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Autore: Cicci 12    20/07/2007    3 recensioni
- Mi chiamo Eiko! Piacere di conoscerti... Shinichi Kudo!-.... chi sarà questa strana ragazza che conosce la vera identità del piccolo Conan? Che ruolo avrà nella storia? il giovane detective potrà fidarsi di lei? potrete scoprirlo solo leggendo!!! tra omicidi, mistri e nuovi amori, inizia una nuova avventura per il detective Conan
Genere: Generale, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Cap. 15 Finalmente insieme

Cap. 15 Finalmente insieme

 

Eiko aveva fatto un giro di telefonate veloci, poi era tornata in camera di Shinichi.

L’aveva trovato seduto, mentre guardava la TV.

- Ho chiamato lo zio, i tuoi genitori e Ran. Saranno qui tra pochi minuti.- attirò la sua attenzione la giovane.

Il ragazzo si voltò e le sorrise; poi tornò ad osservare lo schermo.

- Non li hanno presi, eh?- chiese poi.

- Come?!-

L’Agasa lo guardò, senza capire a cosa si riferisse.

Lui le indicò semplicemente l’apparecchio appeso al muro e lei guardò: in primo piano vi era una foto di Shinichi.

“ Il giovane detective del liceo si trova in coma presso l’ospedale di Tokyo, in seguito ad una sparatoria avvenuta nel cantiere abbandonato del nuovo teatro. La polizia non è ancora sicura di ciò che è successo, ma si sa che con il giovane Kudo vi era anche Eiko Agasa, nipote del famoso inventore, il dottor Agasa. Ancora non si hanno accertamenti riguardo…”

La voce della giornalista fu sovrastata da quella del giovane steso a letto.

- Se non sanno chi ha sparato, significa che Gin e Vodka sono ancora a piede libero…-

Eiko annuì, abbassando gli occhi.

- Maledizione.- imprecò Kudo, stringendo i denti.

- Shinichi, ti prego, non ci pesare adesso. L’importante ora è che tu ti riprenda, poi potrai tornare alle tue investigazioni.- lo scongiurò quasi la ragazza.

Il detective la guardò con dolcezza, poi le sorrise.

- Hai ragione. Abbiamo già rischiato, per il momento. Vieni qui.- la chiamò a se, allungando un braccio.

Eiko sorrise a sua volta e si diresse verso di lui.

Si abbracciarono, poi lui posò le sue labbra su quelle dolci e morbide di lei.

Si baciarono, mentre le loro lingue duellarono senza sosta.

Entrambi avrebbero voluto che quel momento non finisse mai, ma furono interrotti da dei passi lungo il corridoio.

Tutti e due si voltarono appena in tempo per vedere Yukiko fondarsi sul figlio, lasciando appena il tempo alla ragazza di sciogliersi dal suo abbraccio.

- Oh, piccolo mio! Grazie al cielo stai bene. Ero così preoccupata.- esclamò la donna stringendolo forte.

- Mamma. Mi fai male.- si lamentò il giovane.

- Oh, scusa, tesoro.-

Lei si allontanò un po’, lasciando che anche gli altri lo salutassero.

- Come stai figliolo?- chiese Yusaku, abbracciandolo.

- Meglio, papà, grazie.-

Eiko guardò con tenerezza quella scena e senza accorgersene si voltò verso Ran.

Vide che anche lei la guardava, come infastidita: che li avesse visti abbracciati quando era entrata?

La giovane distolse lo sguardo, riportandolo su Shinichi che stava stringendo la mano al professor Agasa.

- Ora ditemi: la polizia ha scoperto qualcosa? Su quegli uomini intendo.- chiese dopo i saluti il detective.

- Purtroppo no. Quei due sono scappati e si sono dileguati nel nulla.- rispose Ai, chiudendo gli occhi.

- Lo immaginavo.- sospirò il giovane.

- Ora è meglio se ti lasciamo riposare. Torneremo domani.- intervenne il padre.

