai alla pagina dell'autore: f9v5