Cap. 15 Finalmente insieme
Eiko aveva fatto un giro di telefonate veloci, poi era tornata in camera di Shinichi.
L’aveva trovato seduto, mentre guardava la TV.
- Ho chiamato lo zio, i tuoi genitori e Ran.
Saranno qui tra pochi minuti.- attirò la sua attenzione la giovane.
Il ragazzo si voltò e le sorrise; poi tornò ad
osservare lo schermo.
- Non li hanno presi, eh?- chiese poi.
- Come?!-
L’Agasa lo guardò, senza capire a cosa si
riferisse.
Lui le indicò semplicemente l’apparecchio
appeso al muro e lei guardò: in primo piano vi era una foto di Shinichi.
“ Il giovane detective del liceo si trova in
coma presso l’ospedale di Tokyo, in seguito ad una sparatoria avvenuta nel
cantiere abbandonato del nuovo teatro. La polizia non è ancora sicura di ciò
che è successo, ma si sa che con il giovane Kudo vi era anche Eiko Agasa,
nipote del famoso inventore, il dottor Agasa. Ancora non si hanno accertamenti
riguardo…”
La voce della giornalista fu sovrastata da
quella del giovane steso a letto.
- Se non sanno chi ha sparato, significa che
Gin e Vodka sono ancora a piede libero…-
Eiko annuì, abbassando gli occhi.
- Maledizione.- imprecò Kudo, stringendo i
denti.
- Shinichi, ti prego, non ci pesare adesso.
L’importante ora è che tu ti riprenda, poi potrai tornare alle tue investigazioni.-
lo scongiurò quasi la ragazza.
Il detective la guardò con dolcezza, poi le
sorrise.
- Hai ragione. Abbiamo già rischiato, per il
momento. Vieni qui.- la chiamò a se, allungando un braccio.
Eiko sorrise a sua volta e si diresse verso di
lui.
Si abbracciarono, poi lui posò le sue labbra
su quelle dolci e morbide di lei.
Si baciarono, mentre le loro lingue duellarono
senza sosta.
Entrambi avrebbero voluto che quel momento non
finisse mai, ma furono interrotti da dei passi lungo il corridoio.
Tutti e due si voltarono appena in tempo per
vedere Yukiko fondarsi sul figlio, lasciando appena il tempo alla ragazza di
sciogliersi dal suo abbraccio.
- Oh, piccolo mio! Grazie al cielo stai bene.
Ero così preoccupata.- esclamò la donna stringendolo forte.
- Mamma. Mi fai male.- si lamentò il giovane.
- Oh, scusa, tesoro.-
Lei si allontanò un po’, lasciando che anche
gli altri lo salutassero.
- Come stai figliolo?- chiese Yusaku,
abbracciandolo.
- Meglio, papà, grazie.-
Eiko guardò con tenerezza quella scena e senza
accorgersene si voltò verso Ran.
Vide che anche lei la guardava, come
infastidita: che li avesse visti abbracciati quando era entrata?
La giovane distolse lo sguardo, riportandolo
su Shinichi che stava stringendo la mano al professor Agasa.
- Ora ditemi: la polizia ha scoperto qualcosa?
Su quegli uomini intendo.- chiese dopo i saluti il detective.
- Purtroppo no. Quei due sono scappati e si
sono dileguati nel nulla.- rispose Ai, chiudendo gli occhi.
- Lo immaginavo.- sospirò il giovane.
- Ora è meglio se ti lasciamo riposare.
Torneremo domani.- intervenne il padre.
- D’accordo papà.-
Shinichi guardò Eiko che con un cenno del capo
gli indicò Ran: gli bastò questo per capire che doveva parlarle, così annuì.
Erano tutti sulla porta, quando Kudo parlò.
- Ran, potresti rimanere un secondo. Dovrei
parlarti.-
La ragazza rimase indietro, mentre gli altri
uscivano.
L’Agasa decise di attendere: voleva salutarlo
prima di andare a casa.
Passò circa un quarto d’ora, poi vide la Mouri
venirle incontro.
Le si fermò davanti e si fissarono negli occhi
per alcuni istanti.
Poi la giapponese parlò.
- Ho parlato con Shinichi. Mi ha parlato dei
suoi sentimenti. E… bè, io non posso farci niente, se non accettare. Hai vinto.
Ci vediamo domani.- e con queste parole la superò.
Eiko vide qualche lacrima scenderle sulle
guance e le dispiacque per lei, ma come aveva detto nessuno ci poteva fare
niente.
Al cuore non si comanda.
L’americana tornò nella stanza del detective.
- Come l’ha presa?- le chiese lui quando la
vide.
- Un po’ male… ma era comprensibile.-
- Mi dispiace farla soffrire, ma non ci posso
fare molto.-
La ragazza si avvicinò a lui e gli accarezzò
una guancia.
- Lo so. Non è colpa tua.-
Si sorrisero, poi lui si fece un po’ da parte
per farla sdraiare accanto a lui.
Lei appoggiò la testa sulla sua spalla mentre
lui le accarezzava i capelli.
- Come ti senti?- le chiese poi lei, alzando
il viso per guardarlo.
- Molto meglio.- rispose lui con sguardo
malizioso.
Sorrisero e si baciarono ancora.
Ci vollero circe 6 giorni prima che Shinichi
fosse dimesso dall’ospedale: tutti lo andavano a trovare e Eiko passava più
tempo fra quelle mura bianche che a casa sua.
Finalmente arrivò il giorno, e l’americana lo
andò a prendere per riportarlo a casa.
Entrarono dalla porta: Kudo teneva un braccio
intorno alle spalle dell’Agasa, che lo aiutava.
Quando entrarono in salotto, trovarono tutti
che li aspettavano.
- Bentornato a casa, tesoro.- lo salutò Yukiko
abbracciandolo.
Passarono così il resto della serata, tra
chiacchiere, risate, patatine e pop-corn.
Una vera e propria festa.
Era ormai l’una di notte quando decisero di
ritirarsi.
Eiko aiutò Shinichi ad andare nella sua camera
e a distendersi sul letto.
- Buonanotte.- gli disse lei, stampandogli un
bacio sulle lebbra.
- Dove credi di andare?-
Lui la attirò a se, facendola cadere sulle
lenzuola accanto a lui e cominciando a baciarla.
Quando lui passò al suo collo lei disse: -
Shinichi, sei appena uscito dell’ospedale. Sei ancora convalescente.-
- Sto benissimo, credimi.-
Continuarono a baciarsi e l’Agasa questa volta
non lo respinse.
La passione cominciò a crescere nei due, e
perfino Kudo non sentiva più alcun dolore.
Presto le loro magliette caddero a terra,
seguiti dai pantaloni e dall’intimo.
Poi, dopo essersi guardati negli occhi, lui
entrò in lei e divennero una cosa sola.
Non esisteva più nulla, nessun dolore fisico,
né morale, né nessuno uomo in nero; solo loro due e il loro amore.
Quando entrambi furono appagati si
abbracciarono e, cosa non prevista dalla ragazza, si addormentarono.
Eccovi il nuovo chap.
In questa ultima parte mi sono dovuta
trattenere, dal momento che ho messo il reating giallo, però spero di aver reso
l’idea.
Passo subito ad avvisarvi che per un po’ non
potrò aggiornare: parto per il mare e per 15 giorni non potrò scrivere.
Spero di non ricevere lettere minatorie.
Intanto ringrazio magicadula,
Dany92 e
viky4forever ( da Edimburgo. Che mita!!).
Alla prossima…
Baci
Cicci12