Just.
Think.
Pink.
Per l’ennesima volta in
quella noiosissima giornata, sbadigliò; faceva caldo, i suoi odiatissimi capelli rosa confetto non sembravano avere una
propria forma, aveva davvero sonno ed era ridotta a uno straccio. Che
giornataccia… le faceva male la testa ed era di pessimo umore.
«Dunque, signora… Koshima…» mormorò, sbadigliando ancora,
scorrendo brevemente la cartella clinica della sua paziente. «A quanto
pare l’infezione al braccio non è ancora del tutto guarita…
stiamo facendo del meglio per –»
Ma una mano insistente le
picchiettò sulla spalla, facendola fermare; Sakura si girò.
Un’isterica Shizune la squadrò da capo a piedi.
«Sakura! Tu, oggi
pomeriggio, non dovevi fare il maiale?»
la rimproverò, più simile alla loro maestra che a se stessa.
La ragazza arrossì.
«Oh, sì, ma ho
già detto a Tsunade-sama che non lo farò –ho troppo lavoro
da sbrigare qui in ospedale, stanotte ho fatto la ronda e non ho proprio tempo
per queste…» sbadigliò di nuovo, dissimulando sicurezza
«sciocchezze. Da’ a qualcun altro questo compito, io proprio non
posso!»
«Sciocchezze? Far divertire
dei bambini orfani ti sembrano sciocchezze?»
la accusò l’altra.
Suo malgrado, Sakura Haruno
arrossì di nuovo. Quando era infastidita, seccata, arrabbiata, tendeva o
a menare il malcapitato di turno o a reagire in maniera aggressiva; e in questo
caso, be’… Si morse un labbro e
abbassò gli occhi.
«Scusami, Shizune. Sono
molto stanca» sbadigliò di nuovo, in effetti. «Oggi non
posso proprio, capiscimi.»
L’altra parve comprendere;
sbuffò pazientemente e sorrise.
«E va bene, troverò
qualcun altro. Stammi bene, Sakura, non lavorare troppo» aggiunse, per
poi uscire.
Era arrivata quasi allo stipite
della porta, quando aggiunse, ridacchiando:
«E, oh, nella sala
d’attesa c’è un certo Naruto che, parole sue!, non sapeva cosa fare e passava di qui… per la
terza volta in quattro giorni, che strano.» Le strizzò un occhio.
«Be’, buon lavoro, Sakura-chan!»
…No, non era una buona
giornata. Prima il sonno insistente, poi la stupida richiesta di fare il maiale
a una recita per bambini (lei era proprio adattissima a fare il maiale, con quegli stupidi capelli rosa
che aveva e quella sua stupida enorme fronte!)… e infine quel cretino che
si presentava puntualmente ogni giorno fuori dall’ospedale, e casualmente proprio quando lei finiva i
turni! Aaaah, Naruto non l’avrebbe mai
piantata, no… per carità, il loro rapporto era migliorato
tantissimo, lei lo stimava davvero, era un amico prezioso, un caro fratello, forse, ma… anche se lui
c’era sempre, anche se in realtà c’era sempre stato, lui era… era…
«C’è qualche
problema?» mormorò la sua paziente; era una giovane e bellissima
donna dal largo sorriso; la fede splendeva al suo anulare.
«Oh, no, no –dicevamo,
signora, la sua…»
Ma la ragazza fu interrotta, di
nuovo… dall’arrivo di quello che (probabilmente) era l’uomo
più grasso che avesse mai visto. Stava già per urlargli qualcosa
quando lui la sorpassò, sorridendo, e si afflosciò accanto al
letto della paziente. Per poi depositarle un timido bacio sulle labbra.
La kunoichi
rimase sconvolta –non che lei avesse un qualche tipo di pregiudizi, ok,
ma lei era così bella, e lui, be’…
«Ti ho portato il tuo ramen preferito, amore» bisbigliò quello,
noncurante della presenza di un’estranea. «E, oh, anche se non me
l’avevi chiesto, ti ho portato anche quei tagliolini al manzo che ti
piacciono tanto…» L’uomo sorrise ancora, in estasi; la moglie
lo guardava come se non avesse mai visto un essere di sesso maschile. Rimasero
così, in silenzio, a guardarsi l’uno negli occhi dell’altra,
o a stringersi la mano, per qualche minuto; sembravano letteralmente persi
l’uno nell’altra.
