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Autore: HeltenD_    31/12/2012    1 recensioni
«Venite qui anche tu che adesso zio Puck vi racconta una bella storia di natale!»
Noah Puckerman, dei bambini, un focolare, e alcuni aneddoti di vecchie storie natalizie legate al glee club.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Christmas


Christmas miracles.






«Cooper fai il bravo o chiamo tuo padre!»
Un uomo seduto su un divano con un bambino in braccio alzò lo sguardo a richiamare un altro bambino che stava infastidendo una biondina seduta in un angolino a giocare con le sue bambole.
«Ma zio!»
Il bambino sbottò e si avvicinò all'uomo, sedendosi sul tappeto ai suoi piedi, mettendo su un'espressione imbronciata.
«Niente ma, e Stacy, vieni qui anche tu che adesso zio Puck vi racconta una bella storia di natale!»
All'udire quelle parole, la bambina si avvicinò anche lei alla poltrona, osservando per pochi attimi la luce del camino che scoppiettava a pochi passi da loro.
«Papà Barbra non vuole venire ad ascoltare, dice che sono tutte sbaggiate, baggianite, una cosa del genere..»
«Baggianate.»
Una bambina che teneva stretto al petto un libro rosa, probabilmente un diario, scese dalle scale e guardò tutti con aria di sufficienza, per poi sbuffare.
«Lo sanno tutti che Babbo Natale non esiste!»
Noah mandò un'occhiata severa alla bambina, mentre una Rachel leggermente invecchiata le portò una mano sulla testa, accarezzandole piano i capelli.
«Chi ti ha detto questa cosa piccola?»
«Ma papà ovviamente!»
La -ormai- signora Berry sospirò e scivolò con la mano ad accarezzarle la guancia.
«Non dare retta a quello stupido di tuo padre, Babbo Natale esiste eccome, d'accordo?»
La bambina sbuffò e, alzando i tacchi alquanto irritata, tornò a percorrere quelle scale, nella direzione opposta alla precedente.
«Dai papà, voglio la storia!»
Il piccolo Christopher strattonò il braccio del padre che si girò a guardarlo male, indicando il bambino che stava dormendo tra le sue braccia.
«Non gridare che svegli tuo cugino..»
Il bambino abbassò lo sguardo, e istintivamente portò una mano ad accarezzare la guancia paffuta del bambino che dormiva beato.
«Ora che siete tutti qui..»
Noah diede una rapida occhiata alla sua 'tribuna' contandoli, ce n'erano sette su nove, ma contando che Barbra era di sopra a telefono con il padre e che Steve era uscito con Sam e Blaine.. beh, c'erano tutti.
«Inizierò con il raccontarvi la mia storia preferita, quella di zio Kurt e zio Blaine..»


Era il Ringraziamento a Lima, e per qualche assurda coincidenza era anche il giorno in cui il glee club del McKinley si esibiva alle provinciali; doveva essere una vittoria facile, avevano dalla loro parte incredibili talenti come Blaine, Marley, Tina, Jake, nulla poteva fermarli.
Poco prima della loro esibizione Blaine ricevette una telefonata, a nessuno fu permesso sapere chi era dall'altra capo del telefono, ma dalla luce nei suoi occhi tutti avevano capito chi era.
Da quel giorno, nonostante la sconfitta ingloriosa alle provinciali, il sorriso di Blaine non si era più spento, era radioso, e dava agli altri la forza per andare avanti nonostante la batosta.
E quell'anno si poté assistere al primo miracolo di natale per le New Directions.
Mentre era in auditorium Finn ricevette una telefonata, era un mayday.
Ci mise poco a radunare tutti visto che la maggior parte dei ragazzi erano lì con lui a cantare per la Sylvester, e una volta noleggiato un pulmino con la carta di credito di Burt partirono con destinazione New York.
New York.. l'ultima volta che erano stato lì era stato un fiasco pazzesco, clamoroso, e Finn ogni tanto ripensandoci si sentiva colpevole.
Quella notte però era stata spettacolare e tutto grazie a lui, era riuscito a mettere insieme quel gruppo, era riuscito a recuperare Santana per la via, era riuscito ad evitare che la sedia di Artie restasse intrappolata nella neve, e quando Burt era corso da loro a portargli gli spartiti era riuscito a mettere tutti d'accordo sulle parti.
Kurt e Blaine certamente non se lo aspettavano, non si aspettavano che il glee arrivasse fino a New York solo per cantargli una stupida canzone di natale, nella speranza di farli.. beh, tornare insieme.
Kurt era con le lacrime agli occhi e, ad un cenno di Noah, Blaine gli portò un braccio attorno alle spalle, per stringerlo a se, e accarezzargli l'avambraccio con la mano libera.


