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Autore: itsJay_95    02/01/2013    5 recensioni
MOMENTANEAMENTE SOSPESA-
Dal testo:
“Sei l'unico che può sentirmi. Di conseguenza: l'unico che può aiutarmi” Justin spalancò gli occhi. L'unico che poteva sentirlo?
“Mi prenderanno per pazzo se mi vedono parlare con un cane”. Il cagnolino ridacchiò annuendo. Chi non gli avrebbe dato del pazzo?
“E poi? Una volta che ti avrò aiutato che succederà?” domanda più che lecita.
“Riposerò finalmente in pace.”
Justin si rattristò nuovamente. Ryan era morto e quella dentro al cucciolo era solo la sua anima. Sempre se non stava sognando. Era tutto molto discutibile.
Magari era ubriaco.
“Che devo fare?” sbuffò infine.
“Devi far innamorare di te Daphne.”
Che cosa?
Genere: Fantasy, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2. Sei più bella quando sorridi.

Come poteva andare tutto meglio se lei si sentiva sempre peggio senza Ryan?
Non sorrideva da un mese e mezzo ormai, e i suoi amici e i suoi parenti non speravano più di tanto di rivedere quel sorriso che le illuminava il viso.
Si alzò dal letto e si fissò le gambe troppo magre.
Daphne aveva smesso di mangiare la settimana dopo il funerale. Era praticamente uno scheletro in piedi, non che prima fosse grassa, ma almeno riusciva a tenere su i pantaloni senza cinture o altri supporti... le andava tutto largo e faceva fatica a trovare vestiti che le andassero.
Si era tinta da sola i capelli di rosso, ma sbagliando il dosaggio erano diventati rosa. E i capelli, erano l'unica cosa colorata in lei.
Indossava solo maglioni neri, pantaloni neri alternandoli a qualche gonna lunga, e anfibi neri. Nessuno la riconosceva più. Non era più la ragazza solare di prima.
La madre la obbligava ad andare da uno psicologo due volte a settimana, ma nemmeno lui riusciva a strapparle qualche parola... qualche pensiero. Niente.
Daphne era solo ciò che vestiva: nero.
E nel nero sono racchiuse un sacco di cose.
Il buio è nero, ad esempio. E nel buio si nascondono tutte le paure di una persona.
Nel buio ci sono le tenebre. Chi non è spaventato dalle tenebre? Cosa c'è nelle tenebre? Non si sa.
E il non sapere a cosa si va incontro fa paura, a chiunque. Anche a Chuck Norris.
Si alzò dal letto e si trascinò davanti all'armadio. Ne estrasse dei jeans neri e un maglione oversize nero e di lana, con delle borchie sulle spalle. Si legò i capelli rosa in una crocchia morbida e indossò una bandana come fascetta, per evitare ciuffi ribelli sul viso.
Si andò a lavare il viso e i denti e dopo pensò al trucco. Tanto mascara e tanta matita nera. Nient'altro.
Infilò gli stivali ed uscì dalla sua camera raggiungendo la madre in cucina.
Buongiorno Daphne.” la salutò la donna mentre cucinava dei pancakes.
Stai cucinando?
Pancakes ai mirtilli, i tuoi preferiti!” esclamò contenta la madre.
Perché sorrideva così tanto? Era felice? E perché?
Non ho appetito.” rispose piatta Daphne.
Dovrai pur mangiare qualcosa! Non puoi mica affrontare sei ore di scuola a stomaco vuoto!” continuò con quell'entusiasmo la donna. Da dove la prendeva tutta quella felicità alle otto del mattino?
Non ho appetito e basta.” sbottò facendo capire che non voleva continuare il discorso.
La madre sospirò mettendo sul piatto l'ultimo pancake che stava in padella.
Non sapeva più che fare con sua figlia. Le aveva provate di tutte.
Almeno hai voglia di andare a scuola?” domandò sedendosi di fronte a lei.
Non molta, ma ci andrò lo stesso... sono obbligata
Vuoi venire in clinica con me? Ci sono parecchie cose da fare e se mi dai una mano finisco prima e magari potremmo fare un po' di shopping pomeriggio” la proposta in sé non era malvagia. Anche perché aveva bisogno di vestiti, ma non era dell'umore adatto.
Avrebbe mai avuto l'umore adatto per fare qualcosa?!
Decise di accettare la proposta della madre così da evitare anche l'interrogazione di francese: non aveva studiato nulla.
Va bene, ma non mi metto dietro alle pratiche in ufficio!” ci tenne subito a precisarlo perché sapeva quanto la madre odiasse stare in ufficio a compilare fatture su fatture.
La madre ridacchiò alzandosi da tavola per afferrare le chiavi dell'auto e quelle della clinica.
Andiamo? Tuo padre mi starà aspettando per dargli il cambio” disse a Daphne per distrarla dai suoi pensieri.
Si alzò dalla sedia e seguì la madre nell'auto e attese di arrivare alla clinica in silenzio.
Non aveva nulla da dire, ma stare zitta non era la migliore soluzione. Se non parlava la sua mente si affollava di pensieri e frasi che la facevano impazzire. Così, si allungò verso lo stereo e lo accese. Un po' di musica l'avrebbe distratta, o forse no, ma tentar non nuoce.
Per fortuna, nessuna delle canzoni trasmesse, le riportò alla mente ricordi di Ryan o Ryan. E il viaggio fino alla clinica fu abbastanza sereno.
Perché abbastanza? Perché nonostante il silenzio privo di imbarazzo, l'aria che si respirava nell'abitacolo era abbastanza tesa. Daphne era sempre sull'attenti, pronta a cambiare stazione radio nel caso in cui essa trasmetteva una canzone che le ricordava Ryan. O loro due insieme.

