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Autore: _Atropo_    03/01/2013    1 recensioni
-Mamma dice che assomiglio ad un Cardo: prima metto le foglie spinose, poi, se mi dai un po' di tempo, sboccio in un esplosione di colore. Comunque, stai attento: anche quando sarò fiorita, avrò sempre le mie spine pungenti-
Non tutte le storie parlano di Grandi e Famosi: alcune parlano semplicemente di quello che succede dietro i Grandi Eventi. E' forse il caso di tralasciare queste storie? solo perché, all' apparenza, sembrano essere poco importanti? solo perché sembra che non modifichino la storia che noi conosciamo?
Ecco qui una storia semplice, umile e senza pretese, che narra di una persona che, anche se non sembra, è speciale.
Spero tanto che possiate trovare piacevole questo racconto.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Capitolo Terzo
Entrando nella via affollata, Erna ammirò con meraviglia le vetrine stravaganti e strampalate: se un babbano avesse visto anche solo la metà di tutte quelle cose, si sarebbe rinchiuso in manicomio di sua spontanea volontà.

-Proporrei di cominciare dagli indumenti. Che dite?-propose Erna,  la quale era smaniosa di liberarsi dalla commissione più noiosa.

I suoi genitori la assecondarono, accompagnandola nel negozio di sartoria più raccomandato per le divise scolastiche di Hogwarts: “Madama McClan, abiti per tutte le occasioni”.
Non appena la famiglia entrò nel negozio, fu accolta da una gentile giovane strega, un’ assistente della proprietaria, che fece accomodare i clienti in una stanza a parte, adibita unicamente alla realizzazione delle divise della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Dopo pochi istanti, Erna  si ritrovò in piedi, davanti ad un lungo specchio, su uno sgabello traballante,  quando una strega tarchiata e avvolta da un attillato abito color malva fece irruzione nella stanza.

-Un altro da Hogwarts, eh?- disse madama McClan con la voce aspra e scorbutica. –Vediamo…- disse la strega, girando intorno a Erna e squadrandola con  sguardo esperto- Felicia!-esclamò, rivolgendosi all’ assistente- Portami una taglia standard, poi sarà necessario riprenderla qui, là e un po’ sulle maniche… svelta, non ho tutta la mattina!-

In un batter d’occhio l’ assistente Felicia tornò dal magazzino con un mantello semplicemente imbastito e senza fodera, lo fece indossare a Erna e iniziò a prendere le misure necessarie.

-E’ un ottima scuola, Hogwarts. Sai? Ha sfornato i migliori maghi dei nostri tempi- disse la giovane strega, tenendo stretti fra le labbra un paio di spilli. Dopo quel commento Erna si sentì crescere dentro un grande orgoglio per essere stata ammessa a Hogwarts: forse poteva sembrare una cosa comune e normale per una giovane strega di undici anni, ma per lei, orgogliosa di natura, era motivo di vanto.

Terminate  le misurazioni della divisa completa, l’ assistente, dopo averla mostrata a Madama McClan, sparì nel laboratorio, per finire le cuciture. Dopo un buon quarto d’ora, gli indumenti erano tutti cuciti e foderati con grande cura e precisione.
Quando Erna finalmente provò la divisa completa si ammirò allo specchio. Si girò davanti e dietro, alzò le braccia e si piegò fio a toccare i piedi.
-Mi sembra che ti stia bene- commentò la Signora Grey –vero caro?- A quella domanda, il Signor Grey si ridestò di colpo: nel frattempo infatti, fra aghi, spilli e stoffe, l’ uomo si era placidamente addormentato su una comoda poltroncina in un angolo della stanza. -Uh, em… certo. Magnifico!-

Erna saltò allegramente giù dallo sgabello, senza resistere al desiderio di pavoneggiarsi nella sua nuova divisa.
Uscì soddisfatta dal negozio di Madama McClan con le tre divise, il caldo mantello invernale, il cappello a punta e degli splendidi guanti protettivi di pelle di drago, ai quali Erna non poté  non dare il suo tocco originale, scegliendoli di una tinta giallo fluorescente.

Era già mezzogiorno e la stretta via iniziava ad affollarsi. Dopo un leggero pranzo alla Gelateria Fortebraccio, la famiglia ritornò a fare compere.

-Ora, em… i calderoni e le cose per pozioni?- lesse Erna ad alta voce,  dirigendosi verso un’ invitante  vetrina con esposte leggere e colorate provette di ogni forma e dimensione.