- D’accordo papà.-

Shinichi guardò Eiko che con un cenno del capo gli indicò Ran: gli bastò questo per capire che doveva parlarle, così annuì.

Erano tutti sulla porta, quando Kudo parlò.

- Ran, potresti rimanere un secondo. Dovrei parlarti.-

La ragazza rimase indietro, mentre gli altri uscivano.

L’Agasa decise di attendere: voleva salutarlo prima di andare a casa.

Passò circa un quarto d’ora, poi vide la Mouri venirle incontro.

Le si fermò davanti e si fissarono negli occhi per alcuni istanti.

Poi la giapponese parlò.

- Ho parlato con Shinichi. Mi ha parlato dei suoi sentimenti. E… bè, io non posso farci niente, se non accettare. Hai vinto. Ci vediamo domani.- e con queste parole la superò.

Eiko vide qualche lacrima scenderle sulle guance e le dispiacque per lei, ma come aveva detto nessuno ci poteva fare niente.

Al cuore non si comanda.

L’americana tornò nella stanza del detective.

- Come l’ha presa?- le chiese lui quando la vide.

- Un po’ male… ma era comprensibile.-

- Mi dispiace farla soffrire, ma non ci posso fare molto.-

La ragazza si avvicinò a lui e gli accarezzò una guancia.

- Lo so. Non è colpa tua.-

Si sorrisero, poi lui si fece un po’ da parte per farla sdraiare accanto a lui.

Lei appoggiò la testa sulla sua spalla mentre lui le accarezzava i capelli.

- Come ti senti?- le chiese poi lei, alzando il viso per guardarlo.

- Molto meglio.- rispose lui con sguardo malizioso.

Sorrisero e si baciarono ancora.

Ci vollero circe 6 giorni prima che Shinichi fosse dimesso dall’ospedale: tutti lo andavano a trovare e Eiko passava più tempo fra quelle mura bianche che a casa sua.

Finalmente arrivò il giorno, e l’americana lo andò a prendere per riportarlo a casa.

Entrarono dalla porta: Kudo teneva un braccio intorno alle spalle dell’Agasa, che lo aiutava.

Quando entrarono in salotto, trovarono tutti che li aspettavano.

- Bentornato a casa, tesoro.- lo salutò Yukiko abbracciandolo.

Passarono così il resto della serata, tra chiacchiere, risate, patatine e pop-corn.

Una vera e propria festa.

Era ormai l’una di notte quando decisero di ritirarsi.

Eiko aiutò Shinichi ad andare nella sua camera e a distendersi sul letto.

- Buonanotte.- gli disse lei, stampandogli un bacio sulle lebbra.

- Dove credi di andare?-

Lui la attirò a se, facendola cadere sulle lenzuola accanto a lui e cominciando a baciarla.

Quando lui passò al suo collo lei disse: - Shinichi, sei appena uscito dell’ospedale. Sei ancora convalescente.-

- Sto benissimo, credimi.-

Continuarono a baciarsi e l’Agasa questa volta non lo respinse.

La passione cominciò a crescere nei due, e perfino Kudo non sentiva più alcun dolore.

Presto le loro magliette caddero a terra, seguiti dai pantaloni e dall’intimo.

Poi, dopo essersi guardati negli occhi, lui entrò in lei e divennero una cosa sola.

Non esisteva più nulla, nessun dolore fisico, né morale, né nessuno uomo in nero; solo loro due e il loro amore.

Quando entrambi furono appagati si abbracciarono e, cosa non prevista dalla ragazza, si addormentarono.

 

Eccovi il nuovo chap.

In questa ultima parte mi sono dovuta trattenere, dal momento che ho messo il reating giallo, però spero di aver reso l’idea.

Passo subito ad avvisarvi che per un po’ non potrò aggiornare: parto per il mare e per 15 giorni non potrò scrivere.

Spero di non ricevere lettere minatorie.

Intanto ringrazio magicadula, Dany92 e viky4forever ( da Edimburgo. Che mita!!).

Alla prossima…

Baci

Cicci12

 

  
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