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Autore: roby_lia    02/01/2013    6 recensioni
In seguito agli efferati atti compiuti su Midgard, Loki viene spedito proprio su quell'infimo pianeta che aveva cercato di conquistare, mentre la sua famiglia spera che incontri qualcuno in grado di farlo cambiare, così com'era successo a Thor. E fin qua niente di nuovo.
Peccato che il biondo in questione non sia esattamente sprizzante di gioia al pensiero del suo fratellino consolato da una stupida midgardiana e per questo cerca di raggiungerlo sulla Terra, e mettersi a cercarlo in compagnia dei suoi allegri compari, i Vendicatori.
Ma Loki incontrerà la midgardiana in questione? Certo che sì, e a questo punto forse smetterete di leggere la storia, potendo già benissimo immaginare come andrà a finire.
Peccato che costei non sia né esattamente umana, né incline ad obbedire alle previsione del Fato, ma ha ben chiaro come vuole che vadano le cose... ma tanto sono cose che non v'interessano, vero?
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
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Pixy dust

Strano ma vero, per una settimana intera non successe niente di particolarmente insolito.
Poi quella settimana arrivò alla fine, e come la tempesta che viene per principio dopo la calma, qualcosa spezzò il delicato equilibrio che li aveva fatti arrivare tutti incolumi a quella settimana.
 
Tony e Loki, come loro solito erano in laboratorio a sbizzarrirsi con qualche roba incomprensibile a una mente nella norma (e Bruce ormai aveva definitivamente rinunciato a cercare di sopportarli dopo aver rischiato di diventare una scatola di spinaci ambulante).
Ma mentre se ne stavano lì a confabulare amichevolmente (niente piani di conquista, sono così retrò ormai!) vennero investiti da una fitta nuvola di polvere dorata, che in breve si trasformò in fumo e fece partire l’allarme.
Tutti in ansia (era da tempo che temevano un fatto del genere) gli altri Avengers corsero nel laboratorio, ma quando il fumo si diradò e videro le conseguenze, bhe, deposero le armi dalla sorpresa.
Thor, il più abituato a cose del genere, fu il primo a ritrovare la parola “Loki?” domandò sbalordito.
L’interessato si stropicciò gli occhi, confuso. Si guardò intorno ancora più confuso, mentre pensava velocemente a come fosse possibile che tutti i Vendicatori fossero diventati in pochi minuti così grandi, ma poi notò il suo fratellone a pochi passi da lui e quindi ciò che era successo perdeva tutta la sua importanza, perché c’era il suo Thor.
“Thor!” lo chiamò con un sorriso che non vedeva la luce da secoli e secoli, alzando le braccia, con le piccole mani chiuse a pugno per essere preso in braccio.
Perché non erano i Vendicatori che si erano ingranditi. Era lui che era ringiovanito, assumendo l’aspetto di un bimbo di poco meno di cinque anni.
“Lo… Loki!” esclamò di nuovo il biondo no riuscendo a credere ai sui occhi. Il piccolo lo fissò stranito, piegando la testa di lato.
“C’è la neve!!” improvvisamente l’attenzione di tutti fu catalizzata dall’altro bambino. Mentre Loki si era tenuto addosso la maglia verde che indossava, e che ora gli fungeva praticamente da vestito, Tony per non essere intralciato dalla sua felpa, aveva preferito togliersela, iniziando a girovagare nudo per il laboratorio. Ridotto a formato mini anche lui naturalmente.
“Ma…ma… masonobambini!!!!!” esclamò tutto d’un fiato Steve, con gli occhi spalancati.
“Complimenti per lo spirito d’osservazione Cap…” riuscì a mormorare la donna, fissando i due che nel frattempo si erano affacciati alla finestra, per osservare la città imbiancata sotto di loro.
“Credo che sia il momento di chiamare Bruce”
 
“Dai Tony, fai il bravo. Sentirai solo un leggero pizzicotto e poi più niente. Vedi, neanche Loki si lamenta”
Sospettoso e imbronciato il bambino spostò lo sguardo su Loki, comodamente seduto in grembo a Thor, con la sua esile schiena che si perdeva contro il petto del fratello maggiore, mentre Bruce gli faceva un prelievo.
“No!” ripose incrociando le braccia. Steve non aveva proprio idea di cosa dirgli per accettare. Prima ci aveva pensato Natasha a fargli rimettere la maglietta (che adesso gli andava extra large) per non fargli prendere troppo freddo, mentre lei andava a recuperare dei vestiti adatti alle loro nuove taglie.
“Su Tony è solo per sapere se state bene e cosa vi ha fatto tornare bambini” tentò di nuovo il soldato, guardando negli occhi del moro con tutta la sincerità che aveva.
“… mi terrai la mano?” domandò esitante Tony.
“Certo!” promise Steve con un sospiro di sollievo.
“E poi andiamo tutti al parco a giocare con la neve!” continuò allegro il bimbetto.
 
