II.
Tutti vorrebbero una soluzione magica per i propri
problemi ma chiunque si rifiuta di credere nella magia.
Once Upon A
Time.
Fix you -
Savannah Outen
Ancora
non aveva capito bene se lui ne fosse felice oppure no.
Ricordava
cosa aveva detto quella volta, quando aprendo gli occhi alla luce calda del
mattino, aveva incrociato il suo sguardo e aveva confessato in tutta franchezza
che gli sarebbe piaciuto mettere su famiglia con lei. E adesso? Adesso che lei
aspettava un bambino non ne era felice?
L’aveva
semplicemente presa in braccio, così come solo lui sapeva fare, portandole un
braccio sotto le ginocchia e l’altro a sostenere le spalle. Lo sguardo di
ghiaccio fisso in un punto davanti a lui.
Elena
si era rannicchiata sul suo petto, che a dirla tutta, era molto meglio del
rifugio in cui era stata fino a quel momento. Poteva sentire il suo profumo e
sfiorare i suoi pettorali, nascosti da un sottile strato di tessuto nero.
Se
lo doveva ancora spiegare in realtà.
Chissà
perché Damon continuava a indossare capi neri?
Gli
stavano bene, questo era certo, ma era si era sempre chiesta come mai il nero
dominasse nel suo armadio.
Elena
ci stava ancora pensando su quando Damon l’aveva messa a sedere sul sedile
della sua auto. Le aveva allacciato la cintura di sicurezza, come se sarebbe
potuto essere utile, e una volta seduto al posto del guidatore era partito alla
massima velocità.
Destinazione
sconosciuta. Almeno per Elena.
Damon
sapeva dove stava andando e presto anche la sua compagna poté capire dove erano
diretti. La strada era così famigliare.
Bonnie.
Era
sempre la risposta a tutto e Damon sperava che anche questa volta potesse
averne una.
Come
al solito lui non si era fatto molti scrupoli. Aveva cominciato a suonare il campanello
fino a che la strega non era andata ad aprire.
Li
aveva invitati in casa.
Li
aveva fatti accomodare, anche se Damon preferiva stare in piedi e percorrere il
soggiorno avanti e indietro. Sicuramente era in astinenza da alcool.
-E’
possibile che una vampira rimanga incinta?- Se ne uscì mezzo sorridente. Forse
cominciava a crederci anche lui o forse l’idea gli sembrava talmente ridicola
da dover trattenere le risate. Ma Elena adorava il suo sorriso.
-Che
hai combinato Damon? Non ti bastava asservire le ragazze? Adesso le metti anche
incinta?- Rispose ironica Bonnie, che notando gli sguardi seri dei due si
limitò poi a scuotere il capo.
-Allora
perché io sto aspettando un bambino da Damon?- Chiese Elena serenamente
portandosi una mano al ventre.
Bonnie
era immobile. Fissava Elena con lo sguardo sbarrato, vuoto. Non poteva credere
a quello che aveva appena sentito.
-E’
tutto vero.- Confermò Damon guardando la strega per poi passare lo sguardo
sulla ragazza seduta sul divano. La ragazza che amava e che ancora una volta
aveva messo nei casini.
-Chiamo
Shane. Vedo se sa qualcosa.- Disse con una voce che non sembrava per niente la
sua mentre di muoveva verso le scale e raggiungeva il piano superiore.
-Pensavo
che non ti piacesse Shane.- Punzecchiò Elena guardando con sguardo divertito
Damon.
Lui
si limitò a sedergli a fianco.
-Non
mi piace. Ma è l’unico che può capirci qualcosa.- Dichiarò Damon prendendo le
mani di lei fra le proprie.
-Lo
so che continuo a fare casini. Prima cerco di ucciderti. Poi mi innamoro di te,
mi faccio mordere da un lupo mannaro e per poco non rimango ucciso. Ho
trasformato tua madre. Ho cercato di trasformare te, nonostante sapessi che era
l’unica cosa che non volevi. Che avresti preferito morire. Ma io l’ho fatto lo
stesso. Perché mi saresti mancata, perché non avrei potuto sopravvivere senza
di te. E’ puro egoismo.
C’è
stata la storia dell’asservimento e pur sapendo che facevi qualunque cosa io
volessi, ho continuato a stare con te.
Stefan
aveva ragione.
Saresti
dovuta rimanere con lui. E’ lui quello buono.- Aveva abbassato lo sguardo.
Erano tanti anni che Elena lo conosceva eppure non lo aveva mai visto
vergognarsi di ciò che era, non con lei.
