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Autore: Fuyu    01/01/2013    3 recensioni
Una giornata di sole, dopo le tante settimane di pioggia o neve, che si alternavano a seconda dell'umore giornaliero. Erano ormai le 7 del mattino, quando Sanji, stretto nel suo cappotto e nei guanti invernali, contornato di cartella e sigaretta appena accesa, si presentò alla porta di legno della casa Roronoa. La porta venne aperta da un uomo completamente vestito di nero con tanto d'occhiali, viso serio e presenza imponente. L'uomo mosse il volto dal basso all'alto, prima di lasciare campo libero a Sanji. Il biondo si incamminò all'interno della struttura totalmente in legno stile orientale con tanto di laghetto per le carpe. La famiglia Roronoa era tra le più famose e pericolose fazioni di gangster del Giappone. Lo zio di Zoro, succeduto al fratello dopo la morte, era temuto dalle persone più in spicco del momento.
La storia è già tutta scritta quindi ci impiegherò poco a finirla, ma non sarà propriamente tutta rose e fiori.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro, Sanji, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami, Sanji/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Yakuza 4

DESTINO AVVERSO

Domande imbarazzanti
L'atmosfera era abbastanza tesa. Probabilmente, Sanji, non si sarebbe mai aspettato tutta quella serietà da Zoro, sopratutto in quel momento, ma dopotutto, doveva essere anche giustificata.

Zoro aveva passato tutto il sabato a prepararsi il discorso per Sanji, non riuscendo a trovare, in alcun modo, le parole giuste. Si era anche messo davanti allo specchio a provare, ma più che dargli fiducia e coraggio, quell'atto, non aveva fatto altro che levargli tutta la sua autostima. Arrivata domenica mattina, il verde sembrava una bella statuina di marmo che faceva avanti e indietro per il dojo, senza mai fermarsi. Era talmente nervoso che una corda di violino poteva considerarsi lenta in confronto a lui. Kuina e Koshiro non osavano avvicinarsi, se ne stavano a guardarlo da dietro le paratie delle porte scorrevoli quasi sconcertati da tutto quello. Appena scoccarono le quattro e mezza, Zoro si diresse in bagno, sempre più nervoso per poi incominciare a prendere vestiti dall'armadio che poi buttava sul letto, non trovando la giusta combinazione.


Rufy, intanto, quella mattina, aveva invitato Nami ad uscire e alle tre, la stava aspettando in casa sua, mentre la rossa si trovava in camera a cambiarsi. Nel frattempo arrivò la madre che gli offrì un the nell'attesa. Rufy lo accetto più che volentieri sorridendo alla donna.

"Allora Rufy, come va a scuola?!" chiese Bellmer agitando il cucchiaino.

"Normalmente, come al solito!" rispose vago il ragazzo "Ascolta Bellmer, posso chiederti una cosa?!"

"Certo!" esclamò felice la donna. Forse, pensava lei, il ragazzo aveva bisogno di una madre e di una visuale più femminile. Dopotutto era cresciuto con il nonno sua madre era sparita e il padre viaggiava in continuazione, senza mai dare notizie di se. Bellmer stette ad ascoltare attentamente Rufy e ad ogni parola detta con evidente imbarazzo da parte del giovane, le faceva spalancare gli occhi sempre di più "Rufy sei sicuro di quello che fai?!" chiese lei alla fine un po' intontita da tutte quelle parole.

"Beh, io credo di si!" esclamò felice. Nami finalmente uscì dalla camera vestita di tutto punto con i guanti e la borsetta in mano. "Sei pronta, possiamo andare?!" chiese dalla seduta del divano. La ragazza annuì e si avviò al cappotto.

"Rufy!" lo chiamò la donna. Il ragazzo si girò verso di lei con fare stupito. "Mi raccomando!" lo informò. Rufy le sorrise, come solo un bambino poteva fare, per poi seguire Nami oltre la porta d'ingresso.