Con uno sforzo non da poco (e la promessa di dolciumi illimitati e l’abolizione di qualunque coprifuoco per quella notte) riuscirono a convincere Tony a rimandare l’uscita al parco per quel pomeriggio, lasciando tutto il tempo a Bruce per esaminare i campioni.
“Non capisco, nel loro sangue non ho trovato nulla d’anomalo. Certo, non posso fare i confronti con il sangue di Loki, però non ho trovato niente che possa aver causato… questo” spiegò, indicando con una mano Loki e Tony impiegati a far impazzire Steve.
“Potrebbe essere stato Loki?” propose Clint. Thor scosse la testa, senza staccare lo sguardo dal fratellino.
 “No, Padre gli ha tolto i poteri magici, non ne sarebbe in grado. E per quanto riguarda la sua vera natura, non ho mai sentito che gli Jotun abbiamo poteri del genere”
“Quindi non abbiamo niente. Il loro sangue è apposto, l’aria è normale… qualunque cosa sia voleva colpire solo loro due” riepilogò Burton.
“Sicuro non ci possa esser stato qualcosa in laboratorio?” ipotizzò Natasha.
Bruce scosse la testa, guardando i due moretti che atterravano Steve e iniziavano a fargli il solletico.
“Non c’è nessuna spiegazione. Sono tornati bambini come per magia”
“E sembrano non ricordare niente degli ultimi avvenimenti o del perché sono bambini” continuò Thor. Gli sembrava ancora di sentire risuonare la voce di Loki quando l’aveva chiamato con tutto quell’affetto, come faceva quand’era piccolo.
Come se avesse sentito il suo sguardo su di lui, Loki si girò verso di lui e gli corse incontro, afferrandolo per una mano.
“Voglio andare a giocare con la neve Thor!” disse, saltellando da un piede all’altro, ma continuando a tenere la mano del maggiore con le sue due manine.
Il biondo gli si inginocchiò difronte, accarezzandogli il capo per poi scoccargli un bacio sulla fronte.
“Aspetta un altro po’, fratellino. Intanto perchè non torni a giocare con Tony” il piccolo si imbronciò, lanciando un’occhiata annoiata a Steve che lanciava per aria l’altro bambino.
“Ma io voglio giocare con te!” si lamentò. Il biondo sorrise.
“Arrivo subito” gli mormorò, scoccandogli un altro bacio e alzandosi.
Per un attimo tenne lo sguardo fissò sull’altro che tornava nella stanza, poi si rivolse di nuovo agli altri.
“è esattamente com’era da bambino. Me lo ricordo” mormorò con un sorriso malinconico.
Bruce si grattò pensoso la testa “Quindi adesso che si fa?”
“Si va a giocare con la neve” scandì lentamente ma con decisione, un allucinato Capitano, con un bambino appeso per braccio e l’aria stravolta. Dopo solo dieci minuti di baby-sitting.
 
Dopo aver rinunciato a convincere Bruce che venisse con loro, l’allegra brigata si mise in viaggio verso Central Park. Per fortuna era un week-end, e riuscirono a passare abbastanza inosservati mentre si rotolavano nella neve e s’inseguivano in mezzo ad altre famiglie.
“Andiamo a pattinare?” domandò Loki, le guance arrossate per il freddo ma gli occhi brillanti, indicando con la mano il lago ghiacciato poco distante. Thor guardò amorevolmente il fratellino, chinandosi alla sua altezza e abbracciandolo con trasporto.
“Thor è imbarazzante! Ci guardano tutti!” cercò di protestare il piccolo, restando rigido al suo abbraccio. Il biondo sorrise, liberandolo dall’abbraccio ma tenendo le mani sulle sue spalle ossute.
“Ti voglio bene fratellino, non te lo dimenticare mai” mormorò contro la sua fronte.
Il minore lo guardò confuso, ma poi si aprì in un grande sorriso e buttò le braccia attorno al collo del biondo
“Lo so” rispose, nascondendo il nasino gelato contro il suo volto e scoccandogli un bacio sulla guancia. Thor se lo strinse ancora al petto. Non avrebbe mai più voluto lasciarlo. Vederlo di nuovo così felice, gli scaldava il cuore.
“Ehi voi due- li chiamò sottovoce Tony, nascosto dietro un cespuglio- venite qui”
 
