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Autore: Clahp    03/01/2013    10 recensioni
«...Come lo ha saputo?»
«Be’, è semplice. E’ sempre pronto a fare tutto per me, senza che neanche glielo debba chiedere.»

[Orgogliosamente NaruSaku -non siamo morte, no!]
[A metà fra una flashfic e una one-shot]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Just

 

 

 

 

 

 

 

Just.

Think.

Pink.

 

 

 

Per l’ennesima volta in quella noiosissima giornata, sbadigliò; faceva caldo, i suoi odiatissimi capelli rosa confetto non sembravano avere una propria forma, aveva davvero sonno ed era ridotta a uno straccio. Che giornataccia… le faceva male la testa ed era di pessimo umore.

«Dunque, signora… Koshima…» mormorò, sbadigliando ancora, scorrendo brevemente la cartella clinica della sua paziente. «A quanto pare l’infezione al braccio non è ancora del tutto guarita… stiamo facendo del meglio per –»

Ma una mano insistente le picchiettò sulla spalla, facendola fermare; Sakura si girò. Un’isterica Shizune la squadrò da capo a piedi.

«Sakura! Tu, oggi pomeriggio, non dovevi fare il maiale?» la rimproverò, più simile alla loro maestra che a se stessa.

La ragazza arrossì.

«Oh, sì, ma ho già detto a Tsunade-sama che non lo farò –ho troppo lavoro da sbrigare qui in ospedale, stanotte ho fatto la ronda e non ho proprio tempo per queste…» sbadigliò di nuovo, dissimulando sicurezza «sciocchezze. Da’ a qualcun altro questo compito, io proprio non posso!»

«Sciocchezze? Far divertire dei bambini orfani ti sembrano sciocchezze?» la accusò l’altra.

Suo malgrado, Sakura Haruno arrossì di nuovo. Quando era infastidita, seccata, arrabbiata, tendeva o a menare il malcapitato di turno o a reagire in maniera aggressiva; e in questo caso, be’… Si morse un labbro e abbassò gli occhi.

«Scusami, Shizune. Sono molto stanca» sbadigliò di nuovo, in effetti. «Oggi non posso proprio, capiscimi.»

L’altra parve comprendere; sbuffò pazientemente e sorrise.

«E va bene, troverò qualcun altro. Stammi bene, Sakura, non lavorare troppo» aggiunse, per poi uscire.

Era arrivata quasi allo stipite della porta, quando aggiunse, ridacchiando:

«E, oh, nella sala d’attesa c’è un certo Naruto che, parole sue!, non sapeva cosa fare e passava di qui… per la terza volta in quattro giorni, che strano.» Le strizzò un occhio. «Be’, buon lavoro, Sakura-chan

 

…No, non era una buona giornata. Prima il sonno insistente, poi la stupida richiesta di fare il maiale a una recita per bambini (lei era proprio adattissima a fare il maiale, con quegli stupidi capelli rosa che aveva e quella sua stupida enorme fronte!)… e infine quel cretino che si presentava puntualmente ogni giorno fuori dall’ospedale, e casualmente proprio quando lei finiva i turni! Aaaah, Naruto non l’avrebbe mai piantata, no… per carità, il loro rapporto era migliorato tantissimo, lei lo stimava davvero, era un amico prezioso, un caro fratello, forse, ma… anche se lui c’era sempre, anche se in realtà c’era sempre stato, lui era… era…

«C’è qualche problema?» mormorò la sua paziente; era una giovane e bellissima donna dal largo sorriso; la fede splendeva al suo anulare.

«Oh, no, no –dicevamo, signora, la sua…»

Ma la ragazza fu interrotta, di nuovo… dall’arrivo di quello che (probabilmente) era l’uomo più grasso che avesse mai visto. Stava già per urlargli qualcosa quando lui la sorpassò, sorridendo, e si afflosciò accanto al letto della paziente. Per poi depositarle un timido bacio sulle labbra.

La kunoichi rimase sconvolta –non che lei avesse un qualche tipo di pregiudizi, ok, ma lei era così bella, e lui, be’…

«Ti ho portato il tuo ramen preferito, amore» bisbigliò quello, noncurante della presenza di un’estranea. «E, oh, anche se non me l’avevi chiesto, ti ho portato anche quei tagliolini al manzo che ti piacciono tanto…» L’uomo sorrise ancora, in estasi; la moglie lo guardava come se non avesse mai visto un essere di sesso maschile. Rimasero così, in silenzio, a guardarsi l’uno negli occhi dell’altra, o a stringersi la mano, per qualche minuto; sembravano letteralmente persi l’uno nell’altra.

