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Autore: Betty    19/07/2004    3 recensioni
A 15 anni Zoe era convinta di aver trovato l'uomo della sua vita, ora dopo anni di distacco il suo cuore batterà ancora per Paul?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru Izawa/Paul Diamond
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scusate con il ritardo con cui aggiorno la fanfic, purtroppo non ho avuto molto tempo a disposizione

Scusate con il ritardo con cui aggiorno la fanfic, purtroppo non ho avuto molto tempo a disposizione, spero che questo capitolo vi risarcisca per l'attesa. Ringrazio Luxy, Meiko, Rossy, Alex-kami, stormy per le loro recensioni. Un bacio Betty

CAPITOLO 18

Cosa dovevi scrivere? Un comunicato stampa che però facesse capire a Zoe che non l'hai abbandonata, le parole non ti vengono proprio in mente.

Vorresti farle sentire tutto l'amore che provi per lei, senza però risultare troppo sdolcinato, cavolo! Perché doveva essere tutto così complicato?

Osservi la stanza di ospedale che lascerai tra poche ore, i medici volevano tenerti lì ancora qualche giorno, in osservazione ma tu non hai sentito ragioni.

Adesso sei lì con un foglio bianco in mano sperando che ti venga in mente qualcosa da scrivere che non faccia trasparire quanto tu sia preoccupato per lei, dopotutto sono passati due giorni e nessuno ha fatto sapere qualcosa di concreto; sei quasi alla soglia della disperazione.

"Allora nessuna idea?" la voce dolce di Patty ti distrae un attimo.

"No, purtroppo, il mio cervello è bloccato" dici osservandola, la gravidanza è ormai in stato avanzato, la salopette che indossa evidenzia il pancione ormai prominente, il volto che dovrebbe essere radioso, è percorso da una ruga di preoccupazione sulla fronte.

"Siediti, non ti devi stancare" le dici.

"Non ti preoccupare, noi due insieme siamo una potenza!" risponde lei con un dolce sorriso, battendo una mano sulla pancia.

"Non te l'ho ancora chiesto, maschio o femmina?" chiedi.

"Maschio, io e Benji stiamo ancora litigando sul nome." Dice sedendosi con qualche difficoltà.

"Che nome assurdo gli vuole dare?" chiedi sorridendo.

"Non è così tanto assurdo, lo vuole chiamare Samuel e io Rafael."

"Chiamatelo Samuel Rafael Price" mi sembra carino, dici.

"Effettivamente non è una cattiva idea, adesso veniamo alle cose importanti, forza ti do una mano a scrivere il comunicato stampa."

"Se riesci a scrivere qualcosa che non sia estremamente lacrimevole sei ben accetta."

"Vediamo" ti dice prendendo carta e penna e cominciando a scrivere. Dopo un quarto d'ora ti passa il blocco e ti dice "leggi se va bene"

Fino ad oggi come voi saprete non abbiamo ancora avuto nessuna notizia di Zoe, siamo sconfortati ma speranzosi che tutto questo finisca presto. Chiediamo a qualsiasi persona di darci una mano se vedessero l'uomo in questa foto, non fate niente di avventato comunicate subito alla polizia dove l'avete visto. Adesso vorremmo rivolgerci direttamente alla nostra Zoe nel caso potesse ascoltarci: stai tranquilla, tornerai presto a casa con la tua famiglia, stiamo facendo il possibile per trovarti al più presto, ti vogliamo bene.

"Cosa ne dici?" ti chiede Patty.

"Corto e conciso, è perfetto, dopo pranzo lo leggerò durante la conferenza stampa"

"Sei sicuro di riuscirci?"

"Devo farle capire tutto il mio amore per lei e posso farlo solo leggendo questo comunicato." Le rispondi.

Un altro giorno in quella topaia, i tuoi occhi sono rossi e affaticati, Jason sembra sparito nel nulla, forse è tornato mentre dormivi, ma non ne sei sicura, può darsi che sia scappato all'estero e ti abbia lasciato lì a marcire. Il televisore sempre accesso è la tua unica compagnia in tutta quella desolazione, cerchi di muoverti e ti accorgi che le corde sono tese come se fossi stata appena legata, eppure prima che ti addormentavi erano più molli. Questo vuol dire che Jason è tornato e ha sistemato le corde, la pelle tagliata ti provoca dolore ogni volta che cerchi di muovere i polsi ormai senza sensibilità.

