Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: Genevieve7    02/01/2013    1 recensioni
You better learn how to treat us right
Cause onces a good girl goes bad
We die forever
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Dai, sbrigati, ho bisogno di fumarmi una sigaretta” soffiò Bea, a quanto pare oggi è una giornata ‘no’.
“Che hai?” chiesi entrando in macchina, in modo da dimostrare il mio interesse che in realtà non esisteva assolutamente.
“Niente” sputò acida “lascia stare”.
 
“Perché cazzo ci avete messo così tanto?” sentii sbraitare.
“Olly, Dio, stai calmo” soffiai “ma che avete tutti quanti, oggi?”
Un rumore sordo, che si propagò nell’aria e nella mia testa, nella mia pelle, nelle mie ossa.
Olly era a terra, il naso e la bocca imbrattati di sangue e gli occhi sbarrati, una spinta e mi ritrovai a terra anche io, con il viso che toccava l’asfalto freddo e ruvido.
“Adesso hai paura eh? Coglione.” Una voce, la voce di tutti i miei pensieri.  Un altro colpo, un altro e un altro ancora e a terra Olly che chiede, implora di smettere. Mi giro di scatto, quegli occhi che avevo visto troppo spesso in soli due giorni, non ero più abituata. Quegli occhi che ora mi fulminavano e il mio corpo scosso da un tremito di paura e angoscia. Che cosa cavolo sta succedendo?
 
“Alzati” mi impose, non riuscii a muovermi, giuro che ci provai ma il mio corpo non rispondeva. “Muoviti” mi prese per un braccio con una stretta troppo forte, mi fece male e io feci una smorfia di dolore staccandomi da quella morsa.
“Sali in macchina” continuava a darmi ordini e ad ogni parola il mio cuore perdeva un colpo. Sentii qualcosa bagnarmi il mento e scendere lentamente verso il collo, Tom prese un fazzoletto e mi asciugò il sangue che mi colava dal labbro inferiore. “Mi dispiace” soffiò, ma in un modo contorto era infuriato con me e questo mi fece innervosire.
“Mi spieghi che cazzo è successo?” sbottai. Non rispose, vidi la mandibola irrigidirsi ma non disse niente.
“Tom!!” urlai in modo isterico. “Cristo, ma chi sei? Non puoi essere la ragazzina che ho conosciuto più di 10 anni fa” soffiò con una vena di odio nei miei confronti. Quella frase mi ammutolì e non parlai né mi mossi più fino a quando la macchina non si fermo definitivamente nel viottolo di casa sua.
 
Scesi lentamente, avevo le gambe che tremavano e non riuscivo a trovare una stabilità. Respirai a fondo cominciai a camminare dietro a lui. Non parlava, io non parlavo e trattenevo il respiro.
Entrai in casa e vidi una cosa che mi fece rabbrividire come mai mi era successo. Bill pieno di lividi e il con il viso gonfio. “Bill..” avevo già capito “ti hanno picchiato?”
“Mi sembra una domanda stupida, Mia” soffiò acido Tom dietro di me.
“Mia, che ci fai qua? Cosa hai fatto al labbro?” mi leccai la ferita, cavolo bruciava. “Tom?” lo guardò Bill chiedendo una spiegazione per la mia presenza.
“Era con quelli che ti hanno fatto questo, Bill..”
“Cosa? Perché? Ieri sera eri li?”
“No, Bill, non sapevo cosa ti fosse successo fino ad ora..mi dispiace non so come sia possibile, ci deve essere una spiegazione..” tentai di spiegarmi.
“Mia, che cazzo dici? I tuoi amici hanno picchiato Bill perché ha visto cosa facevano ad un ragazzo che non aveva pagato della roba” disse Tom, io abbassai lo sguardo.
“Bene allora lo sai, cos’è? Ti droghi anche te? Beh se la risposta è si, si vede, fai paura..”
“Tom! Smettila!” lo rimproverò sua madre che arrivava dall’altra stanza, con gli occhi impregnati di lacrime.
“Che schifo” sentenziò Tom, mi guardò in un modo che mi gelò il sangue e se ne andò al piano superiore.
 
Inspirai il fumo della sigaretta che tenevo tra le mie dita ormai scheletriche, mi faceva male la gola, la testa, avevo la nausea. Entrai e mi accoccolai a Bill che era seduto sul divano con una tisana rilassante tra le mani.
Sorrisi, al contatto con la sua spalla e sentendo quel profumo così simile e, allo stesso tempo, così diverso da quello del fratello. “Mi dispiace così tanto..” dissi quasi senza voce. “Mia..non importa, non è colpa tua, però..” si sedette meglio e mi guardò negli occhi “è vero quello che ha detto mio fratello? Sei così diversa, non hai nemmeno più il profumo delicato che avevi prima? Che fine ha fatto la Mia di quando io e Tom siamo partiti?” quelle parole mi uccisero, era vero, tutto vero, ero diversa ma in parte era colpa del coglione che era di sopra, quindi sarei dovuta andare a dirgli che forse, se ora gli faccio così schifo, era in parte anche colpa sua.
Mi alzai di scatto dando un bacio sulla guancia di Bill e chiedendo di nuovo scusa. Lui mi sorrise e mi lasciò andare, capendo quale era la mia direzione.
 
Bussai ripetutamente alla porta di quella stanza, così conosciuta. Nessuna risposta. Entrai comunque e trovai Tom mentre ascoltava l’i-pod, ad occhi chiusi senza accorgersi della mia presenza. Ebbi un po’ di tempo per guardarlo, era cambiato, era diventato un uomo, tamburellava con le dita il suo i-pod.
Mi schiarii la voce, nessuna risposta. “Tom” niente. Gli toccai una spalla e lui si alzò di scatto e con una spinta mi buttò a terra. “Cha diavolo ci fai qui? Non mi pare di averti detto di entrare” disse guardandomi dritto negli occhi. Mi alzai e mi sedetti sul letto, mantenendo le distanze, casomai avesse comprensibili istinti omicidi nei miei confronti.
“Non ti sedere” continuò acido puntando i suoi occhi nocciola nei miei.
 “Tom, non me ne vado da qui” dissi “quindi non disturbarti a trovare un modo per buttarmi fuori”
“Me ne vado io allora” sentenziò alzandosi dal letto, lo afferrai per la felpa e lui si girò infuriato verso di me, cominciò ad avanzare e io cominciai ad aver davvero paura, indietreggiai fino a trovare il letto dietro di me. “Tom, smettila, basta” soffiai.
Fece un sorrisetto quasi maligno, faceva davvero paura. Lo spinsi via.
“Smettila di fare lo stronzo e parliamo” dissi velocemente, allontanandomi da lui. Non ottenni risposta.
“Bene, allora ti faccio schifo, mh?”
“Direi di si, al momento più che mai” a quelle parole diventai paonazza dalla rabbia.
“E, vediamo, sai perché sono diventata così?”
“Perché sei una stupida ragazzina con la mania di essere accudita da tutti, vuoi un abbraccio? Non ti senti bene?” ancora quel sorrisetto.
“Cristo, chi ti credi di essere?” sbraitai “io sono così perché te ne sei andato come se nulla fosse, mi hai lasciato in questo posto di merda a marcire! Li vedi questi?” tirai su la manica del maglione che indossavo “cosa ti sembrano? Contali, uno ogni settimana in cui te eri a fare la bella vita in America, stronzo!”
Tom impallidì, mi prese il braccio e cominciò ad ispezionarlo in modo isterico “che cazzo ti sei fatta, Mia”.


Genevieve.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: Genevieve7