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Autore: CrepyDrew    02/01/2013    3 recensioni
Trama
C’è una bambina sui 9 anni mora con degli occhi color del ghiaccio sul ciglio della strada che piange sorridendo mentre saluta con la sua piccola manina un bambino biondo che sta salendo in una macchina… la macchina parte il bambino va via con essa… mentre la bambina rimane sul ciglio della strada piangendo… piangendo per aver dovuto abbandonare il suo migliore amico
E ancora una volta sta piangendo già è così sta piangendo… Vi chiederete di chi sto parlando!?! Bhè sto parlando di una semplice ragazza come tante… lei è Paris… Paris è una ragazza bellissima ha dei capelli lunghissimi mori e degli occhi color del ghiaccio… Lei era un ragazza normale semplice e sempre allegra ma qualcosa la spinta a cambiare… la vita a volte è crudele e le persone si trovano spesso a dover affrontare sfide più forti di loro c’è chi raduna tutto il suo coraggio e cerca di lottare e chi si abbandona ad esse nella consapevolezza che non ce la farà mai… Nessuno di questi due casi riguarda Paris… Lei è costretta a cambiare le brutte esperienze che è costretta a vivere la cambiano ma solo apparentemente ogni sera lei ritorna la dolce e fragile ragazza di sempre e
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo trascorso un bel pomeriggio con Bely ci eravamo diverti… ma era come se sentissi qualcosa che mancava… e avevo una strana sensazione ma non riuscivo a capire cosa fosse… mi lacerava dall’interno…
Io e Bely avevamo passato tutto il pomeriggio a ridere e a parlare mi trovavo bene con lei e mi piaceva… ora erano le 20.30 e stavo tornando a casa e mentre ero avvolto nei miei pensieri sentii una voce o meglio un lamento, un pianto… conoscevo quella voce conoscevo quel pianto… sapevo che dovevo filare dritto per la mia strada ma non potevo farlo… lei era stata cattiva con me mi aveva detto delle cose orribili mi aveva detto di stare fuori dalla sua vita… ma non potevo far finta di niente… lei poteva essere stronza quanto voleva ma non io… non sarei diventato quello che non ero… io ero fatto così aiutavo le persone a qualunque costo e non avrei smesso di farlo solo perché lei aveva fatto la stronza con me… ed era strano ma non riusciva ad odiarla per quello che mi aveva fatto… in ogni caso non avrei fatto finta di niente… quello non ero… Mi avvicinai alla fonte da dove proveniva la voce… mi ritrovai all’imbocco di una stradina mi sporsi per guardare… vidi tre figure distinguersi al chiarore di un lampione… vidi lei, era lì attaccata al muro come quella volta nel parchetto con il trucco sbavato e segnato dalle lacrime gli occhi rossi e gonfi e aveva i vestiti laceri, era strano ma per me anche in quelle condizioni era l’immagine più bella che avessi mai visto… era così dannatamente perfetta sempre… C’era un uomo che la manteneva attaccata al muro e un altro uomo di fianco che rideva con una bottiglia in mano ubbriaco!
Quello che la manteneva attaccata al muro le cominciò a sbottonare la camicetta e sentii lei gridare…
-Hei lasciala in pace-gridai uscendo allo scoperto
Tutti si girarono verso di me… lei mi guardò con gli occhi pieni di disperazione e terrore… e di una silenziosa supplica d’aiuto
I due uomini scoppiarono a ridere 
-Ragazzo è meglio che tu te ne vada e faccia finta di non aver visto nulla…-disse uno dei due per poi continuare in ciò che stava facendo
-Lasciala stare-continuai 
Ma lui non fece caso a me e le strappò la camicetta di dosso… a quel punto senza rendermene conto avanzai e girai verso di me il tizio che la teneva attaccata al muro e gli sferrai un pugno facendolo cadere a terra…
Mi avvicinai a Paris che si era rannicchiata in un angolo e piangeva… 
-Stai bene?!-le chiesi
Annuì
-Justin!-gridò poi, mi girai e sentii un dolore lacerante al labbro… caddi a terra… e chiusi gli occhi per il dolore… sentii un peso fare pressione sul mio corpo a quel punto aprii gli occhi e vidi quell’uomo su di me… mi diede un altro pugno facendomi contorcere dal dolore…
A quel punto capii che dovevo fare qualcosa se non volevo finire massacro e permettere che facessero del male a lei… e al solo pensare che avrebbero potuto fare del male a lei mi venne uno scatto di rabbia… capovolsi la situazione e mi ritrovai sopra a quel uomo… lo guardai con uno sguardo carico d’odio e disprezzo… 
-Perché lo fai eh?! Perché hai rischiato la vita per questa puttana?!-fu a quel punto che non ci vidi più gli sferrai un pugno che lo fece svenire tra le mie mani… l’altro uomo dallo spavento scappò via… mi avvicinai piano a Paris...
