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Autore: louisismyhusband    01/01/2013    9 recensioni
« Ma cosa vuoi da me? Ricordalo, io non ti sbaverò mai dietro come fanno le altre! » la voce di Allie era seria, possibile che quel ragazzo non capisse?
« Io non capisco che ti ho fatto! » urlò il riccio, chiudendosi nelle spalle.
« Sei entrato nella mia vita! » ringhiò la bionda « E nessuno te lo ha mai chiesto! »
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Fan Fiction ispirata al film 'Starstruck, colpita da una stella', quindi se avete visto il film penso vi annoierà leggere, ma passate, non è un problema! :)
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I'm seeing you in a whole new light. 

Londra era molto affollata quel giorno, riuscivo a percepire la tensione delle persone pur vedendole semplicemente camminare.
C’era chi, come me, sarebbe rimasto chiuso in casa, probabilmente con la sua migliore amica a mangiare gelato e guardare la televisione fino a farsi venire mal di testa; c’era chi non avrebbe dato la minima importanza all’evento che quel giorno aspettavano tutti e poi c’era chi, come mia sorella Zoe e quella svitata della sua migliore amica Holly, sarebbe impazzita, urlando e sbraitando a più non posso per tutta la casa.
“L’evento più importante dell’anno” , lo chiamavano. Ma a chi sarebbe importato?
Londra era piena zeppa di ragazzine urlanti di tutte le età che non facevano che urlare,urlare e ancora urlare per l’avvenimento che stava per verificarsi quel giorno.
Mi buttai sul letto mettendo la testa sotto il cuscino per non sentire i pianti isterici di mia sorella che sbraitava nella stanza di fianco alla mia.
Le mie povere mensole piene di libri di tutti i tipi tremavano, il mio letto attaccato al muro vibrava, come se stesse per arrivare un terremoto che avrebbe distrutto tutta la casa. Mia sorella, in preda al panico, strillava, urlando chissà quali parole incomprensibili che mi facevano salire la nervatura ancora di più. Ringraziavo solo il Signore con la faccia per terra che l’indomani sarei partita sola, e ripeto SOLA, per andare dai miei nonni in California per tre settimane.
Mi sarei tenuta lontana da mia sorella, da quei cinque che oramai non sopportavo neanche più di sentirli nominare, dalla loro musica commerciale, da tutto quello che odiavo. E ci saremmo state solo io e mia nonna, con le nostre pacifiche partitine a carte, le nostre passeggiate per prendere un bel gelato al cioccolato al latte e poi io e mio nonno con i nostri tornei di Poker e le nostre chiacchierate notturne su quanto fosse bello il football americano.
Certo, non avrei visto Danielle per un’intera settimana, e questo mi dispiaceva, ma la necessità di lasciare per un po’ quel posto, di staccare da mia sorella, da mia madre e da mio padre c’era, ne sentivo troppo il bisogno e finalmente quel mio piccolo desiderio si stava avverando.
A interrompermi dai miei pensieri la voce stridula di mia sorella e sopra di questa quella di mia madre, che le diceva di trattenersi, di stare calma.
Accesi la TV nel soggiorno, finalmente potevo vedere un film, quello di Miley Cyrus che si chiamava, per quello che ricordassi, LOL, e entusiasta preparai dei pop corn nell’attesa che il film iniziasse.
- Interrompiamo i programmi per un breve annuncio che riguarda il gruppo di fan della band più famosa del momento… - un urlo, uno straziante urlo e poi dei passi affrettati, sapevo già che la visione del film mi sarebbe stata negata in quel momento. Chissà che mi aspettavo. Vedere un film in santa pace il giorno che quei cinque buffoni sarebbero venuti nella mia città era impossibile, mia sorella mi avrebbe impedito anche di mangiare cose che non erano carote o pollo fritto. Era ossessionata mentalmente, le proponevo spesso una visita dallo psicologo. Lei piangeva per loro, lei urlava per loro, lei spendeva tutti i soldi che le regalavano a Natale, Pasqua, Capodanno per loro, lei scriveva inutili storie su di loro mentre LORO, quei cinque idioti, non sapevano nemmeno lei chi fosse. E questo mi dava rabbia, avrei preferito mille volte che si prendesse una sbandata per un buffone della scuola, almeno avrebbe avuto una speranza su un milione che questo, in cinque anni di superiori, l’avrebbe notata, ma loro erano cinque, lei era una assieme a altri milioni di fan incaponite con questa band del momento, ed io ero sicura che da lì a distanza di qualche anno nessuno si sarebbe più ricordato che faccia avessero.
