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Autore: Ari_92    01/01/2013    6 recensioni
Una piccola long Natalizia in occasione della Warblers week :)
Si tratta di una AU ambientata nella seconda stagione, dove però c’è già Sebastian. Le coppie principali sono Thadastian, Niff e Klaine. Grazie in anticipo a chi leggerà, e buon Natale *-*
Day#1: Il calore del camino [White Christmas]
Day#2: Cioccolata in tazza [Are you okay?]
Day#3: Pattinare sul ghiaccio [Revelations]
Day#4: Neve [Best. Fight. Ever.]
Day#5: Baci sotto al vischio [Love is in the air]
Day#6: Ricordi di Natale [Extraordinary Merry Christmas]
Day#7: Prepararsi alla notte di Natale [Raise your hand]
Day#8: Mezzanotte [Stars' light]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt, Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Stars’ light
Rating: Verde (come tutta la storia)
Ship: Tutte *-*
Prompt: Lunedì 24; Mezzanotte
Lunghezza: 2300 parole
Note: Alla fine :)
 
 
 
 
 

#8_Stars’ light

 
 
 
“Non posso credere che non stiano ancora insieme!”
Sbottò Jeff, mentre cercava fallimentarmente di allacciarsi la cravatta davanti allo specchio: la rabbia faceva sì che i suoi gesti fossero bruschi e indelicati, così da avere non poche difficoltà nel vestirsi; cosa che a sua volta non faceva che aumentare il suo nervosismo.
Nick – seduto sul letto ed impegnato nella titanica impresa di allacciarsi le scarpe – alzò gli occhi su di lui, sospirando.
 
“Jeff, è passata solo una settimana...”
Una settimana doveva essere più che sufficiente! Insomma, guardali! Si comportano come una coppietta sposata e poi negano di stare insieme.”
“Lo so- ”
“E tutti i messaggi anonimi che abbiamo spedito a Kurt? Le minacce a Blaine, i biscottini a forma di cuore e averli chiusi per un’ora nello sgabuzzino dell’ultimo piano? Niente! Non è servito a niente.”
Nick si alzò dal letto e si avvicinò al ragazzo di fronte allo specchio, senza poter evitare di sorridere.
 
“Beh, quella volta abbiamo rischiato di essere espulsi definitivamente.”
“Oh, sarebbe successo comunque in un modo o nell’altro, a prescindere dai Klaine.” Rifletté Jeff, mentre Nick gli appoggiava una mano sulla spalla e lo faceva girare con delicatezza, in modo da potersi occupare personalmente della sua maltrattata cravatta.
Jeff abbandonò quello che stava facendo e distolse lo sguardo, lasciando che Nick lo aiutasse – no, non era ancora del tutto abituato al nuovo tipo di rapporto che li legava e c’erano momenti in cui si sentiva ancora in imbarazzo, momenti come quello, ad esempio.
 
L’aspetto positivo stava nel fatto che non si trattava di un turbamento tale da metterlo a disagio: gli piaceva sentirsi in quel modo; arrivava davvero vicino al comprendere di cosa parlasse la gente con la metafora delle classiche farfalle nello stomaco.
Nick finì di sistemargli il nodo qualche istante più tardi, lisciandogli la cravatta rossa e blu sul petto.
 
“Ecco. Adesso sei perfetto.” Jeff gli sorrise e si sporse in avanti, lasciandogli un piccolo bacio sulle labbra.
“Grazie.” Nick scrollò le spalle e lo prese per mano.
“Siamo già in ritardo, sappilo.”
“Odio dover indossare l’uniforme anche la sera di Capodanno.” Si lamentò, storcendo il naso alla classica cravatta a strisce e al bordino rosso del blazer. Nick ridacchiò, sciabolando malignamente le sopracciglia.
 
“Già... Mi consolerò pensando a quando sarà il momento di togliertela- ”
 
Ricevette una gomitata delle costole: ne era valsa totalmente la pena.
 
 

***

 
 
Sebastian si guardò intorno, decisamente sorpreso del tipo di festa organizzata alla Dalton per l’ultimo dell’anno.
 
Certo, il fatto che nel comitato di organizzazione ci fossero Jeff e Nick avrebbe dovuto farlo pensare, ma di sicuro non sarebbe mai arrivato ad augurarsi che il tanto decantato party di Capodanno sarebbe risultato davvero decente.
 
Il cortile della Dalton si era trasformato in una specie di enorme ammasso di corpi ondeggianti al ritmo di musica – all’inizio c’era stato qualche numero dei Warblers, ma la cosa era degenerata in pubbliche esibizioni di ubriachezza, così il compito dell’intrattenimento era stato affidato a qualche stereo posizionato strategicamente.
 