But we need a little Christmas
Right this very minute,
Candles in the window,
Carols at the spinet.
Yes, we need a little Christmas
Right this very minute.


Quando la canzone terminò, il ragazzo con la cresta e il più alto del gruppo si avvicinarono ai loro due spettatori, posandogli una mano sulla spalla.
«Kurt, Blaine.. sappiamo tutti che Blaine ha sbagliato ma andiamo, si vede nei suoi occhi il pentimento..»
Il ragazzo con i capelli ingellati deglutì sentendo gli occhi iniziare a pizzicare, mentre lo sguardo si spostava piano sul ragazzo al suo fianco.
«ed è la notte di natale.. per cui.. beh, non potresti semplicemente perdonarlo?»
Noah prese la parola, sentendo la gola secca, e anticipandosi così da essere sicuro di non piangere a metà battuta.
«Siete la coppia migliore tra tutti noi.. se voi mollate.. che speranza abbiamo noi?»
Il biondo del gruppo si avvicinò a loro e posò entrambe le mani sulle spalle dell'amico con la cresta.
«Quello che vuole dire Noah, è che per noi voi siete d'esempio.. e se tu riesci a perdonare Blaine.. beh, allora tutti noi possiamo tornare a sperare nella nostra storia d'amore, che possa essere perfetta come la vostra..»



«E poi papà?»
Il ragazzino più vicino ai piedi di Puck lo esortò a continuare mentre il padre si portava una mano in volto.
Una figura si avvicinò a loro, e portò una mano ad accarezzare la cresta di Chris.
«E poi zia Mercedes ci ha piazzato un ramo di vischio sulla testa, e io ho baciato zio Blaine.»
Kurt si sedette sul bracciolo del divano, e con la stessa mano di prima avvicinò Puck a se dandogli un bacio sulla guancia.
«Dovevate vedere questo qui: scoppiò a piangere come un bambino mormorando 'questa è la mia OTP!'»
Noah rise con l'altro e alzò lo sguardo.
«E lo penso ancora oggi, voi siete la mia OTP...»
«Quindi.. i miei papà si sono messi insieme a natale? Che cosa romantica!»
Una bambina esortò mentre con le dita si stava torturando un ricciolo.
«Beh non proprio El.. diciamo che ci siamo solo ritrovati dopo.. alcuni disguidi..»
Puckerman ne approfittò subito per prendere la parola.
«E ditemi voi se non è un miracolo di natale!»
«Io la chiamo pressione familiare..»
La bambina che prima era salita di sopra, ora era seduta sulle scale poco lontana da loro e li guardava scettica, con il suo diario aperto sulle gambe.
«Vorrei vedere te zio se qualcuno guida millemila ore per venire da te a cantarti una canzone se tu non lo fai felice..»
Rachel riemerse nuovamente dalla cucina con una risatina.
«Sei ancora troppo piccola per comprendere l'amore tesoro..»
«Sarà pure come dite voi, ma per me l'amore è solo quello tra la mia mamma e il mio papà!»
Un bambino la guardò male e tirò fuori la lingua per farle una smorfia.
«Tsk, i miei papà si amano tanto quanto i tuoi!»
«Dai Cooper.. non litigate..»
Il bambino guardò Kurt con la fronte corrugata.
«Ma papà.. è lei che ha iniziato..»
Non fece in tempo a guardare la faccia apprensiva del padre che sentì una stretta in vita e si abbassò a vedere la ricciolina stringerlo.
«Pensi che anche noi avremo una storia d'amore come quella dei nostri papà fratellone?»
La guardò male e da subito provò a scollarsela da dosso, mentre Hummel e Puckerman si guardavano ridendo.
«Zio Noah perché non gli racconti anche la mia storia di natale preferita?»
Kurt lo punzecchiò mentre il ragazzo trasaliva.
«Oh andiamo.. devo proprio?»
I bambini lo guardarono tutti incuriositi, e ad un cenno di Kurt annuirono, mentre il ragazzo ormai soddisfatto si alzava per tornare in cucina.
«Uhm.. e va bene.. beh, questa storia è abbastanza recente, risale a solo.. otto anni fa..»