Ma al lieve colpetto di tosse di Sakura (ancora piuttosto impietrita) quello si imbarazzò, borbottò un «Be’, ora vado, eh? Stammi bene, tesoro», le baciò piano la fronte e se ne andò via così come era arrivato.

La signora sorrise ancora; era un sorriso così bello, così splendente, così felice

«Mi scusi, dottoressa! Fa sempre così, è la quarta volta che viene da stamattina… e non credo che sia l’ultima. Mariti.» commentò poi, come se ciò spiegasse tutto.

Lei si morse un labbro. Cavolo, quanto avrebbe dato per aver quel sorriso… Si ridestò: era al lavoro, diamine…

«Ehm, dicevo. La sua infezione sembra guarire, ma aspettiamo ancora un pochino a dirlo. Resterà qui per altri due giorni, per ulteriori analisi.» mormorò, professionale.

L’altra sorrise, educatamente, e lei si congedò… ma, prima di arrivare allo stipite della porta, le parole le uscirono da sole dalla bocca.

«Come lo ha saputo?»

La signora, che stava mettendo da parte il cibo che il marito le aveva portato (in ospedale non si poteva mangiare cibi esterni, lo sapevano tutti), mormorò un delicato:

«Prego?»

Sakura era stanca; le doleva la testa… si morse un labbro e, per una volta in vita sua, si fece coraggio.

«Come lo ha saputo… che lui era l’uomo giusto per lei…?» bisbigliò, arrossendo. «Voglio dire, siete completamente persi l’uno nell’altra, ed è… bello, davvero bello, anche solo vedervi…»

L’altra sorrise, ancora.

«Be’, è semplice. E’ sempre pronto a fare tutto per me, senza che neanche glielo debba chiedere.» accennò alle varie scatoline di ramen o a tutti i mazzi di fiori che addobbavano quella camera. «Credo che sia questo, l’importante.»

 

 

 

 

*°*

 

 

 

 

 

Quella terribile, odiosa e lunghissima giornata era finalmente giunta al termine; si cambiò velocemente, raccolse i suoi odiosi capelli rosa (assolutamente adatti per un maiale, sì!) in una coda, indossò i soliti sandali e percorse il grande corridoio che immetteva nell’ospedale.

Il suo umore non era migliorato nella giornata; aveva avuto pazienti su pazienti da visitare. Ora voleva solo un bagno caldo, rilassarsi e niente più rogn–

«Sakura-chaaaan

Appunto.

Si girò violentemente, una mano ancora salda alla maniglia che recava la scritta uscita, con lo sguardo assassino e il pugno chiuso; sì, questa volta gliene avrebbe dette due, questa volta…

«Che vuoi, Naruto, che vuoi?!»

Ma non era Naruto… o sì? Aveva davanti a sé un enorme coso rosa… ma che diavolo…

«Sakura-chan! Ti piaccio?» mormorò il coso… che come faccia aveva quella di Naruto.

La ragazza si fermò a osservare con calma e raziocinio: Naruto era dentro quello che sembrava un enorme costume… aveva due zampe per le braccia, due per le gambe, un naso schiacciato… e una coda arrotolata.

Naruto era dentro un costume da maiale.

Ragionò un secondo su quello che voleva dire.

E per poco non le mancò il fiato.

«Na-Naruto… hai fatto il maiale… per me?» mormorò.

Lui si grattò la zazzera bionda che spuntava dal buco per la faccia e rise… rise di gusto, rise di tutto cuore: quel sorriso assomigliava davvero tanto a quello da lei visto da poco…

«Oh, be’, tu non potevi… me l’ha detto Shizune –sai, stamattina passavo di qua per caso e l’ho incontrata… e siccome a questi bambini era stata promessa una recita, con un signor maiale, anche se dovevo sbrigare della roba per una missione, mi sono liberato…» rise ancora, per poi prendere in braccio come nulla fosse una bambina che gli tirava una zampa (e che evidentemente l’aveva seguito dal reparto pediatrico, situato accanto all’ingresso dell’ospedale) e iniziare a fare versi da maialino. La piccola rise, abbracciandolo e baciandogli una guancia.