Natasha a Clint si scambiarono uno sguardo d’intesa..
“Steve, hai la situazione sotto controllo quindi puoi benissimo occupartene tu” il Capitano sbiancò di colpo a quelle parole.
“Oh no, ti prego no! Non ho la più pallida idea di dove iniziare con questi due!” quando vide che le sue richieste non ricevevano ascolto, cercò di assumere un atteggiamento più dignitoso.
“Io sono un soldato non una bambinaia! E sono di grado superiore rispetto a voi quindi…” l’occhiata della donna basto per spegnere le sue proteste.
“Non ti lamentare Rogers! Si chiama invecchiamento attivo questo!” rise Clint, tirandogli una pacca sulla spalla.
“Ma non ho idea di cosa fare” si lagnò l’uomo.
“Un buon inizio sarebbe non perderli d’occhio, capitano” gli suggerì la donna, prima di incamminarsi nel parco con Clint al fianco.
Steve, in preda all’ansia e con un pessimo presentimento, iniziò  guardarsi attorno, senza trovare traccia né delle piccole pesti né di Thor.
“Tony! Loki! Thor!! Dove siete finiti!” gli chiamò sull’orlo di una crisi di nervi.
Iniziò a girare su se stesso, cercando di trovarli, ma niente.
Poi sentì soltanto il ruggito di Thor “All’attacco” e fu investito da una montagna di neve.
 
“Loki aspettami” cercò di fermarlo Thor, mentre prendeva confidenza con i pattini, ma al piccolo erano bastate un paio di patinate per abituarsi, ed era già partito a tutta velocità sulla pista, seguito a ruota da Tony, un poco meno stabile.
Quelli in maggior difficoltà erano proprio Steve e Thor, che ogni due passi rischiavano di cadere per terra nonostante fossero attaccati al bordo.
Loki si stava divertendo un mondo. Gli piaceva sentire l’aria fredda sulle guance e tra i capelli che, spettinati, gli ricadevano sul viso.
“Ma cosa… Loki! guarda quelle due!” il richiamo di un Tony geloso a morte lo fece fermare. Seguendo il suo sguardo, notò due ragazze che si erano avvicinate a Steve e Thor vedendoli in difficoltà.
I due bambini senza neanche scambiarsi uno sguardo, iniziarono a pattinare verso gli altri due.
Le due ragazze avevano iniziato a pattinare all’indietro, ognuna tenendo le mani di uno dei due biondoni. Purtroppo per loro, andando all’indietro non videro una lastra di ghiaccio più alta di un paio di centimetri, che sembrava essere apparsa casualmente dal nulla, così ci inciamparono sopra e finirono con il posteriore a terra, perché i due prodi cavalieri erano stati provvidenzialmente distratti dalle voci concitate (e un pochino infuriate e con giusto una punta di gelosia) di Loki e Tony.
“Ma questo giacchio non c’era…” mormorò confusa una, ma quando Loki si fermò ad un centimetro dalla sua mano, le parole le morirono in gola.
“Certo che c’era. Se non ci fosse, ora ci sarebbe acqua. E voi stareste annegando” spiegò con in sorriso gelido il piccolo ingannatore, fissandola dall’alto con ostilità.
“Ma che bambino simpatico- sorrise accondiscendente una delle due- è tuo figlio?” Thor stava per rispondere, ma Loki lo tirò per mano.
“Vieni, ti insegno io a pattinare” sorridendo beato il biondo seguì il fratellino.
Steve cercò di balbettare qualche scusa “I giovani d’oggi, con tutti quei film violenti e…”
“Muoviti calippo ammuffito che non sei altro!” lo chiamò Tony strattonandogli la giacca.
 