"Che ti ha detto mia madre!?" domandò Nami curiosa mentre si avviava all'ascensore.

"Nulla, solo di non fare follie!"

"E l'ha chiesto a te?!" proclamò Nami scettica. "Ovvia, non sono affari miei! Dove mi porti?"

"All'acquario!" rispose. Rufy adorava quel posto, era sempre pieno di pesci.

"Va bene, ma lo sai che non puoi mangiarli, vero!" Rufy ci rimase di sasso, mentre Nami camminava in direzione della metro.





Zoro arrivò in perfetto orario al Baratie, il ristorante del nonno di Sanji, dove quest'ultimo aiutava il sabato e la domenica. Aprì la porta deciso, ma con le mani che tremavano, cercando di trovare la testa gialla di Sanji. Appena Zef lo vide lo chiamò al bancone. Non era raro per Zef vedere Zoro al suo ristorante, lo conosceva da quando era bambino e dall'incontro alla fontana. Non li dispiaceva come ragazzo, ma il fatto che fosse uno Yakuza non lo mandava giù.

"Roronoa, se cerchi Sanji e nella zona pasticceria! Sta creando una torta per una festa di matrimonio!" spiegò il cuoco

"Cosa...matrimonio, no...non voglio arrivare a quel punto. Voglio solo...." si fermò il verde constatando le sue parole assurde.

"Come scusa?!" chiese Zef assottigliando gli occhi.

"Ozi-san, non vorrai distruggere il ristorante!?" chiese Sanji ironico levandosi il lungo grembiule nero dai fianchi. "Ho finito, possiamo andare!" accendendosi una sigaretta

"Quante volte ti ho detto di chiamarmi Grand-père e non Ozi-san! E spegni quell'affare, ti giocherai i polmoni così" gli urlò dietro il nonno.

"Ma non gli dai mai retta!?" chiese Zoro chiudendo la porta per evitare di essere colpito dai mestoli e utensili vari lanciati dal nonno di Sanji.

"Perché dovrei è mio nonno!" alzò le spalle il biondo. "Allora, che c'è!?" arrivò al sodo Sanji. Zoro lo fisso negli occhi, seguendolo  mentre si sedeva su una delle sedie del ristorante. In quel momento arrivò uno degli aiutanti del nonno un certo Paty

"Vuole ordinare?!" chiese gentilmente. Sanji lo guardò male accavallando le gambe

"Di un po' ti sei rincitrullito o non ci vedi!? Secondo te ordino da mangiare nel ristorante di mio nonno, quando posso averlo gratis a casa!" fece presente. A quel punto il cameriere prese la sedia e con garbo la levò da sotto il sedere di Sanji "Ehi, dico, ma sei fuso?" protestò il biondo

"Se non si consuma, non si ha diritto al tavolo!" spiegò Paty.Il biondo stava per dargliele di santa ragione, ma non aveva voglia di litigare. Allorché si alzò da terra e incitando Zoro rientrarono nel ristorante. Zef li guardò stupito, ripercorrere la strada di prima fino alle scale che avrebbero condotto al piano superiore, che era l'appartamento di Zef e Sanji.

"Dove stiamo andando!?" chiese Zoro seguendo Sanji come un cagnolino.

"In camera mia, almeno avremo un po' di privacy!" esclamò Sanji con le mani in tasca e la sigaretta stretta tra le due arcate. "E poi fa più calado!" precisò aprendo la porta "prego, entra!" fece i convenevoli. Zoro non seppe che fare all'inizio. Era la prima volta che andava fino in camera di Sanji, di solito si fermava al ristorante. Però, dopo l'esitazione, entrò titubante.
La camera era in ordine e accogliente, calda al punto giusto. "Siediti pure sul letto!"

"NO!" esclamò Zoro mettendo le mani avanti. Sanji spalancò gli occhi mentre spostava la sedia dalla scrivania. "Cioè...volevo dire..!Sto meglio in piedi" proclamò infine.