 

 

Daphne aveva appena finito di assistere sua madre mentre vaccinava un cucciolo di siamese quando si accasciò su una delle poltroncine della clinica. Era esausta.
Erano parecchi mesi che non andava ad aiutare i suoi in clinica e si era dimenticata quanto fosse faticoso stare dietro agli ordini di sua madre. “Prendi quel flacone lì!” “Vai da Erika, chiedile di darti l'antibiotico!” “Porta queste carte al terzo piano da Marco!” insomma, aveva faticato parecchio. Era anche vero che stando lì a correre a destra e a manca le aveva fatto bene. Non aveva pensato nemmeno una volta a Ryan. Anche se era abbastanza triste vedere che nessuno si fosse interessato a chiederle il perché della sua assenza a scuola. Ryan l'avrebbe riempita di sms.
Sbuffò passandosi una mano sulla fronte, era addirittura sudata!
Sentì la porta aprirsi e si voltò a fissare chi stesse entrando.
Bieber? Con un cane?

Sia la ragazza che il ragazzo rimasero sorpresi. Che ci faceva lì lui? E da quando aveva un cane?
Si alzò in piedi e cercò di allontanarsi in fretta, ma sentì le zampe del cane seguirla e si fermò a fissare il labrador.
Che ci fai qui, Bieber?
Ciao anche a te, bellezza!” borbottò lui cercando di sorridere. Il cane iniziò ad abbaiargli contro come se lo stesse sgridando. “Hai ragione, scusa.” sussurrò. Parlava col cane? Daphne lo fissò con sguardo assassino prima di essere travolta dalle feste del cane del ragazzo. Le zampe del cane stavano sul ventre della ragazza mentre scodinzolava in attesa delle coccole. Daphne si chinò sul cane e iniziò ad accarezzarlo tutto “Ehi bello! Vuoi le coccole eh? Il tuo padrone ti trascura, ci scommetto!
Va che ti sento” disse Justin. Chissà, magari Daphne aveva fatto quei commenti pensando che se ne fosse andato.
Almeno non hai bisogno dell'apparecchio acustico. Non sei felice?” commentò sarcastica sfoggiando un piccolo sorriso.
Di che hai bisogno?” continuò fissando il ragazzo.
Devo far fare a Ryan un controllo. Avevo preso l'appuntamento con tua madre due settimane fa”.
Ryan? Davvero il bastardo aveva chiamato Ryan il suo cane?
Sei un stronzo” mormorò cercando di trattenere le lacrime. Come aveva avuto il coraggio di nominarlo con così tanta noncuranza? Il cane iniziò ad abbaiare e Justin si accorse dell'espressione abbattuta della ragazza. Non aveva intenzione di farla stare male. Ne era davvero mortificato.
Non l'ho scelto io il nome. Davvero! Ho trovato questo cane e l'ho preso con me, basta!” cercò di giustificarsi. Il cane aveva preso a mordicchiare il maglione di Daphne, cercava di aiutare Bieber?
Ti accompagno da mia madre. Seguimi senza fiatare.
Daphne, davvero. Credimi. Non l'ho scelto io il nome.
Ti ho detto di non. Fiatare.” disse scandendo le ultime due parole.
Daphne... io” ritentò.
Zitto!” sbottò infine. Ne aveva già abbastanza di quel ragazzo.
Il cane ringhiò, ma non in direzione di Daphne, ma verso il suo padrone. Strano, no?
Justin si sentiva davvero, davvero, davvero, mortificato.
Justin lasciatelo dire: sei un vero coglione.” commentò Ryan.
Justin si limitò ad annuire, così evitando di far pensare che fosse pazzo a parlare con un cane.
