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Autore: WtFerdie    03/01/2013    2 recensioni
"Prendi l'autostrada per l'inferno, poi la scalinata verso il paradiso."
Sono Megan, una ragazza di 16/17 anni. La mia vita è semplicemente un'inferno, tra quei bastardi dei miei compagni e mia madre (se così la posso definire). L'unica cosa positiva sono Laura, il mio migliore amico James e Sally.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Il 22 dicembre era più freddo del solito e la neve era aumentata; mi arrivava a metà tra la caviglia e il ginocchio. In realtà erano “solo” trenta centimetri ma, per avere sedici anni, sono piuttosto bassa. Feci lo stesso un giretto in paese verso le dieci di mattina.
 
Nella piazza un gruppo di ragazzi aveva improvvisato un campo da battaglia per palle di neve, con tanto di skate utilizzato come scudo. Riconobbi alcuni di loro. La battaglia era impari: erano tre bambini di circa otto anni contro otto della mia età. Mi sarei buttata volentieri nella mischia, ma avevo lo skate a casa. Non mi sembrava il caso di beccarmi la neve dentro la maglietta. Mi incamminai in una vietta dove non avevano ancora spalato la neve. Era come camminare nelle sabbie mobili, ad ogni passo mi veniva da bestemmiare!
 
Qualcuno mi colpì in testa con una palla di neve. Mi girai, era James. Lui è il mio migliore amico e spesso ci troviamo a suonare la chitarra insieme oppure al parco nel tentativo di combinare qualcosa con lo skate. Lui la maggior parte delle volte si ritrova col culo a terra. Così impara a fare il buffone! (La parte bella è che poi quando cerco di aiutarlo a rialzarsi mi tira giù e mi stringe forte.)
“Coglione, mi vuoi far venire il raffreddore?”
Si avvicinò a me e mi tolse la neve dai capelli. In genere odio che la gente me li tocchi. Anzi, odio che la gente mi tocchi. Sarò diventata paranoica a causa delle brutte esperienze avute a scuola. Chissà. Però con lui non ho problemi. In realtà mi rassicura.
“Ti va di suonare un po’?”
“Certo. Se vuoi andiamo a casa mia.”
“E...per tua madre?”
“È al lavoro. Torna sta sera.”
Mi madre lo odia. Ma esattamente non so il perchè. So solo che ogni volta che viene a casa nostra lei trova un pretesto per cacciarlo via. Per fortuna è quasi sempre o al lavoro o fuori con le sue amiche.
 
Suonammo fino alle 16, con qualche pausa per svuotare il frigo da cibo e birra. Non sentivo quasi più le dita della mano sinistra quindi ci mettemmo a giocare un po’ con la PS3.
“Nick, ci sono ancora birre?”
“Ne avevo quattro. Hai bevuto tu l’ultima. “
Fece una smorfia. “Allora vado. Continua tu.”
“Non mi diverto a giocare a Final Fantasy senza di te.”
“Devo portare fuori il cane...in qualche modo. Spero di non perderlo nella neve...”
Prese la chitarra e se ne andò. Se ne deve andare sempre sul più bello, lui. Salii in camera, accesi lo stereo e misi un CD dei Sex Pistols. Cominciai a scavare nell’armadio in cerca della mia maglietta preferita: dei Disturbed, più precisamente di Asylum. Erano mesi che non la trovavo. La indossai e uscii di casa. Era ancora presto ma mi stavo proprio rompendo le palle a starmene in casa. Senza James sembra una tomba. 
  
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