-Oh, no, tranquilla. Il materiale per pozioni te lo porterò a casa dal negozio- disse la signora Grey assicurando la figlia.

-Allora… manca un  Telescopio e poi… la bacchetta!- esclamò Erna, mettendo un accento eccitato sulla parola “bacchetta”.

L’ acquisto del telescopio fu più complicato del previsto, perché Erna non riusciva proprio a scegliere fra due modelli, praticamente identici. Alla fine, dopo molti “non saprei” e “sono così indecisa”, optò per un terzo Telescopio, visto all’ ultimo momento e molto, molto più costoso degli ultimi due. Il Sigor Grey uscì dal negozio con a braccetto la figlia e la moglie e anche con il borsellino molto alleggerito.

Era arrivato il momento. C’era un'unica voce da spuntare sulla lista delle compere. Erna l’ aveva lasciata per ultima, forse per godersi di più l’ attesa o forse per paura del momento stesso. Pochi passi e si trovò davanti la fatidica scritta Olivander: Fabbrica di Bacchette di qualità superiore dal 382 a.C.
Erna guardò la madre e poi il padre.

-Io credo che dovresti entrare sola, la scelta della bacchetta è una cosa molto personale: non voglio che tu  ti senta influenzata o distratta da nulla. Io e Papà andremo a acquistare i libri al Ghirigoro, proprio di fianco a Madama McClan, raggiungici lì quando avrai finito,intesi? Ecco, tieni questi galeoni e non perderli.- disse la Signora Grey con dolcezza.

Erna annuì e prima di entrare a passo indeciso nel negozio, si voltò verso i genitori- E se non trovo la bacchetta che fa per me?-

-Tranquilla!- gridò il Signor Grey, che si stava già allontanando verso il Ghirigoro con la moglie sotto braccio- sappi che l’ ha trovata persino quell’ impiastro di tua zia Josephine!-

Quell’ informazione diede un minimo di sicurezza in più a Erna, che con forza spinse la porta e entrò nel negozio. Il disordine della stanza era illuminato dalla luce fioca delle finestre e da deboli bagliori di delle candele bianche e consumate. Avvicinandosi al bancone, Erna fece scricchiolare le assi di legno del pavimento.

-Si?- disse un vecchietto, spuntando al di là del bancone.

-Em… Buongiorno.- disse Erna indecisa, fissando gli occhi glaciali del fabbricante di bacchette.

-Oh-oh!- l’ anziano sorrise, mostrando una fila di denti un po’ giallognoli –assomigli tanto ai tuoi genitori, che non è nemmeno necessario chiederti il tuo nome. Vero, Signorina Grey?-

Erna alzò le sopracciglia con grande stupore e annuì debolmente.

-Piacere di conoscerti, il mio nome è Olivander- sospirò l’ uomo con voce pacata -suppongo che tu sia qui per la tua prima bacchetta… Si?- Erna annuì nuovamente. -Allora cominciamo la ricerca. Sai, ogni volta che vendo una bacchetta è sempre una sfida per trovare quella giusta; pensa che  mi ricordo ogni bacchetta che ho venduto. Tuo padre… Mogano, piuma di fenice, 12 pollici e mezzo, molto flessibile. Tua madre invece, che aveva un bel caratterino… Faggio, se non erro, e crine di unicorno, 11 pollici esatti, rigida al punto giusto-

Olivander parlava e parlava, intanto girava fra gli scaffali polverosi, tirando fuori piccole sottili scatolette.

-Signor Olivander?- chiese Erna curiosa, interrompendo la ricerca- è vero che è la bacchetta a scegliere il mago? Io.. credo di averlo letto in una favola, ma non so se è vero.-
Olivander sorrise -Sì, mia cara, è proprio così: se ne renderà conto lei stessa fra poco, sentirà quando una di queste bacchette la sceglierà. E’ un attimo incredibile in cui si entra in pieno contatto con la bacchetta e il suo nucleo. Essa diventa parte di noi.-

Erna rimase a bocca aperta, mentre Olivander riprese la ricerca della bacchetta giusta, borbottando a proposito di nuclei e di flessibilità.


Salve a tutti! Eccomi, seppure un po' in ritardo, con un nuovo capitolo. Spero tanto che vi possa piacere. Prima di andare, voglio ringraziare di cuore chi ha commentato e chi ha inserito la mia storia fra le "Seguite". A presto... _Atropo_
  
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