Entrò nella stanza dove la madre di Daphne scriveva qualcosa a computer e aspettò.
Vide la donna sorridergli e dire a Daphne di aspettare lì, per assisterla, poiché sarebbe stato interessante anche per lei. vide la ragazza roteare gli occhi al cielo mentre si sedeva dietro la scrivania, dove poco prima sedeva la madre.
Alla fine non vide niente di quella visita, ma quando la madre le disse che l'iniezione a Ryan l'avrebbe fatta lei, Daphne iniziò a tremare.
Si sentiva male soltanto al sentir pronunciare quel nome.
Ryan aveva un piccolo problema al cuore, ma era normale. Il cane era nato solo per ospitare l'anima del ragazzo, e il ragazzo era morto, di conseguenza non poteva stare bene al cento per cento, sarebbe stato troppo bello.
Prese la siringa e si avvicinò al cane.
Mamma, devo proprio?” la madre annuì e basta. Daphne fissò lo sguardo in quello del cane e liberò la siringa dall'involucro sterilizzato.
Non ti faccio male. Promesso.” si sentì in obbligo a rassicurare il cane, ma perché? In fondo era solo un cane. Non era nemmeno in grado di pensare.
Mi fido di te.” rispose Ryan, ma la ragazza udì solo un pianto canino.
Gli accarezzò il capo e si avvicinò alla zampa posteriore per inserire l'ago.
Fu soddisfatta del risultato notando che il cane non si era lamentato nemmeno un po'.
Rimase anche a fissare la siringa vuota, chissà che magari non l'avesse affatto inserita nella carne del cane.
Sorrise buttando l'oggetto nel cestino e poi accarezzò il cane sulla testa finché sua madre non disse a Justin di tornare il mese dopo e il cane scese dal lettino raggiungendo il suo padrone.
Sei più bella quando sorridi.” Justin parlò senza pensare, ma Daphne sembrò non averlo sentito. Per sua fortuna.

 

Quel pomeriggio, dopo lo shopping e il parrucchiere – che l'aveva fatta tornare miracolosamente mora – con la madre, Daphne si sedette davanti al pc della sua camera e iniziò a vagare sul web.
Aprì la mail, per leggere la posta che aveva ricevuto e cestinarne la maggior parte. Dopo tre pagine di posta ne trovò una che arrivava da un social network che non usava dai tempi della terza media.
Rientrò in quel profilo dove ormai nessuno la cercava, e iniziò a cancellare tutte le foto da sopra e rifare tutto.
Rese il profilo più recente, mettendo foto recenti e foto un po' più vecchie e aggiornò anche lo status. Le basto scrivere un semplice “Che noia, nessuno online da tenermi compagnia?x” per ricevere decine di visite al suo profilo.
Gente che l'aggiungeva tra le amicizie e chi già le commentava le foto facendole complimenti, a parer suo, esagerati.
Uno in particolare le rimase in mente.
Non diceva nulla di che ma la colpì “Già ti amo, sei una Dea!”. Nulla di particolare no? Ma l'ultimo “ti amo” che aveva sentito, usciva dalle labbra di Ryan. Non pensava che un ti amo detto da uno sconosciuto potesse farla sentire male.
Senza volerlo, Daphne si ritrovò a piangere davanti a quella frase e ad odiare con tutta se stessa quel ragazzo che aveva osato scriverlo con così tanta facilità.
La gente non dava più peso a ciò che scriveva?