E poi beh, alcol. Alcol dappertutto.
Miriadi di ragazzi che si strusciavano addosso ad altri ragazzi, cravatte a strisce che volavano in tutte le direzioni e... aveva già menzionato la quantità di alcolici presente?
 
Sebastian – naturalmente – era arrivato con la sua elegante dose di ritardo; più per disinteresse che per altro. Aveva preferito farsi un giro allo Scandals, esattamente come era solito fare ogni sera e no, non aveva intenzione di ammettere che le cose erano decisamente cambiate da una settimana a quella parte.
 
Andare allo Scandals e starsene seduto su uno sgabello a fissare il bancone non era da lui.
Rifiutare l’invito di un ragazzo a rintanarsi in un bagno – un ragazzo anche piuttosto carino – non era da lui.
Più di tutto, non era da lui indossare ogni volta la stupidissima sciarpa che Thad gli aveva regalato per Natale, neanche fosse la più preziosa delle reliquie.
 
Fece una smorfia nel realizzare che l’aveva al collo anche in quel momento – e tra l’altro sembrava essere uno dei pochi avventori della festa ad avere ancora un vago senso della temperatura circostante: non è esattamente il massimo denudarsi in dicembre – e per distrarsi iniziò a guardarsi attorno, nella speranza di scorgere qualche volto familiare – Wes e David, ad esempio – con una reputazione abbastanza decente da poter eventualmente ricattare, nel caso stesse facendo qualcosa di sconveniente.
Passò davanti a Nick e Jeff, che praticamente tentavano di accoppiarsi senza togliersi i vestiti: Sebastian alzò le spalle. Probabilmente era la cosa meno imbarazzante che avevano fatto in vita loro.
 
Proseguì tranquillamente fino al bancone improvvisato in un angolo del giardino, decidendo di ignorare del tutto il ragazzo che tentava di sedurre uno dei busti di marmo dei vecchi presidi dell’istituto.
Si appoggiò al piano di legno e chiese qualcosa da bere al tizio brufoloso che serviva i cocktail, lanciando qualche occhiata distratta attorno a sé.
 
Fu allora che lo vide.
 
Sebastian spalancò gli occhi più di quanto potesse essere considerato normale, puntando ormai direttamente il ragazzo dell’ultimo anno a pochi metri da lui. Il ragazzo dell’ultimo anno che stava offrendo qualcosa da bere a Thad.
Che ora gli si era avvicinato, gli chiedeva di ballare e-
 
“Ehi!”
Si alzò dallo sgabello su cui era seduto con tanta foga da farlo traballare: fu davanti a quel tizio nemmeno due secondi più tardi – okay, era possibile che ci fosse andato a letto una volta, qualche mese prima, ma non era quello il punto.
 
“Amico, io sarei un po’ impegnato...”
Ridacchiò il tizio in questione – come aveva fatto a non notare l’incredibile faccia da culo che aveva? – prima di appoggiare una mano sulla spalla di Thad, il quale si limitava a fissare Sebastian, con la bocca socchiusa.
 
“Ah, sì? Mi dispiace contraddirti, amico, ma ti devi decisamente levare dai coglioni.” Il ragazzo inarcò le sopracciglia, senza togliersi quel sorriso tonto dalla faccia.
“Oh, non credo proprio- ”
“Io invece credo di sì.” Il tizio fece un passo indietro, ridendo apertamente. Okay, dire che era ubriaco sarebbe stato un eufemismo.
 
“Perché? Chi è, il tuo ragazzo?”
Esatto. Perciò porta la tua faccia da culo lontano qui, chiaro?”
Era evidentemente troppo sbronzo per discutere seriamente della cosa, così si limitò a ridere nuovamente e barcollare più in là, mentre Sebastian si voltava verso Thad e lo fulminava letteralmente con gli occhi.
 
“Per fortuna che fino all’altro ieri eri etero!”
Sbottò, vagamente interessato al motivo per cui Harwood lo stava fissando come se avesse appena confessato di essere uno dei più quotati spacciatori di Westerville.
“Non farlo mai più, hai capito? E smettila di guardarmi con quella faccia.”
Thad roteò gli occhi e si avvicinò di qualche passo, apparentemente intenzionato a ballare con lui.
 
“Gli stavo dicendo di no, comunque.”
“Meglio per te.” Thad gli circondò il collo con le braccia, muovendosi ad un ritmo decisamente più lento di quello suggerito dalla musica in sottofondo.
 
“...Sebastian?”
“Cosa?”
“Hai- uhm... Hai detto che sono il tuo ragazzo, prima.”
 