- … gli One Direction vogliono informare le loro fan con grande dispiacere che in questa giornata, attesa oramai da mesi dalle fan londinesi, non potranno esibirsi nell’arena “The O2” per un problema tecnico che purtroppo i loro agenti non hanno spiegato ai nostri collaboratori…-
La mia bocca era aperta, sul serio tutte le mie preghiere da quattro mesi a questa parte erano state finalmente esaudite?
Le urla e gli strepiti di mia sorella aumentarono, il suo corpo sul divano a pancia in già, mentre lei urlava frasi come ‘non è possibile’, ‘non a me, vi prego’, ‘il mondo mi odia’.
- Io credo che il mondo ami me… - dissi ridendo mentre mangiavo dei pop corn, quella scena era meglio di qualsiasi film.
Per tutta risposta lei mi lanciò un cuscino addosso, facendomi cadere dei pop corn a terra; mamma mi fulminava con lo sguardo, pregandomi di lasciarla in pace almeno in quel momento.
Povera la mia sorellina, aveva aspettato di vederli dalla centottesima fila per quattro mesi, immaginandosi che chissà quale magia sarebbe accaduta quando magicamente i suoi occhi si sarebbero scontrati con uno di loro cinque, facendolo innamorare di lei.
Io avevo sempre pensato che si drogasse, ma in quel momento realizzai che la droga che usava era veramente pesante. Come poteva pensare tutto questo?
Mangiavo pop corn, poi mi voltai a guardare la signorina che, dopo varie immagini che scorrevano sullo schermo di ragazzine urlanti che piangevano una volta ricevuta la notizia, aveva ripreso a parlare – “Ci scusiamo per il disagio che abbiamo recato alle nostre fans.” Liam Payne pareva molto dispiaciuto quando, in un’intervista di poche ore fa, il nostro inviato Thomas Wilkins gli ha domandato cosa volesse dire alle fans per scusarsi, “ci faremo perdonare, promesso” continuava Niall Horan, “non vi deluderemo un’altra volta ragazze!” concludeva Louis Tomlinson, il più anziano della band, prima di entrare nella limousine e scomparire alla nostra vista.-
Ero disgustata da quello che la giornalista aveva detto, mentre mia sorella asciugava le lacrime. Possibile che credesse davvero a quattro fandonie che quei tre avevano detto per non farsi odiare? Sicuramente io se li avessi visti gli avrei buttato addosso tante di quelle imprecazioni che voi non potete manco immaginare.
- Certo che ti perdono! – mia sorella accarezzava la televisione, ridendo come una cretina davanti all’immagine di Zayn Malik sorridente che la tv aveva mandato.
- Ma non lo capisci che è tutta una trovata per farvi cadere nel sacco?! Certo, loro sono uomini di mondo, sono occupati e tutto quello che vuoi, ma dirvi che non vi deluderanno mai più, dirvi che si faranno perdonare, lo capisci che non è vero?! – le urlai contro alzandomi dal divano. Avevo sopportato fin troppo il suo comportamento adulatore verso quei cinque, io non mi dovevo immischiare, era la sua vita e poteva adorare chiunque volesse, ma in qualche modo avrei dovuto farle aprire gli occhi.
- Allison smettila! – mia madre mi riprese, tirando in piedi Zoe che molto probabilmente non aveva ascoltato una e sola singola parola di quello che le avevo detto, troppo occupata ad accarezzare la televisione.
- No, mamma smettila tu! – l’avevo fatta grossa, ma continuai, dovevo tornare sulla retta via. – Zoe è pazza, lei non capisce che finirà per rovinarsi così, io sto solo cercando di farle aprire gli occhi, lo faccio solo per il suo bene! – mi ero ripresa in modo eccellente, pensavo che niente e nessuno mi avrebbe risparmiato una ramanzina da parte di mia madre, ma grazie alle mie abilità, se così si potevano definire, manipolatrici ero riuscita a sviare e a farle capire quello che in realtà non era vero, ma quel che voleva sentirsi dire.
- Lo so, Allie, che lo fai per il suo bene… - mi aveva chiamato Allie, non era arrabbiata – ma se i suoi idoli sono così tu non puoi farci niente, lasciala vivere la sua vita, capirà lei cos’è sbagliato e cos’è giusto fare. – mi sorrise abbracciandomi.
- Va bene mamma. – l’avevo sviata del tutto.
Un respiro di sollievo non poté non fuoriuscire dalla mia bocca, avevo fatto la brava bambina per troppo tempo e solo per un motivo, la bella e pacifica California, che stava aspettando solo me.
Zoe non voleva riprendersi, aveva ripreso a piangere assieme alla sua migliore amica, appena arrivata in lacrime a casa nostra, quindi il problema si era raddoppiato. Ma non ci avrei perso altro tempo con il rischio di fare arrabbiare mia madre e di vedere la California sparire in unphuf per colpa loro.