Ma al lieve colpetto di tosse di
Sakura (ancora piuttosto impietrita) quello si imbarazzò,
borbottò un «Be’, ora vado, eh? Stammi bene, tesoro»,
le baciò piano la fronte e se ne andò via così come era
arrivato.
La signora sorrise ancora; era un
sorriso così bello, così splendente, così felice…
«Mi scusi, dottoressa! Fa
sempre così, è la quarta volta che viene da stamattina… e
non credo che sia l’ultima. Mariti.»
commentò poi, come se ciò spiegasse tutto.
Lei si morse un labbro. Cavolo,
quanto avrebbe dato per aver quel sorriso… Si ridestò: era al
lavoro, diamine…
«Ehm, dicevo. La sua
infezione sembra guarire, ma aspettiamo ancora un pochino a dirlo.
Resterà qui per altri due giorni, per ulteriori analisi.»
mormorò, professionale.
L’altra sorrise,
educatamente, e lei si congedò… ma, prima di arrivare allo stipite
della porta, le parole le uscirono da sole dalla bocca.
«Come lo ha saputo?»
La signora, che stava mettendo da
parte il cibo che il marito le aveva portato (in ospedale non si poteva
mangiare cibi esterni, lo sapevano tutti),
mormorò un delicato:
«Prego?»
Sakura era stanca; le doleva la
testa… si morse un labbro e, per una volta in vita sua, si fece coraggio.
«Come lo ha saputo…
che lui era l’uomo giusto per lei…?» bisbigliò,
arrossendo. «Voglio dire, siete completamente persi l’uno
nell’altra, ed è… bello, davvero bello, anche solo vedervi…»
L’altra sorrise, ancora.
«Be’, è
semplice. E’ sempre pronto a fare tutto per me, senza che neanche glielo debba
chiedere.» accennò alle varie scatoline di ramen
o a tutti i mazzi di fiori che addobbavano quella camera. «Credo che sia
questo, l’importante.»
*°*
Quella terribile, odiosa e
lunghissima giornata era finalmente giunta al termine; si cambiò
velocemente, raccolse i suoi odiosi capelli rosa (assolutamente adatti per un
maiale, sì!) in una coda, indossò i soliti sandali e percorse il
grande corridoio che immetteva nell’ospedale.
Il suo umore non era migliorato
nella giornata; aveva avuto pazienti su pazienti da visitare. Ora voleva solo
un bagno caldo, rilassarsi e niente più rogn–
«Sakura-chaaaan!»
Appunto.
Si girò violentemente, una
mano ancora salda alla maniglia che recava la scritta uscita, con lo sguardo assassino e il pugno chiuso; sì,
questa volta gliene avrebbe dette due, questa volta…
«Che vuoi, Naruto, che
vuoi?!»
Ma non era Naruto… o
sì? Aveva davanti a sé un enorme coso rosa… ma che
diavolo…
«Sakura-chan!
Ti piaccio?» mormorò il coso… che come faccia aveva quella
di Naruto.
La ragazza si fermò a
osservare con calma e raziocinio: Naruto era dentro quello che sembrava un
enorme costume… aveva due zampe per le braccia, due per le gambe, un naso
schiacciato… e una coda arrotolata.
Naruto era dentro un costume da maiale.
Ragionò un secondo su
quello che voleva dire.
E per poco non le mancò il
fiato.
«Na-Naruto…
hai fatto il maiale… per me?»
mormorò.
Lui si grattò la zazzera
bionda che spuntava dal buco per la faccia e rise… rise di gusto, rise di
tutto cuore: quel sorriso assomigliava davvero tanto a quello da lei visto da
poco…
«Oh, be’,
tu non potevi… me l’ha detto Shizune –sai, stamattina passavo
di qua per caso e l’ho incontrata… e siccome a questi bambini era
stata promessa una recita, con un signor
maiale, anche se dovevo sbrigare della roba per una missione, mi sono liberato…»
rise ancora, per poi prendere in braccio come nulla fosse una bambina che gli
tirava una zampa (e che evidentemente l’aveva seguito dal reparto
pediatrico, situato accanto all’ingresso dell’ospedale) e iniziare
a fare versi da maialino. La piccola rise, abbracciandolo e baciandogli una
guancia.
Ed eccolo lì, il suo Naruto, l'eroe della guerra contro Pain, il Demone della Volpe a Nove Code, l'Uragano Umano...