Lo disse talmente piano che Sebastian avrebbe stentato a sentirlo, se solo quelle parole non l’avessero scioccato tanto.
Aveva detto- l’aveva detto? Il suo ragazzo, sul serio?
Non aveva mai avuto un ragazzo in vita sua – se non per più di venti minuti, se così si potevano considerare le sue sveltine in bagno – e no, non era il tipo da impegnarsi seriamente in una relazione. Non era il tipo da mandare messaggini sdolcinati, venire a prendere all’uscita da scuola – anche se in quel caso non ci sarebbe stato problema in quanto tecnicamente non uscivano da scuola –, andare fuori a cena e altre cose di quel tipo.
Non ne era capace, e non sapeva se sarebbe riuscito ad andare a letto con solo un ragazzo per volta.
 
“...Sì. L’ho detto.”
 
Se ne sarebbe pentito.
Sapeva già che se ne sarebbe pentito.
 
Gli occhi di Thad si illuminarono e per un momento – ma solo per un momento – Sebastian pensò che non se ne sarebbe pentito affatto.
 
“V-Vuoi dire che- ”
“Ne parliamo domani, okay? E fino ad allora prova a non fare l’idiota con il primo ragazzo che trovi, signor io-non-sono-gay.”
Thad roteò gli occhi e appoggiò la testa alla sua spalla: non voleva dargli la soddisfazione di sapere quanto fosse dannatamente felice.
 
 

***

 
 
Blaine prese un ultimo respiro profondo, mentre faceva girare distrattamente la cannuccia del suo drink.
 
Mancava meno di mezz’ora a mezzanotte, e lui ormai aveva preso la sua decisione: prima dell’anno nuovo avrebbe confessato a Kurt i suoi sentimenti – o quantomeno l’avrebbe fatto esplicitamente, dato che si era già fatto in quattro per farglielo intuire infinite volte.
 
Aveva sfruttato quel pomeriggio per prepararsi un discorso degno dell’occasione. Se lo era anche scritto, a dire il vero, nonostante Wes continuasse a ridere di lui.
 
Blaine riprese mentalmente i punti salienti della sua brillante orazione, deciso ad andare in cerca di Kurt. Abbandonò il bicchiere ancora pieno sul tavolo di fronte a lui e si voltò, intercettando il suo amico all’istante: dopotutto aveva sviluppato una sorta di radar atto ad individuare Kurt, da qualche settimana a quella parte.
 
“Kurt! Ehi.”
Lui si voltò e sorrise subito, con un bicchiere mezzo vuoto in mano. Come avesse fatto a sentirlo al primo colpo nonostante il recinto di bestiame umano in cui si trovavano rimaneva un mistero.
“Blaine. Manca un quarto d’ora a mezzanotte.” Gli fece presente quando finalmente si trovarono faccia a faccia, senza tuttavia guardarlo davvero negli occhi.
Blaine era un po’ confuso al riguardo: Kurt di solito non si faceva problemi a fissarlo, nonché a renderlo una pappetta informe balbettante a causa del semplice fatto che i suoi occhi- beh.
Blaine avrebbe speso giornate intere a guardare i suoi occhi; se solo non fosse stato così irrimediabilmente inquietante.
 
“Lo so. Hai idea di dove siano gli altri Warblers?”
“Thad e Sebastian stavano ballando insieme l’ultima volta che li ho visti. Trent cercava di far bere responsabilmente le matricole; Wes e David cercavano di evitare che un ragazzo vomitasse sul busto del primo preside della Dalton... e Jeff e Nick ci stanno spiando da dietro quel cespuglio laggiù.”
 
Concluse con nonchalance, indicando il piccolo arbusto alle spalle di Blaine da cui sbucavano – nemmeno troppo segretamente – due teste a loro ben familiari. Naturalmente, nessuno dei due si stupì della cosa né si scompose particolarmente.
 
“Tipico.”
Osservò Blaine, prima di farsi coraggio e tornare a rivolgere la sua più completa attenzione al ragazzo che aveva davanti.
“Kurt... Prima di mezzanotte, c’è una cosa che vorrei dirti.” Incominciò esitante, mentre un inaspettato rossore si faceva strada sulle guance di Kurt.
“...Blaine- ”
“Aspetta. Prima di dire qualunque cosa lasciami finire, okay?”
 
D’accordo, stava iniziando a sudare freddo. Tuttavia si convinse che era normale in momenti come quello, e doveva semplicemente andare finché si sentiva abbastanza coraggioso per farlo.
Kurt gli sorrise pazientemente, con la solita dolcezza che non faceva che renderlo ancora più meraviglioso di quanto non fosse. Inaspettatamente gli prese una mano, accarezzandone il dorso con il pollice.
Blaine era quasi sicuro che quella strana oppressione al petto che sentiva fosse il principio di un infarto.
 