 


Eccomi di nuovo qui!
Scusate se ci ho messo un po' di più dell'altra volta, ma tra le feste e i parenti dove trovavo il tempo per scrivere e perfezionare questo capitolo di cacca?
Allora.
Vi ringrazio tantissimo!
Siete stupende!
Non aspettavo ADDIRITTURA quattro recensioni al capitolo precedente!
Sinceramente non me ne aspettavo nemmeno mezza, non pensavo di meritarne addirittura quattro!
Non sarò mai una di quelle che dicono " a quattro recensioni aggiorno", non vi obbligo a recensire i miei capitoli o le mie storie, vi chiedo dei pareri, non vi punto le pistole alla tempia se essi non arrivano! :)
Ringrazio anche chi su twitter mi scrive complimenti, a parer mio, eccessivi, siete davvero bellissime tutte quante!**
Che altro aggiungere?
ah sì, parliamo del capitolo.
Qui non succede chissà che cosa. Bieber fa un po' il pirla e Daphne sta diventando buia.
Sta entrando nella depressione più totale(?)
Quando Justin dice "Daphne...io..." dovete leggerlo come lo dice Peeta Mellark in Hunger Games, quando Katniss vuole salvarlo e lui dice che tanto è inutile perché morirà. My tribute feelings çç
Dovreste vedere la mia faccia mi sono imbronciata veramente AHAHAHAHAHAH
Ma andando avanti (ora sto sorridendo :33) in questo capitolo c'è un pezzo che mi piace in un modo assurdo. 
E' quando Daphne dice "Non ti farò male. Lo Prometto" e Ryan risponde "Mi fido di te" come se lei potesse sentirlo. 
Inutile dirvi che sono scoppiata a piangere da sola AHAHAHAHAHAHAH
Poi. Il sito al quale Daphne torna ad aggiornare è Netlog. Chi non lo ha avuto? LOL
Io ce l'ho ancora ahahahahahah
*THE CITY NEVER SLEEEPPSSSSS!* cantate con me ed Ed Sheeran, su.
Che altro dirvi? 
Ah sì.
Tra un po' cambio il banner. Non so quando ma lo cambierò perché ho cambiato il volto di Daphne.
Ho deciso di usare il volto di Janelle Evans, una delle ragazze di Teen Mom 2.
Boh, mi piace tanto quella ragazza, e secondo me ci sta nel personaggio di Daphne, vi metto anche una foto, così vi fate un'idea.
E che altro?
Niente, se volete lasciatemi un parere, aggiornerò appena il capitolo quattro (CHE HO IN MENTE DI SCRIVERE TRA OGGI E DOMANI) sarà decente, anche se la vedo dura, faccio schifo a scrivere ciò che immagino çç
Vabbeh, vi lascio anche il mio account Facebook (attenti a guardare le foto, non vorrei tramautizzarvi), quello Twitter e la pagina Facebook dove mi trovate sempre uu
Volete anche Netlog? AHAHAHAH

 

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Janelle Evans alias Daphne Hays :)



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Mio Facebook, non fate caso alla mia faccia orrenda :3


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LO AMO AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH E' JOSH HUTCHERSON, IL MIO MARITINO :3
Comunque questo è il mio Twitter :3

E la pagina facebook è questa:  My drug is Twitter ϟ

 


Alla prossima
un bacione
Manuela 
 
 
 

   
 
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