Il resto del pomeriggio passò abbastanza tranquillamente, senza altre minacce di morte o quisquilie del genere, tra la neve e la cioccolata calda per merenda.
Quando iniziò a farsi buio, cominciarono a riavviarsi verso la Stark Tower, tutti più o meno esausti (perché alla fine Loki e Tony erano riusciti a trascinare nei loro giochi anche Natasha e Clint, volenti o nolenti).
Loki sbadigliò, guardandosi assonato intorno, attirato ma troppo esausto per tutto quelle luci e quelle persone. Con una piccola corsa tornò a raggiungere il fratello, e gli prese la mano.
“Thor sono stanco” si lamentò con l’ennesimo sbadiglio, strattonandogli la manica. Il biondo rise e lo prese in braccio, lasciando che nascondesse il viso contro il suo collo.
“Sei proprio un poppante Loki” lo prese in giro Tony. L’altro bambino uscì per un secondo dal suo rifugio, guardandolo dall’alto con uno sguardo soddisfatto.
“Sei solo invidioso perché Steve non ti prende in braccio” rispose con un sorrisetto, prima di tornare a sonnecchiare tranquillo e beato contro il collo di Thor.
“Non è vero! Steve fagliela vedere e prendimi in braccio! Dai Steve! Steve! Steve!”
Con un sospiro esasperato, l’uomo lo prese in spalla.
 
“Hai sentito?” erano nei pressi della Stark Tower quando un rumore insolito aveva attirato l’attenzione di Natasha.
“Era solo un gatto” rispose Clint, scrollando le spalle.
“Non solo…” mormorò la donna, avviandosi nel vicolo e seguita a ruota da un curiosissimo Tony che si era stancato di far cavallino in groppa a Steve.
“Sono dei gattini!” esclamò estasiato il piccolo, fissando i quattro gattini di poche settimane, rintanati in un cartone, con mamma gatta che soffiava, davanti.
“Li portiamo a casa?” domandò tutto contento saltellando da un piede all’altro.
“Tony non credo che-“ tentò di protestare Clint.
“Fino a prova contraria è casa mia, perciò se non vuoi andare a dormire in una piccionaia, vengono a casa con noi”  il bambino incrociò le braccia, con sguardo risoluto.
L’uomo cercò il sostegno della rossa, che si imitò a ridacchiare, invitandolo con un gesto a prepararsi per affrontare il gatto.
“Steve, occupatene tu” cercò di scaricare il lavoro addosso all’altro, che li aveva raggiunti seguito da Thor.
“No, no Clint, è il tuo turno di fare qualcosa” lo riprese la rossa.
“Thor…” fece un ultimo tentativo disperato l’arciere. In riposta Thor gli indicò il fratellino, che dormiva beatamente contro il suo petto, con un sorriso molto falsamente dispiaciuto.
“Non vorrai mica svegliarlo?” e in effetti il piccolo dormiva con un’aria così serafica, che nessuno avrebbe avuto il coraggio di svegliarlo.
Clint sospirò avvilito “Che razza di amici…”
 
Mentre i bambini, sotto lo sguardo vigile di Thor, si occupavano dei gattini, gli altri Vendicatori si radunarono nel laboratorio.
“Ho esaminato il cellulare di Tony e guardate qua” Nat fece partire le registrazioni di pochi minuti prima dell’incanto, in cui si vedeva Tony ricevere un messaggio e scendere velocemente dal tavolo dov’era seduto, pochi istanti prima che la polvere d’oro apparisse dal nulla.
“E il messaggio gli dice per l’appunto di scendere dal tavolo per il suo bene”
“Chi glielo ha inviato?” domandò Steve.
“Un numero sconosciuto, ma con qui si scrive da poco prima che trovassimo Loki. anzi credo che sia stata proprio lei a suggerire a Tony dove cercarlo”
Bruce sobbalzò esclamano in coro con Steve “Lei?”. Peccato che l’esclamazione di Steve racchiudeva giusto una punta di gelosia. E peccato che Tony non fosse lì a vederlo
“Sì, è una donna. Ne sai qualcosa?” si accigliò la rossa.
“Tony l’ha nominata un paio di volte. Stanno tramando qualcosa alle spalle di Thor e Loki. ma pensavo che fosse soltanto una sua psicosi…”
“Sospetti una psicosi e non dici nulla?”
“Bhe a volte incoraggiandole spariscono da se…”rispose l’umo, con una scrollata di spalle.
Con un sospiro la spia si passò una mano sulla fronte. “Stanno tramando qualcosa alle spalle di Thor e Loki, dici?”
“Senza dubbio. Ma non sembra niente di pericoloso”
“Vuole solo farli innamorare” aggiunse Clint con una mezza risata.
La donna annuì “Questo spiega tutto”
“Ma il numero non si può rintracciare o una cosa del genere?” intervenne Steve, che non aveva ancora digerito il fatto che il suo ragaz- ehm… amico, sì, amico, si scrivesse con una ragazza.
“Però Steve! Tony sarebbe fiero di te” sghignazzò Barton
“Peccato che ci ho già provato, ma senza risultati” Natasha si mordicchio pensosamente il labbro “Jarvis, tu ne sai nulla?” domandò poi.
“Neanche il signor Stark è riuscito a rintracciarla, ma ha detto che non dovete preoccuparvi, non hanno in mente niente di malvagio, almeno non nei vostri confronti. E neanche nei confronti dei diretti interessati si può definire malvagio. Soltanto leggermente insistente, al massimo. Comunque vi spiegherà tutto domani, signorina Romanoff”
I vendicatori si guardarono dubbiosi. A parte Steve, impiegato in pensieri molto più personali.
“Ma questa ragazza- domandò infine all’A. I. – com’è?”
Gli altri tre ridacchiarono, decidendo che era ora di andare a salvare i gatti dalle “cure” di Tony e Loki.
 