-Stai bene!?-chiesi ancora una volta…
-Si… tu?!-mi chiese ancora con il viso bagnato dalle lacrime… 
-Mai stato meglio…-risposi sorridendole debolmente a causa del labro che mi doleva…
A quel punto si gettò tra le mie braccia e riprese a piangere… quello che a mio parere fu un pianto liberatorio…
La strinsi a me tremante… era così debole ed innocente tra le mie braccia che mi ricordo la bambina delle visione quel giorno sul ciglio della strana piangendo mentre vedeva andare via quel bambino che era tutta la sua vita…
-Andiamo ti porto a casa…-dissi dopo un pò porgendole la mia giacca per ripararsi visto che ormai la camicetta, tutta strappata, non serviva a nulla! Le tolsi i capelli da davanti agli occhi e le sorrisi debolmente… mentre lei ricambiò il sorriso… in quel momento in quel sorriso in quegli occhi pieni di gratitudine rividi la Paris del primo giorno quella ragazza allegra che avevo incontrato al parco e con cui avevo scherzato… in quel momento rividi quella che ritenevo la mia Paris quel lato di se che non mostrava spesso ma solo in occasioni uniche e rare… 
Durante il viaggio nessuno parlò… ma non era un silenzio imbarazzate di quelli che ci sono tra due ragazzi al primo appuntamento… no era un silenzio significativo, un silenzio che diceva tutto quello che le parole non avrebbero potuto dire… un silenzio pieno di gratitudine, un silenzio che diceva come fossero stati sciocchi a darsi addosso in quei giorni invece di capire quanto fossero fottutamente uguali, un silenzio che ricordava come si trovassero a loro agio insieme, come si fossero subito fidati l’uno dell’altra anche non conoscendosi, come fosse stato semplice per loro confidarsi l’uno con l’altro nonostante entrambi non lo facessero spesso, un silenzio che confessata tutte le bugie… un silenzio in cui si ammetteva come fossero stati stupidi…
Fu in quel momento che capii, capii cos’era quella stana sensazione che mi aveva lacerato poco prima, erano sensi di colpa, per Paris per Bely per tutto… ero stato uno sciocco, insomma mi piaceva trascorrere del tempo con Bely ma era come se l’avessi usata… usata per dimenticarmi i miei problemi, per dimenticarmi Paris… perché in realtà anche se avevo finto io tenevo a Paris… Anche se non lo avevo mai ammesso ero innamorato di lei, del suo sorriso splendente, dei suoi modi scorbutici che mi facevano impazzire, dei suoi occhi penetranti e di quel ostinata caparbietà! Era strana ma era come se l’avessi già conosciuta in un’altra vita… come se in un’altra vita fosse stata dannatamente importante per me, che se in un’altra vita avessi saputo tutto di lei… era questa la cosa strana… un attimo prima ero un estraneo e un attimo dopo sapevo tutto di lei! 
Arrivammo davanti casa sua… mi girai verso di lei…
-Siamo arrivati –dissi
Si girò verso di me…
-Andiamo scendi…-disse
-Perché?!-chiesi
-Sei ferito devo medicarti…-disse per poi scendere dalla macchina seguita da me
Entrammo e mi portò in camera sua
-Vado a prendere il necessario per medicarti…-disse prima di dileguarsi… 
Comincia a vagare per quella camera che parlava così chiaramente di lei, di una Paris che tutti gli altri non conoscevano… una Paris misteriosa per tutti!
Cominciai a guardare delle foto di lei da piccola… una bambina sorridente dagli occhi color del ghiaccio, tanto penetranti che sembrava leggerti l’anima… quella bambina che era così diversa da quella ragazza che era ora… quella bambina sembra piena di sogni, speranze ed ambizioni… mentre la ragazza che era ora sembra essersi arresa ad una realtà troppo cruda per essere cambiata… Ritornò in stanza e mi fece sedere sul letto… si sede sulle mie gambe e cominciò a medicarmi… tamponò sulle mie labbra delicatamente senza farmi sentire dolore… 
-Ehmm… comunque volevo dirti grazie per quello che hai fatto per me!-disse
-Oh non ci posso credere la grande Paris che ringrazia me, umile ragazzo…sono onorato vostra altezza…-dissi
-Ma smettila stupido…-disse spingendomi facendomi cadere sul letto disteso mentre io la trascinai con me… 
Eravamo ad un centimetro di distanza e la tentazione fu troppo forte per resistere… ci avvicinammo coordinati e me nostre labbra si toccarono insieme… cominciammo a baciarci con foga come se avessimo aspettato quel bacio da tutta una vita… come una persona che non mangia da tanto tempo e non appena vedi un pezzo di pane ci si fionda sopra vorace… come se non avesse assaggiato mei niente di più buono… era così non avevo mai assaggiato niente di più buono e morbido delle sue labbra… 
Ed eravamo fatti così un attimo prima stavamo scherzando come due vecchi amici ed un attimo dopo ci stavamo baciando come due amanti che si amavano alla follia ma non potevano stare insieme! Eravamo solo amici o qualcosa in più?!


Shiaooo puzzole...
Che si dice?!
Ok lo so che sono senza scusanti
Sono in ritardissimo,
ma con queste feste di mezzo
non ho avuto un attimo di tempo
e sono stata anche malata .--.
In ogni caso ecco a voi il capitolo,
Per farmi perdonare prometto che ne metterò un altro
Il più presto possibile! 
In ogni caso cosa avete avuto per natale?
Io ho chiesto Justin ma secondo mio padre era troppo... pfff
Cmq spero vi piacci il capitolo
Baci xoxo
  
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