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Autore: LadyBlake    19/07/2007    10 recensioni
Primo di settembre. King’s Cross. Una ragazza che spinge un carrello stracolmo di stranezze si fa largo, a fatica, tra la moltitudine di pendolari che affollano le banchine della stazione. Guardiamo l’orologio, sono quasi le undici. È in ritardo. Ovviamente. Attenta a non attirare l’attenzione su di sè, eccola avviarsi tra il binario 9 e il 10, scomparendo alla vista di tutti. Il suo nome è Isabella. Ma nessuno la chiama così. È la signorina Bothwell per i professori. È Stellina per la mamma e Bells per suo fratello maggiore. Il resto del mondo la conosce da sempre come Bella. Oh, sì…sì, certo. Dimenticavo. C’è poi un ragazzo che l’ha ribattezzata ‘Torta alla Vaniglia’. Già. Proprio così. È accaduto precisamente oggi. Oggi, un anno fa.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Gente, eccomi qua!! Vi annuncio che siamo all’inizio della fine, purtroppo ^__-.

Questo non è un periodo serenissimo per me, quindi non stupitevi e non abbattetevi se gli aggiornamenti hanno scadenze da far pietà…mi raccomando!

Rubo un angoletto per ringraziare tutti coloro che leggono questa storia e soprattutto gli storici commentatori, oltre che i nuovi: crici_82,  Karen_Love, talpy, Jessire, JiuJiu91, magnifica Malfoy, INFINITY, the fly, _ayly_, Liserc, carmilla1324, Snow :-) :-), biba, Lys, schumi95, nicodora, drakina, chichetta e tutti gli altri!!!! Grazie mille!

Buona lettura! p.s: navigando in rete ho scoperto che esiste una band punk-rock di quattordicenni (credo americani, ma non ne ho la certezza) che si chiama 'Sweetnightmare'...guarda tu i casi della vita!!^__^

Tess

 

Capitolo 27

Sonnambuli

 

Il vociare che li attorniava sembrava proprio non voler cessare.

A niente erano valse le gomitate ben assestate, né le pedate, né gli sguardi assassini.

Inutile anche il look più dark e oscuro del solito. Quasi impossibile da immaginare di per se stesso.

Già era stato costretto dalle circostanze a una compagnia che avrebbe volentieri evitato, ma in questo senso ‘il salvabile’ poteva ancora essere ‘salvato’. Infatti, una volta dentro allo stadio, ‘ognuno per fatti suoi e chi s’è visto, s’è visto’. Così era stato deciso all’unanimità.

La folla che li attorniava da vicino, invece di diradarsi, si espandeva a vista d’occhio. La coda dietro di loro sembrava aver ormai raggiunto inquietanti dimensioni chilometriche.

Toccare la bacchetta ben riposta nelle pieghe del mantello era una tentazione fortissima; estrarla e fare una strage, altrettanto.

A niente erano valse le raccomandazioni di B.B.

A lui non importava che ‘sarai obbligato a lasciarla nel guardaroba perché non si può assistere con la bacchetta e sei un maledetto cocciuto ma ti immagini il macello se tutti decidessero di mirare sui ragazzi e gridare ‘Accio’ contemporaneamente diventerebbero spezzatino vuoi rendertene conto?’.

L’avessero pure costretto a lasciarla nel guardaroba: non si sarebbe mosso da Hogwarts senza la sua bacchetta!

 

 

*Flashback*

 

-E se ci fosse un agguato lungo la strada?

-Non ci sarà nessun agguato, te lo assicuro.

-E tu come fai a saperlo?

-Lo so e basta.

-Mmm.

-Dobbiamo solo arrivare allo stadio. Non credo che da qui alla passaporta nel cortile attenteranno alla tua vita.

-Parli così perché sei una Grifondoro qualsiasi.

-E cioè?

-Bè, lo sanno tutti. Se qualcuno vuole fare fuori un Grifondoro, mica viene a cercare te. È matematicamente certo che sarà Potter la vittima predestinata.

-Ma davvero?

-Certo. Anche se per una volta potrebbero fare un’eccezione e far fuori la donnola.

-Non chiamarlo così. E se volessero far fuori un Serpeverde?

-Secondo te? Sceglierebbero il simbolo della Casa. L’esempio della perfezione. Nessun altro.

-Quindi?

-Me! Ovvio!

-E mi spieghi perché qualcuno dovrebbe far fuori un Serpeverde proprio oggi?

