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Autore: cecchino_2028    02/01/2013    1 recensioni
Aria. Acqua. Fuoco.
Mattia e Maximilian.
Tre elementi. Due giovani innamorati.
E poi, arrivò l'Inquisizione.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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La pioggia cade incessante e funesta la piccola casa, le imposte sbattono una contro l’altra nella furia dell’acqua e non mi permettono di dormire. La luce della candela getta ombre tetre sulla stanza, fanno anche più paura di quest’acqua che incessante cade su di noi, senza bagnarci. Il mio petto si muove piano, nonostante il freddo, sei appoggiato contro di esso e dormi beato, la pioggia non t’interessa, anzi, hai sempre detto che ti culla come una dolce nenia. Invece a me fa paura, Maximilian, la pioggia fa salire in me il terrore di perdere tutto ciò che mi è caro, perché l’acqua si porta via tutto ciò che può. Forse avverto questa paura perché il giorno in cui i miei genitori sono morti pioveva, forse perché l’acqua nella sua cattiveria si è portata via la mia vita. Eppure ora sono qui, con te che dormi beato sul mio petto e l’acqua scorre incessante fuori da quella finestra, ma tu non sei stato portato via da lei. Avverto il battere incessante alla porta da basso, lo sento e capisco che non è la pioggia, perché non può abbattersi con tanta cattiveria. Mi alzo, lasciandoti dormiente nel mio letto, infilo la veste e corro a piedi nudi per le scale, fino a trovarmi di fronte alla porta, che apro sospirando. Di fronte a me vedo un uomo con un cappuccio nero che gli copre il volto, un bastone di legno nodoso che lo tiene in piedi e l’acqua che gli scorre addosso.
“Posso entrare?” domanda l’uomo con voce bassa, nonostante il suo corpo sembri forte. Annuisco e mi scosto per farlo entrare, lui toglie il cappuccio nero e si rifugia nella piccola casa, si siede su una panca e poggia il bastone contro il tavolo, poi mi fissa a lungo. Ha folti capelli castani, lo sguardo duro di chi non ha paura di nulla ed i piedi nudi e callosi di chi cammina senza timore su qualsiasi tipo di sentiero. Avverto i tuoi passi sulle scale, ti fermi perplesso ed a torso nudo sull’ultimo scalino, fissi perplesso prima me poi l’uomo.
“Scusate l’intrusione, sono un viandante che ha bisogno di cibo e calore, ne avete?” domanda questi in un italiano incespicato, che mi ricorda quello di Maximilian.
“Siamo poveri, abbiamo poco con il quale sfamarvi, spero basti!” rispondo prontamente, afferrando una ciotola e versandovi dei fagioli avanzati dalla cena.
“Basterà! Abitate soli?” chiede l’uomo infilando il cucchiaio nella ciotola.
“No, siamo due giovani garzoni che stanno imparando l’arte del combattimento,  ma il nostro maestro è vecchio e lo lasceremo riposare!” replica Maximilian sedendosi di fronte all’uomo accanto a me. Parliamo con l’uomo tutta la notte, il maestro scende da basso mentre fuori, da qualche parte, il sole si sta alzando. Non di certo qui, in questa casa, perché l’acqua continua incessante a cadere, a funestare il tetto che potrebbe crollare e le imposte che continuano a sbattere. Acqua. Acqua. Altra acqua. E la mia previsione era esatta, l’acqua si porta via tutto quel che più conta, perché l’uomo che abbiamo accolto in casa è un Inquisitore.
   
 
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