Non hai vicino a te niente che possa servirti per tagliare le corde, sei nello sconforto completo, ti rendi conto che non mangi da molto tempo e hai anche molta sete, non hai il senso del tempo e non riesci a capire come mai hai dei buchi vuoti che durano ore, osservi il televisore le ore sul video dicono che sono le 16:15 e mostrano un volto che conosci.

"Paul" pensi mentre cerchi di mettere a fuoco l'immagine.

Ascolti le sue parole così concise ma piene di preoccupazione e di amore, pensi che forse c'è ancora qualche speranza per te.

"Commovente" dice una voce proveniente dal bagno, ti giri e vedi Jason in piedi, i capelli rasati a zero, un accenno di barba e vestito in modo trasandato, si avvicina a te e ti libera la bocca, muovi la mascella per qualche istante, poi cerchi di parlare ma le parole stentano ad uscirti dalla gola asciutta.

"Acqua" chiedi con voce roca.

"Come si dice?" ti chiede lui.

"Per favore" dici disperata, poi lo osservi avvicinarsi a te con una bottiglia a versartele addosso lentamente, apri la bocca cercando di catturare l'acqua che ti sta bagnando.

"Dovresti vederti, sei immersa nei tuoi liquidi, sporca, puzzolente, fai veramente schifo. Tra poco poi sarà peggio."

"Ti prego lasciami andare" lo implori, non ti importa del tuo orgoglio, vuoi solo vivere.

"Tra qualche ora mi pregherai di stare con te, sai mentre eri incosciente ti ho somministrato un po’ di droga, in vena, diciamo che sono due giorni che non faccio altro. Se è per quello sono anche due giorni che non mangi, ma penso che sopravviverai."

"Mi hai drogato?" chiedi incredula.

"Certo, tra qualche ora quando sarai in crisi di astinenza mi pregherai di darti un po’ di coca, poi vedrai com'è bello."

"Perché mi fai questo? Perché?" chiedi disperata.

Lui si avvicina a te e ti prende il volto tra le mani "Lo faccio perché voglio distruggerti, piano piano, voglio vederti morire mentre mi implori di salvarti"

Inizi a piangere disperata, Jason ti asciuga una lacrima e ti dice "Non piangere piccola vedrai che prima o poi ti lascerò morire"

"Non è possibile che siano spariti nel nulla" urli picchiando un pugno sulla scrivania sul capo della polizia.

"Sig. Price, capisco il suo stato d'animo ma cerchi di calmarsi" ti dice l'uomo sulla cinquantina, uno dei migliori poliziotti della Gran Bretagna a quanto dicono.

"Sono due giorni che brancolate nel buio, nessuno li ha visti, nessuno sa niente, non è possibile" ripeti.

"Londra è una grande metropoli, Atkins potrebbe essere dovunque, stiamo setacciando la città palmo a palmo."

"Comandante Banks, a me non piace usare questi metodi ma vorrei ricordarle che la mia famiglia è molto mica di molti ministri del parlamento oltre al fatto che mia zia è una parente della regina in persona." Dici, odiandoti perché quando fai così ti senti di assomigliare a tuo padre, ma pur di trovare Zoe sei disposto anche ad andare contro tutti i tuoi principi.

"Non creda che non abbia già ricevuto pressioni dall'alto, è da quando è iniziata tutta questa storia che sono bombardato da telefonate da parte di molti esponenti politici, sono sotto pressione ma quello che posso fare lo sto già facendo, non chieda l'impossibile"

Ti siedi ammettendo che le parole dell'uomo sono verità. "Mi scusi, non volevo essere così odioso, ma non sappiamo cosa fare." ti giustifichi.

"Non si preoccupi, la troveremo." Cerca di consolarti Banks, all'improvviso venite interrotti da un detective che entra, sembra abbastanza agitato.

"Capo scusi se la disturbo, ma forse abbiamo degli sviluppi nel caso Price." Dice l'uomo.