-La prudenza non è mai troppa, donna.

-Non osare rivolgerti a me in quel modo e non chiamarmi ‘donna’.

-Altrimenti?

-Altrimenti sarò io a farti fuori.

-Ecco, appunto. Che ti dicevo? Non si sa mai, nella vita.

 

*Fine flashback*

 

 

Ora Draco aveva la spiacevole sensazione di trovarsi nel bel mezzo di uno sciame di Folletti della Cornovaglia impazziti.

I gridolini e le risatine erano il meno. C’erano parecchie altre cose che lo sconcertavano.

Innanzitutto l’abbigliamento della gente.

Deprecabile oltre ogni limite.

E sì che B.B. l’aveva avvertito: di eleganza neanche l’ombra.

 

 

*Flashback*

 

-Draco, ehm…ma sei proprio sicuro di voler venire vestito così?

-Perché? Cosa c’è che non va? Sono un gruppo dark, no?

-Sì, bè, certo, niente da dire sul colore nero, davvero…

-E allora?

-Draco, giacca e dolcevita? Morirai di caldo.

-E quindi? Cosa consiglieresti?

-Bè, magari una maglietta o una semplice canot-

-Cosa?! Vuoi scherzare?

-In che senso?

-Innanzitutto l’aggettivo ‘semplice’ e il cognome ‘Malfoy’ vivono agli antipodi. E poi siamo a febbraio, non vorrai che mi prenda un malanno?

-Ossanto-

-Non roteare gli occhi a quella maniera, sai? E poi non mi vestirò mai come uno dei tuoi scialbi amichetti Grifondoro.

-Fai come vuoi, allora. Libero di morire bollito.

 

*Fine flashback*

 

 

Le ragazze avevano di certo dimenticato che a febbraio fa freddo. Infatti lì fuori, in coda, l’aria era leggermente gelida e pungente.

Ma loro no, non si scomponevano. Alcune erano quasi nude. E quel ‘quasi’ non le salvava dalla volgarità. Anzi, se possibile, le condannava ancora di più. E il bello era che non avevano un bel  niente da mettere in mostra. Alcune poi, erano truccate da far paura. E quelle vestite ancora peggio. Roba da voltarsi dall’altra parte e non vomitare guardando il cappello di lana variopinto della Granger. Il che era tutto dire.

E poi, davvero, alcuni accostamenti di colore quasi salvavano i maglioni dei Weasley. Quasi. Non esageriamo.

All’aprirsi di un piccolo varco in mezzo alla folla, il suo sguardo venne calamitato da un gruppo ben compatto di gente: tutte vestite nella stessa maniera, tutte con gli stessi simboli disegnati sul viso.

-E quelli chi sono? – chiese a Bella, indicandoglieli.

-Quelli chi?

-Quelli lì davanti, vestiti di blu.

-Oh! Quelli sono i Sonnambuli.

-I che??

-Oh Draco, ma non sai proprio nulla! – s’intromise Pansy, il cui obiettivo era portarsi avanti a gomitate, verso l’inizio della fila.

-I Sonnambuli sono i fans più accaniti della band! Quelli che li seguono dall’inizio e che semplicemente li adorano. I ragazzi hanno sempre un occhio di riguardo per loro. Mica si vanno a mescolare con il resto della babbanaglia.

-Dei malati di mente, insomma.

-Piantala Blaise! – il ruggito di Pansy zittì anche le ragazze appena davanti a loro, che si voltarono a fissarli, malamente, come se fino a qual momento non avessero fatto altro che ciarlare come delle oche.

-Bè? Bisogno? – le aggredì sempre Pansy, spaventandole. Quelle arrossirono e, velocemente, tornarono a badare ai fatti propri.

Ronald Weasley si trovò stranamente a simpatizzare per Zabini, così volle dargli man forte, estraendo dal cilindro un’altra domanda inutile.

-E perché blu?

-Perché i colori della band sono il blu e l’argento, ecco perché.

-E cosa si sono disegnati sulle guance?- s’intromise Neville, quasi squittendo, allo sguardo di Malfoy che lo trapassava.

-Il simbolo dei Sweet Nightmares – spiegò Bella, mostrando il ciondolo che aveva al collo. Una luna  d’argento con incastonate delle pietruzze blu che andavano a formare due rune: una a forma di saetta e l’altra a forma di croce storta. La S e la N celtiche: le iniziali, appunto di Sweet Nightmares.