Salì in camera mia, ordinata come sempre, e presi la mia valigia verde acqua da dentro l’armadio, era finalmente ora di fare le valigie.
Cosa ci avrei messo? Sicuramente non vestitini e tacchi, perché non avevo intenzione di andare a feste e festini vari, in compagnia di chi poi? Di mia nonna?
Scarpe da ginnastica bianche, le mie amate Blazer blu, tre jeans, felpe, magliette, un giacchetto più leggero e uno smanicato. Sì, era solo maggio e forse era esagerato portarsi una felpa ma non sapevi mai cosa potesse riservarti la California in quel periodo. La valigia era finalmente pronta, giusto in tempo per sentire il familiare urlo di mia madre che ci annunciava che la cena era pronta.
La tavola era apparecchiata bene, come sempre, piatti, posate e bicchieri perfettamente allineati tra di loro, mi chiedevo sempre come facesse mamma a preparare tutto così ordinatamente i pochissimi minuti.
Mi sedetti al mio posto, il profumino di pollo e patate di mamma mi era affabile e sorrisi quando mi mise il piatto davanti.
- Mamma… - mia sorella non riusciva a stare zitta neanche quando mangiava, per poco non si era strozzata con una patatina – i ragazzi daranno una festa all’Hollywood Place venerdì, secondo te se mi imbuco riesco a incontrarli? -
Non m’interessava più di tanto sapere che avrebbe fatto nelle prossime tre settimane ma quando pronunciò quelle due paroline il mio udito si risvegliò, scalciando e sbraitando in cerca di ribellarsi.
- No! No, no, no, no! – urlai alzandomi dalla sedia.
- Allison siediti. – mi disse mamma tranquilla, di nuovo Allison.
- Continua, Zoe. – sorrise a mia sorella che mi guardava soddisfatta.
- Dicevo, c’è probabilità che se mi imbuco riesco a incontrarli, insomma è una festa, loro balleranno sulla pista, magari riesco a strappare un ballo a Zayn! – i suoi occhi si illuminarono.
Mantenevo i denti della forchetta saldi sul tavolo mentre stringevo il manico a denti stretti, mi stavo arrabbiando sul serio.
- James, che ne dici? – mia madre guardò mio padre, in cerca del suo consenso.
- Catherine, per me si può fare, insomma tre settimane senza le due belve saranno il paradiso! – sorrise mangiando il suo pollo.
Mi alzai urlando. – No, non ci credo! – lasciai tutti a guardarmi mentre correvo in camera mia, mi gettai sul letto e in preda a una crisi di nervi buttai un peluche contro la porta e quella, manco per magia, si aprì, mostrandomi il volto di una Catherine indignata ma calma.
- Mamma non puoi farmi questo, per favore! – la supplicai.
- Allie su, sono tre settimane, tua sorella starà in giro tutto il giorno, non sconvolgerà i piani che ti sei fatta, hai visto come stava oggi, sto solo cercando di far avverare il suo sogno. -
E’ vero, mia madre era unica. Lei cercava in tutti i modi di soddisfare ogni nostro bisogno, che fosse materiale o astratto, ma ci provava sempre, anche se questo significava pagare duecento sterline in più per un biglietto per la California.
Rassegnata mi misi sotto le coperte, ancora vestita e mi addormentai.
Non sognai niente, tutti i miei sogni erano stati infranti, la mia vacanza sarebbe praticamente stata rovinata da mia sorella che non avrebbe fatto altro che parlare di quelli ancora, ancora e ancora.
Speravo solo che tutto si sarebbe rivelato solo un brutto incubo e che mi sarei svegliata nel mio letto pronta per partire, ma da sola. 

Saaaaalve a tutti, carissimi lettori.
Sono qui che mi cimento in una cosa nuova, perchè mi sono stancata di scrivere sempre le stesse storie, che girano sempre attorno al college dove magicamentre la ragazza fortunata incontra i ragazzi.
Perciò mi è balzata in testa questa idea e l'ho sviluppata.
Premetto che se non ricevo recensioni non la continuo anche se ho proprio il disegno della storia in mente e mi farebbe piacere continuarla. Questo è uno sprono per invitarvi a recensire. Vi prego recensioni con più di dieci parole, magari le elaborate dicendomi che pensate del capitolo e se avete qualche consiglio o magari qualche critica non esitate a scriverlo.
Aspetto con ansia i vostri commenti. 
Vi mando un forte bacio e al prossimo, si spera, capitolo!
Annachiara. 

  
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