“Ti ascolto.”
Blaine era troppo agitato per leggere la consapevolezza negli occhi di Kurt, troppo fuori di sé per rendersi conto di quanto il suo amico fosse così incredibilmente calmo.
 
“Beh... K-Kurt,”
Aria.
Da quando in qua avevano tolto l’aria? Blaine cercò di calmarsi: non poteva fare la figura dell’idiota proprio adesso.
 
“Kurt. A-Arriva un momento- uhm...”
Okay, era ufficiale: stava per passare a miglior vita.
Sarebbe morto così, in un cortile pieno di ragazzi gay ubriachi e arrapati che si strusciano su ogni persona o cosa a disposizione, senza essere riuscito a dichiarare il suo amore al ragazzo più meravigliosamente perfetto che-
 
“...Vuoi un aiutino?” Chiese Kurt, dopo qualche altro secondo di silenzio imbarazzante. Blaine spalancò gli occhi, senza capire.
 
“E...Eh?”
“Arriva un momento, in cui diciamo a noi stessi: ‘Oh, eccolo là. È una vita che lo aspetto’. E quando mi hai visto- ...e quando ti ho visto, è stato quel tipo di momento, per te. Per noi.”
 
Blaine era a bocca aperta.
Era letteralmente a bocca aperta, e sì, non doveva davvero essere un bello spettacolo, ma in tutta franchezza al momento non era davvero capace di fare altro. Ma come diavolo-
 
“Sono venuto in camera tua oggi pomeriggio, perché Wes doveva darmi uno spartito per il Glee Club. Beh... c’era questo foglio, in mostra sulla tua scrivania- ”
Oh. Mio. Dio. Q-Quindi hai- hai visto anche tutto il resto?”
“I cuoricini storti, gli omini stilizzati e tutti i più improbabili accostamenti dei nostri nomi? Sì, li ho visti.”
 
Blaine tacque per un momento.
 
“Oh, merda.”
“Blaine. Erano adorabili. Tu sei adorabile, e mancano due minuti a mezzanotte.”
“...In questo caso, c’è un’ultima tradizione che possiamo onorare.”
 
Kurt annuì con uno dei sorrisi più belli che Blaine gli avesse mai visto e – mentre le girandole luminose iniziavano a stridere e i peggiori botti artigianali ad esplodere qua e là – per loro due c’era solo il suono impercettibile delle loro labbra che finalmente si incontravano.
 
Nella confusione generale, nessuno fece caso ad un gruppetto di cinque folli – più due – che saltellava e gioiva all’urlo di “Klaine is endgame”, da qualche parte dietro a un cespuglio.
 
E nemmeno ad un singolo buon proposito per il duemilatredici, sussurrato piano in un orecchio “Per quest’anno, vedrò di accontentarmi di te e basta.”
 
Da qualunque ottica si volessero guardare quei festeggiamenti, era innegabile che la magia del Natale, quell’inverno, avesse regalato alla Dalton tanti piccoli miracoli.
 
 
 
 
 

Fine.

 
 
 
 
 
Yeeee :’D!!
In qualche strano modo, sono riuscita a finire questa breve storiella festosa u.u
Spero con tutto il cuore che vi sia piaciuta: mi sono divertita un sacco a scriverla, soprattutto perché fino ad ora non mi ero mai cimentata in qualcosa di così Daltonoso, perciò... Sì, sono contenta di averlo fatto :)!
Dato che questo è l’ultimo capitolo, ne approfitto per ringraziare tutte le persone che hanno recensito fin ora, e che amo follemente (in ordine di recensione): Demolition, Rorori (che mi segue in ogni mia storia, e che amo con tutto il cuore), Depa_Nymeriah, Jack_ Courage, Jo Monster(le tue recensioni mi fanno awwware çç), LUcy__(:’) <3), Chemical Lady(*si inchina alla regina della Dalton & dei Warblers* <3), Mimi311, Ginny_Sara(anche lei tra le mie affezionatissime <3), Echelon90 (*-*), Lama_Mustache(...pls. Devo commentare :’)?), sebanana_abrams, alessandra_carparelli80, giadacolfer (pls. Wife. Soulmate.), annav(<3 <3)
Grazie ancora a TUTTI, e alla prossima :D! <3
_Ari
 
Pagina facebook, come sempre: http://www.facebook.com/pages/Ari_92-EFP/409314062440527?ref=hl
 
P.S. ...Avete provato a leggere la prima lettera dei titoli di ogni capitolo in fila? *winka*
  
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