La vita delle persone è sempre piena di imprevisti, di risvolti che uno non si aspetterebbe mai, decisioni imprevedibili, e scoperte altrettanto sconcertanti.
Come la scoperta da parte di Noah e Finn di essere attratti l'uno dall'altro.
In qualche modo era successo, era iniziato con una carezza, un bacio, e ora erano lì, seduti a tavola a casa di Kurt e Blaine.
«Allora.. com'è la vita ora che avete un bambino?»
Noah sparò fuori per spezzare quel silenzio che era davvero fin troppo imbarazzante.
Blaine restò perplesso a causa di quella domanda inaspettata.
«Suppongo.. tranquilla.. tranne per il fatto che dobbiamo svegliarci a turno la notte per non farlo piangere..»
Finn sorrise alquanto imbarazzato, già immaginava una semplice cenetta a casa con Carole e Burt che si sarebbero fermati a parlare dei lavoretti in casa da affidargli, per poi passare a casa di Noah e restare sul divano a coccolarsi davanti ad uno dei soliti film natalizi.
E invece no, era lì a casa del suo fratellastro e di suo marito, con un silenzio imbarazzante che li circondava.
«Ok.. non riesco ad aspettare a dopo cena.. Kurt, Blaine..»
Finn guardò il suo ragazzo confuso, mentre gli altri due si alzavano e dopo aver fatto partire lo stereo iniziarono a cantare.


The fire is slowly dying, 
And, my dear, we're still good-bye-ing, 
But as long as you love me so. 
Let it snow, let it snow, let it snow.


«Finn Hudson.. so che hai sempre reputato quest'idea stupida, dici che se due persone si amano non hanno bisogno che il loro amore venga riconosciuto da nessuno ma solo da loro stessi, dici che l'amore si dimostra anche soltanto con una carezza.
E io voglio darti ragione, su tutto, ma a me non basta, io voglio poter stringere la tua mano tra la folla e poter dire fiero 'si, lui è mio marito' e perché no, palparti il sedere subito dopo.»
Deglutì e si inginocchiò ai suoi piedi dopo aver estratto una scatoletta dalla tasca dei pantaloni.
«Finn.. mi faresti l'onore di diventare mio marito?»
Aprì la scatoletta e gli mostrò l'anello, aspettando una risposta che, per l'ennesima volta sarebbe stata negativa, era ormai la quarta volta che si proponeva e Finn aveva sempre detto di no, non perché non lo amasse, ma perché semplicemente era dell'idea che sposarsi era una cosa stupida.
Qualcosa però aveva fatto vacillare le sicurezze di Hudson, poteva essere stato il suo ragazzo con quelle parole, potevano essere stati gli altri due con la loro canzone, poteva essere stato semplicemente il fatto che fosse il 25 dicembre, ma Finn sorrise debolmente e scosse la testa.
«s-si.. lo voglio... voglio diventare tuo marito..»