"L'avete trovata?" dici alzandoti di scatto.

"No, ma.. non posso.."

"Taylor, parla pure, cosa avete scoperto?" chiede Banks.

"Durante un operazione antidroga abbiamo arrestato uno spacciatore dice di aver venduto della droga ad Atkins."

"Portalo nella sala interrogatori, lo sentirò personalmente."

"E' già di là capo."

"Bene, Price farò uno strappo al regolamento e le farò ascoltare l'interrogatorio da una stanza adiacente, così non le dovrò riferire tutto."

"Grazie comandante" dici mentre una piccola speranza si riaccende dentro di te.

Freddo, senti freddo, tremi cercando un po’ di calore rannicchiandoti su te stessa, vedi grosse gocce di sudore cadere sui tuoi vestiti, lo stomaco inizia a farti male, dei crampi che man mano che passano i minuti diventano sempre più dolorosi. All'ora è così la crisi d'astinenza, Jason è lì di fronte a te che ti guarda con un sorriso perfido sul volto, sta aspettando che tu gli chieda un po’ di roba, cerchi di resistere ma ti senti morire, anzi vorresti morire chiudi gli occhi e davanti a te vedi l'immagine di Paul, poi Beni e Patty. Devi vivere per riuscire a scappare.

"Aiutami" dici a Jason.

"Era ora mi chiedevo quanto saresti resistita ancora" lo osservi alzarti, devi sbattere gli occhi un po’ di volte per mettere a fuoco l'immagine, si avvicina a te e ti slega i polsi, le braccia sembrano morte costrette all'immobilità non riescono a riprendere vita. Le osservi e vedi sul braccio sinistro diverse punture, stai troppo male per pensare così ti sdrai e osservi quieta Jason che ti mette il laccio emostatico e poi ti ficca la siringa nel braccio, accogli con un sospiro il liquido che senti scorrere nelle vene.

"Ecco fatto, tra poco starai meglio" ti dice mentre ti toglie il laccio.

Dopo pochi minuti ti senti meglio, anzi ti sembra di volare, ti senti così leggere e felice, una felicità effimera che durerà solo poche ore.

"Come ti chiami?"

"Brian" risponde il ragazzo, alto, biondo occhi verdi, ma cerchiati da profonde occhiaie.

"Brian e poi" chiede Banks.

"Johson, Brian Johson."

"Bene Brian Johson, hai detto delle cose interessanti ai poliziotti che ti hanno preso."

"Voglio delle garanzie in cambio." Dice il ragazzo.

"Ragazzo, ricordati che qui non sei nella posizione per chiedere della garanzie, se ci dici delle cose interessanti potremmo mettere una buona parola con il giudice, però devono essere delle informazioni interessanti."

Sei dietro un vetro e vorresti strappargli le parole di gola, ma non puoi osservi il ragazzo titubare un attimo poi inizia a parlare.

"E' venuto un tipo un paio di volte a prendere della coca, sono sicuro che è quel tipo che ha rapito quella riccona. Solo che si è rasato a zero e sta facendo crescere la barba."

"Dove vive?" chiede Banks.

"Non lo so, ma penso nel quartiere, in qualche albergo"

"La droga era per lui?"

"Penso di no, lui non ha detto niente ma lo riconosco uno che si fa, secondo me droga quella tipa."

"Grazie per l'ottima deduzione" dice ironico Banks.

"Ascolti le ho detto solo la mia impressione e le assicuro che non sbaglio molto spesso, quel tipo è pulito"

"Ok, vedrò di dire un paio di buone parole al giudice che avrà in carico il tuo caso." Dice Banks poi esce dalla stanza e viene verso di te.

"Questa volta lo becchiamo, Taylor, raduna le squadre e mandale a setacciare la zona sotto al controllo di Johnson. Sarai tu a dirigere l'operazione."

"Comandate posso rimanere fino a quando saprete qualcosa?" Chiedi

"Certo, le va un caffè? L'attesa potrebbe anche essere lunga."

"Aspetterò"

"Non vuole avvisare i suoi famigliari"

"No, non voglio dargli false speranze, basterò io a soffrire se non dovessero trovarla."

 

 

 

  
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