Allungò
una mano verso il suo viso e con una carezza gli fece alzare gli occhi fino a
che non incontrarono nuovamente i suoi.
-Non
mi hai uccisa.
Tu
mi hai sempre salvata.
E
l’asservimento, lo sai, Bonnie l’ha tolto, non c’è più nessun asservimento.
Io
ti amo e probabilmente non sarai un padre modello, ma sarai perfetto.- Elena
gli sorrise e non poté più smettere quando anche lui lo ricambiò incurvando le
labbra.
-Dovrò
smettere di bere il mio Bourbon?- Chiese fingendosi allarmato.
-Oh
no. Non saresti più lo stesso Damon senza sapore di Rum sulle labbra.- Sussurrò
Elena sporgendosi per baciarlo.
-E’
l’asservimento.- Pronunciò Bonnie dalle scale spezzando quello che era stato
fino a quel momento un fantastico incantesimo.
-Cosa?
Tu l’hai tolto ricordi?- Elena si era fiondata in piedi e ora urlava contro
l’amica.
-Io
ho fatto un incantesimo per farti agire e pensare di testa tua. Non ho fatto
nulla per impedire al tuo corpo di rispondere in modo positivo agli stimoli che
Damon ti manda.- Cercò di spiegarsi Bonnie.
-Cosa
significa?- Ora anche Damon era in piedi al fianco della vampira dai capelli
cioccolato.
-Che
probabilmente hai detto qualcosa tipo: “Potremmo avere un bambino.” E il corpo
di Elena ti ha obbedito. Quando tu le dici di fare qualcosa, come andare in un
posto, lei può decidere. Ma se tu le dici qualcosa che normalmente non è una
decisione presa con la testa, come l’essere incinta, l’asservimento funziona
ancora.-
Damon
portò lo sguardo sulla vampira. Ricordava perfettamente quella mattina in cui
aveva desiderato avere una vera famiglia con lei.
Quindi
era stato lui a metterla in quella situazione, come sempre, continuava a fare
disastri.
-Tutto
qui? Non c’è nessun problema.
Insomma
era quello che entrambi volevamo.- Esordì Elena con un sorriso sulle labbra.
Non gli importava come il suo corpo di immortale aveva creato quel piccolo, la
cosa più bella era che l’avesse fatto.
-Il
problema c’è Elena. Il tuo bambino sarà sotto totale asservimento di Damon.
Sempre.- Bonnie era seria.
Elena
era sicura di non averla mai vista così, forse solo quando recitava i suoi
incantesimi più difficili.
-Non
puoi usare l’incantesimo che hai usato su Elena?- Chiese Damon quasi leggendo
nella mente della vampira.
-Sono
due asserimenti diversi. Quello di Elena era parziale, condizionato dall’amore
che lei provava da umana per te. Quello del bambino è totale. E’ come se lui
fosse nato dall’asservimento.-
Elena
aveva odiato quell’ultima frase. Il loro bambino era nato dall’asservimento?
Come
osava dirlo?
Lui
era nato dal loro amore.
Da
quello che provavano lei e Damon, l’una per l’altro.
-C’è
un modo per riuscire a togliere l’asservimento?- Chiese Damon, lo sguardo che
pregava ci fosse una soluzione che non implicasse il dover uccidere il bambino
o peggio, Elena.
-Una
soluzione c’è.- Disse Bonnie facendo calare ancora più silenzio in quella casa.
Non
c’erano respiri, non c’erano rumori. Era come se il tempo si fosse fermato lì.
Aspettavano
una risposta.
-Dovete
trovare la cura. La daremo al bambino, che non essendo più un vampiro non sarà
più asservito.- Bonnie rimase impassibile.
-E
dov’è?- Chiese Elena con gli occhi che brillavano di speranza.
-Nessuno
lo sa.- Sospirò Damon buttandosi sul divano.
Era
tutto perduto.
Non
era quello che voleva. Lui voleva una famiglia, non un robottino come figlio.
-Io
penso di avere un’idea.- E per la prima volta in quella conversazione sulle
labbra di Bonnie spuntò un sorriso.
Buongiorno
e Buon 2013! :)
Ecco
qui il capitolo nuovo.
Volevo
innanzitutto ringraziare tutti coloro che hanno letto e recensito il capitolo
precedente chiedendomi di continuare questa fanfiction.
Grazie *-*
Mi
scuso se è noioso, ma dovevo spiegare la situazione.
In
poche parole Elena non è più sotto asservimento grazie ad un incantesimo di
Bonnie. Adesso il vero problema è la cura…
Spero
che recensirete in tanti :D
Alla
prossima e di nuovo Buon Anno.
HollyMaster