Un pianto chiuse il racconto, e no, questa volta non era Noah, ma il bambino tra le sue braccia che si era svegliato e aveva iniziato a frignare.
L'uomo si alzò e tenendolo in braccio lo agitò leggermente, camminando verso la porta.
«Hei Ry.. prenditi questo qui che avrà sicuramente fame..»
Il ragazzo vide il cognato avvicinarsi con il figlio, e posò il sacchetto di sale con il quale stava sciogliendo la neve in giardino, entrando in casa per prendere in braccio il bambino, andando poi verso la cucina.
«Marley, hai già lavato il biberon di Michael?»
Quando Noah tornò nel salone vide suo figlio in braccio al fratello e si poggiò alla porta, guardandoli soddisfatto.
«Visto che zio Noah è vecchio si è dovuto prendere una pausa, e ora ve la racconta zio Jake una storia..»
Il più grande guardò male l'altro, mentre i bambini ridevano di gusto.
«Vecchio un corno! Ti faccio vedere io se non riesco a prendervi in braccio tutti insieme!»
«No dai, dopo, ora vieni qui e raccontiamogli..»
«Che ne dici del natale di sei anni fa?»
Jake ci pensò su qualche minuto, e una volta capito a cosa si riferiva annuì e iniziò a raccontare.


Proprio come quel pomeriggio, erano tutti radunati a casa Hudson-Hummel, ma quell'anno erano molti di più, c'erano Tina e Mike, Mercedes, Santana, Kitty e addirittura Sugar, mai come quella volta c'erano tutti, dal primo all'ultimo.
Era anche vero che i bambini scarseggiavano, c'erano solo Cooper, Christopher e Melody.
Nell'aria c'era una strana euforia; tutti erano felici, come sempre, eppure alcuni più di altri sembravano non riuscire a trattenere un'aura di felicità.
La cena era stata tranquilla, tranne per Cooper che ad un certo punto si era messo a lanciare pastina su tutta la tavola.
«Ok, è ora di aprire i regali..»
Puck li esortò ad alzarsi e andare in salone dove c'era l'albero, e così fecero tutti.
I regali erano i soliti, c'era Kurt che faceva regali stupidi ma che puntualmente facevano ridere, Noah che smerciava preservativi a destra e manca, e Rachel che aveva ricevuto una decina di abbonamenti al teatro di Lima, ne avrebbe avuto per tutto l'anno insomma.
«Ok, quello è il mio..»
Brittany guardò Sam con un sorriso particolarmente ampio, e il ragazzo le posò una mano dietro la nuca per catturarla in un bacio.
«Vediamo cosa mi ha regalato mia moglie, sperando che non siano altri lucidalabbra..»
Il ragazzo scartò il pacchetto, e trovò una scatolina rettangolare di cartone, aprì anche questa e ci trovò dentro uno strano tubetto di plastica bianco.
Lo guardò perplesso e lo estrasse dal pacchetto.
«E questo.. cos'è?»
Tutti si guardarono in faccia in quella stanza, restando meravigliati ma felici.
«E' un test di gravidanza.. è positivo, quindi significa che la cicogna ha già ricevuto l'indirizzo di casa nostra..»
Sam le poggiò le mani sulle spalle guardandola con gli occhi sbarrati.
«S-sei incinta!? Ommioddio.. il regalo di natale più bello di tutti i tempi!»
La bionda annuì e tutti quanti si avvicinarono a loro stringendoli in un abbraccio.