Ed eccolo lì, il suo Naruto, l'eroe della guerra contro Pain, il Demone della Volpe a Nove Code, l'Uragano Umano...
«…Tuttavia credo che questo vestito starebbe meglio a te» continuò poi, guardando Sakura negli occhi, la sua voce di colpo matura, il suo sguardo stranamente serio. «Il rosa dei tuoi capelli si abbina benissimo con questo colore.»

Lei avvampò; c’era qualcosa di così bello, di così semplice, di così straordinario in ogni suo gesto, in ogni sua parola, che la aveva totalmente spiazzata; improvvisamente, era andato via il mal di testa, era andato via il malumore.

«Ma… ma io odio il rosa dei miei capelli. E tu lo sai» riuscì solo a dire.

Lui le prese una ciocca fra le mani.

«Mmmm, strano. Io lo adoro.» mormorò l’altro, per poi lanciarle un’occhiatina in tralice, quasi sognante, mettersi la bambina sulle spalle e correre su quattro zampe facendo strani “Oink! Oink!”, diretto verso il reparto pediatrico.

E’ sempre pronto a fare tutto per me, senza che neanche glielo debba chiedere. Credo che sia questo, l’importante…

Be’, quello era l’importante, ed era vero…

Il tramonto inondò la sua faccia sorridente.

Forse, bastava solamente pensare un po’ più… in rosa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

************

 

 

 

 

 

Robina delle 2.39 scritta di fretta e furia, mentre (sì, lo ammetto!) vagavo per un forum NaruSaku americano alla ricerca di un qualche conforto.

(e sì, domattina mi dovrò svegliare alle 8 per studiare  XD ma l’ispirazione mi è arrivata di botto e non potevo rinunciarci).

 

Be’, che dire! Un piccolo, piccolissimo momento NaruSaku, ambientato nonsoquando, magari a fine guerra (i due comunque sono abbastanza grandi), fate voi. E se vi è parso di averlo già visto, avete azzeccato: è tratto dalla puntata di Scrubs in cui Elliott ha troppo da fare in ospedale e JD fa il pagliaccio per lei (ma che scena dolcissima, quella *___________* spero di averle reso giustizia!! :D). Ho scelto il ruolo del maiale sia perché mi pare un ruolo molto ridicolo da offrire a una ragazza (che si fa tutti questi problemi sul suo aspetto fisico) sia perché naturalmente il rosa del maiale riprende il rosa dei suoi capelli, che lei odia (…come li odiava Kushina *if you know what I mean 8D*) ma che Naruto ama, sia perché lei è di pessimo umore ma a fine giornata impara a pensare positivo (ovvero, a pensar rosa).

 

E sì, l’ho scritta perché anche dopo il *orrendo, a mio parere* capitolo 615 volevo dire che i NaruSaku non sono morti, né sono in un angolino a rosicare, né pregano per la morte di Hinata; semplicemente, attendiamo. Attendiamo il fatto che tutti quegli hint da parte di Sai e di Yamato e di Kushina (OPS, l’ho detto?!) non siano stati inutili, e soprattutto –perlomeno io, gli altri non so XD- battiamo sul fatto che se NaruHina doveva essere sin dall’inizio, che senso avrebbe avuto mettere così tanti ed espliciti segnali NaruSaku? A essere onesta, capirei molto di più il contrario: molti segnali NaruSaku (bilaterali) e parecchi NaruHina, ma solo in un verso (non ho assolutamente nulla contro Hinata, vi assicuro, mi assomiglia tantissimo ed è davvero un bel personaggio, ma non mi venite a dire che il suo interessa almeno fino al 615 non sia stato puramente unilaterale).

 

Insomma, questo è quel che penso io, senza augurare la morte di nessun personaggio o urlare improperi contro nessuno :) Veramente, non voglio offendere nessuno, solo rappresentare in breve perché mi scervello ad amare così tanto questi due.

 

E la fanfic questa cosa (spero) la spieghi: lui c’è sempre stato, anche se lei spesso non l’ha visto. Non negherò che ora lei sia utile quanto un soprammobile da salotto, intendiamoci; ma la mia passione per loro non è nata ora, è nata parecchi anni fa, per cui scusatemi, ma credo in loro per quello che Sakura era un tempo (e se Kishimoto si dà una svegliata, è quella che dovrebbe essere).

 

E un uomo come Naruto accanto è il desiderio di ogni donna, altro che Sasuke tenebroso dei miei stivali! u________u

 

 

Un qualche commento è gradito. <3

 

 

 

 

 

Orgogliosamente rosa (anche se è un colore che odio .-.),

 

 

 

 

Clahp

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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