«…Tuttavia credo che
questo vestito starebbe meglio a te» continuò poi, guardando
Sakura negli occhi, la sua voce di colpo matura, il suo sguardo stranamente
serio. «Il rosa dei tuoi capelli si abbina benissimo con questo
colore.»
Lei avvampò; c’era
qualcosa di così bello, di così semplice, di così
straordinario in ogni suo gesto, in ogni sua parola, che la aveva totalmente
spiazzata; improvvisamente, era andato via il mal di testa, era andato via il
malumore.
«Ma… ma io odio il
rosa dei miei capelli. E tu lo sai» riuscì solo a dire.
Lui le prese una ciocca fra le
mani.
«Mmmm,
strano. Io lo adoro.» mormorò l’altro, per poi lanciarle
un’occhiatina in tralice, quasi sognante, mettersi la bambina sulle
spalle e correre su quattro zampe facendo strani “Oink! Oink!”, diretto verso il reparto pediatrico.
E’ sempre pronto a fare tutto per me, senza che
neanche glielo debba chiedere. Credo che sia questo, l’importante…
Be’, quello era l’importante, ed era
vero…
Il tramonto inondò la sua
faccia sorridente.
Forse, bastava solamente pensare
un po’ più… in rosa.
************
Robina delle 2.39 scritta di fretta e furia, mentre
(sì, lo ammetto!) vagavo per un forum NaruSaku
americano alla ricerca di un qualche conforto.
(e
sì, domattina mi dovrò svegliare alle 8 per studiare XD ma l’ispirazione mi è
arrivata di botto e non potevo rinunciarci).
Be’,
che dire! Un piccolo, piccolissimo momento NaruSaku,
ambientato nonsoquando, magari a fine guerra (i due
comunque sono abbastanza grandi), fate voi. E se vi è parso di averlo
già visto, avete azzeccato: è tratto dalla puntata di Scrubs in cui Elliott ha troppo da fare in ospedale e JD fa
il pagliaccio per lei (ma che scena dolcissima, quella *___________* spero di
averle reso giustizia!! :D). Ho scelto il ruolo del maiale sia perché mi
pare un ruolo molto ridicolo da offrire a una ragazza (che si fa tutti questi
problemi sul suo aspetto fisico) sia perché naturalmente il rosa del
maiale riprende il rosa dei suoi capelli, che lei odia (…come li odiava Kushina *if you
know what I mean 8D*) ma che Naruto ama, sia perché lei è
di pessimo umore ma a fine giornata impara a pensare positivo (ovvero, a pensar
rosa).
E
sì, l’ho scritta perché anche dopo il *orrendo, a mio
parere* capitolo 615 volevo dire che i NaruSaku non
sono morti, né sono in un angolino a rosicare, né pregano per la
morte di Hinata; semplicemente, attendiamo. Attendiamo il fatto che tutti quegli hint da parte di Sai e di Yamato
e di Kushina (OPS, l’ho detto?!) non siano
stati inutili, e soprattutto –perlomeno io, gli altri non so XD- battiamo
sul fatto che se NaruHina
doveva essere sin dall’inizio, che senso avrebbe avuto mettere
così tanti ed espliciti segnali NaruSaku? A
essere onesta, capirei molto di più il contrario: molti segnali NaruSaku (bilaterali) e parecchi NaruHina,
ma solo in un verso (non ho assolutamente nulla
contro Hinata, vi assicuro, mi assomiglia tantissimo
ed è davvero un bel personaggio, ma non mi venite a dire che il suo
interessa almeno fino al 615 non sia stato puramente unilaterale).
Insomma,
questo è quel che penso io, senza augurare la morte di nessun
personaggio o urlare improperi contro nessuno :) Veramente, non voglio
offendere nessuno, solo rappresentare in breve perché mi scervello ad amare così tanto questi due.
E
la fanfic questa cosa (spero) la spieghi: lui
c’è sempre stato, anche se lei spesso non l’ha visto. Non
negherò che ora lei sia utile quanto un soprammobile da salotto,
intendiamoci; ma la mia passione per loro non è nata ora, è nata parecchi
anni fa, per cui scusatemi, ma credo in loro per quello che Sakura era un tempo
(e se Kishimoto si dà una svegliata, è
quella che dovrebbe essere).
E
un uomo come Naruto accanto è il desiderio di ogni donna, altro che
Sasuke tenebroso dei miei stivali! u________u
Un
qualche commento è gradito. <3
Orgogliosamente
rosa (anche se è un colore che odio .-.),
Clahp