«E da lì a nove mesi nacquero Tracy e Stacy..»
Noah concluse e poggiò il braccio attorno alle spalle del fratello avvicinandoselo, mentre i bambini si erano tutti avvicinati di più a lui.
«Ma quindi i bambini li porta davvero la cicogna?»
Elizabeth li guardò con sguardo interrogatorio, mentre la ragazzina sulle scale li guardava male per l'ennesima volta.
«Oh andiamo, voi siete fuori!»
I due Puckerman si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere, mentre una figura di affacciava all'orizzonte, dalla porta.
«Jake.. perché non ti prendi tuo figlio mentre io vado a spalare la neve?»
Il ragazzo si alzò dal divano, e si avvicinò a Ryder prendendogli il bambino dalle mani.
«Mi raccomando, trattatemi bene quel vecchiaccio di zio Noah!»
Rise e andò via, verso la cucina.
Il maggiore lo guardò male, per poi sospirare e tornare a guardare i bambini.
«Allora, cos'altro volete che vi racconti?»
Le biondine si guardarono con un'espressione interrogativa, mentre gli altri ci stavano pensando attentamente.
«Non c'è nulla legato a zio Jake e zio Ry?»
Noah guardò suo figlio con aria perplessa, mentre ragionava.
«Beh.. in realtà una storia ci sarebbe.. ma voi siete piccoli perché possa raccontarvela..»
Come allarmata da quelle parole comparve una curiosa Marley Rose.
«Attento a cosa racconti a mio figlio eh!»
Dopo aver dato un occhiata al piccolo bambino con gli occhiali che più che ascoltarli era impegnato a disegnare su un quaderno, la ragazza sparì di nuovo in cucina.
«Visto cosa ha detto zia? mi spiace, tabù!»
Chris sbottò, e mentre si guardava attorno il suo sguardo si posò su Barbra.
«E tu.. dici tanto che i tuoi genitori si amano, e poi dov'è il tuo papà eh?»
La bambina lo guardò male e poi si alzò dalle scale fino ad avvicinarsi a lui.
«Il mio papà è a lavoro! E' un ballerino famoso e ha di meglio da fare che stare qui!»
Noah si morse la lingua per evitare di parlare, ma fortunatamente proprio in quel momento bussarono alla porta.
Il piccolo Hudson-Puckerman si affrettò ad andare ad aprire.
«Zio Blaine!»
L'uomo subito lo zittì indicando il biondo affianco a lui.
«Steve sta dormendo.. vieni in braccio dai, che abbiamo preparato una cosa per voi..»
Sam si affrettò a portare il bambino di sopra, dove era al sicuro da tutti i loro rumori.
«E' quello che penso?»
Puck guardò il ragazzo riccio -ebbene si, da un paio di anni non portava più il gel- che gli sorrise e annuì.
Velocemente tutti i bambini si riunirono in salotto, e anche gli indaffarati in cucina lasciarono il loro lavoro per andare sui divani.
«Bambini, ecco Babbo Natale!»
Finn indicò la porta della stanza con entrambe le mani, mentre un uomo vestito da Babbo Natale varcava la soglia.
«Oh-oh-oh! Buon natale!»
Solo a sentire quella voce il volto di Rachel si curvò in un'espressione divertita.
«Per questo era così misterioso dunque..»
Kurt guardò l'amica e strizzò l'occhio.
«Sai, si è sentito in colpa per la vostra litigata dell'altro giorno, voleva recuperare, e allora l'ho costretto a fare questo..»
Brody iniziò a distribuire i regali a tutti i bambini, fino a quando non si udì un grido provenire da sopra.
Scattante Brittany andò a recuperare il piccolo che si era svegliato, e una volta di sotto vide Weston prendere dal suo sacco due enormi pacchi.
«Beh.. dobbiamo o non dobbiamo festeggiare il nostro miracolo di natale più grande?»
Indicò con lo sguardo il bambino, mentre si apprestava a prendere in braccio Michael che era già sveglio da un bel po'.
Spensero tutte le luci nella stanza, e solo quando Ryder arrivò con la torta e le due candeline ai capi opposti che la illuminavano si poté vedere nuovamente qualcosa.


Happy birthday to you..
Happy birthday to you..
Happy birthday to Steve and Michael..
Happy birthday to you..



***


Colgo l'occasione con questa FF di farvi gli auguri; ci vediamo l'anno prossimo!





   
 
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