-Le pietre sono?

-Topazi.

-Wow, è bellissimo! Niente a che vedere con quelli tarocchi che si vedono in giro… – esclamò Hermione, rigirandolo tra le mani.

-Dietro c’è incisa una dedica di suo fratello – spiegò Ginny, che faceva la saputella, dato che l’aveva già visto un sacco di volte.

Pansy era come ipnotizzata.

-Ma…è…è originale!!- esclamò, come se realizzasse solo in quel momento che la Grifondoro era DAVVERO la sorella del suo cantante preferito. Solo i membri della band avevano quel ciondolo. La luna era di un argento liquido particolare: cambiava forma a seconda delle vere fasi della luna. Con la luna nuova il ciondolo diventava invisibile.

Essendosi accorta che le ragazzine davanti si erano voltate a spiare Bella con interesse, Pansy fece loro capire, senza mezzi termini, che stavano esagerando.

Nessun altro era ammesso nella cerchia degli amici temporanei della sorella di Will Bothwell.

Bella notò solo in quel momento che la Serpeverde si era tinta di blu alcune ciocche dei capelli e che sottobraccio teneva un pacco regalo estremamente argento e blu.

Esattamente come Hermione, che in quel momento si era lanciata a spiegare il significato delle rune alle altre ragazze, che l’ascoltavano a bocca aperta. Serpeverde o Grifondoro, la passione a volte è in grado di unire persone che difficilmente, in altri contesti, si rivolgerebbero anche solo la parola.

-Senti, ma perché proprio ‘sonnambuli’? Non c’era niente di meglio? - polemizzò ancora Blaise.

-Bè, non è che sia stata una cosa pianificata a tavolino– spiegò Bella.

-Già.

-Voi non potete capire.

-Allora, si dà il caso che una delle canzoni più famose degli Sweets sia Draught of Living Death.

-Che per chi è una capra in Pozioni può essere tradotto in ‘Distillato della Morte Vivente’, un potentissimo filtro soporifero.

-Grazie per le delucidazioni inutili, Malfoy. Chi credi che non lo sappia ormai?

-Secondo te, Granger? Io qualche nome lo avrei.

Ron tossì astutamente, scambiando uno cenno d’intesa con l’amico Harry.

-Comunque – riprese Bella, tirando una gomitata a Draco – è successo che qualche anno fa, mio fratello, in preda a un delirio di onnipotenza durante uno dei primi concerti, abbia dedicato questa canzone a  ‘tutti i nostri sonnambuli là fuori’ e da qui…

-…da lì tutti i mentecatti hanno deciso di formare una setta con quel nome ridicolo.

-Zabini, vuoi morire? – mormorò concitato Ron, con una punta di ammirazione nascosta - Dillo subito e ci togliamo il pensiero. No, perché nel caso tu non te ne sia accorto, siamo in mezzo a loro.

-Per una volta tanto, Blaise, sono a malincuore d’accordo con Weasley. Vuoi morire? Ci penso io, se vuoi. Basta che tu offenda ancora una volta i miei Sweets – puntualizzò minacciosamente Pansy.

Delle urla improvvise interruppero il siparietto.

Avevano aperto i cancelli.

Tutti insieme fecero un passo avanti.

Draco tornò a osservare schifato la folla che li circondava, quando alcune voci attirarono la sua attenzione.

Dei ragazzi, dietro di loro, stavano commentando ad alta voce ciò che lui stesso aveva pensato sulle orde di ragazzine infoiate. Non fece in tempo a sospirare di sollievo, però. Né a ghignare compiaciuto. Né ad unirsi alla discussione.

I ragazzi avevano infatti cambiato argomento.

Si erano lanciati in sermoni di apprezzamento su Will Bothwell ‘così carino in quell’ ultima foto apparsa sulla Gazzetta, quella in paginone centrale, con i pettorali in bella vista, i pantaloni in pelle di drago e il mantello. Quella dove ti fa l’occhiolino’.

Bella, che non aveva sentito i commenti,  notò invece l’espressione di Draco.

-Tutto bene?

Lui non rispose e scosse la testa, dicendosi che forse faceva ancora in tempo a tornare indietro.

Illuso.

Tanto lo sapeva che non avrebbe mai avuto il coraggio di farlo.

B.B. lo avrebbe ucciso sul serio.

Così, tutti insieme, fecero un altro passo avanti.

   
 
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