"Co..come vuoi!" disse Sanji alquanto sorpreso. Il biondo si mise comodo sulla sedia, mentre Zoro camminò al suo fianco. "Allora, cosa volevi dirmi?" chiese

"Beh...ecco è..è una cosa compl....Cos'è quella?!" chiese accortosi di uno scatolone dietro la schiena di Sanji, accanto alla scrivania. Il biondo si girò con la testa trovando l'oggetto dell'interesse di Zoro. Uno scatolone bello grosso addossato al muro.

"Ah è la scatola di un vecchio gioco! Mio nonno me lo regalò a 3 anni, ma adesso è vecchio e rotto!" spiegò "Ho intenzione di buttarlo!Dopotutto mi ricorda solo cose tristi"

"No, non intendevo quello! Cos'è questo?" richiese indicando il disegno sullo scatolone con un dito, dopo essersi avvicinato.

"Quello è il disegno di ciò che c'è dentro, il giocatolo!" rispose il biondo "Ma tu non dovevi parlarmi urgentemente!" protestò

"Si, no...scusa! Solo....solo credevo che certe cose si regalassero solo alle bambine" si scusò. Sanji lo fissò ironico e Zoro capì il concetto.

"Fin da bambino mi piaceva cucinare e mio nonno mi regalò quella cucina giocattolo! Purtroppo dopo neanche 6 mesi ruppi un pezzo e, dopodiché, non l'ho più usata" spiegò alloggiandosi con i gomiti sullo schienale della sedia "Mio padre promise di ricomprarlo, ma non successe!" sospirò

"Il mestolo....!" sussurrò Zoro dentro di se. Sanji lo guardò spalancando gli occhi.

"Si...il mestolo! Come lo sai!?" chiese il biondo. Zoro sgranò gli occhi a sua volta portando la mano alla tasca dei pantaloni dove nascondeva il taquino del padre. "Hai tirando ad indovinare!?" propose Sanji.



"Come scusa!?" chiese Nami fissando Rufy in maniera scettica. Nami e Rufy erano usciti per andare a vedere l'acquario e li avevano incontrato Kaia e Usop, dopodiché erano arrivati anche i bambini dell'asilo di Barba Bianca, insieme allo stesso e a Marco, seguito da Ace, Law e Eustass. Però, in quel momento, erano da soli e Nami non si sarebbe mai aspettata nulla di così assurdo, neanche parlando di Rufy. "Puoi ripetere, devo aver sentito male!" rise nervosa, dopo aver afferrato quella domanda.

"Ho chiesto a tua madre e lei mi ha dato il permesso, ovviamente dopo avermi chiesto se ne ero sicuro!" spiegò, serio, per la prima volta.

"Quindi era di questo che parlavate, prima!?" domandò

"Si!"

"Ma...ma è assurdo! Insomma siamo ancora minorenni, non abbiamo neanche il diploma e tu...tu. No è troppo assurdo anche per te" protestò alzandosi dalla panchina.

"Io ne sono convinto....aspetterò se necessario, ma vorrei una risposta!" incalzò Rufy. Nami, che intanto si stava tirando i capelli dal nervoso, di fermò di colpo e fissò il ragazzo davanti a se come se non fosse reale.

"I..io!NO!" esclamò rossa e scappando via. Intanto stavano ritornando Usop 

"Che è successo?!" domandò Usop con un gelato in mano. "Rufy" chiamò il nasuto non ricevendo risposta.

"Le ho solo chiesto la sua mano!" sorrise Rufy a suo solito...

"COSA!?" urlò Ace appena arrivato con gli altri dietro.

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E anche questo capitolo è andato, l'orario è improponibile (5:02 del mattino), ma io adoro le tradizioni. Sono nove anni che non dormo mai per l'ultimo dell'anno e quest'anno non fa eccezione. BUON 2013 a tutti.
   
 
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