Per
ogni passo che faccio, per ogni boccata
d'aria che respiro, per ogni battito di ciglia, i momenti
più importanti della
mia vita mi ritornano alla testa, come violenti pugni nello stomaco,
rinfacciandomi ogni sbaglio, ogni imperfezione nei miei piani, ma anche
ogni
orrore delle mie azioni.
Sono solo in casa mia, a parte Ryuk ovviamente,
che come al solito mi ronza intorno, cercando di scroccarmi delle mele.
Gliene lancio una, per poi ritornare subito
dopo ai miei pensieri.
Salgo
in camera, guardando il cassetto con il
doppiofondo; con tutta probabilità, l'ultimo foglio che vi
avevo nascosto anni
fa, sarà dentro, ma non posso aprirlo, perché
questo significherebbe confermare
la mia colpevolezza. Ci sono delle telecamere ovunque, un unico punto
ceco in
cucina, trovo questa cosa del tutto priva di senso: a che pro riempire
la casa
di telecamere per poi lasciare una falla simile? Qualcosa non quadra.
Inoltre,
sono ancora agli arresti domiciliari e, impossibilitato dall'avere
contatti col
mondo esterno, non potrò
entrare in
possesso del death note ancora per molto tempo.
Sospiro e do un altro morso alla mia mela, Ryuk
trova fastidioso il fatto che anche io abbia preso a mangiare questi
frutti,
anche perché così ce ne sono di meno per lui, ma
non posso comprare le mie
patatine, quindi mi devo accontentare.
Mi
distendo sul letto, fissando il soffitto con
un intensità tale che deve sembrare voglia disintegrarlo, ma
in vero sto
cominciando a ricordare, e questi ricordi non fanno altro che smorzare
la mia
voglia d'andare avanti. La mia prima e unica sconfitta brucia ancora, e
il non
avere possibili vie di fuga al momento mi fa sentire in trappola.
Che L conti proprio su questo per farmi cedere?
Beh, ci sta riuscendo, e anche bene.
Forse dovrei farla finita, dovrei arrendermi,
non ce la faccio a lottare ancora, a rifare tutto da capo...
Ma cosa sto dicendo, io sono Kira, certo che ce
la faccio. Il solo fatto d'essere qui, e non in una lurida cella,
dimostra che
ho il mondo nelle mie mani, e che presto ne sarò il dio,
anzi, direi che già lo
sono, solo che ancora L e i suoi alleati non se ne sono resi conto.
Io sono imbat...
Ma prima che Kira possa formulare questi
pensieri, Light gli mostra per l'ennesima volta quel flash, e
finalmente, ne
comprende il significato.
Il secondo L, l'uomo corrotto da un potere più
grande di lui, corre via, sconfitto e umiliato.
Corre, cercando una via di salvezza che sa già
non troverà, e nel mezzo di questa sua pazza e disperata
ricerca, passa accanto
ad un ragazzo, che difficilmente riconosce come se stesso.
Light Yagami poteva avere tutto dalla vita, le
doti non gli mancavano, ma il giorno in cui si era chinato a
raccogliere il
quaderno della morte, il suo futuro, prima così luminoso, si
era indubbiamente
oscurato.
Seguo
con lo sguardo il vecchio me stesso
sparire, mentre guardo Kira continuare a correre, rischiando
d'inciampare, ma
senza mai cadere.
Corre, corre ancora, ma ormai il suo destino e
deciso, gli sembra quasi di percepire il suo compagno neutrale
d'avventure,
alzare con lentezza la penna, e scrivere sulle ruvide pagine il suo
nome, sa
che lo farà, e ormai Kira, arrivato ad un ostacolo che non
può superare, si
accascia sulle scale.
Si
contrae il mio cuore un'unica volta,
l'ultima, talmente forte da procurarmi un dolore mai patito in vita
mia...
I proiettili di Matsuda al confronto, sembrano
palline lanciate da un bambino.
Alzo lo sguardo, verso il sole morente; mi
riscalda, ma non ne percepisco il calore e mentre sento gli ultimi fili
della mia
vita abbandonarmi, gli occhi si sgranano e, ricordandomi lo sguardo del
mio
vecchio me stesso, lo rivedo anche nell'uomo che giace a terra, con il
volto
sereno, perché ha avuto una rivelazione, si è
reso conto di una cosa, adesso,
proprio in punto di morte.
Lui ha sbagliato.
Lui
non era la giustizia, io non sono la
giustizia, e lo dimostra il fatto che ora lei...
NO!
Il
mio urlo squarcia il silenzio della casa,
mentre con uno scatto, talmente improvviso da procurarmi un lieve
capogiro, mi
alzo dal letto e prendo una biro sulla mia scrivania.
Apro il
cassetto,
svelando il doppiofondo, senza nessun errore nella procedura, e prendo
il
foglio tra le dita.
Lo guardo, non ho nessuna esitazione, e
comincio a scrivere il nome e la modalità nella quale la
fine deve avvenire.
Mi giro, fisso una telecamera e comincio a
parlare.
"L Lawliet," dico ad alta voce,
ignorando Ryuk, che mi fissa sbalordito. "Vieni qui, e affronta il
risultato del nostro scontro".
Mi siedo sul letto, spalancando le mie ali per poi avvolgermi, come in un bozzolo, e per l'ennesima volta,
nella mia seconda vita, attendo.
Angolo
dell'autrice
Ed ecco,
da quello che ho capito scrivendo essere, il terzultimo
capitolo della mia storia.
Spero di non
avervi annoiato con questo capitolo e che vi sia piaciuto, alla
prossima!