Dopo una cena a base di pizza, che rischiò seriamente di essere trasformata in una battaglia di cibo (ma gli “adulti” riuscirono a trattenersi, per disdetta di Loki e Tony) si instaurò una discussione ben più ardua, ovvero che film guardare per cercare di farli addormentare.
“Io voglio vedere la Mummia!” protestò Tony e anche Loki, anche se non sapeva bene di cosa stava parlando, lo sostenne “Sì, la Mummia!”
Natasha alzò un sopracciglio “L’ultima cosa che voglio è passare la notte a consolare due marmocchi con gli incubi, come se tutta la coca cola che avete bevuto non bastasse a tenervi svegli”
“Ma il lato positivo sarebbe che non disturberemo te” fece notare angelicamente Tony, con un sogghigno che diceva tutto.
La donna socchiuse gli occhi, soppesando l’offerta.
“E la Mummia sia” acconsentì con un sorriso altrettanto inquietante.
 
Steve si era disteso, anche se sapeva benissimo che non sarebbe riuscito ad addormentarsi. Troppi anni sprecati.
“Steve?” la voce esitante di Tony lo colse alla sprovvista.
“Tony cosa c’è?” domandò in riposta, mettendosi seduto. Il bambino restava sulla soglia della camera, strusciando i piedi nudi sul pavimento, con il volto debolmente illuminato dal reattore che aveva nel petto.
“Non riesco a prendere  sonno…” ripose, tenendo lo sguardo fisso sul pavimento.
“Fammi indovinare, il film ti ha spaventato?”
“No!- rispose con enfasi, per poi tornare ad abbassare lo sguardo e a mordersi il labbro inferiore- …forse” ammise alla fine “Posso dormire con te?”
Steve esitò
“Ti prego Steve!” ritentò il bambino,  tirando leggermente su con il naso.
“E va bene” acconsentì l’uomo, facendogli spazio nel letto.
 
Uscendo dal bagno Thor trovò Loki concentrato a guardare il panorama di luci sottostante, con le mani premute contro il vetro della finestra.
“è bella vero?” disse mettendosi alle sue spalle.
“Asgard lo è di più” ripose il piccolo, alzando gli occhi su di lui, per poi tornare a guardare la città.
“…Ti manca casa, Loki?” trovò il coraggio di domandare il biondo, dopo qualche momento. Il bambino si morse il labbro, esitando.
“Mi manca la mamma” ammise alla fine, alzando lo sguardo sul volto del fratello.
Il maggiore gli regalò un sorriso un po’ triste e malinconico, scompigliandogli i capelli con una mano, come aveva sempre amato fare, almeno prima che Loki imparasse a schiantarlo contro la parete.
“Manchi molto anche a lei…- il moro annuì, abbassando lo sguardo sul pavimento- ma vedrai che presto torneremo a casa fratellino. Dai, adesso andiamo a dormire” lo incitò Thor, cercando di allontanare la malinconia da quegli occhioni verdi.
Sorridendo di nuovo, Loki corse sul lettone, per poi accoccolarsi contro il fianco del biondo, che prontamente lo avvolse con le sue braccia, coccolandolo al sicuro contro il suo petto.
“Sogni d’oro fratellino” mormorò, baciandogli i capelli e accarezzandogli la schiena.
Dopo un paio di minuti Loki lo richiamò “Thor?”
“Sì?”
“Ti voglio bene”
 

















Note
fluf, fluf a palate ma hce volete farci, è l'anno nuovo, sono tutti più buoni u.u''
come sempre ringrazio tutti voi che avete il coraggio di arrivare fin quì e se volete dirmi che ne pensate siete i benvenuti ^^
buon anno nouvo a tutte XD

ciao ciao
roby_lia
  
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